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IGNORED

Le Insegne perdute


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Inviato

Successivamente furono SIGNIS RECEPTIS .

Poche volte nella storia militare romana accadde che un corpo militare di spedizione in territorio nemico , composto da una o piu’ Legioni , fosse completamente distrutto al punto che l’ insegna principe della Legione , l’ Aquila , fosse persa e fatta preziosa preda ; certamente dileggiata dal nemico .

Due in particolare furono i fatti militari eclatanti che determinarono questa onta militare per Roma che , come effetto morale all’ epoca fu carico di conseguenze , tanto che influenzarono i destini dell’ Impero romano e direi anche dell’ Europa successiva ; anche in Hispania , Gallia e Dalmazia si persero le Insegne delle Legioni al tempo di Ottaviano Augusto , in seguito recuperate , ma non ebbero pero’ alcuna conseguenza militare postuma , Hispania , Gallia e Dalmazia vennero completamente conquistate diventando provincie dell’ Impero .

La sconfitta e la morte di Crasso e del figlio a Carre e quella di Varo a Teutoburgo che perse oltre alla propria vita , tre Legioni , la : XVII - XVIII - XIX  mai piu’ ricostituite , ebbero invece conseguenze postume ben piu’ gravi e durature . 

Evito in questo post di parlare della storia e dei fatti delle due famose e scottanti sconfitte delle Legioni romane in quanto temi gia’ trattati , addentrandomi invece piu’ avanti nell’ aspetto propagandistico ; fatti ben noti a tutti gli storici e ai numismatici , anche per le numerose emissioni monetali dell’ epoca di Augusto che celebrarono fastosamente il recupero delle perse insegne crassiane ; cosi’ come quelle particolari monete , degli Assi , emesse in seguito da Gaio Caligola , il figlio di Germanico e di Agrippina Maggiore , a ricordo del padre che recupero’ in Germania nel 14 e nel 16 d.C. due delle tre insegne perse da Quintilio Varo nella foresta di Teutoburgo ; la terza e ultima Aquila legionaria variana sarà recuperata , regnante Caligola figlio di Germanico , da Publio Gabinio Secondo , durante la campagna del 39 / 41 d.C. oltre il Reno a seguito di una vittoria sui Cauci . 

Queste due pesanti sconfitte determinarono in Oriente e in Occidente i confini dell’ Impero romano ; infatti pur avendo i Romani invaso in tempi successivi , fin quasi fino alla fine dell’ Impero , sia la Germania sia la Partia , l’ invasione pero’ ebbe come effetto immediato solo battaglie militari vittoriose , ma non risolutive del problema territoriale , senza apportare conquiste stabili del territorio invaso .

Entrambe le due sconfitte ebbero anche l’ effetto morale scottante della perdita delle Aquile legionarie , fatto che Roma non poteva permettere che rimanessero in mani nemiche ; sia Augusto che Tiberio si adoperarono affinche’ fossero recuperate , recupero che in effetti avvenne , ma con grande differenza di metodo dei due Imperatori , metodo che arreco’ a Tiberio un vantaggio morale su Augusto , vediamo perche’ , leggendo il passo XXIX delle Res Gestae Divi Augusti , il testamento spirituale di Augusto , si legge :

 

« Recuperai dalla Spagna , dalla Gallia e dai Dalmati , dopo aver vinto i nemici , parecchie insegne militari perdute da altri comandanti . Costrinsi i Parti a restituirmi spoglie e insegne di tre eserciti romani e a chiedere supplici l' amicizia del Popolo Romano . Quelle insegne , poi , riposi nel penetrale che è nel Tempio di Marte Ultore »

 

Nello stesso Tempio di Marte Ultore (Vendicatore) , costruito da Augusto in memoria della vendetta sugli uccisori del padre adottivo Caio Giulio Cesare , vi vennero custodite inoltre al tempo di Tiberio e Caligola le Insegne delle tre Legioni perdute in guerra , in seguito recuperate da Germanico e da Gabinio Secondo , da Publio Quintilio Varo contro i Germani nella battaglia della foresta di Teutoburgo .

Vediamo ora perche’ ho scritto in precedenza che i metodi di recupero delle Aquile legionarie da parte di Augusto e di Tiberio furono molto diversi nel metodo , tralasciando il recupero dell’ Aquila della terza Legione variana , recuperata casualmente da Gabinio Secondo al tempo di Caligola  mentre era impegnato in una guerra contro i Cauci .

Le numerose monete emesse da Augusto per commemorare il recupero , sarebbe meglio dire la consegna (….costrinsi….) delle Aquile legionarie crassiane sconfitte nel 53 a.C. da parte dei Parti , fu un atto , o meglio una conseguenza di un trattato politico concluso con i Parti nel 17 a.C. , non certamente per merito di una vittoria militare partica , trattato che semplicemente stabilizzava i confini tra i due Imperi e che prevedeva tra altre concessioni da ambo le parti , la riconsegna delle Aquile perse nel 53 a.C.

Tutto questo venne dalla politica augustea enfaticamente celebrato anche nelle argentee monete dove compare la scritta : SIGNIS RECEPTIS oppure SIGNIS PARTHICIS RECEPTIS .

Ben diversa e di altro spessore fu invece il recupero delle Aquile variane a seguito della campagna militare di Germanico , intrapresa su avallo di Tiberio , per vendicare la sconfitta variana del 9 d. C. ad opera di Arminio , campagna militare vittoriosa che porto’ al recupero di due delle tre Insegne perse nella foresta di Teutoburgo ; vittoria militare che non venne celebrata con emissioni di monete da parte di Tiberio perche’ sospettato , da parte dei contemporanei e posteri , di essere geloso della grande popolarita’ di cui godeva Germanico a Roma ; a Germanico venne comunque concesso l’ onore del trionfo .

Ci penso’ il figlio Gaio Caligola ad immortalare il padre su monete , infatti  anche in questo caso vennero emesse delle monete commemorative postume da parte del figlio Gaio Caligola quando divenne Imperatore in memoria del padre Germanico , che portano la scritta : SIGNIS RECEPTIS DEVICTIS GERMANIS ; come si nota c’e’ nella legenda una grande differenza con le simili monete emesse da Augusto circa 50 anni prima , la differenza e’ in una sola parola , ma essenziale e determinante , a parte il diverso popolo , la parola e’ : DEVICTIS (GERMANIS) , cioe’ debellati ,  sconfitti , vinti , i Germani .

Tutta questa storiella dimostra ancora una volta come la politica , in particolare quella di stati autocratici come era quello istaurato da Augusto , antica o moderna che sia , tende ad ingigantire a proprio vantaggio fatti altrimenti secondari oppure a sminuire , se non addirittura a celare , eventi scottanti .

Sotto due Denari emessi da Augusto per celebrare la riconsegna delle Insegne catturate a Crasso nel 53 a.C. e un Asse emesso da Caligola a memoria del padre Germanico per il recupero delle Insegne catturate a Varo nel 9 d.C.

Augusto , Signis Receptis , RIC82.jpg

Augusto , Signis Receptis , RIC86.jpg

Germanicus , Asse postumo emesso dal figlio Gaio detto Caligola , RIC57.jpg

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Ottima discussione, la propaganda da che mondo è mondo ha sempre avuto un ruolo dominante nella storia. Non posso scrivere chissà che al riguardo ma segnalo solo che la riconsegna delle insegne crassiane è "celebrata" anche sulla corazza dell'Augusto di Prima Porta. Allego l'immagine

800px-Augusto_di_Prima_Porta%2C_inv._229

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Inviato

Nell' Asse emesso da Caligola compare al dritto il Trionfo di Germanico celebrato a Roma dopo che Tiberio ordino' a Germanico di rientrare a Roma , senza avere concluso la guerra germanica ; non era destino che Roma portasse a termine la conquista della Germania , fatto che si ripete' per l' ultima volta al tempo di Marco Aurelio quando fu ad un passo per creare due nuove provincie , la Sarmatia e la Marcomannia .

Caligola ricordo' bene il Trionfo del padre in quanto partecipo' , salendo sul cocchio insieme ai fratelli e al padre , a quella splendida giornata .

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Inviato

Il Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto a Roma , nella cui parte piu' interna , il sacrario o penetrale , furono depositate le Insegne recuperate ai Parti e ai Germani .

Fatto confermato oltre che in prima persona dal testamento di Augusto , anche da Svetonio : « Riguardo al tempio di Marte , Augusto fece voto di costruirlo quando , con la battaglia di Filippi , si era vendicato della morte di Cesare ; stabilì che il Senato deliberasse in questo tempio quello che riguardava le guerre e i trionfi , che da qui partissero tutti quelli che dovevano partire per le Provincie con incarichi di comando e che coloro che tornavano vincitori portassero qui le insegne dei loro trionfi»

Tempio di Marte Ultore , stato attuale .

Ricostruzione e planimetria del Foro di Augusto

Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto.jpg

Foro di Augusto con al centro il Tempio di Marte Ultore.jpg

Foro di Augusto , Planimetria.png

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Complimenti,molto interessante,impossibile aggiungere molto altro ma mi è tornato alla mente un particolare della statua di Arminio eretta(inaugurata) nel 1875 nei pressi della foresta di Teutoburgo ,un monumento che fu eretto in un particolare momento socio politico del XIX sec.tedesco,commemora la disfatta dei romani nella vicina kalkriese ma di fatto ,con la spada rivolta ad ovest,ammonisce la francia con un chiaro messaggio: "abbiamo sconfitto e scacciato i romani,non abbiamo  certo paura di voi",monumento molto ricco di simbologie tra le quali l'oltraggio alle insegne del potere di Roma,brandendo infatti la spada verso il nuovo nemico calpesta con disprezzo l'aquila e il fascio littorio.2016-07-30_00.50.46.jpg2016-07-30_00.49.41.jpg

Modificato da margheludo
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Ciao @margheludo e grazie della risposta ; solita propaganda degli stati totalitari e militaristi , la statua di Arminio alta quasi 5,5 metri con il basamento , come dicevi ,  rappresenta un monito a non oltrepassare il fiume Reno , che era considerato il confine naturale occidentale della Germania . 

Peccato che i tedeschi di allora dimenticarono che la loro vittoria di Teutoburgo fu dovuta prima al tradimento di Arminio , poi a imboscata in una foresta , solo cosi' avrebbero avuto speranza di vincere tre Legioni romane .

La vittoria dei Parti a Carre fu invece , militarmente parlando , corretta .

Le Legioni furono condotte da Crasso in un terreno completamente pianeggiante , piu' adatto ai movimenti della famosa cavalleria catafratta partica , che con i continui assalti e ritirate annientarono prima la inferiore cavalleria romana , poi si rivolsero contro la fanteria decimandola , tanto che anche Crasso con il figlio furono uccisi . 

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Salve , un terzo Denario emesso da Augusto durante il suo COS XI e TR POT VI , per celebrare la consegna delle Insegne da parte dei Parti .

Nella iconografia si vede l' Arco di Augusto eretto nel Foro con nell' attico la quadriga e due Parti offerenti ai lati , di cui quello a destra sembra avere in una mano il famoso arco partico , intorno la legenda : CIVIS ET SIGN MILIT A PART RECUPER , cioe' "recuperai ai Parti i cittadini (presi prigionieri in battaglia) e le insegne militari"  

Augusto , Civib et Sign milit a Part Recuper , RIC134 . cittadini e insegne militari recuperati dai parti.jpg

Modificato da Legio II Italica
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Inviato (modificato)

Altre due Denari emessi sotto Augusto da due Magistrati monetali di Augusto per commemorare la consegna delle Insegne prese a Crasso nel 53 a.C.

il primo di Lucio Aquilio Floro con la legenda CAESAR AUGUSTUS SIGN RECE dove si vede il re dei Parti che consegna le Insegne ; in questo Denario si nota nel rovescio della moneta , nello stendardo , una X , forse appartenuto alla decima Legione .

il secondo Denario e' di Marco Durmio Onorio con la stessa legenda .

Se qualche utente e' a conoscenza di altre monete di questo particolare evento storico augusteo , cortesemente le pubblichi , grazie .

Augusto , RIC304.jpg

Augusto , RIC315.jpg

Modificato da Legio II Italica
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  • 3 settimane dopo...
Inviato

Un caso eclatante di recupero , questa volta pero' archeologico , di insegne non militari ma imperiali , e' quello riferito a Massenzio , le cui insegne personali furono recuperate nel 2006 :  https://biatec.wordpress.com/2015/07/23/le-insegne-di-massenzio/ e : http://www.ilgiornale.it/news/massenzio-insegne-imperiali-restaurate.html

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Inviato

Per dovere di cronaca anche la Legio XII Fulminata perse le sue insegne in oriente sotto il comando di Cestio Gallo durante la rivolta dei Giudei.

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Inviato
9 ore fa, Massenzio dice:

Per dovere di cronaca anche la Legio XII Fulminata perse le sue insegne in oriente sotto il comando di Cestio Gallo durante la rivolta dei Giudei.

Ciao @Massenzio , hai ragione , ma come scritto nell' introduzione del post mi riferivo solo ai fatti piu' eclatanti , quelli che ebbero un peso nella storia romana , tralasciando quelli minori ; alla XII Fulminata che perse l' Aquila , vanno allora aggiunte per lo stesso motivo , a memoria , le Legioni V Alaudae e la XXI Rapax  e probabilmente ce ne furono altre ; se ti va di fare una ricerca potresti elencarle .


Inviato

Difatti possiamo dire che quelle sono solo le citate perché bene o male tutte le legioni sconfitte in battaglia hanno avuto un'elevata probabilità di perdere le insegne, vi immaginate L'imperatore Valeriano catturato?


Inviato

Non vorrei dire una cavolata, ma durante la battaglia di Arausio contro i Cimbri, il comandante romano Cepione non perse anche lui le Insegne Militari?

Mi sembra di averlo letto una volta da qualche parte, ma non ho trovato conferma in internet...


  • 5 mesi dopo...
Inviato

DE GREGE EPICURI

Mi inserisco ritornando a Teutoburgo. Ho letto recentemente il lbro di Peter S.Wells, tradotto dal Saggiatore: "La battaglia che fermò l'impero", e l'ho trovato molto interessante, anche se forse non del tutto condivisibile. L'autore non è uno storico nè un archeologo, bensì un antropologo, e di questo si sentono molte tracce (anche se la parte storica e archeologica è notevolmente approfondita e sviluppata). C'è una descrizione molto accurata della battaglia, e di tutto quello che l'ha preceduta e seguita, ma anche uno sguardo d'insieme sul mondo romano del'epoca e, nei limiti del possibile (mancando documenti scritti diretti) su quello germanico. L'A. cerca di approfondire la figura di Arminio anche nei rapporti con l'insieme delle tribù germaniche, e riporta ampiamente (ma criticamente) i contributi degli storici romani. A mio avviso,è interessante il suo tentativo di porsi dal punto di vista dei Germani. Per dirla molto in breve, alla fine sostiene che i romani sono andati incontro alla disfatta di Teutoburgo per aver "poco capito" e quindi sottostimato i Germani: fin dalle osservazioni di Cesare nel De Bello Gallico, avendo constatato che in Germania non esistevano città e la popolazione era piuttosto scarsa e dispersa, ne hanno dedotto un giudizio d'insieme di una popolazione "primitiva", militarmente e civilmente, ed incapace di coalizzarsi e di assumere decisioni strategiche. Opinione che si è dimostrata errata.

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Inviato
10 ore fa, gpittini dice:

DE GREGE EPICURI

Mi inserisco ritornando a Teutoburgo. Ho letto recentemente il lbro di Peter S.Wells, tradotto dal Saggiatore: "La battaglia che fermò l'impero", e l'ho trovato molto interessante, anche se forse non del tutto condivisibile. L'autore non è uno storico nè un archeologo, bensì un antropologo, e di questo si sentono molte tracce (anche se la parte storica e archeologica è notevolmente approfondita e sviluppata). C'è una descrizione molto accurata della battaglia, e di tutto quello che l'ha preceduta e seguita, ma anche uno sguardo d'insieme sul mondo romano del'epoca e, nei limiti del possibile (mancando documenti scritti diretti) su quello germanico. L'A. cerca di approfondire la figura di Arminio anche nei rapporti con l'insieme delle tribù germaniche, e riporta ampiamente (ma criticamente) i contributi degli storici romani. A mio avviso,è interessante il suo tentativo di porsi dal punto di vista dei Germani. Per dirla molto in breve, alla fine sostiene che i romani sono andati incontro alla disfatta di Teutoburgo per aver "poco capito" e quindi sottostimato i Germani: fin dalle osservazioni di Cesare nel De Bello Gallico, avendo constatato che in Germania non esistevano città e la popolazione era piuttosto scarsa e dispersa, ne hanno dedotto un giudizio d'insieme di una popolazione "primitiva", militarmente e civilmente, ed incapace di coalizzarsi e di assumere decisioni strategiche. Opinione che si è dimostrata errata.

Ciao @gpittinie grazie per l' intervento ; Wells a proposito dei Germani dell' epoca di Arminio sviluppa personalmente quello che Tacito scrisse sui Germani nella sua opera "De origine et situ Germanorum" , dove descrive ed ammira lo stile di vita semplice , severo ed indipendente dei Germani dell' epoca , come somigliante a quello dei Romani delle prima Repubblica , ma anche incapaci di vivere in unione di diverse tribu' ; da qui nasce il tentativo di Roma di civilizzazione della Germania , infatti non dimentichiamo che con Varo siamo ancora in epoca augustea e virgiliana , quando Roma sentiva fortissima la spinta civilizzatrice dell' Europa . 

D' altra parte l' inutilita' della conquista militare della Germania , se non per proteggere la Gallia dalle scorribande dei Germani , e' confermata ancora da Tacito stesso quando parla di una Germania inospitale a viverci per i Romani , dal clima freddo e ricoperta solo di fitte foreste , paludi ed acquitrini .


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