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IGNORED

RIC III Antoninus Pius 597a e 597b


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Inviato

Effettivamente il papavero (in inglese "poppy") veniva raffigurato all'interno del modius su altre monete...

 

The Roman Empire 
Nerva, 96 – 98 
Sestertius 97, Æ 24.37 g. IMP NERVA CAES AVG – P M TR P COS III P P Laureate head r. Rev. PLEBEI VRBANAE FRVMENTO CONSTITVTO S – C Modius containing six corn ears and a poppy. C 127. BMC 115. RIC 89. CBN 103.
Rare and a very interesting issue. Unusually complete and
with a finely detailed reverse composition, lovely Tiber tone and good very fine Ex Lanz 26, 1983, 546 and Triton VII, 2004, 908 sales.

2663986.jpg

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Inviato

Se si dá affidamento a Lorenzo Fabbri, il tulipano fa riferimento a Cerere e in genere trasmette un messaggio di abbondanza.
Per il problema di cui sopra vi rimando ad effettuare la ricerca del testo con chiave di ricerca "Lorenzo Fabbri papavero pdf"...
Ciao
Illyricum


Supporter
Inviato

Sono grato a tutti per le informazioni. Da parte mia volevo far presente che nel periodo di Ippocrate il papavero era già noto ai Macedoni, e la sua esistenza è citata come ornamento sulla cima del tetto del Philippeion, il monumento celebrativo eretto nella valle nota come Altis, poco distante da Olimpia, da Leocare per celebrare la vittoria di Filippo II nella battaglia di Cheronea.

Le proprietà ipnotiche del papavero erano note a quei tempi essendo state notate da Aristotele, il maestro di Alessandro Magno. Il nome ‘oppio’ fu dato alla pianta dallo stesso Alessandro, che lo usava anche per alleviare la fatica dei suoi soldati.

Un piccolo oggetto di bronzo trovato a Kozani, nella Macedonia occidentale, e conservato nel museo della città - ovviamente di origine locale e del periodo geometrico (700 a. C.) -conferma il fatto che il papavero era noto nell’area (v. figura).

Oggetto bronzo papavero Kozani.JPG

Oggetto di bronzo proveniente da Kozani con sommità antropomorfa e la base della forma di una capsula di papavero intagliata.

La sezione sferica dell’oggetto presenta somiglianza con una capsula di papavero con le caratteristiche incisioni per l’estrazione dell’oppio. L’aspetto in toto dell’oggetto dà l’impressione di una sua connessione diretta con l’azione terapeutica del papavero. La figura seduta sulla base a forma di capsula sta puntando o tenendo la sua testa con la mano sinistra. E’ possibile che il bronzo richiami nella sua forma le ben note proprietà di alleviare il dolore e l’effetto ipnotico del farmaco.

apollonia

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Inviato (modificato)

Interessante la questione del papavero da oppio e della sua presenza sulle monete.

Di farmacopea antica ne so ben poco, però posso testimoniare per esperienza diretta la sua coltivazione, capillare (é presente praticamente nella stragrande maggioranza degli orti e giardini) e, a norma di legge, illegale, nel valli del Bellunese e dell'Alto  Adige. Fatto questo che nel passato ha creato situazioni paradossali, con paesi (ricordo Vallada Agordina, BL) presi d'assalto dalla GdF all'alba con l'ausilio degli elicotteri in operazioni conclusesi con la denuncia della maggior parte della popolazione (per la maggior parte ultrasessantenne), sindaco (o sindachessa) in testa. 

Ma che ci fanno col papavero da oppio nelle dolomiti? Oppio? Morfina? Eroina? No, ci cucinano.

Utilizzano i semi (che, va detto, non contengono alcaloidi, sostanze psicotrope) per insaporire il pane o per fare dolci. Eccellenti. A questo proposito voglio ricordare i "carfogn" della Val d'Agordo, dei ravioli fritti con ripieno costituito da semi di papavero da oppio, marmellata, cioccolato e grappa. 

Una roba da paura, che si fa in occasioni particolari. Ricordo le grandi mangiate fatte in occasioni delle "feste dei coscritti", chissà se esistono ancora...

Tutto questo amarcord giusto per dire che ancora oggi in alcune zone alpine (ho citato realtà che conosco bene, ma ce ne sono probabilmente altre) la coltivazione e l'utilizzo del papavero da oppio é ben presente, nonostante i problemi "legali", e probabilmente, considerando le caratteristiche culturali dei luoghi, é ancestrale.

Va aggiunto che il papavero da oppio é tuttora diffuso, come pianta spontanea, infestante, in Italia ed in Europa.

Se di farmacopea antica sono molto ignorante, della buona tavola non ho timore nell'apparire vanitoso dichiarandomi un esperto. Torno ad essere una capra quando si parla di sesterzi.

Nonostante ciò provo a dire la mia.

Sulle monete di Antonino Pio postate sinora non mi sembra di scorgere papaveri. Mentre un frutto maturo di papavero da oppio sembra indubitabilmente quello che troneggia in mezzo alle spighe nel moggio raffigurato al rovescio del staterzio di Nerva postato da King John. Non ho letto l'articolo sul tulipano suggerito da Illyricum, lo cercherò. In ogni caso andrebbero visti altri conii di questa moneta, per verificare che non si tratti di un accidente. Ma, come detto sopra, per chiunque abbia mai visto un frutto di papavero da oppio, l'identità con quanto rappresentato nella moneta proposta da King John appare lampante.

A questo punto alcune riflessioni:

- le monete in questione, che celebrino l'annona o il frumento, propongono lo stesso messaggio "ideologico": la capacità di nutrire il popolo con quello che ne era l'alimento principe, il grano, trasformato in pane. Di qui una serie elementi simbolici, ma molto prosaici, oltre alle spighe di grano stesse: il moggio, ossial'unità di misura, le navi (a mio avviso sono poppe e non prue) che lo trasportano dalla Sicilia o dall'Egitto.  

- il papavero, nelle sue varietà, é una pianta infestante. Tipicamente infesta i campi di grano ancora oggi. Possiamo forse ipotizzare che all'epoca la presenza di papaveri (anche di quello da oppio) e di altre erbe infestanti nei campi fosse più importante di quella che é ora? Credo di sì. 

- ma allora che ci fa il papavero, erba infestante, assieme all'amato grano dentro al moggio? E' vero che venivano mietuti assieme, ma dargli tale spazio... si tratta pur sempre di una pianta infestante...

Non é che lo usavano, come ancor oggi in Alto Adige ed in altre zone dell'Europa centrale, per decorare ed insaporire il pane? (non credo ci facessero scarfogn, non per altro che per la carenza di cacao).

E' una boutade, giusto per stimolare la discussione. Che é molto interessante.

 

Modificato da g.aulisio
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Inviato

Così accontentiamo tutti !

@g.aulisio

“...i quali essi chiamano Loto. Ora mietuti avendoli li disseccano al sole, dipoi cio che é nel

mezzo del fiore simile al seme di papavero, abbrustoliscono e di esso fanno pani che nel fuoco

biscottano.”

(Erodoto, Storie, II, 922)

@apollonia

«Fortissimum est ex medicamentis, quae sensum stupefaciunt et somnum

soporiferum inducunt»

Galeno (Op. omn., XIII, 273)

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Supporter
Inviato

Cerere usava il meconio, ossia il lattice che sgorga dalle incisioni della capsula immatura del papavero ancora in forma liquida. Gli autori antichi usavano generalmente questo termine come sinonimo di oppio.

Un conto quindi è il lattice uscente dal pericarpo immaturo inciso del Papaver somniferum (oppio), usato come materia prima di farmaci e stupefacenti (in particolare morfina ed eroina), e un conto è la semenza del fiore, usata come alimento (spezie e olio). I papaveri che appaiono accanto alle spighe di grano accanto a Cerere non hanno nulla a che vedere con questo aspetto ‘gastronomico’ della pianta. Mentre le spighe erano il simbolo della dea propiziatrice della fecondità dei campi e dell’abbondanza dei raccolti, il papavero, da cui l’oppio, era la sua cura del dolore causato dal rapimento dell’amata figlia Proserpina trascinata negli Inferi da Ade.

Il pdf scaricabile da qui è ricco di notizie sull’uso dell’oppio nei tempi antichi http://www.farmacianellastoria.netsons.org/pdf/oppio.pdf

Si legge tra l’altro che secondo diversi autori moderni, l’imperatore e filosofo Marco Aurelio era dipendente dall’oppio e più precisamente dalla famosa teriaca che lo conteneva. Lo affermano rifacendosi a quanto riferisce il suo medico Galeno, vissuto nel II secolo d. C., che gliela aveva prescritta per curare i suoi dolori articolari.

Galeno si era reso conto della facilità con cui si poteva diventare dipendenti dalla teriaca, un farmaco che migliorava le funzioni dell’organismo sotto ogni punto di vista. Il paziente, sentendosi meglio, tendeva ad assumere il rimedio per un periodo troppo prolungato e allora si manifestava la dipendenza. Ovvero, per ottenere lo stesso effetto ce ne voleva sempre di più ed ad un certo punto… non se ne poteva più fare a meno…

Quanto alla presenza o meno di papaveri accanto alle spighe di grano sulle monete, un conto è quando il moggio è il soggetto del rovescio come nella moneta al post # 26, dove puoi addirittura contare le spighe di grano ai lati del ‘poppy’, un altro è quando è confinato ai piedi della raffigurazione principale. Senza contare che nelle monete di bronzo, il rame della lega è un metallo piuttosto ‘reattivo’ nelle condizioni ambientali e quindi alcuni piccoli dettagli si possono perdere nel tempo. In ogni caso mi sembra che nei primi due sesterzi al post # 9 delle capsule di ‘poppy’ emergano dal moggio.

Certo, se la raffigurazione fosse come quella del rovescio di questo bronzo della Triton VII con Zeus che ha le fattezze di Antonino Pio, non ci sarebbero dubbi.

AE Antonino Pio Triton VII.jpg

CILICIA, Tarsus. Antoninus Pius. 138-161 AD. Æ 24mm (11.61 gm). AUT KAI TI AI ADR ANTWNINOC CEB EU PP, Zeus seated left, holding Nike and sceptre; Zeus has the features of Antoninus / ADRIA TARCEWN MHTROPOLEWC, Tyche seated right on rock, holding grain ears and poppy, river god Cydnus below. SNG Levante 1011 (this coin); SNG France 1450; BMC Lycaonia pg. 190, 160; SNG Copenhagen -; SNG von Aulock 5991. Good VF, dark green patina.

apollonia


Supporter
Inviato

Devo dare atto a g.ausilio della fondatezza delle sue osservazioni al post # 29 circa i dubbi sulla presenza del papavero sulle monete di Antonino Pio. Nel caso del sesterzio RIC 597, sul rovescio non è raffigurata Cerere ma Annona, dea delle messi, e quindi nel moggio ci stanno bene le spighe di grano ma non necessariamente i papaveri. Non voglio tacere la verità o, come si dice, mettere la fiaccola sotto il moggio. Del resto a ciò dovrebbero servire gli scambi di idee su un forum. Allargando la visuale ad altre emissioni di Antonino Pio, ho visto però che un rapporto tra lui e il papavero esiste e trova la sua espressione su questo denario della Triton XVIII in https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=273114 . Nella seconda parte della descrizione è citato anche un sesterzio dello stesso imperatore con queste caratteristiche.

 

Denario unico Antonino Pio papavero e spighe.jpg

Unique Pius Denarius with Grain Ear and Poppy Wreath.

Antoninus Pius. AD 138-161. AR Denarius (19mm, 3.35 g, 6h). Rome mint. Struck AD 140-144. ANTONINVS AVG PI VS P P TR POT COS III, bust right, wearing wreath consisting of grain ears and poppies, slight drapery on left shoulder / AEQVIT AS AVG, Aequitas standing left, holding scales in outstretched right hand and scepter in left. Cf. Heritage New York Signature Sale 3004 (4 January 2009), lot 20080 = Heritage 3002 (18 September 2008), lot 20091 (for sestertius with grain ear and poppy wreath, but fully draped bust); otherwise unpublished for a denarius. EF, attractively toned, a couple of minor flan splits. Unique.

Ex Classical Numismatic Group Electronic Auction 75 (15 October 2003), lot 139 (part of).

While the use of a grain ear wreath is known on other very rare imperial issues, most notably those of Gallienus accompanied by the legend GALLIENAE AVGVSTAE, as well as an extremely rare sestertius of Hadrian (NAC 72, lot 641), to date, for Antoninus Pius it occurs only on this denarius and the Heritage sestertius. The use of the grain ear wreath may be explained by imperial participation in the mysteries of Demeter at Eleusis – an event that is well-attested for Hadrian (and possibly Marcus Aurelius). While Antoninus Pius is known to have patronized the sanctuary and provided funding for its upkeep, he is not recorded as having participated in the mysteries, although these coins now suggest that he did.

apollonia


Supporter
Inviato

Su questo bronzo della Nomos 9 con testa laureata di Antonio Pio al diritto come sul sesterzio, troviamo al rovescio papavero e spighe di grano nella mano destra del dio fluviale Hebros.

Tetrassarion di Antonino Pio poppy e spighe.jpg

Philippopolis, Thrace. Antoninus Pius, 138-161. Tetrassarion (Bronze, 28mm, 21.82 g 8), Gargilius Antiquus, governor, c. 161. ΑΥΤ ΑΙ ΑΔΡΙΑ ΑΝΤΩΝΕΙΝΟC Laureate head of Antoninus Pius to right. Rev. ΗΓΕ ΓΑΡΓΙΛΙ ΑΝΤΙΚΟΥ ΦΙΛΙΠΠΟΠΟΛΕΙΤΩΝ The river god Hebros reclining left on rocks, holding poppy and grain ears in his right hand. Varbanov 690. A splendid coin of excellent style with a superb, glossy green patina of great beauty. Extremely fine.

apollonia


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Inviato

Aggiungo un bronzo della CNG 352 sul cui rovescio non vi sono dubbi della presenza di papaveri e spighe di grano, tenuti in mano su un altare acceso da Cerere stessa che è raffigurata di fronte alla figlia Proserpina.

Bronzo di Tralles Antonio Pio Cerere e Proserpina.jpg

LYDIA, Tralles. Antoninus Pius. AD 138-161. Æ (32mm, 16.49 g, 11h). Poplius, grammateus. Struck circa AD 139-144. Laureate head right, with slight drapery / Proserpina standing right, holding scepter; to right, Ceres standing left, holding scepter and grain ears and poppies over lighted altar between. RPC IV online 1596; BMC 143. Good Fine, green patina, some thick deposits.

apollonia


Supporter
Inviato

Vado fuori tema perchè su questo bronzo di Antonino Pio battuto alla NAC 27 non vi sono nè papaveri nè spighe, ma non volevo perdere l’occasione di descrivere l’interessante composizione sul rovescio che fa riferimento a Zeus in tenerissima età.

Bronzo Antonino Pio Tralles Zeus infante NAC.jpg

 

The Roman Empire. Antoninus Pius, 138-161. Bronze, Tralles, Lydiae, circa 138-161, 20.76 g, d=38 mm. TI AIKAICAP ANTWNEINOC Laureate and draped bust r. Rev. [EPI POPLI] OVGR AM TRALLIANW - N Adrasteia seated to front, head l., holding in l. arm, infant Zeus and with r. inflated peplos above her head; her feet on footstool, beside eagle with open wings. Around the group, three Kuretes dance, helmeted and clad in short kitons, each beating his raised shield with his sword. BMC 138. Mionnet suppl. VII, p. 472, 722.

 

La figura centrale è Adrastea, la ‘tata’ di Zeus che si occupò della sua crescita dopo che Rea lo sottrasse alla voracità di Crono nascondendolo in una grotta sull’isola di Creta, che tiene nel braccio sinistro l’infante. Non manca in basso l’aquila ad ali aperte, uno dei simboli del padre degli dei, mentre i tre personaggi che danzano attorno al gruppo sono i Cureti, un gruppo di divinità minori della religione greca facente parte del corteggio di Rea, nell’atto di battere i loro scudi con le spade allo scopo di coprire con il frastuono i vagiti dell’infante ed evitare che fossero avvertiti da Crono.

apollonia


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