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Brexit


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41 minuti fa, ART dice:

Non c'è stato nessun catastrofico crollo , anzi, il PIL britannico sta già cominciando a schizzare verso l'alto!"

Non è bello dire certe cose a Natale ma diamo tempo al tempo.

Personalmente io non avrei neppure riaperto i confini, solo rientro con voli militari degli europei bloccati e viceversa per i britannici. Ma niente traffico di merci e camion.

Anche perché Brexit means brexit!

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Riassumiamo le prime anticipazioni sull'accordo trovato il 24. Da notare che per essere valido dev'essere ratificato dal Parlamento europeo e da quello britannico, ma almeno tecnicamente siamo fuori da ogni limite temporale. A quanto pare l'accordo non vale per Gibilterra, per cui si sta negoziando un accordo separato fra i governi spagnolo e britannico e il governatorato di Gibilterra.

 

Libertà di movimento: i britannici perderanno la libertà di movimento in UE e saranno costretti a chiedere un visto per soggiorni superiori ai 90 giorni, lo stesso per gli unionali europei in UK.
 

Tariffe e commercio: libero accesso del Regno Unito al mercato comune, senza dazi né quote. In cambio i prodotti britannici dovranno soddisfare tutti gli standard UE, ma non essendo più l'UK uno stato membro non potrà intervenire nel processo decisionale. Nel caso le leggi della Gran Bretagna su merci, aziende e ambiente si discostassero da quelle europee sarà possibile per l'UE imporre dazi e sanzioni.

Aiuti di stato: l'UK potrà fornire aiuti di stato alle proprie aziende, ma soltanto secondo specifiche condizioni illustrate nel trattato.

Pesca: i pescherecci unionali potranno accedere alle acque britanniche, ma con una riduzione del 25% delle quote di pesca durante i prossimi cinque anni e mezzo, dopo si aprirà una nuova trattativa. L'accesso dei pescherecci britannici alle acque unionali sarà soggetto a restrizioni.

Scienza e ricerca: l'UK continuerà a contribuire al fondo europeo per la scienza, ma sarà fuori dai programmi Erasmus.

Titoli professionali: nessun riconoscimento reciproco.

Sicurezza civile: l'UK uscirà dal mandato d'arresto europeo, da Europol e da Eurojust.

Arbitraggio di dispute fra le parti: sarà possibile rivolgersi a un ente terzo per le dispute, ma il punto non è ancora ben chiaro.

Modificato da ART
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Supporter

Buongiorno,

Finanza io ho ricevuto corrispondenza il 24/12 da Londra, la mia assicurazione privata che avevo, a fondo pensionistico, specifica che  " ... from 31 December 2020 some UK banks will no longer be able to provide services to customers who are living in te EEA and will close those customers bank accounts. .... THIS MAY IMPACT THE POLICIES YOU HAVE WITH US .....  "  

Mah, .... speriamo bene ! 

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Supporter
4 minuti fa, Alan Sinclair dice:

Buongiorno,

Finanza io ho ricevuto corrispondenza il 24/12 da Londra, la mia assicurazione privata che avevo, a fondo pensionistico, specifica che  " ... from 31 December 2020 some UK banks will no longer be able to provide services to customers who are living in te EEA and will close those customers bank accounts. .... THIS MAY IMPACT THE POLICIES YOU HAVE WITH US .....  "  

Mah, .... speriamo bene ! 

Poi vedremo il resto .....

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Devi ringraziare sentitamente i nostri amici brexittoni incalliti e tutto il codazzo di altri soggetti in altre parti del mondo che hanno lavorato per arrivare a questo punto. Il tuo non sarà certo l'unico caso con tutti gli unionali europei che hanno vissuto o vivono in UK.

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Supporter
7 minuti fa, ART dice:

Devi ringraziare sentitamente i nostri amici brexittoni incalliti e tutto il codazzo di altri soggetti in altre parti del mondo che hanno lavorato per arrivare a questo punto. Il tuo non sarà certo l'unico caso con tutti gli unionali europei che hanno vissuto o vivono in UK.

Buongiorno ART, ci ho vissuto e lavorato per 11 anni si sono inventati questo disastro, ti assicuro che tanta gente non sapeva nemmeno per cosa votassero e nemmeno le conseguenze   

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1 minuto fa, Alan Sinclair dice:

 ti assicuro che tanta gente non sapeva nemmeno per cosa votassero e nemmeno le conseguenze   

Lo so bene, ci hanno fatto addirittura sopra un documentario.

Comunque ti conviene aspettare un po' e vedere se si formeranno delle associazioni per la difesa dei diritti degli unionali in UK. Una volta sistemata definitivamente la questione al massimo si può chiedere informazioni direttamente all'UE (  https://europa.eu/european-union/contact/call-us_it )

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Supporter
1 minuto fa, ART dice:

Lo so bene, ci hanno fatto addirittura sopra un documentario.

Comunque ti conviene aspettare un po' e vedere se si formeranno delle associazioni per la difesa dei diritti degli unionali in UK. Una volta sistemata definitivamente la questione al massimo si può chiedere informazioni direttamente all'UE (  https://europa.eu/european-union/contact/call-us_it )

ti ringrazio per il contatto, sicuramente mi servirà, molto gentile da parte tua. Comunque come il mio caso, sicuramente tanti altri, eppure tutto tace.

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Una domanda: non ho capito bene se lo UK contribuirà economicamente al mercato unico per accedervi.

Norvegia, Islanda, Svizzera lo fanno, ma lo UK ?

No perché se non sganciano niente perché far entrare o loro prodotti, soprattutto finanziari nel mercato europeo?

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In questo caso non centra niente il mercato unico in sè: quelli di Norvegia e Islanda sono contributi al bilancio comunitario per progetti specifici che dipendono dal far parte dello SEE, mentre la Svizzera non ne fa parte ma li versa lo stesso in base ai vari accordi bilaterali stabiliti. La Gran Bretagna quindi non darà niente (a parte i fondi per la ricerca scientifica)  a meno che in futuro non entri nello SEE o che non si mettano in piedi accordi bilaterali di collaborazione.

Modificato da ART
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46 minuti fa, ART dice:

La Gran Bretagna quindi non darà niente (a parte i fondi per la ricerca scientifica

Ma allora tutta sta rottura di scatole per un pugno di mosche?

Dai allora siamo cretini noi che glielo abbiamo permesso!

Non credo che si possa usufruire delle strutture di un Club, pur non facendone parte, senza neppure una minima contribuzione?

Penso che potevamo anche lasciare andare lo UK senza un deal, tanto era lo stesso.....anche perché i nostri prodotti  europei per poter essere commercializzati avranno bisogno di autorizzazioni e permessi, quindi ci saranno comunque dei costi non trascurabili!

Il trionfalismo dei media è tutto fuorché realistico!

I Britannici non potranno fare a meno dei nostri prodotti , al meno per il breve e medio termine, mentre noi invece sì, dal momento che esportano soprattutto prodotti finanziari al contrario di noi che esportiamo prodotti finiti, in maggioranza agroalimentari.

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Ma soprattutto i nuovi amici e alleati economici dei britannici sono abbastanza lontani geograficamente parlando: i costi di trasporto dei prodotti non sono trascurabili se bisogna attraversare uno o due Oceani!

USA, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, .......sono molto lontani e per i prodotti agroalimentari questo è un fattore molto negativo!

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ARES III, l'UE non è solo commercio e mercato. C'è sotto un po' più che accordi per i merluzzi e la libera vendita dei Walkers al cacao con le gocce di cioccolato del Belgio che per mia fortuna potrò continuare a mangiare. Qui si parla anche e soprattutto di geopolitica e dei rapporti che avremo con l'UK o quanto ne rimarrà dopo che avranno fatto i conti con Scozia e Irlanda del nord. Non possiamo essere troppo buoni con chi ha fatto una cazzata simile, ma nemmeno troppo intransigenti: dobbiamo tenerli il più possibile buoni in vista di una opportuna riammissione futura, sempre che abbiano imparato la lezione.

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3 ore fa, ARES III dice:

I Britannici non potranno fare a meno dei nostri prodotti , al meno per il breve e medio termine, mentre noi invece sì, dal momento che esportano soprattutto prodotti finanziari al contrario di noi che esportiamo prodotti finiti, in maggioranza agroalimentari.

Questo è vero, anche se il discorso a mio parere non è così semplice. La Gran Bretagna ha un'industria piuttosto vasta e solida (soprattutto in campo militare / tecnologico), anche se non più come una volta, mentre l'UE esporta in gran quantità di tutto oltre ai prodotti agroalimentari. In ogni caso più che di prodotti la vera posta in gioco è quella politica.

 

Modificato da ART
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1 ora fa, ART dice:

Gran Bretagna ha un'industria piuttosto vasta e solida (soprattutto in campo militare / tecnologico),

Questa gamma di prodotti non è deperibile e non di prima necessità, quindi possiamo prenderli dappertutto (dall'Australia al Giappone alla Corea del Sud).... voglio proprio vedere i britannici acquistare frutta o verdura fresca o latticini di alta qualità dal Canada o dalla Nuova Zelanda!

Poi si può fare tutto, ma occorre del tempo!

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20 ore fa, ARES III dice:

Gran Bretagna ha un'industria piuttosto vasta e solida (soprattutto in campo militare / tecnologico),

 

20 ore fa, ARES III dice:

Questa gamma di prodotti non è deperibile e non di prima necessità, quindi possiamo prenderli dappertutto (dall'Australia al Giappone alla Corea del Sud).

Se parliamo di tecnologia militare, il Regno Unito è  (e rimane)  un nostro partner fondamentale, in materia di armamento sofisticato, nell'ambito dell'Alleanza atlantica.  Non è roba che puoi comprare dalla Corea del Sud...(che tra l'altro nemmeno produce).

La collaborazione dei Britannici in questo campo non è mai venuta meno,  nonostante la Brexit. Ci sarà qualche problema in più per il trasporto di materiale d'armamento, ma nulla di più. Le informazioni  continueranno a essere scambiate. Non mi sembra che  il regno Unito si sia ritirato dall'OCCAR ((Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement / Organisation for Joint Armament Co-operation).

Se poi parliamo di prodotti agricoli, non lo so, ma dubito che gli inglesi troveranno difficoltà di approvvigionamneto, con il mercato del Commonwealth che hanno a disposizione.

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La faccenda va ben al di là della semplice questione collaborazione. E' proprio il Regno Unito stesso che per colpa della brexit sta marcando male anche in questo campo, tanto che giusto per fare un esempio adesso è in dubbio l'importante programma Tempest per il nuovo caccia che sostituirà il Typhoon: decideranno se continuarlo tagliando della metà gli F-35 che avevano in mente di comprare (e accettando il rischio di non riuscire a portarlo a termine, visti i rischi finanziari che comportano programmi così complessi) o se abbandonarlo e accodarsi a qualcun altro. Uno dei tanti effetti della sbandierata "ritrovata sovranità nazionale" dopo la gran genialata di sconnettersi dal sistema europeo. Quanto all'OCCAR, e anche all'EDA, gli effetti della genialata sono ancora tutti da verificare, perchè bisogna vedere se ed eventualmente a che condizioni gli altri membri accetteranno di tenere in queste organizzazioni nate per favorire l'integrazione militare europea un paese non più membro dell'UE. Potrebbe essere più opportuno lo status di partecipante esterno in programmi specifici.

Modificato da ART
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Come ho già accennato bisogna prima di tutto vedere alla fine cosa rimarrà realmente in piedi dell'industria del Regno Unito (e del Regno Unito stesso) dopo la genialata, e quindi cosa l'UK potrà fare da capofila o da semplice partecipante secondario in programmi che vanno sempre più spesso oltre il limite delle capacità finanziarie e/o tecnologiche del singolo paese "sovrano", o non fare proprio. Intanto già non partecipa direttamente come membro a importanti programmi europei in avvio come il TWISTER.

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1 ora fa, Saturno dice:

ma dubito che gli inglesi troveranno difficoltà di approvvigionamneto, con il mercato del Commonwealth che hanno a disposizione.

Se credi che nel breve e medio periodo, come ho già detto, le ex colonie britanniche potranno sostituire i prodotti agroalimentari europei, avrai delle sorprese.

Partiamo dal solo fatto oggettivo che gli stessi esperti del governo britannico hanno già dichiarato che in caso di hard brexit moltissimi prodotti alimentari e farmaceutici non si troveranno più sui banconi dei negozi e delle farmacie, ma non per qualche settimana o mese, parliamo di periodi lunghi. Da ciò deriverebbe un aumento dei prezzi e un peggioramento delle stato di salute dei cittadini.

Pensiamo che questi signori non abbiano anche pensato di ripiegare su prodotti australiani o canadesi ad esempio?

Certo che sì, tuttavia non è una possibilità praticabile nell'immediato per motivazioni tecniche.

Come ho anche detto, tutto si può fare, attrezzandosi, ma ci sono dei tempi tecnici per realizzare ciò.

Osservazione: se in soli due giorni c'è stato quel putiferio, tra l'altro non ancora risolto, immaginiamoci cosa potrebbe mai capitare se ci fosse una chiusura di un mese?

I Britannici sono comunque competenti in molti settori, però avendo uno spirito molto mercantilista negli ultimi decenni hanno trascurato alcuni settori economici, quali il primario, perché era ed è più conveniente importare determinati prodotti dall'Europa piuttosto che coltivarli/allevarli in patria.

Questa impostazione ha reso molto dipendente l'economia britannica , ma non solo, da quella europea, ma non viceversa.

Adesso il problema è nel comparto agroalimentare, domani lo sarà in quello energetico, cioè dell'energia elettrica. Sembra che dico stupidate, ma consiglio tutti ad approfondire.

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C'è chi pensa in grande e chi in piccolo:

Johnson blocca l’Erasmus nel Regno Unito. Ma l’Irlanda: “Pagheremo noi per i ragazzi nordirlandesi”

Il sottosegretario all’Istruzione di Dublino: “Da noi due milioni di euro all’anno. Ma non è un costo, bensì un investimento. È importante che gli universitari abbiano le stesse opportunità dei loro pari della Repubblica d’Irlanda”

Se l’Erasmus è stato bloccato da Boris Johnson nel Regno Unito del dopo Brexit perché “troppo costoso”, parte del Regno Unito continuerà ad andare in Erasmus. O meglio, i ragazzi nordirlandesi, grazie ai “vicini” dell’Irlanda, il cui governo ha deciso di finanziare il programma di scambi europeo per gli studenti universitari di Belfast e dintorni, nonostante il "niet" del premier britannico Johnson. Il quale, solo lo scorso gennaio, annunciava nel Parlamento di Londra a Westminster che il programma Erasmus sarebbe stato sicuramente rinnovato Oltremanica. 

Invece, nell’accordo Brexit tra Ue e Regno Unito annunciato alla Vigilia di Natale, c’è stata una brutta sorpresa per i ragazzi britannici e per gli europei che arrivavano Oltremanica per un semestre o due per imparare l’inglese e studiare in un’università britannica. Almeno, però, gli studenti nordirlandesi potranno continuare a farlo, per ciò che rappresenta un altro gesto di pace da parte di Dublino. Lo ha confermato il sottosegretario all’Istruzione superiore irlandese Simon Harris: “Come governo irlandese avevamo promesso solennemente questa eventualità per l’Irlanda del Nord”, ha annunciato Harris alla tv pubblica Rté, “e oggi la confermo, a tempo indeterminato. È importante che i ragazzi nordirlandesi continuino ad andare in Erasmus come i loro pari irlandesi. L’isola deve restare unita anche da questo punto di vista”. 

https://www.repubblica.it/esteri/2020/12/27/news/johnson_blocca_l_erasmus_nel_regno_unito_ma_l_irlanda_pagheremo_noi_per_i_ragazzi_nordirlandesi_-280084173/

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Ciao a tutti, leggo spesso gli interventi in questa bella discussione. Vorrei chiedere, a proposito di tariffe e commerci, se le spedizioni dal regno unito mediante la royal mail (pacchi, ma soprattutto lettere, standard o tracciabili) verso l'unione europea subiranno variazioni significative in termini di costi a partire dal 1° gennaio 2021; Accesso al mercato comune, senza dazi, significa che le spedizioni continueranno a viaggiare come successo fino a oggi o no?

Non ho finora trovato risposta, royal mail non sembra aver aggiornato le sue pagine dopo l'accordo.

Ringrazio chi vorrà aiutarmi a capire meglio, un saluto

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Brexit, una festa mesta. Ora è tutti contro tutti e la Scozia vuole fuggire

Johnson: "Sfruttiamo l'opportunità". Ma pescatori, laburisti e Dublino sono in guerra

Brexit, l'avventura inizia soltanto adesso. Chi pensava che dopo quattro anni di agonia, una firma potesse finalmente mettere fine alla storia intrapresa con il divorzio tra Regno Unito ed Europa si sbagliava di grosso. Tutto avrà inizio soltanto ora, dopo che l'accordo portato a casa da Boris Johnson come una strenna di Natale dell'ultimo minuto, verrà illustrato e approvato dal Parlamento riunito in seduta straordinaria il 30 dicembre. Due giorni dopo il Paese uscirà dal periodo di transizione per entrare a pieno diritto nella nuova era del post Brexit.

Non ci sono dubbi che l'accordo passerà, dato che un sostegno ufficiale è già stato garantito anche dal partito laburista, ma questo non significa che tra maggioranza e opposizione non regnino comunque dei malumori. Più tardi di così non si poteva arrivare e anche i Conservatori euroscettici mugugnano perché non avranno il tempo necessario per valutare nel dettaglio quel documento di 1246 pagine pubblicato appena sabato scorso. Mister Johnson dal canto suo gongola, dato che passerà alla storia anche per colui che ha realizzato la Brexit e ieri, in un'intervista esclusiva al quotidiano The Daily Telegraph, ha annunciato l'arrivo di «grandi cambiamenti» spiegando che ora «dipende soltanto da noi cogliere l'opportunità offerta dalla Brexit». «Il governo ha fatto degli sforzi enormi in aree dove ora la Gran Bretagna potrà avere standard differenti da quelli europei - ha detto il Premier - e abbiamo un'agenda molto precisa per usare questo momento per unire ed elevare il livello delle opportunità a nostra disposizione». Certo l'accordo non è perfetto, Johnson è il primo ad ammetterlo. «Forse non siamo riusciti ad ottenere quello che avremmo voluto sui servizi finanziari» ha detto al quotidiano. E difatti, dalla fine della transizione le società di servizi, incluse banche e assicurazioni non avranno più un accesso garantito al mercato europeo. Una prospettiva che spaventa non poco visto il peso specifico che questo settore ha nell'economia nazionale. Il Cancelliere Rishi Sunak ha tentato di rassicurare la City di Londra che non verrà danneggiata dall'accordo. «Dovremo fare alcune cose in modo differente - ha sottolineato - ma nel piano esiste una cornice di cooperazione in grado offrire la garanzia che rimarremo in continuo contatto con i nostri partners europei». Sunak si è anche detto certo che l'accordo proteggerà i posti di lavoro,cosa di cui invece dubita fortemente l'opposizione. «Alla fine si tratta di un accordo molto diverso da quello che il governo aveva promesso - dice il ministro ombra al tesoro laburista Anneliese Dodds - e vi sono larghe aree della nostra economia trattate con poca chiarezza. Il governo ha ancora molto lavoro da fare in merito».

Appaiono insoddisfatti anche i pescatori che accusano Johnson di averli traditi approvando delle «quote» di prodotto che costituiscono «soltanto una minima frazione di quello a cui il Regno Unito avrebbe diritto in base alla legge internazionale». Particolarmente dura sull'argomento il Primo Ministro scozzese Nicola Sturgeon che ha accusato Londra di non aver mantenuto nemmeno una delle promesse fatte ai pescatori scozzesi. Rincara la dose il leader nazionalista scozzese Ian Blackford che voterà contro il piano. «Questo accordo è un disastro per la Scozia e ci taglia fuori dal mondo». Probabile che il governo scozzese torni alla carica chiedendo un nuovo referendum per l'Indipendenza E Dublino si aggiunge al coro: «Pagheremo noi l'Erasmus per i ragazzi nordirlandesi che hanno gli stessi diritti degli irlandesi».

https://m.ilgiornale.it/news/politica/brexit-festa-mesta-ora-tutti-contro-tutti-e-scozia-vuole-1912719.html

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