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Inviato

Circa la legenda CAPIT , che evidentemente e' una forma abbreviata , questa si puo' sviluppare in CAPITO , il cui Cognomen come gia' detto e' comune in piu' Gens romane conosciute storicamente ; pero' nel caso della nostra moneta , e' possibile che il coniatore non abbia avuto spazio per aggiungere una singola O a CAPIT ? il fatto sembra indubbiamente strano e direi che osservando bene la moneta' non e' possibile non avere trovato lo spazio per la O , allora prenderebbe piede l' ipotesi di @acraf , cioe' che CAPIT sia una abbreviazione di una parola piu' lunga e che abbia come fondamento generale il Campidoglio , ma non inteso come CAPITOLIUM , perché attribuire il CAPIT al CAPITOLIUM , come luogo della zecca , mi sembra anomalo per una moneta repubblicana che esprimeva in primis il nome del personaggio monetale ; invece CAPIT potrebbe stare per CAPITOLINO e in questo avrebbe senso l' abbreviazione in CAPIT , come un personaggio repubblicano dal nome  Publio Sestio Capitolino , personaggio noto riportato da Tito Livio : Ab Urbe Condita Libri , Libro III , 2 , 32 .

Naturalmente si discute per ipotesi .


Inviato

Osservazione molto pertinente, riguardo la stranezza di non poter aggiungere una sola lettera, O, per completare un possibile cognomen CAPITO. L'ipotesi che il nome venga sciolto nel più lungo CAPITOLINO sembra più verosimile, essendo comunque pure esso attestato nella lista dei tanti cognomina noti per le famiglie romane. Ringrazio per la collaborazione.


Inviato
6 ore fa, acraf dice:

Osservazione molto pertinente, riguardo la stranezza di non poter aggiungere una sola lettera, O, per completare un possibile cognomen CAPITO. L'ipotesi che il nome venga sciolto nel più lungo CAPITOLINO sembra più verosimile, essendo comunque pure esso attestato nella lista dei tanti cognomina noti per le famiglie romane. Ringrazio per la collaborazione.

Grazie anche a te per la competenza storica numismatica ; rimaniamo comunque nel campo delle pure ipotesi perché supponendo che il nome abbreviato CAPIT fosse nel suo completo sviluppo CAPITOLINO , bisognerebbe ammettere che sia esistito un Triumviro monetale Caio Mario Capitolino di cui si ignora l' esistenza .


Inviato (modificato)

Un ulteriore elemento da meditare: la presenza di S.C (Senatus Consulto) che compare sulla maggior parte dei denari in questione.

All'inizio, nei primi conii (devo ancora stabilire fino a quale numerale), manca S.C.

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Poi a un certo momento compare S.C da solo all'esergo

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Infine, e per la maggior parte dell'emissione, S.C risulta accompagnato dal nome C.MARI.C.F., trasferito dal diritto (dove rimane solo CAPIT) 

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Quindi inizialmente non era probabilmente previsto un decreto del Senato a determinare l'emissione. Normalmente la presenza di S.C sta a indicare una emissione di emergenza e quindi straordinaria (Crawford, p. 607), poco compatibile con un normale IIIvir (e i tempi non erano allora favorevoli per una regolare elezione del collegio di IIIviri monetales).

Che ne pensate?... Trovo affascinante questa emissione e non mi dispiacerebbe riuscire a fare un Corpus, più dettagliato e con illustrazioni della tavola XXXIII di Crawford (ci sono numerali dati per mancanti in Crawford e che sono stati trovati).

Normalmente non compare in emissioni di IIIviri monetali, ma di qualcuno rivestito di un'autorità appunto straordinaria con l'avvallo del Senato....

 

Modificato da acraf

Inviato

Ciao @acraf , la sigla SC non e' detto che indichi un decreto del Senato (Senatus Consultum) come nei bronzi imperiali e' probabile ma non certo , in quanto potrebbe anche significare Sub Cura (con l' obbligo di cura) oppure Summus Curator (supremo soprintendente , colui che ha la responsabilita') , dell' emissione e del titolo in argento delle monete . 


Inviato

Può essere, anche se al momento resta predominante la lettura proposta dal Crawford (p. 606-609 e anche 616). Ci sono le forme EX S.C  - P.E.S.C  -  D.S.S. (solo nei bronzi). Il Crawford proponeva la lettura rispettivamente di

EX S(Senatus) C(consulto)  

P(ecunia) E(rogata) S(Senatus) C(onsulto)  

D(e) S(enatus) S(ententia)

Un campo ancora discusso e importante per capire le emissioni un pò particolari. Talvolta queste leggende compaiono solo in parte delle emissioni, per il resto normali.


Inviato
11 ore fa, Legio II Italica dice:

Grazie anche a te per la competenza storica numismatica ; rimaniamo comunque nel campo delle pure ipotesi perché supponendo che il nome abbreviato CAPIT fosse nel suo completo sviluppo CAPITOLINO , bisognerebbe ammettere che sia esistito un Triumviro monetale Caio Mario Capitolino di cui si ignora l' esistenza .

Insisto: si ignora l'esistenza di TUTTI i magistrati monetali, tramandati SOLO dalle legende dei denarii. Quindi, a seconda di come si scioglie la legenda, avremo o non avremo un magistrato monetale. 


Inviato
49 minuti fa, L. Licinio Lucullo dice:

Insisto: si ignora l'esistenza di TUTTI i magistrati monetali, tramandati SOLO dalle legende dei denarii. Quindi, a seconda di come si scioglie la legenda, avremo o non avremo un magistrato monetale. 

D' accordo , ma si discute per ipotesi , credo sia lecito ipotizzare proprio perché si e' mancanti di prove storiche certe .


  • 3 settimane dopo...
Inviato (modificato)
Il 17/12/2018 alle 17:43, Legio II Italica dice:

Circa la legenda CAPIT , che evidentemente e' una forma abbreviata , questa si puo' sviluppare in CAPITO , il cui Cognomen come gia' detto e' comune in piu' Gens romane conosciute storicamente ; pero' nel caso della nostra moneta , e' possibile che il coniatore non abbia avuto spazio per aggiungere una singola O a CAPIT ? il fatto sembra indubbiamente strano e direi che osservando bene la moneta' non e' possibile non avere trovato lo spazio per la O , allora prenderebbe piede l' ipotesi di @acraf , cioe' che CAPIT sia una abbreviazione di una parola piu' lunga e che abbia come fondamento generale il Campidoglio , ma non inteso come CAPITOLIUM , perché attribuire il CAPIT al CAPITOLIUM , come luogo della zecca , mi sembra anomalo per una moneta repubblicana che esprimeva in primis il nome del personaggio monetale ; invece CAPIT potrebbe stare per CAPITOLINO e in questo avrebbe senso l' abbreviazione in CAPIT , come un personaggio repubblicano dal nome  Publio Sestio Capitolino , personaggio noto riportato da Tito Livio : Ab Urbe Condita Libri , Libro III , 2 , 32 .

Naturalmente si discute per ipotesi .

Ecco un altro elemento di cui tener conto: quasi tutti diamo per scontato, come dici tu, che "una moneta repubblicana ... esprimeva in primis il nome del personaggio monetale".  Indubbiamente sulle monete imperatoriali compare il nome del comandante cum imperio che, in situazione di crisi, ha ordinato l'emissione. Ma è vero anche per le emissioni ordinarie, quelle appunto che dovrebbero essere state curate dai magistrati monetali? In realtà qualche dubbio esiste; ne abbiamo discusso qui http://www.lamoneta.it/topic/82575-interrogativi-sulla-magistratura-monetaria/. In estrema sintesi, Pedroni sostiene, con valide argomentazioni, che il nome sui denarî non è del monetario, bensì del privato che ha fornito l'argento.

In linea con questa tesi, sarebbe tutt'altro che peregrina l'ipotesi di @acraf che legge in "CAPIT" appunto l'origine del metallo (in questo caso, "capitolinum"). Si tratterebbe quindi di una moneta imperatoriale, emessa da Gaio Mario figlio, con l'aggiunta (sull'altro lato) della precisazione della provenienza del metallo.

Molto suggestivo, e molto interessante.

 

 

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato

Ci

16 minuti fa, L. Licinio Lucullo dice:

Ecco un altro elemento di cui tener conto: quasi tutti diamo per scontato, come dici tu, che "una moneta repubblicana ... esprimeva in primis il nome del personaggio monetale".  Indubbiamente sulle monete imperatoriali compare il nome del comandante cum imperio che, in situazione di crisi, ha ordinato l'emissione. Ma è vero anche per le emissioni ordinarie, quelle appunto che dovrebbero essere state curate dai magistrati monetali? In realtà qualche dubbio esiste; ne abbiamo discusso qui http://www.lamoneta.it/topic/82575-interrogativi-sulla-magistratura-monetaria/. In estrema sintesi, Pedroni sostiene, con valide argomentazioni, che il nome sui denarî non è del monetario, bensì del privato che ha fornito l'argento.

In linea con questa tesi, sarebbe tutt'altro che peregrina l'ipotesi di @acraf che legge in "CAPIT" appunto l'origine del metallo (in questo caso, "capitolinum"). Si tratterebbe quindi di una moneta imperatoriale, emessa da Gaio Mario figlio, con l'aggiunta (sull'altro lato) della precisazione della provenienza del metallo.

Molto suggestivo, e molto interessante.

 

 

Ciao , che dire ? l' ipotesi che un privato cittadino evidentemente molto facoltoso , possa avere fornito allo Stato romano una quantita' di argento da coniare e che per questo sia stato contra cambiato , momentaneamente , con impresso il suo nome sui denari , puo' essere favorevolmente accolta , ma rimane pur sempre una ipotesi , spiegabile come un periodo di crisi dello Stato romano nell' approvvigionamento esterno del prezioso metallo .


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