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Una collega mi ha segnalato un recente articolo di studiosi australiani sull’applicazione della tomografia a neutroni allo studio di monete d’argento dell’antica Grecia e di una moneta d’elettro della Lidia.

Materials Characterization 118 (2016) 175-185

Neutron tomographic analysis: Material characterization of silver and electrum coins from the 6th and 5th centuries BCE

F. Salvemini a,, S.R. Olsena, V. Luzina, U. Garbe a, J. Davis a, T. Knowles b, K. Sheedy b

a Australian Nuclear Science and Technology Organisation, Lucas Heights, NSW 2234, Australia

b Australian Centre for Ancient Numismatic Studies, Macquarie University, Macquarie, NSW 2109, Australia

Abstract

Neutron tomography was applied to study a set of Greek silver coins and a single Lydian electrumcoin minted in the 6 and 5th centuries BCE. The investigation was conducted at the new neutron imaging station DINGO at ANSTO in order to demonstrate capabilities and to explore limits of this non-invasive method in characterizing numismatic materials. From the reconstructed volume of each sample, the morphology, porosity, inclusions, and presence of composite structures can be revealed and evaluated. This information can be used to elucidate ancient minting technology and to prove authenticity. Moreover, the state of conservation, corrosion processes and attempts to repair the coins can be determined.

 

A confronto con I raggi X, I neutroni hanno un maggior potere di penetrazione nei metalli e questa caratteristica rende le tecniche a neutroni, quelle di imaging in particolare, ideali nello studio non invasivo dell’interno di monete antiche. Le informazioni ottenute possono essere correlate al metodo di coniazione e conseguentemente utilizzate come prova di autenticità. Inoltre lo stato di conservazione (e i tentativi di riparazione) si possono determinare con l’identificazione dei prodotti di alterazione che spesso fanno contrasto con i materiali d’origine.

apollonia

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Molto interessante Apollona

sai se sono state fatte delle prove utilizzando la tecnica della tomografia a neutroni per riconoscere l'eventuale modello/disposizione di falsi già' noti a confronto con degli originali? 


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@numa numa

L’applicazione della TAC alle monete utilizzando i neutroni, che hanno un potere di penetrazione nei metalli dell’ordine di decine di millimetri mentre i raggi X vengono assorbiti entro uno spessore di 1-2 mm, offre interessanti prospettive anche nello studio dei falsi.

Ho dato un’occhiata in giro ma non ho trovato pubblicazioni specifiche sul confronto delle immagini ‘tomografiche a neutroni’ di un falso e del rispettivo esemplare autentico.

Ho trovato un libro che parla anche dell’applicazione delle nuove tecnologie (tra cui la diffrazione neutronica) allo studio dei falsi. Il titolo è Scientific Investigation of Copies, Fakes and Forgeries, Edited by Paul Craddock, Oxford, Butterworth-Heinemann, 2009, 640 p.,7 7/16 X 9 11/16 inch, ISBN: 978-0-7506-4205-7.

Qui trovi una recensione dell’opera https://ceroart.revues.org/1994

 

apollonia

P.S. Con la i, ti prego, anche se in vacanza ho messo su quasi un chilo!?

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Nel lavoro citato in apertura della discussione, l’analisi tomografica a neutroni è stata applicata a monete d’argento di Metaponto, Crotone, Atene, Sibari e Sirino-Pixunte, e ad una monetina di elettro della Lidia. Notare che quest’ultima risulta composta di un nucleo d’argento purissimo ricoperto da una sottile lamina di elettro (lega ca.2/1 in peso Ag/Au), e quindi la definirei ‘subsilverato’ per analogia con un suberato.

Nel lavoro qui allegato (XTACH 11 IOP Publishing. IOP Conf. Series: Materials Science and Engineering 37 (2012) 012011 doi:10.1088/1757-899X/37/1/012011. APPLICATION OF X-RAY AND NEUTRON TOMOGRAPHY TO STUDY ANTIQUE GREEK BRONZE COINS WITH A HIGH LEAD CONTENT by M Griesser1, R Traum2, K Vondrovec2, P Vontobel3, E H Lehmann3) l’analisi tomografica a neutroni, unitamente a tecniche a raggi X e di microscopia di fluorescenza UV, è stata applicata allo studio di antiche monete greche di bronzo ad alto contenuto di piombo. Tra gli interessanti risultati ho appreso che le tecniche di casting usate nell’antichità potevano essere orizzontali e verticali e a seconda del procedimento, portavano a diverse distribuzioni dei metalli in lega all’interno della moneta prodotta.

 

apollonia

mse12_37_012011.pdf

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