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Inviato (modificato)

@azzogsalLe quotazioni non riporterebbero comunque usando cataloghi vecchi anzi potresti errare al rialzo. Per un confronto allego le quotazioni tratte da Gigante 2006 delle monete di cui sopra.

Il confronto Gigante 2006 /2017 per quanto riguarda ad esempio il 5 Lire Cinquantenario è... come dire, "imbarazzante". 

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Modificato da uzifox

Inviato

Queste invece le quotazioni Gigante 2016

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Inviato

A mio modesto parere questo fenomeno, che credo fotografi in termini generali il mercato in modo abbastanza fedele e senza entrare in alcun caso specifico, per il quale mi astengo non avendone più il polso (ho venduto tutta la mia collezione accumulata in trent'anni per motivi personali ad autunno 2015 ottenendo un più che soddisfacente ritorno su quanto speso), riflette in maniera molto precisa quanto in atto nell'economia globale.

Mi riferisco alla forbice ricchi-poveri, per cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

In altre parole, un 100 lire 1878 in "vero" FDC o un 80 lire 1831 Carlo Felice, continueranno inesorabilmente a salire, e le "povere" spighe e apine in rame di VE3 in BB a scendere.

Perché comunque relativamente ai 294 esemplari del 100 lire (o quanti ne sono rimasti, cioè meno) o della dozzina o giù di lì di 80 lire, sul mercato ci sono altrettanti e più facoltosi collezionisti-investitori disposti a sborsare 70 e passa mila euro, mentre degli spiccioli il piccolo collezionista (al quale vanno tutte le mie personali simpatie) è costretto a fare a meno.

Non vedo, almeno nel medio termine, alcun elemento che possa invertire questo trend, che sicuramente favorisce chi si affaccia alla numismatica ora e può invece teoricamente penalizzare - in caso di necessità di realizzo - chi ha comprato ai prezzi massimi.

E' solo la mia personale opinione naturalmente.

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Inviato

L'ho ordinato sta sera vedrò i prezzi sono curioso

L'ho ordinato sta sera vedrò i prezzi sono curioso


Inviato
5 ore fa, min_ver dice:

A mio modesto parere questo fenomeno, che credo fotografi in termini generali il mercato in modo abbastanza fedele e senza entrare in alcun caso specifico, per il quale mi astengo non avendone più il polso (ho venduto tutta la mia collezione accumulata in trent'anni per motivi personali ad autunno 2015 ottenendo un più che soddisfacente ritorno su quanto speso), riflette in maniera molto precisa quanto in atto nell'economia globale.

Mi riferisco alla forbice ricchi-poveri, per cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

In altre parole, un 100 lire 1878 in "vero" FDC o un 80 lire 1831 Carlo Felice, continueranno inesorabilmente a salire, e le "povere" spighe e apine in rame di VE3 in BB a scendere.

Perché comunque relativamente ai 294 esemplari del 100 lire (o quanti ne sono rimasti, cioè meno) o della dozzina o giù di lì di 80 lire, sul mercato ci sono altrettanti e più facoltosi collezionisti-investitori disposti a sborsare 70 e passa mila euro, mentre degli spiccioli il piccolo collezionista (al quale vanno tutte le mie personali simpatie) è costretto a fare a meno.

Non vedo, almeno nel medio termine, alcun elemento che possa invertire questo trend, che sicuramente favorisce chi si affaccia alla numismatica ora e può invece teoricamente penalizzare - in caso di necessità di realizzo - chi ha comprato ai prezzi massimi.

E' solo la mia personale opinione naturalmente.

Trasposizione numismatica di un mondo sempre più disegualmente globalizzato..

concordo


Inviato (modificato)

Giusta analisi quella di min_ver.

E' una crisi trasversale oltre che globale, ovvero investe tutti gli ambiti.

Sarà certamente effetto della crisi economica (e politica) senza fine che tocca ormai tutti sia nel portafogli che nei processi psicologici che governano le spese/investimenti, influenzati dalla visione a corto raggio di un futuro dalle tinte molto incerte.

Ma é anche un segno di un mondo che cambia (in peggio ??!). Un mondo ed una società sempre piu' liquidi e destoricizzati. Un mondo sempre piu' insensibile alla bellezza (con la "B") e sempre meno attratto dal fascino della nostra storia passata (che fa le nostre radici, culturali ed umane).

Un mondo dunque sempre piu' concentrato nel solo presente, schiacciato tra un passato che sembra non appartenerci ed una caricatura di futuro tutto tecnologia ed economia  ... parafrasando ... Parigi val bene un iPhone !!!  ... non certo un "pezzo morto" di storia passata quale una moneta ....

Modificato da ihuru3
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Inviato
9 ore fa, ihuru3 dice:

Giusta analisi quella di min_ver.

E' una crisi trasversale oltre che globale, ovvero investe tutti gli ambiti.

Sarà certamente effetto della crisi economica (e politica) senza fine che tocca ormai tutti sia nel portafogli che nei processi psicologici che governano le spese/investimenti, influenzati dalla visione a corto raggio di un futuro dalle tinte molto incerte.

Ma é anche un segno di un mondo che cambia (in peggio ??!). Un mondo ed una società sempre piu' liquidi e destoricizzati. Un mondo sempre piu' insensibile alla bellezza (con la "B") e sempre meno attratto dal fascino della nostra storia passata (che fa le nostre radici, culturali ed umane).

Un mondo dunque sempre piu' concentrato nel solo presente, schiacciato tra un passato che sembra non appartenerci ed una caricatura di futuro tutto tecnologia ed economia  ... parafrasando ... Parigi val bene un iPhone !!!  ... non certo un "pezzo morto" di storia passata quale una moneta ....

E sopratutto questo riguarda le nuove generazioni, che molto difficilmente si avvicineranno a la numismatica o ad altri hobby simili (filatelia, antiquariato, etc.etc.);

Sia in quanto economicamente piu' deboli e sia proprio per un cambio epocale di gusti e di abitudini di vita.........

 

 


Inviato

"E sopratutto questo riguarda le nuove generazioni, che molto difficilmente si avvicineranno a la numismatica o ad altri hobby simili (filatelia, antiquariato, etc.etc.);".. Proprio per questo ( calo della domanda ed aumento dell'offerta  perchè le nuove generazioni si vorranno  "sbarazzare dei lasciti numismatici" il prima possibile)  i prezzi sono destinati scendere


Inviato
20 minuti fa, bizerba62 dice:

D'altro canto, la responsabilità del deprezzamento di questo materiale comune non è solo frutto della crisi generalizzata ma, ritengo, del nostro stesso ambiente, che ormai su talune monetazione (che sono anche quelle più diffuse nelle raccolte) da alcuni anni persegue la tendenza della perfezione, del super fior di conio, delle monete eccezionali e chi ha più superlativi assoluti li metta.

In gran parte è quindi colpa nostra se il materiale comune si è deprezzato...non possiamo solo dare la colpa alla crisi economica e dei valori morali della Società se le monete di medio-bassa conservazione non le vuole più nessuno.

Forse sarebbe il caso di considerare anche quelli che sono i segnali di "superperfezione" che da alcuni anni l'ambiente trasmette agli appassionati, condizionandone le scelte.

Si diceva una volta: "chi è causa del sul mal...pianga se stesso". 

Saluti.

Michele

 

Applausi.

 

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Inviato
Ciao.

Scusate ma non sono completamente d'accordo con la Vostra disamina.

Intanto mi pare di cogliere dai ragionamenti un costante retropensiero (a stento ammesso) nel quale si considera la Numismatica innanzitutto come un investimento e poi come una Disciplina storica e culturale.

Se prendiamo a paragone il 100 lire del '78 o l'80 lire del '31 (precisando per giunta, come se già non fossero di per se sufficienti, "in vero FDC" ...- non sia mai che arrivino a malapena al qFDC..!.) quali testimoni di un mercato che non conosce crisi e che anzi è sempre in ascesa, mi pare che stiamo facendo un discorso che non tocca e non potrà mai toccare il 99% dei collezionisti e rimarrà relegato ad un mercato appannaggio di  pochi privilegiati investitori che un minuto dopo aver acquistato queste "monete", le avranno già chiuse in una cassetta di sicurezza.

Non so quanto questo tipo di "operazioni" c'entrino con la Numismatica, intesa appunto come disciplina culturale.

Rapportare il fenomeno numismatico nel suo complesso a questi investimenti, mi pare abbastanza inutile, trattandosi di operazioni che esulano, come già detto, da quella che è la raccolta monetale del 99% dei collezionisti.

Non dico di trascurare la componente "finanziaria" insita nella Numismatica, ma se poi essa diventa l'unico metro di paragone e l'unico stimolo che ci fa optare per questa disciplina, non lamentiamoci allora se coloro che non possono perseguire questa finalità se ne allontanano o addirittura, neppure si avvicinano.

A me pare che mai, come in questi ultimi 50 anni, l'accesso al collezionismo numismatico sia stato così diffuso.

La numismatica è divenuta un fenomeno relativamente di massa e questa tendenza al deprezzamento del materiale in medio-bassa conservazione non può che agevolare chi volesse avvicinarsi oggi a questa disciplina.

Perchè oggi i giovani appassionati non dovrebbero approfittare del momento propizio?

D'altro canto, la responsabilità del deprezzamento di questo materiale comune non è solo frutto della crisi generalizzata ma, ritengo, del nostro stesso ambiente, che ormai su talune monetazione (che sono anche quelle più diffuse nelle raccolte) da alcuni anni persegue la tendenza della perfezione, del super fior di conio, delle monete eccezionali e chi ha più superlativi assoluti li metta.

In gran parte è quindi colpa nostra se il materiale comune si è deprezzato...non possiamo solo dare la colpa alla crisi economica e dei valori morali della Società se le monete di medio-bassa conservazione non le vuole più nessuno.

Forse sarebbe il caso di considerare anche quelli che sono i segnali di "superperfezione" che da alcuni anni l'ambiente trasmette agli appassionati, condizionandone le scelte.

Si diceva una volta: "chi è causa del sul mal...pianga se stesso". 

Saluti.

Michele

 


D acoordo ma solo in parte....non si puo negare che la crisi economica stia incidendo pesantemente sulle scelte e sulla destinazione dei propri risparmi he difficilmente verranno allocati in raccoltr numismatiche........tranne ovviamente quei rari casi di ambienti economicamente ben forniti.
La qual cosa tendera ad apprezza re sooo le alte conservazioni e le monete top...dove gli acquirenti appunto nn mancheranno mai....il resto e destinato a perdersi per strada sempre di più.
E comunque oltre al discorso economico e prolrio il contesto socio culturale che ha subito un mutamento enorme......guardando i giovani (figli etc.) Si vede molti chiaramente......
Nn e colpa dei collezionisti....ma il mondo e girato e tante cose...tra cui il colllezionismo numismatico puro e semplice e nn per investimento sara sempre piu rarefatto.......in filatelia e gia così...la filatelia classica e morta...un gronchi rosa si compra a 500 euro.....quando 25 anni fa ci volevano 4000000 milioni (2000 euro)....ormai e cosi...inutile illudersi.....le minete hanno retto un po di piu per vari motivi ma la scelta del Gigante e chiaramente indicativa......ed e la prima volta credo nella.storia che capita una cosa del genere.....tocchera abituarcisi!

Inviato
9 minuti fa, quadriga dice:


...non si può negare che la crisi economica stia incidendo pesantemente sulle scelte e sulla destinazione dei propri risparmi he difficilmente verranno allocati in raccolte numismatiche........

Ma infatti nessuno lo nega che c'entri anche la crisi economica.

Però la crisi è in atto almeno dal 2008 e che il materiale in medio-bassa conservazione fosse altamente deprezzato lo sapevano tutti (tranne i compilatori dei Cataloghi) ormai da tempo.

Oggi il Gigante sembra finalmente accorgersi di questa situazione e ha "il coraggio" di riportarla nero su bianco nel suo Manuale.

Ma non è certo una novità per chi ha un minimo il polso del mercato.

19 minuti fa, quadriga dice:

E comunque oltre al discorso economico e proprio il contesto socio culturale che ha subito un mutamento enorme......guardando i giovani (figli etc.) Si vede molti chiaramente......

D'accordo, ma alcuni aspetti del nuovo contesto sono mutati anche in senso più favorevole per chi intenda coltivare questa Disciplina, semprechè non la si voglia approcciare solo come investimento fine a se stesso, perchè allora sono d'accordo con Te.....quello che ieri hai pagato 100 domani potrebbe valere 80.

Ma stiamo parlando "d'affari" o di Numismatica?

Prendiamo, ad esempio,  internet, questo forum e tutte le altre opportunità che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione.

Ma quando mai le passate generazioni hanno potuto godere ed utilizzare mezzi così potenti, di immediata aggregazione e che facilitano gli studi e le ricerche in qualunque campo numismatico come mai, prima d'ora, è stato possibile fare?

Sarei proprio curioso di sapere quanti sono oggi gli appassionati "attivi" in questa disciplina e quanti erano 20 o 30 anni fa.

32 minuti fa, quadriga dice:

Nn e colpa dei collezionisti....ma il mondo e girato e tante cose...tra cui il collezionismo numismatico puro e semplice e nn per investimento sara sempre piu rarefatto.......in filatelia e gia così...la filatelia classica e morta...un gronchi rosa si compra a 500 euro.....quando 25 anni fa ci volevano 4000000 milioni (2000 euro)....ormai e cosi...inutile illudersi.....le monete hanno retto un po di piu per vari motivi ma la scelta del Gigante e chiaramente indicativa......ed e la prima volta credo nella.storia che capita una cosa del genere.....tocchera abituarcisi!

Ecco, quando parlavo di "retropensiero"...si fa un gran parlare di crisi dei valori culturali, ma poi si finisce sempre per considerare la Numismatica (o in questo caso la Filatelia) come un asset d'investimento, lamentando quanto il bene "x" costasse prima e quanto lo stesso bene costi adesso.

Se la Numismatica si deve intendere in questo modo, posso capire come ci sia un diffuso sentimento di depressione e come in un momento come questo sia preferibile spendere i propri sudati risparmi in qualunque altro "investimento".

Però, parlare di crisi di valori culturali quale concausa della disaffezione dalla Numismatica e poi ridurre tutto a considerazioni economiche, scusate ma lo trovo abbastanza deprimente.

M.

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Inviato

Considerate,inoltre, che ci sono più monete che collezionisti specialmente per quanto riguarda Regno e Repubblica (collezioni oggetto del catalogo di cui state scrivendo). Da osservatore esterno, non collezionando questi settori se non come esempi di monetazione del periodo storico che ho vissuto per buona parte della mia vita, vedo sul mercato molti argenti comunissimi e di scarsa conservazione che dovrebbero poter essere comprati a peso e per i quali ci sono più monete che collezionisti, al contrario invece per  le alte conservazioni. Per i metalli vili non c'è nemmeno questo, chiamiamolo,"incentivo"del peso. Anche l'oro sebbene le quotazioni siano mantenute alte artificiosamente, come ho notato in alcune aste italiche, è sopravvalutato. 

Ho quattro ori di VE III comprati dieci anni fa. Oggi li pagherei di meno, ma forse oggi non li comprerei più.

Regno e repubblica sono collezionati solo in Italia a differenza delle antiche che tutto il mondo colleziona.

Inviato
3 minuti fa, rorey36 dice:

Considerate,inoltre, che ci sono più monete che collezionisti specialmente per quanto riguarda Regno e Repubblica (collezioni oggetto del catalogo di cui state scrivendo). Da osservatore esterno, non collezionando questi settori se non come esempi di monetazione del periodo storico che ho vissuto per buona parte della mia vita, vedo sul mercato molti argenti comunissimi e di scarsa conservazione che dovrebbero poter essere comprati a peso e per i quali ci sono più monete che collezionisti, al contrario invece per  le alte conservazioni. Per i metalli vili non c'è nemmeno questo, chiamiamolo,"incentivo"del peso. Anche l'oro sebbene le quotazioni siano mantenute alte artificiosamente, come ho notato in alcune aste italiche, è sopravvalutato. 

Ho quattro ori di VE III comprati dieci anni fa. Oggi li pagherei di meno, ma forse oggi non li comprerei più.

Regno e repubblica sono collezionati solo in Italia a differenza delle antiche che tutto il mondo colleziona.

Concordo.

Per non parlare delle "bolle" speculative che hanno caratterizzato molte monete del Regno, di nuovi "ritrovamenti", mantenuti accuratamente celati ma che, una volta riversati sul mercato, hanno giocoforza influenzato al ribasso i prezzi di talune monete.

Potrei ancora parlare del "giacimento" di ori di V.E. III di cui alla ormai fantomatica "nota 56", giacimento scoperto ma non ancora coltivato (almeno si spera...), che se finirà sul mercato porterebbe alcune tipologie auree di V.E. III ad essere scambiate al peso del metallo.

Mi rendo però conto che sto finendo anch'io per fare "finanza" e non numismatica.

M.

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Inviato

Il Topic della discussione riguardava specificamente i prezzi e non gli altri aspetti della numismatica per cui era circoscritto necessariamente a considerazioni finanziarie e non di altra natura. Peraltro mi pare che l'intervento di Michele, come sempre lucido, non contraddica il pensiero di fondo espresso e da altri amici condiviso, fermo restando che, ripeto, è  solo uno (e neanche il più nobile) dei diversi risvolti della Numismatica.

Ciao!


Inviato

L'amico Michele nella sua disanima, forse dimentica che negli anni 80 e 90 non esisteva il livello di comunicazione, e quindi conoscenza, di oggi.

Che molti compravano, per esempio, una moneta di VE3 BB non essendo ben consci della quantità di tale materiale disponibile, e magari senza mai aver visto com'era fatto un FDC.
In fondo pochi anni prima già vedere la foto di una moneta era utopia... Si vedevano i disegnini fatti a mano, piuttosto che i ricalchi a carbonella!

Senza voler parlare di quanti "acculturati" numismatici (volutamente con la minuscola), accumulavano compulsivamente tutta la brodaglia confezionata dalle varie zecche proprio per loro, e che oggi riportano ai vari numismatici con i trolley per venderle a peso o vicino allo stesso.

Mi pare che si voglia far finta di non sapere che il prezzo di un oggetto nel mercato libero, é l'unico metro credibile (e possibile) dell'interesse che vi é da parte di privati per lo stesso.

;);)

Fa da eco al post nella sezione convegni, dove si pensa che il mercato del regno sia crollato, quando, semplicemente, é cambiato, e rimodulato secondo il tempo in essere.
E chi del settore non se ne é accorto per tempo ne ha pagato e ne paga le conseguenza economiche.

Tutto qui.

 

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Inviato

"L'amico Michele nella sua disanima, forse dimentica che negli anni 80 e 90 non esisteva il livello di comunicazione, e quindi conoscenza, di oggi."

Ciao Pino.

Non non lo dimentico, ci mancherebbe.

Però, ho casualmente sottomano una raccolta di listini "a prezzi segnati" risalenti agli anni '50 del secolo scorso, editi dal Prof. Luigi De Nicola, numismatico attivo in quegli anni (forse i nostri amici più maturi si ricordano di questa ditta, che aveva sede a Roma in Via Del Babuino n. 65).

Ebbene, la cosa che mi colpisce di più di questi listini è l'assenza pressochè generalizzata di monete in FDC e la presenza, pressochè costante, di monete indicate in BB e moltissime, udite udite, riportate persino in B e MB.

Ora, mi chiedo cosa accadrebbe se nei listini dei giorni nostri trovassimo pagine e pagine di monete in B, MB e BB, raramente qualche SPL ed eccezionalmente qualche FDC.

Un listino del genere verrebbe oggi utilizzato forse come "zeppa" per tenere dritta una sedia sgangherata o per accedere il fuoco.

Non c'è dubbio che la sensibilità del collezionista, con il tempo e almeno sulle monetazioni più diffuse, si sia modificata fino a raggiungere quella intransigenza sulle conservazioni che conosciamo bene e che talvolta rasenta il "paranoico".

Non è male però ogni tanto dare un'occhiata indietro e ricordarsi com'era la sensibilità dei collezionisti ed il mercato, pur povero di immagini, di listini patinati e di materiale di super-iper-eccelsa conservazione.

Posto una qualunque pagina a caso del "IV Listino del dicembre 1956" ma potrei proporVi pagine e pagine di monete riportate in conservazione che oggi definiremmo eufemisticamente..."imbarazzante".

2itkj1y.jpg

Saluti.

M.

 

 

 

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Inviato (modificato)

Il catalogo dovrebbe essere uno specchio di quanto venduto, con gli adeguamenti apportati da vari fattori (economia, mode, ritrovamenti, ...). La numismatica, tuttavia, tratta beni a prezzi convenzionali e talora di impossibile decifrazione (P.A.R.). Ho visto anche quotare con saliscendi monete o stati di conservazione mai apparsi, magari inesistenti (?). E' invece innegabile che le monete decimali più comuni e negli stati di conservazione inferiore, abbiano avuto un prezzo che si è nettamente ridimensionato negli ultimi anni (o vanno invendute a prezzo superiore, nonostante l'arte dell'upgrading nella conservazione o "maquillage" di varia natura).

E' anche vero che talora i cataloghi orientano il collezionismo: al loro apparire possono favorire la crescita di quel determinato settore cui si rivolgono. Maliziosamente alcuni compilatori, che fossero anche commercianti, possono gonfiare alcuni prezzi (per esempio di materiale che hanno in scorta) a scapito di altri (di materiale che volessero acquisire).

Dunque che significato attribuire ai vari manuali? Un significato di massima (non certo un libro sacro cui fare riferimento per i prezzi!) ed un utile strumento classificativo.

Modificato da Giov60
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10 minuti fa, Giov60 dice:

Il catalogo dovrebbe essere uno specchio di quanto venduto, con gli adeguamenti apportati da vari fattori (economia, mode, ritrovamenti, ...). La numismatica, tuttavia, tratta beni a prezzi convenzionali e talora di impossibile decifrazione (P.A.R.). Ho visto anche quotare con saliscendi monete o stati di conservazione mai apparsi, magari inesistenti (?). E' invece innegabile che le monete decimali più comuni e negli stati di conservazione inferiore, abbiano avuto un prezzo che si è nettamente ridimensionato negli ultimi anni (o vanno invendute a prezzo superiore, nonostante l'arte dell'upgrading nella conservazione o "maquillage" di varia natura).

E' anche vero che talora i cataloghi orientano il collezionismo: al loro apparire possono favorire la crescita di quel determinato settore cui si rivolgono. Maliziosamente alcuni compilatori, che fossero anche commercianti, possono gonfiare alcuni prezzi (per esempio di materiale che hanno in scorta) a scapito di altri (di materiale che volessero acquisire).

Dunque che significato attribuire ai vari manuali? Un significato di massima (non certo un libro sacro cui fare riferimento per i prezzi!) ed un utile strumento classificativo.

Ciao Giovanni.

Non c'è dubbio. E non ne faccio una questione di prezzi.

Mi riferivo però al fatto che 60 anni fa le conservazioni basse non erano un "tabù" come oggi ma avevano una loro dignità commerciale.

Ma mi dici quale numismatico professionista "oserebbe" oggi inserire nel proprio listino, monete in B o MB (e taluni, credo, persino in BB)? 

M.

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Michele, mi sa che hai la tipica nostalgia degli anziani... :D:D:D:D:D:D

Ahi ahi ahi! ;)

Sottoscrivo anche io quanto detto da Giovanni che ha, a prescindere, tutta la mia stima!

 

 

Modificato da Monetaio
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Inviato

Michele scrive

"Però, ho casualmente sottomano una raccolta di listini "a prezzi segnati" risalenti agli anni '50 del secolo scorso, editi dal Prof. Luigi De Nicola, numismatico attivo in quegli anni (forse i nostri amici più maturi si ricordano di questa ditta, che aveva sede a Roma in Via Del Babuino n. 65).

Ebbene, la cosa che mi colpisce di più di questi listini è l'assenza pressochè generalizzata di monete in FDC e la presenza, pressochè costante, di monete indicate in BB e moltissime, udite udite, riportate persino in B e MB.

Ora, mi chiedo cosa accadrebbe se nei listini dei giorni nostri trovassimo pagine e pagine di monete in B, MB e BB, raramente qualche SPL ed eccezionalmente qualche FDC."

Il Prof. De Nicola me lo ricordo benissimo. Simpatico e arguto. ( gli chiesi di che cosa fosse Prof. e dove insegnava e mi rispose che era Prof. di Numismatica e insegnava a chiunque volesse impararla)

Di listini dell'epoca ne conservo qualcuno anch'io. A differenza di quelli odierni (cat.d'asta compresi) allora molti BB erano in realtà degli SPL o quasi. Lui,Baranowski,Ratto,Crippa,De Falco, Varesi padre, erano rigorosissimi nell'indicare le conservazioni. Dalle piccole e brutte foto dei loro listini non si capiva un granchè ma quello se compravi uno SPL ricevevi quello che oggi è un qFDC. Non c'erano q.e + o - nelle conservazioni.

Com'è che oggi di monete MB e B non ne vengono più messe in vendita ? Son diventate tutte BB.

Inviato

@bizerba62

Ciao Michele. Ho scritto contemporaneamente a te ed ho letto il tuo messaggio solo dopo. E' chiaro che se di MB e B parli puoi solo fare riferimento alla monetazione pre-Ottocento; per la successiva, salvo casi particolari, non vi sarebbe mercato.

Concordo genericamente con @rorey36 che il grading è mutato negli anni. Basta avere la fortuna di scoprire il pedigree di una moneta per ritrovarla spesso sottograduata in precedenza. Però non è sempre ed inevitabilmente così: a volte, in passato, vi erano periti e stima delle conservazioni "buonisti", come oggi!


Inviato
1 ora fa, Giov60 dice:

Il catalogo dovrebbe essere uno specchio di quanto venduto, con gli adeguamenti apportati da vari fattori (economia, mode, ritrovamenti, ...). La numismatica, tuttavia, tratta beni a prezzi convenzionali e talora di impossibile decifrazione (P.A.R.). Ho visto anche quotare con saliscendi monete o stati di conservazione mai apparsi, magari inesistenti (?). E' invece innegabile che le monete decimali più comuni e negli stati di conservazione inferiore, abbiano avuto un prezzo che si è nettamente ridimensionato negli ultimi anni (o vanno invendute a prezzo superiore, nonostante l'arte dell'upgrading nella conservazione o "maquillage" di varia natura).

E' anche vero che talora i cataloghi orientano il collezionismo: al loro apparire possono favorire la crescita di quel determinato settore cui si rivolgono. Maliziosamente alcuni compilatori, che fossero anche commercianti, possono gonfiare alcuni prezzi (per esempio di materiale che hanno in scorta) a scapito di altri (di materiale che volessero acquisire).

Dunque che significato attribuire ai vari manuali? Un significato di massima (non certo un libro sacro cui fare riferimento per i prezzi!) ed un utile strumento classificativo.

Completamente d'accordo. Credo poi che di fondo in molti soggetti (sia commercianti che collezionisti) ci sia anche un'errata interpretazione del concetto stesso di catalogo e relative quotazioni  (che per definizione sono di massima ) scambiandolo per un listino prezzi (fissi) come fosse quello del ristorante o del supermercato.

Saluti

Simone

 

 


Staff
Inviato

una cosa è certa: il catalogo va saputo leggere, ma prima ancora bisogna imparare a leggere le monete. 

Ovviamente per il discorso "investimento" in numismatica, D'accordissimo con Michele... lo davo per scontato 

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Inviato

Michele, mi sa che hai la tipica nostalgia degli anziani... :D:D:D:D:D:D

Ahi ahi ahi! ;)"

Non so se sia "nostalgia da anziano". Tendenzialmente non credo che lo sia e non perché non sia considerabile "anziano" (rispetto ad un trentenne lo potrei anche essere...) ma piuttosto perché non ho contezza diretta di quei tempi se non andandomi a rileggere le pubblicazione d'epoca.

Mi limitavo a constatare un dato di fatto e "di costume", dove veniva anteposto dal collezionista (medio) il piacere di trovare il pezzo mancante, a prescindere dalla sua conservazione, piuttosto che la ricerca spasmodica del pezzo perfetto.

Ora mi pare che si siano capovolte le priorità e che si proceda in questo modo:

prima occorre che il pezzo sia perfetto (altrimenti non si discute neppure!); poi che il suo prezzo sia conveniente rispetto al "mercato" e rispetto alle ipotesi che esso possa rivalutarsi nel tempo (altrimenti: nisba!); appurato tutto ciò, poi forse arriverà anche l'appagamento di aver trovato il pezzo mancante....sempre che ci si ricordi il motivo per il quale lo si ricercava.

M.

 

 

 

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