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IGNORED

Marcia, marcia ... ma quando arriviamo?!


Risposte migliori

Inviato

Ciao,

quest’anno niente ferie estive che implicavano l’utilizzo dell’aereo. Mezzo che ha “ristretto” il mondo e che permette di spostarci in breve tempo (tralasciando attese e check in/check out) su lunghe distante. E’ così che in un paio d’ore possiamo trasferirci ad esempio dall’Italia alla Britannia. Adesso sembra una passeggiata. Ma una volta arrivare a Londinium implicava giorni e giorni di viaggio terrestre e quindi marino. Tornando alle ferie di quest’anno per tenere fede al mio nickname ho deciso di trascorrerle con la famiglia in Illyricum e in Noricum. Spostandomi con la mia veloce quadriga moderna su strade moderne ad alta velocità (le autostrade) che consentono anche di “attenuare” gli ostacoli orografici (catene montuose, fiumi, passi, etc..) sono partito da Trieste(Tergeste), ho oltrepassato il Passo dell’Ocra (Monte Nanos), sono passato per Lubiana (Emona) poi verso Graz, su, fino a Vienna (Vindibona). Totali 4 ore e mezza. E se fossi vissuto 2000 anni fa quanto ci avrei messo?!

A ben guardare ho percorso a ritroso la parte terminale dell’antica Via dell’Ambra che partiva dal Baltico per raggiungere la penisola italiana. Ci sono poche differenze: il tragitto non passava per Graz (comunque sito militare romano) ma per Szombately (Colonia Claudia Savariensum) e Sopron (Scarbantia) ma in sostanza il quadro non conta. Questo era il primo percorso che compiva l’ambra baltica, in seguito modificato con una via più diretta verso Aquileia attraverso Ad Pirum e Castra ad Fluvium Frigidum. Ma le attestazioni monetali indicano che i Romani costruirono Aquileia per avere il controllo delle vie commerciali dirette verso e dal Noricum (del pregiato “ferro norico” ad alto contenuto di carbonio e quindi simile all’acciaio) e nel tempo cercarono il controllo e del territorio friulano e carnico e di quello giuliano. Il penetrare a ritroso lungo la Via dell’Ambra voleva dire da una parte controllare il commercio di questa materia prima e comunque (o soprattutto) controllare i passi attraverso i quali le varie tribù locali (nella maggior parte del gruppo dei Taurisci cui confluivano gli stessi Norici) potevano passare e minacciare l’area di Aquileia e quindi penetrare nell’Italia. Area aquileiese che in una prima fase si identificava con il Friuli e quindi la Carnia ma che in seguito si estendeva oltre le Alpi Giulie: il territorio aquileiese si estendeva fino a Vhrnika (Nauportus), una sorta di emporio commerciale aquileiese sorto a pochi chilometri da Lubiana con quest’ultima che rientrava nei territori illirici. Da qui, l’esercito romano si dirigeva verso i forti del limes sia a presidio dello stesso sia per incursioni nei territori limitrofi esterni all’Impero. In pratica qualcosa come circa 500 chilometri dall’Impero fino ai suoi confini. Ma le ore alla guida mi hanno fatto riflettere su un dato noto ma sul quale forse non si riflette a fondo: su che enormi distanze si muoveva l’esercito romano? E come riusciva a svolgere efficacemente il lavoro di spostamento di enormi masse di uomini e di materiali utili a compiere un’impresa bellica?


Inviato

L’esercito romano era descritto con tre sostantivi:

·         Agmen

·         Exercitus

·         Acies

Il termine agmen lo designava quando era in marcia, exercitus indicava un’armata ordinata e disciplinata, acies quando era schierato in battaglia; pertanto il mio pensiero si rivolge all’agmen. Se questo procedeva in ordine serrato diveniva agmen justum o pilatum; se procedeva in territori amici, senza grossi pericoli era agmen incauto.

marcia.jpg

Nella sua avanzata si divideva in

·         Agmen primum (avanguardia)

·         Agmen medium (centro)

·         Agmen extremum o novum (retroguardia)

Il termine agmen ricorre ancora come a. quadratum quando l’esercito avanzava in quadrato con i materiali in centro e come acies triplex quando l’avanzamento era in tre linee, ovvero in ordine di guerra.

Secondo la descrizione di Giuseppe Flavio a capo della colonna marciante era la fanteria ausiliaria seguita da truppe legionarie appoggiate dalla cavalleria. Seguivano dei legionari con i materiali necessari per la costruzione del campo temporaneo; il generale o l’Imperatore con le scorte o i pretoriani al seguito. Quindi altri legionari e cavalieri, seguiti quindi da muli con eventuali armi da assedio, bagagli e alimenti. Alla logistica seguivano altre truppe legionarie, mercenari e eventuali popoli clienti. La retroguardia era composta dalla cavalleria.

« Si mettono marcia tutti in silenzio e ordinatamente, restando ciascuno al proprio posto come fossero in battaglia. I fanti indossano corazze (lorica) ed elmi (cassis o galea), una spada appesa su ciascun fianco, dove quella di sinistra è più lunga (gladius) di quella di destra (pugio), quest'ultima non più lunga di un palmo. I soldati "scelti", che fanno da scorta al comandante, portano una lancia (hasta) e uno scudo rotondo (parma); il resto dei legionari un giavellotto (pilum) e uno scudo oblungo (scutum), oltre ad una serie di attrezzi come, una sega, un cesto, una piccozza (dolabra), una scure, una cinghia, un trincetto, una catena e cibo per tre giorni; tanto che i fanti sono carichi come bestie da soma (i muli di Mario).
I cavalieri portano una grande [e più lunga] spada sul fianco destro (spatha), impugnano una lunga lancia (lancea), uno scudo viene quindi posto obliquamente sul fianco del cavallo, in una faretra sono messi anche tre o più dardi dalla punta larga e grande non meno di quella delle lance; l'elmo e la corazza sono simili a quelli della fanteria. L'armamento dei cavalieri scelti, quelli che fanno da scorta al comandante, non differiscono in nulla a quello delle ali di cavalleria. A sorte, infine, si stabilisce quale delle legioni debba iniziare la colonna di marcia. »

Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, III. 5.5.93-97.


Inviato

Mediamente la marcia durava 6 ore diurne, condizionate da orografia e condizioni climatiche. Copriva quindi (sec. Vegezio e Cesare) una distanza di circa 30 chilometri/die (iter iustum) o 36 (iter magnum). Comunque Cesare contro Vercingetorige afferma di aver guidato 20.000 legionari in una marcia di 75 chilometri in poco più di 27 ore (incluso uno scontro con gli Edui) per cui raddoppiando l’iter magnum. In un’altra occasione riporta di avere coperto 465 km (da Corfinium a Brundisium) in 17 giorni (15 gg e due di riposo se iter iustus, 13 e 4 se iter magnum). Giova ricordare che ogni legionari portava con sé tra i 30 e 50 kg di materiale).

maxresdefault.jpg

E ciò che era necessario era il mantenimento dell’organizzazione della marcia e il controllo della colonna. Una legione romana in marcia completa di vettovaglie e logistica creava una colonna lunga circa quattro chilometri; in certi casi si creava una colonna lunga ben 20. E un esercito consolare di circa 25.000 uomini consumava 23 tonnellate di derrate alimentari al giorno, senza considerare il foraggio per gli animali (circa il doppio). E giunti alla fine della giornata di marcia andava costruito l’accampamento “da campagna” che doveva sorgere su terreno pianeggiante. Se necessario veniva costruito a difesa un fossato profondo 1.8 metri e una volta terminato il campo, bisognava montare le tende; si mangiava tutti assieme, quindi si pattuivano i turni di guardia. Al mattino, se il campo presentava strutture lignee, queste venivano bruciate per evitarne l’eventuale riuso da parte del nemico.

Pilum_murale_01.jpg

I singoli elementi del pilum murale erano portati dai legionari e consentivano l'erezione di una difesa temporanea che alla ripresa della marcia veniva rimossa e trasportata.

 

Quindi in caso di un’incursione barbarica presso il limes avremmo avuto dapprima l’avviso all’Imperatore dell’accaduto mediante staffette a cavallo (mettiamo da Carnuntum) per circa 1200 chilometri (sempre che lo stesso fosse a Roma), l’invio del generale o dell’Imperatore stesso nella zona di operazioni e il tempo necessario a percorrere il tragitto. Nel frattempo magari altre staffette avrebbero portato qualche ordine nella zona di invasione e in quelle circostanti. E se il generale o lo stesso Imperatore guidava delle legioni quanto ci avrebbe messo? Fortunatamente queste erano dislocate nella maggior parte fuori dall’Italia e il percorso da compiere per eventuali spostamenti erano minori… ma ammettendo che un paio di legioni e/o vexillationes partissero da Aquileia alla volta di Carnuntum o Vindibona, ci avrebbero messo circa due settimane a raggiungerle.

In breve… pur considerando staffette veloci, marce forzate… l’Impero per i mezzi dell’epoca era enorme! Quando leggiamo i testi storici che parlano di campagne militari spesso si perde la sensazione delle distanze, l’organizzazione, della logistica e di tutto ciò che queste comportavano. Non prendete questa considerazione come supponenza da parte mia: io stesso mi son reso conto di questa “dissociazione” dalle distanze effettive mentre in autostrada macinavo chilometri e chilometri in poche ore quando in epoca romana i tempi erano ben maggiori. Solo gli spostamenti o le comunicazioni richiedevano tempi tali che ora a pensarci sembrano lunghissimi eppure l’Impero resse per anni e anni a dimostrazione che era dotato di un’organizzazione di assoluto prim’ordine considerando i mezzi disponibili. Pensate solo al comunicare a Roma una invasione sasanide! Per non parlare del muovere truppe dal settore renano/balcanico a quello orientale, ad esempio (e lo fecero!) o “semplicemente” di impartire ordini militari a settori periferici dell’Impero dopo aver ricevuto rapporti su questo o quell’evento bellico nemico.

Ciao

Illyricum

;)

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Supporter
Inviato

Ciao

Illy risparmio il fiato per lo spostamento che ho fatto durante le ferie, e pensando al lungo viaggio di una legione ,o un' inviato imperiale e visto che sai meglio di me le varie tappe che hanno dovuto affrontare  al tempo e che io ci ho messo solo 4,30 ore visto che ho usato il moderno metodo di viaggio, per la tratta più lunga, mi elencheresti le tappe per arrivare da Augusta Salassorum a Philadelphia girare per l'allora Arabia toccando Gerasa , Gadara, Pella, Mar Morto, Monte Nebo, Betania oltre il Giordano, Madaba, il castello di Erode Antipa e giù sino a Petra e vari altri luoghi lungo il cammino per poi tornare a Philadelphia e proseguire per il Cairo giracchiare nei dintorni per controllare le situazioni e lo stato d'animo nei vari insediamenti anche se da me molto conosciuti e infine fare ritorno nelle amate montagne?

Silvio


Inviato

Beh Silvio... intanto agosto è un mese molto caldo!

Non trovando Augusta Salassorum nel sito

http://orbis.stanford.edu/orbis2012/#mapping

ti consiglio di andare ad Augusta Taurinorum che sicuramente è più fornita logisticamente ;)

Da qui hai questo itinerario fino ad Alexandria d'Egitto:

torino alessandria.JPG

Praticamente trasferimento a Genua, imbarco, viaggio lungo costa fino a Puteoli, scalo a Kallipolis, Messana e quindi mare aperto verso Zacynthus, Thera, Alexandria. Ti porta via circa 28 giorni.

Da Alexandria poi seguirei un tragitto costiero per poi addentrarmi verso Petra. Essendo gran parte a piedi, ti porta via altri 18 giorni. Ti consiglio il noleggio di un animale o buone caligae...

alessandria perta.JPG

Buon viaggio

Illyricum

:D


Supporter
Inviato (modificato)

Ciao

be le ferie sono partite solo per la prima tratta anzi per tre quarti mi sa che è meglio spostarsi ai giorni nostri. A parte le battute ogni volta che faccio un viaggio che ha a che fare con gli spostamenti che dovevano fare i vari eserciti mi chiedo come sia stato possibile a quei tempi e per quei tempi conquistare e mantenere un'Impero così vasto, per tanto tempo con tutte le problematiche che comportava, dalla logistica vera e propria alla soppressione nel più breve tempo possibile di rivolte. Mi paragono a loro nei brevi tratti che faccio per visitare i siti con un semplice zaino, abbastanza leggero con sufficiente scorta di H2O, scarpe leggere e abbigliamento adatto, contro il loro abbigliamento costituito dall'armatura un' equipaggiamento che variava dai 30 ai 40 Kg scarpe aperte, armamento vario e un polverone che non lasciava respirare, unica cosa in comune il sole che in quelle zone non da tregua, altra gente altra fibra ma pur sempre uomini. Ai loro confronti le nostre forze speciali non valgono molto.

Silvio

 

PS sono già tornato.

Modificato da mazzarello silvio
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