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IGNORED

Brexit


Risposte migliori

Inviato

All' inizio tutte le infatuazioni e colpi di fulmine sono così. 

Vedremo sul lungo termine... Come nella vita 


Inviato

Magari sbaglio, ma ho l'impressione che molti inglesi vorrebbero mantenere la Brexit e allo stesso tempo tornare alle regole precedenti nel commercio e negli spostamenti... :unsure:

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
1 ora fa, Arka dice:

Magari sbaglio, ma ho l'impressione che molti inglesi vorrebbero mantenere la Brexit e allo stesso tempo tornare alle regole precedenti nel commercio e negli spostamenti... :unsure:

Arka

Diligite iustitiam

 Certamente: la botte piena e la moglie ubriaca.... 

Sono  finiti i tempi dell'impero dove soggiogavano e sfruttavano mezzo mondo! 

Saluti 

TIBERIVS 

 


Inviato (modificato)

Interessante notare come la campagna di balle sia continuata anche anche dopo la brexit, in questo caso per cercare di far digerire nel miglior modo possibile all'opinione interna risultati ben diversi da quelli solennemente promessi.

https://it.euronews.com/2021/01/07/brexit-tutte-le-bugie-di-boris-johnson-e-dei-suoi-ministri-sull-accordo-commerciale-con-l-

Modificato da ART

Inviato (modificato)

Mio figlio, che studia lingue all'Università, la scorsa settimana ha ordinato un libro su Amazon. Ieri Amazon gli ha scritto che non riesce a realizzare la spedizione dall'Inghilterra. Ora mio figlio non sa come ottenere il libro e come lui immagino migliaia di studenti europei. Recarsi personalmente a ritirarlo? E deve procurarsi un visto? :unsure:

Comunque sta ringraziando Boris e soci. E Vi assicuro che i ringraziamenti li sentono anche i nostri vicini... oo)

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka
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Inviato
37 minuti fa, Arka dice:

Comunque sta ringraziando Boris e soci. E Vi assicuro che i ringraziamenti li sentono anche i nostri vicini... oo)

Ma credo che una certa libertà espressiva deve essere incoraggiata nei giovani.

 

  • Haha 1

Inviato

Brexit, tra Ue e Regno Unito scoppia la “guerra delle acque”

Nonostante le rassicurazioni del governo guidato da Boris Johnson, il settore della pesca in Uk è in forte sofferenza, con le esportazioni di ostriche e altri molluschi bivalvi verso il continente di fatto bloccate. E Londra studia ora possibili ritorsioni contro l’Europa.

Come non era forse difficile prevedere, c’è voluto davvero poco tempo perché le prime incomprensioni e frizioni tra Regno Unito e  Unione europea emergessero una volta che, al fotofinish, l’accordo per la Brexit, alla vigilia di Natale, è stato siglato. Un accordo che, vale la pena ricordare, la Ue deve ancora votare. Primo terreno di scontro è stata la distribuzione di vaccini anti covid-19, con scambi di accuse reciproche e la minaccia, subito rientrata, da parte dell’Unione europea di riattivare un confine tra Irlanda e Irlanda del Nord che non esiste più dai famosi accordi del Venerdì Santo.

Pescatori e piccole aziende prossimi alla rovina

E il settore è ora in ginocchio: la maggior parte delle attività ha dovuto chiudere i battenti e i 23 milioni di aiuti promessi dal governo potrebbero non risultare sufficienti a salvare il salvabile. L’esportazione di molluschi bivalvi può essere considerata tutto sommato di secondaria importanza se si guarda solo ai numeri (vale 15 milioni di sterline, una frazione  del complessivo mercato dei crostacei), ma diventa una questione di sopravvivenza se la si guarda con gli occhi di quei pescatori che hanno affidato la loro vita, hanno stipulato mutui, pensando di poter contare su entrate che sono state brutalmente interrotte con l’anno nuovo e il definitivo addio del Regno Unito all’Unione Europea. Ora spetta a Downing Street correre ai ripari.

Ma una strategia fatta di ritorsioni non sembra la migliore possibile per risolvere in maniera duratura il problema.

https://tg24.sky.it/mondo/2021/02/22/brexit-tra-ue-e-regno-unito-scoppia-la-guerra-delle-acque/amp


Inviato
6 ore fa, Arka dice:

Recarsi personalmente a ritirarlo? E deve procurarsi un visto?

Non mi pare che per un viaggio di pochi giorni, o addirittura ore (se sa già dove trovare il libro, arriva, lo compra e torna), sia necessario il visto, basta il passaporto, con il quale si può soggiornare fino a tre mesi. I problemi semmai sono altri in questo momento, e non credo ci sia bisogno di precisarli :(

petronius


Inviato

Ovviamente ero ironico. Il libro serve a mio figlio per un corso del secondo semestre e come a lui a tutti i suoi compagni di corso. Immagino che il professore, vista l'impossibilità, cambierà il testo, ma questo è un esempio di cosa comporti l'introduzione dei vecchi confini.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato (modificato)
8 ore fa, ART dice:

l'Argentina torna alla carica con le Falklands.

Non sono più nostri problemi, l'UK è un paese terzo quindi non potremmo neppure immischiarci nei suoi affari interni: quindi adesso considerare le Falklands come britanniche o argentine non è più una nostra questione.

In teoria sì dovrebbe privilegiare il principio di continuità , ma se ci fosse qualche convenienza economica con l'Argentina ( ma questa ipotesi mi sembra azzardata) non vedo perché non accogliere le loro richieste in via astratta.

PS osservazioni:

1- errata conoscenza delle nostre istituzioni da parte del ministro argentino degli esteri (ormai c'è una tendenza globale per cui agli esteri ci posso andare tutti, anche se non adatti)

Cancelliere dell’Unione Europea (Josep Borrell), e ho parlato con il Cancelliere di Francia, con il Cancelliere di Spagna.

Oppure è un errore di traduzione?

2- strano che il tutto si faccia nella sede diplomatica tedesca....magari dietro le quinte spunteranno alcuni veterani della seconda guerra mondiale ?

Modificato da ARES III

  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Nuove rogne:

1) Brexit, i gruppi paramilitari unionisti nord irlandesi abbandonano l'Accordo di Pace

La decisione in protesta contro i controlli doganali sule coste dell'isola che per loro rappresentano una divisione del Regno Unito: "Onorate i patti o sarete responsabili della loro distruzione". Ma per ora promettono di restare pacifici

I gruppi paramilitari unionisti hanno deciso di ritirarsi dall'accordo di pace del Venerdì Santo in protesta contro lo spostamento del confine commerciale con il resto del Regno Unito sulla costa dell'Irlanda del Nord, come stabilito dagli accordi della Brexit. In una lettera inviata al premier britannico Boris Johnson, il Loyalist Communities Council, un ente ombrello che rappresenta i paramilitari, sostiene che la loro opposizione continuerà fino a quando il protocollo in materia non sarà stato modificato per garantire "l'accesso illimitato a beni, servizi e cittadini in tutto il Regno Unito", minacciando: "Se lei o l'Ue non siete pronti a onorare la totalità dell'accordo” di pace raggiunto nel 1998, conosciuto anche come Accordo di Belfast, “allora sarete responsabili della sua distruzione permanente". 

Opposizione per ora pacifica

Il gruppo, che ha anche scritto al premier irlandese Micheal Martin, ha però precisato che per ora la sua opposizione rimarrà “pacifica e democratica”. Come spiega il Guardian i gruppi paramilitari lealisti hanno approvato l'accordo del Venerdì Santo e non hanno alcun desiderio di riaccendere i Troubles. Ma elementi di Uvf, Uda e Red Hand Commando, le organizzazioni più radicali, continuano ad essere una presenza minacciosa in Irlanda del Nord e alcuni sono legati alla criminalità. John Kyle, un consigliere comunale di Belfast del partito Progressive Unionist, che ha legami storici con l'Uvf, ha detto che nella lettera c'era un "impegno assoluto per la non violenza", ma che le implicazioni della missiva non erano chiare. "È troppo presto per sapere come interpretarlo. È prematuro presumere che significhi abbandonare la non violenza ".

Le tensioni tra Londra e Bruxelles

La decisione del Loyalist Communities Council è arrivata mentre sale di nuovo la tensione fra Londra e Bruxelles sull'attuazione degli accordi del dopo Brexit su uno dei fronti più spinosi: quello dei controlli al confine interno fra Irlanda del Nord e la Gran Bretagna, pretesi dall'Ue nell'ambito di un protocollo ad hoc per assicurare il mantenimento della frontiera aperta fra Ulster e Repubblica d'Irlanda, prevista appunto dagli storici accordi di pace del Venerdì Santo 1999, senza compromettere allo stesso tempo l'integrità del mercato unico europeo. A far salire la tensione è stata la decisione del ministro per gli Affari Nordirlandesi, Brandon Lewis, di estendere fino a ottobre il cosiddetto "periodo di grazia" sul passaggio dei prodotti agroalimentare fra Irlanda del Nord e Gran Bretagna senza controlli di sorta. Decisione rivendicata da Londra come un'interpretazione ragionevole delle intese in chiave "temporanea" ma che la Commissione europea non ha gradito affatto. Il vicepresidente Maros Sefcovic, ha affermato che l'iniziativa di Londra "costituisce una violazione del diritto internazionale e anche un chiaro allontanamento dall'approccio costruttivo che ha prevalso fino ad ora", avvertendo che l'Ue è pronta "a rispondere a questi sviluppi con i mezzi legali stabiliti dall'accordo di recesso e dall'intesa sulla cooperazione" e il libero scambio delle merci sottoscritti col Regno, e che l'azione partirà "molto presto".

https://amp.europa.today.it/attualita/brexit-unionisti-parlamilitari-pace.html

2) Brexit, UE pronta ad avviare “molto presto” un’azione legale contro il Regno Unito

Londra vuole estendere unilateralmente il “periodo di grazia” alle imprese che commerciano tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord, evitando pratiche burocratiche. Per il vicepresidente della Commissione Sefcovic è una “chiara violazione” dell’Accordo di recesso

Bruxelles – Sono passati appena due mesi dalla fine del periodo di transizione post-Brexit e la tensione tra Unione Europea e Regno Unito è salita fino a toccare quasi i livelli di metà dicembre dello scorso anno, quando si prospettava lo scenario di un divorzio senza accordo. Dopo l’annuncio di mercoledì (3 marzo) del governo britannico di voler concedere unilateralmente alle imprese nord-irlandesi deroghe più lunghe alle regole commerciali concordate con Bruxelles, il vicepresidente della Commissione UE per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, Maroš Šefčovič, ha avvertito che Bruxelles è pronta ad avviare “molto presto” un’azione legale nei confronti di Londra.

In un’intervista al Financial Times, il responsabile dell’esecutivo UE per la supervisione dell’accordo commerciale ha bollato la decisione di Downing Street come una “sorpresa molto negativa”, che rappresenta una “chiara violazione” del protocollo sull’Irlanda del Nord dell’Accordo di recesso e che “rischia di minare” il lavoro svolto negli ultimi mesi per “trovare soluzioni ai problemi” affrontati dalle aziende che commerciano nel Mare d’Irlanda.

Una di queste è il cosiddetto “periodo di grazia” che ha evitato in questi mesi a supermercati e fornitori alcune pratiche burocratiche che altrimenti si sarebbero dovute imporre per il commercio di generi alimentari tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord. Questa concessione alla richiesta di certificati sanitari dovrebbe scadere il primo aprile, ma il governo di Boris Johnson ha annunciato di volerlo estendere fino alla fine di ottobre.

Un film già visto

Il trattato di separazione del Regno Unito dall’UE prevede la possibilità di un arbitrato per la risoluzione delle controversie tra le parti, con la possibilità di imporre sanzioni. Il vicepresidente Šefčovič non ha dato tempistiche definite per l’azione legale (“al momento la stiamo preparando e sarà sul nostro tavolo molto presto”), ma se Londra non farà un passo indietro, lo scenario di una procedura d’infrazione sembra tutt’altro che improbabile.

Già il primo ottobre dello scorso anno la Commissione aveva avviato una procedura d’infrazione contro il Regno Unito, dopo la decisione del governo Johnson di portare avanti alcune parti controverse della legislazione sul Mercato interno che costituivano una violazione “estremamente grave” dell’Accordo di recesso. L’azione legale si era fermata all’invio della lettera di costituzione in mora (il primo passo della procedura), dal momento in cui – dopo una serie di tira e molla – lo stesso Johnson aveva ritirato le clausole del progetto a inizio dicembre.

Šefčovič ha riconosciuto “un parallelo molto forte” con la crisi delle relazioni dello scorso autunno, nonostante Downing Street abbia insistito sul fatto di voler “rimanere impegnata nel protocollo dell’Irlanda del Nord” e di voler lavorare con Bruxelles per risolvere i problemi di confine. Il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, ha avvertito Bruxelles che “sta negoziando con un partner di cui semplicemente non ci si può fidare”.

Il dito è puntato contro David Frost, ex-capo negoziatore Brexit per il Regno Unito, ora membro del gabinetto responsabile delle relazioni con l’UE. Frost, che ha sostituito Michael Gove come co-presidente del comitato UE-Regno Unito per l’attuazione dell’Accordo di recesso, ha spiegato che le misure sono “passaggi tecnici temporanei e del tutto coerenti” con l’intenzione del Regno Unito di adempiere ai propri obblighi.

Le preoccupazioni del Parlamento Europeo

Dopo l’annuncio del governo britannico di voler estendere il periodo di grazia, i membri del Parlamento Europeo hanno ricordato che la situazione rischia di appesantire il processo di ratifica dell’accordo commerciale Brexit, la cui scadenza è stata prorogata fino al 30 aprile. Durante la riunione di ieri (giovedì 4 marzo) del gruppo di coordinamento del Parlamento UE sul Regno Unito, Šefčovič ha spiegato agli eurodeputati che “sebbene martedì la Commissione fosse stata informata a livello tecnico, Londra non ci aveva rivelato la sostanza delle misure”.

Il Parlamento Europeo considera “preoccupante” l’annuncio del governo britannico, ha commentato su Twitter David McAllister, presidente del gruppo di coordinamento UE-Regno Unito. Una situazione “inutile e inopportuna”, ha aggiunto McAllister: l’UE “si è offerta di discutere sulle flessibilità garantite dal Protocollo”, ma il governo britannico “ha scelto ancora una volta la via pericolosa di agire al di fuori del quadro normativo“.

“Tutto ciò”, ha ricordato il presidente del gruppo di coordinamento , “accade nel momento in cui il Parlamento Europeo sta esaminando l’accordo sugli scambi e la cooperazione tra le parti“, ma ancora non è stato deciso quando si terrà la votazione sull’autorizzazione: “Questi sviluppi sono a dir poco inutili, l’escalation non è la soluzione”. Per McAllister il miglior approccio rimane comunque quello pragmatico: “Siamo pienamente impegnati nell’attuazione dell’Accordo di recesso, compreso il protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord”, perché “è l’unico modo per proteggerlo in tutte le sue dimensioni ed evitare un confine duro”.

https://www.eunews.it/2021/03/05/brexit-ue-pronta-ad-avviare-presto-unazione-legale-regno-unito/143848

 

Modificato da ARES III

  • 1 mese dopo...
Inviato

Di nuovo tensioni in Irlanda del Nord. La storia si ripete...

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
2 ore fa, Arka dice:

La storia si ripete...

C'erano e ci sono tutti gli ingredienti per una tempesta perfetta....

Ma chissenefrega ormai sono problemi che i britannici devono risolversi da soli con un referendum.

Sono tanto bravi con la pandemia grazie al ruba-vaccini , quindi saranno più che competenti nel risolvere anche questo.

  • Haha 1

  • 4 settimane dopo...
Inviato

Dal Corriere della Sera di oggi: la Francia ha schierato delle navi da guerra nella Manica. La Gran Bretagna ha risposto schierando le sue. La questione riguarda i diritti di pesca intorno all'isola di Jersey.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
3 ore fa, Arka dice:

la Francia ha schierato delle navi da guerra nella Manica. La Gran Bretagna ha risposto schierando le sue

Evvai che arriva una nuova guerra! 

Come in epoca napoleonica!

Aspettiamo i risultati dalla Scozia e poi vediamo come finisce.


Inviato

Non so perché ma mi viene in mente la ex Jugoslavia... ?

Arka

Diligite iustitiam

 


Inviato

Buona serata

E il Galles dove lo mettete? Purtroppo per lui dipende ancora - e non poco - da Londra, che ripiana ogni anno il suo bilancio con oltre 14 miliardi di sterline ....

saluti

luciano


Inviato
1 ora fa, 417sonia dice:

Galles dove lo mettete

.... o cielo avrei qualcosa in mente ..... ma non credo che si possa dire qui ed inoltre non credo che sarebbe apprezzato da tutti gli Inglesi!

Tornando seri, il Galles non se lo può permettere, ma su questo aspetto neppure la Scozia versa in acque migliori, sempre in bella compagnia con l'Ulster.

Ma vorrei aggiungere che la libertà di un popolo non si può quantificare economicamente o mercificare, altrimenti credo che una parte dell'Italia settentrionale sarebbe rimasta tranquillamente sotto l'Austria-Ungheria!


Inviato (modificato)

 "L'Europa non serve a niente, la pace la mantiene la NATO" (famoso detto antieuropeista).

 

13 ore fa, Arka dice:

Dal Corriere della Sera di oggi: la Francia ha schierato delle navi da guerra nella Manica. La Gran Bretagna ha risposto schierando le sue. La questione riguarda i diritti di pesca intorno all'isola di Jersey.

Si tratta solo di due pattugliatori / motovedette per parte, ma al di là del numero e la tipologia dei mezzi siamo a una situazione che prima era semplicemete impensabile.

 

7 ore fa, 417sonia dice:

E il Galles dove lo mettete? Purtroppo per lui dipende ancora - e non poco - da Londra, che ripiana ogni anno il suo bilancio con oltre 14 miliardi di sterline ....

Anche lì l'indipendentismo ha avuto un rafforzamento ma siamo ben lontani dai numeri scozzesi o nord-irlandesi. Non credo che il Galles se ne andrà mai per conto suo.

Modificato da ART

Inviato (modificato)

Due giorni fa ho sentito in una radio nazionale una notizia che pensavo avrei potuto approfondire sulla stampa, dove però non ho trovato nulla. La notizia era che circa 60 cittadini europei (fra cui italiani e tedeschi) erano detenuti in Inghilterra in centri per gli immigrati in attesa di rimpatrio. Sembra che li abbiano beccati a fare lavori non specialistici senza adeguato visto...

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka

Inviato

Brexit means Brexit, e per la legge del più forte, che aleggia anche qui ultimamente, ci sono persone che soccombono.

Quando mancheranno camerieri, idraulici, infermieri,.......europei, il mercato del lavoro britannico verrà riaperto: sì ma ad indiani, pachistani, ...cioè  ai sudditi del Commonwealth.

Sarebbe ora di aiutare gli Scozzesi in modo concreto con coperture finanziarie, per favorire la loro uscita dallo UK e fare naturalmente un dispettuccio agli Inglesi.


Inviato

Ma solo io ho notato un aumento esponenziale delle chiamate da parte di call center inglesi dal dopo-brexit? Come si spiega la cosa?


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