Lombardo-Veneto Lire vicende valutarie

[LUCIO]

In quanto l'incongruenza di pagare dei manovali che lavorano per la difesa di un'Italia da farsi in monete austriache, sono d'accordo sul principio, ma non mi stupirebbe che nella pratica queste cose succedessoro.

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Ma sì, la perplessità veniva dal fatto che in quel particolare contesto nelle settimane precedenti ai fatti menzionati c'era stato un enorme sforzo proprio per utilizzare la moneta come forma di propaganda.

Però direi che il dubbio può considerarsi superato dalle nuove notizie, che calano il fatto in una dimensione di sfascio generale e di estrema parcellizzazione fra le varie comunità locali del territorio.

[giulia]

Caro Lucio,

sono finalmente riuscita a documentarmi un poco. Saro' breve:

1. Pagliaghi riporta tavole di ragguaglio tra la lira milanese, il fiorino e la lira milanese a corso abusivo. Ti interessa vederle? Da anche la ragione per convertire le varie vlute 100 Lit austr = 113 9/32 Lit Mil = 87 Lit it

2. Renato de Mattia, L'unificazione monetaria italiana, 1959, afferma che il governo provvisorio del 1848 re-introdusse il sisetema napoleonico: ma mi chiedo avrebbero avuto tempo di far emettere dalla zecca quanto di cui avvevano bisogno?

3. Mi sembra chiaro dai tuo discorsi che non ha molto senso cercare di rapportare il valore diciamo di una stipendio del 1857 all'equivalente odierno, ma ha piu' senso fare dei confronti 'interni, Aldo De Maddalena, Prezzi e mercedi a milano 1701 - 1860, 1974, dove ho trovato che nello stesso anno un muratore riceveva 2 Lire milanesi al giorno e quanto costasse la carne di vitello (0.92 lire austriache per libbra gorssa), il vino 49.88 lire austriache per brenta il pane (0.39 lire austriache per libbra grossa) e una stanza grande d'abitazione oltre 170 Lit milanesi all'anno

A presto,

giulia

[LUCIO]

1. Pagliaghi riporta tavole di ragguaglio tra la lira milanese, il fiorino e la lira milanese a corso abusivo. Ti interessa vederle?

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Caspita sì, ma penso che sia una fonte di informazioni interessante per molti amici del Forum. Se fosse (come immagino) una pubblicazione riproducibile liberamente fuori di diritti sarebbe ottimo poterne diffondere quache stralcio significativo :) .

2. Renato de Mattia, L'unificazione monetaria italiana, 1959, afferma che il governo provvisorio del 1848 re-introdusse il sisetema napoleonico: ma mi chiedo avrebbero avuto tempo di far emettere dalla zecca quanto di cui avvevano bisogno?

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E' proprio così, si è toccato l'argomento varie volte in questo Forum.

Il Governo Provvisorio coniò proprie monete (tra l'altro molto accurate esteticamente) e lo fece su quantitativi decisamente considerevoli, con un grande sforzo tecnico palesemente finalizzato anche ad intenti propagandistici, anche se rinunciò ai valori più bassi, dal momento che la moneta di taglio più piccolo fu il 5 Lire Italiane d'argento, moneta che riprendeva a tutti gli effetti il vecchio 5 Franchi di Napoleone I.

Sostanzialmente l'idea che mi sono fatto riguardo a tale attività di monetazione è che oltre all'iniziativa "centrale" milanese, anche le varie comunità locali (i vari "Governi Provvisori" dei centri minori) inviavano alla zecca di Milano (sotto il controllo del "Governo Provvisorio Centrale") argento non monetato o monetato secondo altri sistemi di conto, allo scopo di disporre di valuta non solo per i pagamenti locali, ma anche adatta per l'acquisto di armamenti ed approvvigionamenti all'estero; era presumibilmente necessario che si trattasse di moneta dalle caratteristiche adeguate per essere ben accetta in una area probabilmente individuabile nel Piemonte (nei confronti del quale era in corso un processo di annessione, anche se contestatissimo dai repubblicani di Mazzini e soprattutto di Cattaneo), ma anche Francia e Federazione Elvetica. Da varie fonti risulta che in quelle settimane privati Cittadini donavano o prestavano argento e che in qualche caso persino alcune istituzioni religiose "prestarono" parte degli arredi sacri in metallo pregiato.

Immagino che queste monete (d'oro e d'argento) siano la "Lira a corso abusivo" menzionata dal Pogliaghi, mi piacerebbe una conferma di questa ipotesi.

3. Mi sembra chiaro dai tuo discorsi che non ha molto senso cercare di rapportare il valore diciamo di una stipendio del 1857 all'equivalente odierno, ma ha piu' senso fare dei confronti 'interni' . . .

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Sì questa è proprio la mia idea, magari cercando termini di riferimento specifici dello status sociale dei personaggi coinvolti, non semplicemente il riferimento (comunque illuminante) alle paghe giornaliere per manodopera generica.

[giulia]

Lucio,

questa non e' esattamente una 'fast reply', ma in settimana ho poco tempo.

Il Poliaghi e' certamente riproducibile - forse la cosa piu' semplice e' che te ne mandi una fotocopia - a colori - per posta non elettronica, perche' credo che tu sappia giudicare molto meglio di me cosa possa interessare ai lamonetiani. Se sei d'accordo fammi avere il tuo indirizzo, per favore.

Non so se la lira milanese abusiva fosse quella battuta dal governo provvisorio. Poteva essere il corso delle lire milanesi usate dopo il 1823 quando esse furono messe fuori corso?

Mi sto documentando sugli stipendi dell'epoca e ho gia' trovato una cosa interessante: a meta' anni '840 il socio gerente delle accomandite, che avevano come oggetto il negozio di banca e seta, percepiva uno stipendio tra le 3 e 6 mila lire (non specifica quali, aihme'!) cfr. Bruno Caizzi, l'Economia Lombarda durante la Restaurazione (1814 - 1959), 1972, p 296.

A presto

Giulia

[giulia]

Aiuto!

Quando in documenti lombardi antecedenti al 1823, vale a dire prima dell'intorduzione della lira austriaca, si parla di lire quali intendono - quelle milanesi o quelle italiane (periodo napoleonico)?

Grazie per il vostro aiuto

Giulia

[sdy82]

Cribbio!

Che discussione di alto livello!

Ma come è andata a finire a circa 15 anni di distanza? @giulia ha pubblicato materiale?