Vai al contenuto

Risposte migliori

Supporter
Inviato

Il mio suggerimento è di chiamare le monete con il loro nome, secondo le regole delle autorità linguistiche nazionali ed europee. Per esempio, a qualcuno può sorgere il dubbio se la parola ‘euro’ al plurale rimanga invariata oppure diventi ‘euri’, come ‘dollaro’ che fa ‘dollari’ o ‘fiorino’ che fa ‘fiorini’. Per fugare ogni dubbio, basta far presente che dalle autorità linguistiche europee è stata data la direttiva di mantenere ‘euro’ come parola invariabile e quindi tale anche al plurale. Quindi, piaccia o non piaccia, ci si deve regolare di conseguenza. Se poi un addetto ai lavori, commerciante o perito che sia, dice di vendere gli ‘euri’ di tutte le nazioni o che al cambio odierno ‘100 dollari USA corrispondono a 90,6 euri’, affari suoi.

Una questione analoga si presenta per le parole che indicano le monete antiche, e in questo caso si può prendere visione delle regole dai nostri linguisti su vari dizionari della lingua italiana, o in modo più specifico, dai testi di numismatici di fama come Gnecchi e Ambrosoli e di professori universitari, come pure dagli articoli pubblicati su riviste importanti come la RIN, secondo le norme lessicali stabilite dall’Accademia italiana di studi numismatici. Per esempio, la parola ‘dramma’ nell’accezione di moneta argentea dell’antica Grecia, al plurale fa ‘dramme’ come tutti i nomi di genere femminile (mamma, fiamma, gemma). ‘Didramma’, invece, assume il genere maschile e quindi al plurale fa ‘didrammi’, come stemma, comma, lemma. ‘Tetradramma’ è pure di genere maschile e quindi in italiano segue il destino di ‘didramma’.

Per avere un quadro immediato della situazione basta accedere al sito http://www.sapere.it/enciclopedia/dramma+o+dracma.html dove si legge:

dramma o dracma

sf. [sec. XIII; dal greco drachmḗ, da dráx, pugno, tramite il latino drachma]. Unità monetaria greca fino al 31 dicembre 2001, sostituita dal 1° gennaio 2002 dall'euro. § Nell'antichità la dramma, che indicava in origine la quantità di metallo che poteva essere racchiusa in un pugno, fu coniata per lo più in argento, raramente in oro; si divideva in 6 oboli. Secondo il piede monetale cui apparteneva si distinguevano diversi tipi di dramma, tra cui i principali sono: la dramma attica di 4,36 g, l'eginetica di ca. 6,12 g, la fenicia di ca. 3,60 g, la focese di ca. 4 g. I sottomultipli più frequenti sono: la emidramma, il diobolo e l'obolo; i multipli: il didramma (o statere), il tetradramma, il pentadramma, l'esadramma, l'ottodramma, il decadramma.

Quindi per l’unità monetaria si può dire indifferentemente dramma o dracma, ma con un prefisso che ne dimezza o moltiplica il valore, la nostra lingua accetta esclusivamente la forma con la doppia emme. E questo indipendentemente dal genere, che rimane femminile per emidramma mentre diventa maschile per didramma, tetradramma, ecc., tant’è che sono ammesse anche le forme con la desinenza o (didrammo, tetradrammo) dove il genere maschile non lascia dubbi.

Che pensare di chi vende, mette in asta o, peggio ancora, perizia monete che a sua firma definisce didracma, tetradracma, emidracma? Forse che il loro prezzo è in… euri!

 

apollonia


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.