In Conspectu Meo Stetit Sol

[petronius arbiter]

L'ambasciatore olandese prese a sua volta la parola e si lagnò delle prevenzioni che il il re dimostrava contro il governo del suo paese. Il re lo interruppe:

"Signore - disse - è strano che veniate voi a lagnarvi, mentre sono io che ho ragione di farlo; eppure, come vedete, non lo faccio".

"Lagnarvi, voi, Sire - fece l'olandese - e di quale offesa?"

Il re sorrise con amarezza.

"Mi potreste biasimare, per caso signore, ad avere delle prevenzioni contro un governo che autorizza e protegge i pubblici ingiuriatori?  Vi dico, che l'Olanda è terra d'asilo per chiunque mi odia, e soprattutto per chiunque m'ingiuria".

"Oh, Sire..."

"Oh! Volete delle prove, non è vero?  Ebbene, eccole le prove. Dove nascono quegli insolenti libelli che mi rappresentano come un monarca senza gloria e senza autorità? Tutti i vostri torchi lavorano. Se avessi qui i miei segretari vi citerei i titoli delle opere coi nomi degli stampatori".

"Sire - rispose l'ambasciatore - un libello non può essere l'opera di una nazione. E' giusto che che un grande re, come Vostra Maestà, renda un grande popolo responsabile del delitto di qualche forsennato che muore di fame?"

"Possiamo anche essere d'accordo su questo, signore. Ma, quando la zecca di Amsterdam conia medaglie per svergognarmi, è anche questo il delitto di qualche forsennato?"

"Medaglie?" balbettò l'ambasciatore.

"Medaglie!" ripeté il re, guardando Colbert.

"Bisognerebbe - fece l'olandese - che vostra maestà fosse ben sicura..."

Il re guardava sempre Colbert, ma Colbert aveva l'aria di non accorgersene, e taceva, nonostante l'insistenza del re. Allora, d'Artagnan s'avvicinò, e, traendo di tasca una moneta, che mise nelle mani del re:

"Ecco la medaglia che cerca Vostra Maestà", disse.

Il re la prese, e poté vedere una figura insolente rappresentante l'Olanda che, come Giosuè, fermava il sole, con questa legenda: IN CONSPECTU MEO STETIT SOL.

"Alla mia presenza il sole si è fermato - gridò il re, furioso - non negherete più, spero!"

"E il sole - disse d'Artagnan - è questo".

E mostrò, su tutte le pareti della sala, il sole, emblema moltiplicato e risplendente, che ostentava la superba leggenda: NEC PLURIBUS IMPAR.

Davvero una bella storia, quella raccontata da Dumas nel Visconte di Bragelonne...peccato sia inventata

O meglio, è più che probabile che in qualche occasione Luigi XIV (è lui il re, immagino lo abbiate capito) abbia strapazzato gli ambasciatori d'Olanda, ma non è stato certo a causa di quella medaglia. Perché quella medaglia, non è mai esistita

petronius   

[petronius arbiter]

18 ore fa, petronius arbiter dice:

Perché quella medaglia, non è mai esistita

Non è, però, un'invenzione di Dumas, che forse credeva davvero alla sua esistenza, sebbene questa fosse stata smentita, tra gli altri, da Voltaire, già un secolo prima (Il secolo di Luigi XIV, 1751, il Visconte di Dumas è del 1848).

L'equivoco, secondo il filosofo, sarebbe nato da una medaglia effettivamente fatta coniare dall'Olanda, che rappresenta un combattimento, con il sole che sorge sulla testa dei combattenti. La leggenda è:

"Stetit sol in medio coeli"

Nelle intenzioni, questa medaglia doveva esprimere quanto di buono aveva fatto l'Olanda: l'affermazione della legge; la purificazione della religione; i re soccorsi e riuniti; la libertà dei mari; l'Europa pacificata. 

In realtà secondo Voltaire, si vantavano di nulla, non avendo fatto niente di quanto asserito. Tuttavia, continua, hanno fatto rompere l'angolo di questa medaglia, per placare Luigi XIV, che, a quanto pare, se ne era effettivamente adirato

petronius

[petronius arbiter]

18 ore fa, petronius arbiter dice:

"E il sole - disse d'Artagnan - è questo".

E mostrò, su tutte le pareti della sala, il sole, emblema moltiplicato e risplendente, che ostentava la superba leggenda: NEC PLURIBUS IMPAR.

Se dunque non possiamo mostrare la medaglia In conspectu meo stetit sol, il racconto di Dumas ci dà lo spunto per mostrarne un'altra, nella quale compare il motto del sovrano NEC PLURIBUS IMPAR.

La produzione medaglistica di Luigi XIV, fu in realtà sterminata, durante i lunghi anni del suo regno (1643-1715), tesa a celebrare innanzitutto se stesso e il suo potere assoluto. Di questa serie, fa parte la medaglia illustratata, risalente al 1672, opera di Jean Varin (o Warin), scultore e medaglista francese, noto per le importanti innovazioni introdotte nel processo di coniazione delle monete. Varin fu il primo a utilizzare in forma sistematica la monetazione meccanica, con la pressa a vite, nella produzione delle monete francesi. Questa tecnica sostituì la monetazione al martello e permise di produrre pezzi di qualità più regolare.

La medaglia, conservata nel gabinetto numismatico del British Museum, porta al dritto il busto del re volto a destra, e la legenda

LVDOVICVS MAGNVS FRAN ET NAV REX P.P.

Ludovico (per Luigi) il Grande, Re di Francia e Navarra

e al rovescio il sole che illumina il mondo e il motto NEC PLURIBUS IMPAR

La locuzione latina Nec pluribus impar, tradotta letteralmente, significa non inferiore ai più. In realtà il significato è spiegato molto esplicitamente dallo stesso Re Sole nelle sue "Memoires pour l'instruction du Dauphin" dove si rivela che il senso autentico del motto è "Non inadatto a molteplici compiti contemporaneamente" con questo volendo lusingare le possibilità imperiali del giovane Re (ossia governava tutta la Francia, ma il suo dominio era in grado di estendersi oltre).

petronius

[petronius arbiter]

Un'altra bella immagine della medaglia, col ritratto del Re Sole

E, per quanto mi riguarda, questo è tutto, ma naturalmente ulteriori informazioni su questa, o su altre medaglie di Le Roi Soleil, sono sempre le benvenute 

petronius