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MONETE ANTICHE luglio/agosto 2016


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Segnalo l'uscita del n. 88 di Monete Antiche

questo l'indice:

Anno XV n. 88 Luglio/Agosto
 · Numeri su monete ed epigrafi greche.
 (Federico De Luca) [3-11].
 · Venere e Marte: una celebre scultura greca rappresentata su un medaglione provinciale di Massimino I.
 (a cura di Diana Morello) [12-19]
 · Riflessioni sulla datazione dei piccoli bronzi pseudo-visigoti.
 (Alain Gennari, Angelo Ortu, Alberto Trivero Rivera, Maurizio Cecchinato) [20-26].
· Foca ultimo imperatore ad essere onorato nel Foro Romano.
 (Mario Ladich) [27-30].
· A proposito della Colonna di Foca: Elizabeth Cavendish, patrona dell'archeologia, ricordata in alcune medaglie.
 (Katia Pontone) [31-36].
· Le riforme monetarie siciliane di Carlo V ed un inedito scudo d'oro del 1552.
 (Alberto D'Andrea e Maurizio Bonanno) [37-43].
 · Tarì. Inserto tematico di numismatica medievale e moderna a cura di Giuseppe Ruotolo.
Antonio Salinas, scritti scelti di numismatica.
 (a cura di Luca Lombardi)

MA 88.jpg

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Ciao a tutti...letti i primi articoli...

molto interessante quelli a firma di A. Gennari, A. Trivero, A. Ortu e M. Cecchinato sulla monetazione bronzea pseudo visigota che non conoscevo.

Gli autori hanno ben indicato la produzione delle zecche ( attive come Hispalis ed Emerita ed incerte) ed il periodo presumibile di coniazione..e chiudono l'articolo con un punto interrogativo...

Bello anche l'articolo sulla riforma monetaria siciliana di CarloV, che, personalmente conosco poco e che, pertanto, mi è tornato molto utile sia per quanto riguarda la suddivisione delle monete sia per quanto riguarda i maestri di zecca.

di indubbio interesse anche l'articolo su Foca, della  colonna  a lui dedicata preswente nel Foro Romano e della monetazione romana..se non erro Foca è stato l'ultimo imperatore a subire la damnatio memoriae..

Adesso passo alla monetazione antica..

Saluti Eliodoro

 

 

Modificato da eliodoro
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Appena letto l'articolo di De Luca. L'ipotesi è senza dubbio intrigante, ma devo ammettere che mi lascia in parte perplesso (ho cercato di seguire la discussione dedicata sul forum, ma, visto che ogni 3 post scoppiava una baruffa, ho dovuto lasciare perdere la lettura...). Ipotesi interessante, dicevo, ma che, secondo me, richiede una notevolissima conoscenza di epigrafia ed in generale del mondo antico per poter essere ritenuta plausibile. Al di là di tutto, vanno comunque fatti i complimenti all' Autore per la lettura diversa che dà dei monogrammi. 

Sono molto curioso di leggere gli articoli sui bronzi visigoti (mi pare peraltro di aver capito che Alain Gennari è il nostro Poemenius!) e sulla colonna di Foca.

Avrei poi una domanda-proposta da fare: come mai non si dedica un piccolo spazio di presentazione per gli autori? Una sorta di piccolo CV degli studi. Basterebbero poche righe, ma almeno il lettore saprebbe se a scrivere l'articolo è, per dire, un epigrafista affermato o un semplice appassionato. Penso che la rivista potrebbe guadagnarne in termini di "scientificità".  

Modificato da Afranio_Burro
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49 minuti fa, Afranio_Burro dice:

Appena letto l'articolo di De Luca. L'ipotesi è senza dubbio intrigante, ma devo ammettere che mi lascia in parte perplesso (ho cercato di seguire la discussione dedicata sul forum, ma, visto che ogni 3 post scoppiava una baruffa, ho dovuto lasciare perdere la lettura...). Ipotesi interessante, dicevo, ma che, secondo me, richiede una notevolissima conoscenza di epigrafia ed in generale del mondo antico per poter essere ritenuta plausibile. Al di là di tutto, vanno comunque fatti i complimenti all' Autore per la lettura diversa che dà dei monogrammi. 

Sono molto curioso di leggere gli articoli sui bronzi visigoti (mi pare peraltro di aver capito che Alain Gennari è il nostro Poemenius!) e sulla colonna di Foca.

Avrei poi una domanda-proposta da fare: come mai non si dedica un piccolo spazio di presentazione per gli autori? Una sorta di piccolo CV degli studi. Basterebbero poche righe, ma almeno il lettore saprebbe se a scrivere l'articolo è, per dire, un epigrafista affermato o un semplice appassionato. Penso che la rivista potrebbe guadagnarne in termini di "scientificità".  

Ciao @Afranio_Burro sono felice che la mia ipotesi abbia suscitato in te almeno un po' di curiosità. E' vero: la mia teoria è così "inconsueta" da lasciare un po' perplessi e abbisogna ancora di molte conferme che sto cercando a tutto campo. Un dato di fatto è però incontestabile: i Greci per indicare i numeri si servivano dei medesimi segni grafici con cui scrivevano le parole (le lettere) per cui magari un fondo di verità c'è.... Non sono affatto un epigrafista affermato: sono un semplice appassionato ma di quelli "fissati", di quelli con l'ossessione in testa per l'approfondimento di determinati argomenti, la stessa ossessione che mi ha portato ad occuparmi anche di esegesi biblica e a pubblicare due libri in questo ambito (un terzo è in fase di "costruzione"). Non sono un ricercatore titolato, quindi, ma ciononostante di tanto in tanto ricevo delle grandi gratificazioni. Due giorni fa, ad esempio, sono stato contattato via mail  dal Professor Jean-Claude Richard Ralite che ricopre una quantità di cariche (tra cui anche quella di direttore onorario al Centre Camille Jullian dell'Università di Aix-en-Provence e la carica di membro onorario della Commissione Nazionale Francese per L'UNESCO). Il Professor Ralite ha letto un mio articolo apparso sulla rivista internazionale OMNI in cui accenno ai monogrammi riportati sulle dracme di Massalia, di cui lui si interessava da tempo, e mi scrive, tra l'altro, questo: 

Je viens de lire votre article du dernier REVUE OMNI 2016 qui m'a particulièrement intéressé et écaliré sur le monnayage de Marseille. En effet depuis des années je cherche une explication à ces lettres isolées ou groupé es, au droit et au revers , par deux ou trois et votre texte est lumineux! Bravo.

La mia tesi lo ha convinto e stiamo già progettando un articolo a quattro mani sulle dracme di Massalia. Insomma, qualcosa si muove. Spero di continuare ad acquisire conferme ed ulteriori elementi per puntellare la mia teoria. Speriamo bene....

King John

(Federico De Luca)

 

 

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18 minuti fa, King John dice:

Ciao @Afranio_Burro sono felice che la mia ipotesi abbia suscitato in te almeno un po' di curiosità. E' vero: la mia teoria è così "inconsueta" da lasciare un po' perplessi e abbisogna ancora di molte conferme che sto cercando a tutto campo. Un dato di fatto è però incontestabile: i Greci per indicare i numeri si servivano dei medesimi segni grafici con cui scrivevano le parole (le lettere) per cui magari un fondo di verità c'è.... Non sono affatto un epigrafista affermato: sono un semplice appassionato ma di quelli "fissati", di quelli con l'ossessione in testa per l'approfondimento di determinati argomenti, la stessa ossessione che mi ha portato ad occuparmi anche di esegesi biblica e a pubblicare due libri in questo ambito (un terzo è in fase di "costruzione"). Non sono un ricercatore titolato, quindi, ma ciononostante di tanto in tanto ricevo delle grandi gratificazioni. Due giorni fa, ad esempio, sono stato contattato via mail  dal Professor Jean-Claude Richard Ralite che ricopre una quantità di cariche (tra cui anche quella di direttore onorario al Centre Camille Jullian dell'Università di Aix-en-Provence e la carica di membro onorario della Commissione Nazionale Francese per L'UNESCO). Il Professor Ralite ha letto un mio articolo apparso sulla rivista internazionale OMNI in cui accenno ai monogrammi riportati sulle dracme di Massalia, di cui lui si interessava da tempo, e mi scrive, tra l'altro, questo: 

Je viens de lire votre article du dernier REVUE OMNI 2016 qui m'a particulièrement intéressé et écaliré sur le monnayage de Marseille. En effet depuis des années je cherche une explication à ces lettres isolées ou groupé es, au droit et au revers , par deux ou trois et votre texte est lumineux! Bravo.

La mia tesi lo ha convinto e stiamo già progettando un articolo a quattro mani sulle dracme di Massalia. Insomma, qualcosa si muove. Spero di continuare ad acquisire conferme ed ulteriori elementi per puntellare la mia teoria. Speriamo bene....

King John

(Federico De Luca)

 

 

Ciao Federico (mi permetto di darti del "tu"). Anzitutto, ancora complimenti per il lavoro: a prescindere da tutto, hai avuto un' intuizione notevole nell' associare i monogrammi ai numeri, tant' è che una delle mie prime perplessità -da ignorante in materia di epigrafia- è stata proprio la domanda: "ma come mai nessun epigrafista ha pensato di associare questi simboli a dei numeri?". Stando al tuo articolo, effettivamente le scritture numerarie greche sono molto simili ai monogrammi, e non riesco a spiegarmi come abbiano fatto a non accorgersene prima o, quantomeno, a notare il fatto. La seconda perplessità continua ad essere il perché dovesse essere riportata la tiratura delle monete, nonostante tu abbia dato delle spiegazioni possibili. Perché, poi, nessun'altra autorità antica (penso alle monete romane, per esempio) ha incontrato simili necessità? 

Spero poi di non averti offeso riferendomi agli studiosi affermati. Da studente di materie scientifiche ho ben presente quanto sia fondamentale l'acquisizione di un metodo rigoroso, necessario per confermare in maniera, appunto, scientifica una qualsiasi tesi. Questo metodo non può che essere acquisito attraverso studi altrettanto rigorosi,  e per questo facevo riferimento ad epigrafisti o studiosi affermati. Ciò non toglie che, specie in ambito storico-archeologico, molte intuizioni siano nate nelle menti di "semplici" appassionati. Ma forse la mia è solamente una forma di deformazione professionale :) 

Coi migliori auguri per il prosieguo dei tuoi studi, 

 

Silvio

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5 ore fa, Afranio_Burro dice:

Ciao Federico (mi permetto di darti del "tu"). Anzitutto, ancora complimenti per il lavoro: a prescindere da tutto, hai avuto un' intuizione notevole nell' associare i monogrammi ai numeri, tant' è che una delle mie prime perplessità -da ignorante in materia di epigrafia- è stata proprio la domanda: "ma come mai nessun epigrafista ha pensato di associare questi simboli a dei numeri?". Stando al tuo articolo, effettivamente le scritture numerarie greche sono molto simili ai monogrammi, e non riesco a spiegarmi come abbiano fatto a non accorgersene prima o, quantomeno, a notare il fatto. La seconda perplessità continua ad essere il perché dovesse essere riportata la tiratura delle monete, nonostante tu abbia dato delle spiegazioni possibili. Perché, poi, nessun'altra autorità antica (penso alle monete romane, per esempio) ha incontrato simili necessità? 

Spero poi di non averti offeso riferendomi agli studiosi affermati. Da studente di materie scientifiche ho ben presente quanto sia fondamentale l'acquisizione di un metodo rigoroso, necessario per confermare in maniera, appunto, scientifica una qualsiasi tesi. Questo metodo non può che essere acquisito attraverso studi altrettanto rigorosi,  e per questo facevo riferimento ad epigrafisti o studiosi affermati. Ciò non toglie che, specie in ambito storico-archeologico, molte intuizioni siano nate nelle menti di "semplici" appassionati. Ma forse la mia è solamente una forma di deformazione professionale :) 

Coi migliori auguri per il prosieguo dei tuoi studi, 

 

Silvio

Non ti preoccupare, Silvio: ho capito benissimo cosa intendevi dire e non mi sono affatto offeso. Tu hai fatto delle osservazioni sacrosante: in ambito scientifico sarebbe impensabile che una persona che si occupa di tutt'altro nella vita possa avere l'ardire di dire la sua in un ambito molto tecnico (anche perchè probabilmente non ci capirebbe un tubo :spiteful:), ma nell'ambito numismatico ed archeologico studiando molto e fornendo numerosi riscontri di quello che si dice forse è possibile portare qualche nuovo contributo. E' ovvio, poi, che ci vuole molta, molta umiltà e cautela nel fare determinate affermazioni e non è peregrino il rischio di prendere cantonate ma alla fine una buona percentuale di cose fondate c'è anche nei contributi di chi non viene dal mondo accademico: basti pensare che su questo forum ci sono fior di numismatici che scrivono articoli e libri da una vita e che non hanno nulla da invidiare a cattedratici titolati.

La tua perplessità sul perchè finora nessun epigrafista abbia pensato che  i monogrammi potessero essere composti da numeri è anche la mia. La spiegazione me la sono data alla fine dell'articolo riportato su MONETE ANTICHE di questo mese: quella dei numeri greci è una materia poco conosciuta dagli stessi grecisti. Poi diciamo pure che questi numeri sulle monete, se sono davvero tali, sono ben mascherati ed intrecciati e questo ne rende obiettivamente difficile il riconoscimento.

Altra perplessità: perchè riportare questi numeri? La spiegazione che mi do io è che i numeri erano uno  strumento che aiutava a portare il conto dei pezzi via via coniati perché rendevano riconoscibili gruppi specifici di monete che altrimenti sarebbero confluiti in una massa unica ed indistinguibile. A mano a mano che gli zecchieri coniavano le monete, le dividevano per notazione numerica annotandone i totali su un apposito promemoria: nel caso in cui cadevano in errore nel conteggio dei pezzi coniati bastava ricontare le monete di un solo gruppo specifico e non tutte le monete fino ad allora coniate.

Anche perchè bisogna pensare a questo: se l'autorità puniva con la morte i magistrati monetali che emettevano monete di peso inferiore a quello dovuto, a maggior ragione perseguiva i magistrati monetali e gli zecchieri che rubavano il metallo prezioso grezzo, per cui i numeri sulle monete  avevano anche la funzione di strumenti di verifica della congruenza dei volumi di moneta emessi con i quantitativi di metallo prezioso consegnato all'inizio della coniazione dell'emissione.

Perchè questo avveniva nel mondo greco e non in quello romano? Forse diversa strutturazione delle zecche, tutte facenti capo ad un forte potere centrale; diversità anche della mentalità romana rispetto a quella greca....

 

Modificato da King John
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