Vai al contenuto
IGNORED

Brexit


Ospite

Risposte migliori

Qualcuno ha alzato il gomito con la Brexit:

Brexit e la guerra del Prosecco, Johnson «minaccia» l’Italia. Stop di Calenda

Il giorno dopo il referendum del 23 giugno gli inglesi più arrabbiati con il 52% dei connazionali favorevoli a Brexit l’avevano detto. Con un moto di ripicca misto a pragmatismo anglosassone, gli europeisti dell’Isola avevano fissato un punto: «Almeno ora i Brexiters si accorgeranno che devono pagare di più i tanto amati vini italiani». Nell’anno in cui la battaglia per gli ideali non porta voti, qualcuno iniziava a capire che era meglio argomentare piccoli fatti. Chi è bravo con la propaganda proverà poi a capovolgerli a suo vantaggio, ma non è detto che sempre vi riesca.

È il caso di Boris Johnson, ex sindaco di Londra, campione di Brexit ora ministro degli Esteri britannico che già a giugno veniva raffigurato su un murales di Bristol in un bacio appassionato con Donald Trump - simili slogan e chioma.

Come la premier Theresa May, Johnson adesso cerca di ottenere l massimo dai negoziati per Brexit, vuole uscire dall’Ue ma non rinunciare ai benefici del mercato unico.

Ha dunque avuto la bella pensata di buttarla sul Prosecco. Ha infatti detto al governo italiano che conviene appoggiare la linea del governo britannico sul mercato unico così gli imprenditori italiani continueranno a vendere il loro vino in Gran Bretagna.

Prosecco contro fish and chips?
Boris minaccia, il ministro dello Sviluppo economico italiano Carlo Calenda risponde: e rivela un recente incontro con il capo del Foreign Office e definisce «offensivo» pensare che l’Italia possa decidere la sua linea su Brexit in base all’export di Prosecco.

«Di fatto Johnson mi ha detto: non voglio la libera circolazione delle persone, ma voglio il mercato unico», racconta il ministro Calenda a Bloomberg Tv, «gli ho risposto “non se ne parla”. La sua risposta è stata: ok, ma tu vendi un sacco di Prosecco in Gran Bretagna, e ce lo permetterai perché non vuoi perdere l’export di Prosecco». Risposta di Calenda: «Ok, ma tu venderai meno fish and chips. Solo che io venderò meno Prosecco in un solo Paese, tu ne venderai meno in 27, ma mettere le cose su questo piano è un po’ offensivo».

Il ministro italiano è forse troppo generoso a mettere sullo stesso piano patatine e merluzzo fritti col Prosecco (qui in alto il tweet ironico di un editorialista del Financial Times, la stampa britannica si è occupata della disputa). Johnson tradisce invece un certo nervosismo, conferma se stesso - è stato il più variopinto leader del Leave forte del suo passato di giornalista che ridicolizzava le magagne dell’Ue - ma conferma anche «la confusione» nel governo May, sottolineata dallo stesso Calenda e da alcuni osservatori oltre ai laburisti e agli indipendentisti scozzesi.

Londra beve, Downing Street è confusa
Mentre stamane l’Evening Standard informa che a Londra si va ora pazzi per il Lambrusco («is back!»), preferito all’incolpevole Prosecco grazie allo chef Antonio Carluccio e al suo nuovo ristorante in Covent Garden - nei primi sette mesi 2016 il Regno Unito è il terzo Paese Ue che importa vino italiano con un + 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso - la sensazione ormai quasi certezza è che il governo inglese non abbia un piano.

Non solo è spaccato al suo interno - la premier May da una parte, il cancelliere dello scacchiere Hammond dall’altra - ma sembra non avere la minima idea di come condurre la Gran Bretagna fuori dall’Ue senza perdere i vantaggi economici che i leader di Brexit avevano minimizzato in campagna elettorale.

Il punto è che il governo britannico che deve applicare Brexit rifiuta la libera circolazione delle persone ma vuole mantenere i vantaggi del mercato unico. Da Bruxelles è stato ripetuto in più lingue che questo non sarà possibile ma evidentemente uno come Johnson, e forse non solo lui, non si ferma ai primi no.

 

Prima del caso Prosecco - vino che nei primi sette mesi del 2016 traina l’export italiano con un +33% come valore (456 milioni di euro) e un +24% come volume (1,2 milioni di ettolitri), fonte Unione italiana vini - già il capo negoziatore Brexit per l’Europarlamento, il belga Guy Verhofstadt, aveva avvisato Londra di non insistere con richieste impossibili.

Oggi tocca al ministro Calenda ed a Jeroen Dijsselbloem, ministro delle Finanze olandese e presidente dell’Eurogruppo, che a Bbc dice: «Penso che il governo di Londra stia offrendo all’opinione pubblica opzioni che non sono possibili. Dire per esempio, “potremmo restare all’interno del mercato unico, ma fuori dall’unione doganale”, è intellettualmente impossibile, politicamente non realizzabile».

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-11-17/brexit-e-guerra-prosecco-jonhson-minaccia-l-italia-stop-calenda--094823.shtml?uuid=AD7zvqwB

A parte il fatto che le patate e il pesce li abbiamo anche noi, se non di migliore qualità (soprattutto il pesce), ma mi domando quale prodotto agricolo-alimentare inglese sia per l'Europa indispensabile o insostituibile ......

Link al commento
Condividi su altri siti


Poi questa è surreale...........

La campagna per la Brexit?
Finanziata con fondi europei

L'Ukip di Nigel Farage ha speso tra febbraio e dicembre del 2015 mezzo milione di fondi Ue per promuovere lo strappo di Londra da Bruxelles. Ma usare soldi comunitari per campagne nazionali è vietato

http://www.corriere.it/esteri/16_novembre_17/campagna-la-brexit-fondi-ue-ukip-farage-f5a870ec-acc9-11e6-afa8-97993a4ef10f.shtml

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter
3 ore fa, ARES III dice:

Poi questa è surreale...........

La campagna per la Brexit?
Finanziata con fondi europei

L'Ukip di Nigel Farage ha speso tra febbraio e dicembre del 2015 mezzo milione di fondi Ue per promuovere lo strappo di Londra da Bruxelles. Ma usare soldi comunitari per campagne nazionali è vietato

http://www.corriere.it/esteri/16_novembre_17/campagna-la-brexit-fondi-ue-ukip-farage-f5a870ec-acc9-11e6-afa8-97993a4ef10f.shtml

Ciao!

Assurdità e se fosse vero bisognerebbe chiedergliene conto .....

Link al commento
Condividi su altri siti


  • ADMIN
Staff

Nel frattempo:

- Google (e già questo)
- Investimento per costruzione = 1 mld di sterline
- Persone impiegate per costruirlo = 3000
- Una volta ultimato darà lavoro a persone = 7000
- Location = King's Cross (Londra)

http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/16_novembre_15/google-non-ha-paura-brexit-nuova-sede-londra-fde461f0-ab6e-11e6-ba61-2e866e9865d0.shtml

 

Link al commento
Condividi su altri siti


Si perché sperano che l'UK diventi un paradiso fiscale in conseguenza dell'uscita dall'UE, e che si troverà manodopera molto competente e specializzata a costi vantaggiosi in conseguenza della probabile e futura crisi economica....... direi che potrebbero aver ragione.

Link al commento
Condividi su altri siti


4 ore fa, ARES III dice:

Si perché sperano che l'UK diventi un paradiso fiscale in conseguenza dell'uscita dall'UE, e che si troverà manodopera molto competente e specializzata a costi vantaggiosi in conseguenza della probabile e futura crisi economica....... direi che potrebbero aver ragione.

Crisi economica degli altri...... o dei sudditi di Sua Maestà la Regina?

Ancora non l'ho capita.

M.

Link al commento
Condividi su altri siti


6 ore fa, incuso dice:

Nel frattempo:

- Google (e già questo)
- Investimento per costruzione = 1 mld di sterline
- Persone impiegate per costruirlo = 3000
- Una volta ultimato darà lavoro a persone = 7000
- Location = King's Cross (Londra)

http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/16_novembre_15/google-non-ha-paura-brexit-nuova-sede-londra-fde461f0-ab6e-11e6-ba61-2e866e9865d0.shtml

 

Beh, diciamo che se tutte le economie in crisi ricevessero dall'estero investimenti come questo di Google.....forse varrebbe la pena di essere "un'economia in crisi" come quella inglese.

M.

Modificato da bizerba62
Link al commento
Condividi su altri siti


  • ADMIN
Staff

Sicuramente vale il detto che una rondine non fa primavera ma in quel di google avranno pur fatto le loro valutazioni.

Link al commento
Condividi su altri siti


11 minuti fa, incuso dice:

Sicuramente vale il detto che una rondine non fa primavera ma in quel di google avranno pur fatto le loro valutazioni.

Appunto. Non credo che un colosso come Google investa un miliardo di sterline in un Paese che non offre sufficienti garanzie.

Ad esempio: in Italia.

M.

Link al commento
Condividi su altri siti


"Theresa May ha voluto simbolicamente aprire il nuovo corso «mondialista» della sua politica andando a Delhi, dove si è vista ribadire da Narendra Modi che senza libertà di movimento per i cittadini indiani in Gran Bretagna, parlare di accordi commerciali non avrebbe senso".

http://www.corriere.it/cultura/16_novembre_20/via-sempre-piu-impervia-negoziato-null-accee514-ae76-11e6-a019-c9633cc39a91.shtml

Come avevo detto molti post in dietro, i britannici vogliono manodopera a prezzi ancor più bassi.

Comunque sarebbe pazzesco e grottesco creare libertà di circolazione di persone con l'India e chiudere quella con l'Europa.

Link al commento
Condividi su altri siti


Inizia forse a delinearsi qualcosa:

Nonostante l’addio all’Unione Europea sancito dal voto del 23 giugno sulla Brexit, il Regno Unito vuole rimanere nel mercato comune europeo. Lo ha riferito a un parlamentare Ue il ministro britannico David Davis.

Sarebbe dunque uno dei punti di partenza dei negoziati tra Londra e Bruxelles su come gestire i rapporti commerciali e diplomatici tra le due forze europee una volta che il Regno Unito non farà ufficialmente più parte del blocco Ue.

 

Davis, nominato dalla premier Theresa May a capo del Dipartimento appena formato per l’Uscita dall’Unione Europea (DexEU), ha rivelato le intenzioni del governo britannico in un incontro con il tedesco Manfred Weber.

Parlando ai giornalisti dopo il faccia a faccia con Davis oggi, Weber ha candidamente ammesso che per quanto concerne l’economia Downing Street “vuole rimanere nel mercato comune”. Anche la giornalista della BBC Laura Kuenssberg ha confermato tutto in un Tweet: “il leader del gruppo parlamentare più grande della Ue dice che David Davis gli ha detto che il governo inglese vuole rimanere nel mercato comune”.

Con o senza volerlo, Davis ha offerto un’interessante indicazione – che probabilmente doveva rimanere riservata – sulla posizione che Londra vuole tenere nelle trattative sulla Brexit. Il Segretario britannico degli Esteri Boris Johnson aveva fatto accenno a una simile presa di posizione in un confronto acceso con il ministro italiano dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Johnson aveva minacciato l’Italia dicendo che se Londra esce dal mercato comune i cittadini britannici non compreranno più Prosecco. Calenda ha ribattuto a tono sottolineando come 28 paesi non avrebbero però più comprato Fish & Chips, ponendo l’accento sul fatto che a perderci sarebbe soprattutto il Regno Unito.

Secondo quanto riferito da Calenda a Bloomberg Tv Johnson ha dichiarato di non volere la libera circolazione delle persone, ma di volere invece il mercato unico. I leader Ue hanno già fatto sapere che Londra, che prima quando faceva parte dell’Ue godeva già di un trattamento di favore, non potrà ottenere l’accesso al mercato europeo comune se non garantirà la libera circolazione delle persone come prevedono i trattati. Il mercato comune si basa su quattro libertà principali: la libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali.

Weber è il leader del gruppo parlamentare europeo del Partito Popolare Europeo, una coalizione di centro destra molto influente nelle aule dell’organo legislativo eletto direttamente dai cittadini. Un portavoce del gabinetto ingles2e DexEU ha riferito a Business Insider che Davis intendeva riferirsi al desiderio di usufruire di “un accesso il più libero possibile” al mercato comune e non necessariamente rimanerci a far parte.

Davis, esponente del partito conservatore al governo (i Tory) si trovava a Strasburgo per discutere con i funzionari Ue dell’abbandono di Londra dal blocco a 28. Weber e il capo dei negoziati sulla Brexit per il Parlamento europeo, Guy Verhofstadt, erano entrambi presenti.

Finora la primo ministro May non ha mai voluto svelare i dettagli della strategia negoziale del Regno Unito. La leader inglese si è limitata a dire che non avrebbe fatto commenti sulla questione prima dell’avvio ufficiale dei negoziati l’anno prossimo.

http://www.wallstreetitalia.com/brexit-londra-vuole-restare-nel-mercato-comune/

Vediamo un po' se alla fine ci conviene tenerli ...... il mercato UK è interessante ma con il CETA forse li possiamo rimpiazzare.

Link al commento
Condividi su altri siti


1 ora fa, ARES III dice:

Inizia forse a delinearsi qualcosa:

 

Scusi. delinearsi qualcosa,.............

Oggi a Strasburgo  Parlamentari UE riconosciuto colpevole nel crollo dell'Unione europea: Stato Islamico, Chiesa ortodossa russa, media russi

 

Link al commento
Condividi su altri siti


Il Cremlino sta “finanziando partiti e altre organizzazioni all’interno dell’Ue” e la pressione della sua propaganda, che “cerca di distorcere la verità, incutere paura, provocare dubbi e dividere l’Ue”, “sta crescendo”. E’ quanto sostiene un rapporto approvato dal Parlamento europeo riunito in plenaria a Strasburgo.

Se si stuzzica l'orso poi l'orso si arrabbia.

Intanto i Russi e i Siriani che sono brutti e cattivi hanno bombardato l'ultimo ospedale pediatrico di Aleppo...........L'ultimo ospedale generico lo avevano gia bombardato nei giorni scorsi.

guardatevi questo filmato:

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Attenti UK c'è chi vuole portare le aliquote al 9% ....

Ungheria, Orban: abbassare tasse alle imprese al 9%

Sarebbe logico pensare che dopo aver cacciato il Fondo Monetario, ridotto le bollette di luce, acqua, gas e nettezza urbana del 20%, abbassato l’iva su alcuni generi alimentari e aumentato le pensioni il governo ungherese abbia esaurito la sua spinta riformista e magari stia programmando l’aumento di altre tasse per finanziare questi generosi incentivi.

E invece non e’ affatto cosi’.

Infatti pochi giorni fa il primo ministro Viktor Orban ha annunciato che intende abbassare la tassazione del reddito delle imprese al 9%, il livello piu’ basso di tutta Europa.

Al momento esistono due aliquote, una del 10% per le imprese che hanno un utile di 1,6 milioni di euro e un’altra del 19% per chi fa utili superiori a questa cifra ma la proposta di Orban mira a tassare tutte le imprese al 9% e questo al fine di stimolare l’economia visto che la politica monetaria ha esaurito tutti gli strumenti a disposizione.

Per capire l’importanza di tale manovra basta pensare che al momento le aliquote piu’ basse le hanno Repubblica Ceca e Cipro i quali entrambi tassano le imprese al 12.5%.

L’annuncio di tale misura e’ stato accolto molto bene dai mercati tant’e’ che la borsa ungherese ha recuperato le perdite delle scorse settimane e il fiorino si e’ rafforzato e se questo non fosse abbastanza Peter Virovacz, economista alla ING Bank, ha dichiarato che tali misure sono in linea con i limiti di bilancio imposti dalla UE perche’ nel bilancio esistono ampi margini di manovra per far fronte ad un eventuale calo delle entrate.

Certo queste misure hanno anche un valore politico visto che nel 2018 ci saranno le elezioni e il partito di Orban vuole fare di tutto per vincere stimolando l’economia che quest’anno e’ cresciuta solo del 2,1% ma cio’ non toglie che questi tagli vanno in controtendenza rispetto alle misure lacrime e sangue adottate dai paesi dell’eurozona, Italia in primis e non e’ la prima volta che il governo ungherese taglia le tasse.

Infatti e’ importante ricordare che l’Ungheria ha abbassato la tassazione sul reddito delle persone fisiche al 15%, tagliato le tasse sulla busta paga del 4% e aumentato del 15% il salario minimo al fine di risolvere il problema della scarsita’ di manodopera dovuta al fatto che molti ungheresi sono andati a cercare lavoro all’estero.

 

http://www.imolaoggi.it/2016/11/24/ungheria-orban-abbassare-tasse-alle-imprese-al-9/

Quindi il progetto dell'UK si può o si potrebbe fare anche in seno all'UE.

Link al commento
Condividi su altri siti


Ma la Brexit è un vantaggio economico per le famiglie e si paga da sola ..... oppure no?

Dopo Brexit aumentano le tasse. Le famiglie inglesi dovranno sborsare 60 euro extra l’anno, dopo la decisione del governo di aumentare il costo di auto, immobili, animali domestici e assicurazioni sanitarie per la terza volta in 18 mesi. Il Tesoro incasserà 4 miliardi di sterline in più nell’arco di cinque anni, dopo l’annuncio che l’imposta sui premi di assicurazione (IPT) salirà dal 10% al 12% dal giugno 2017. Il nuovo tasso è il doppio rispetto a quello di appena un anno fa, del 6% per cento. Ciò significa che, dal mese di giugno, la famiglia media pagherà £ 481 annue in auto, casa, animali domestici e l’assicurazione sanitaria, ossia circa 60 euro in più di quello che stanno attualmente pagando, secondo il sito di confronto prezzi Money.co.uk. Gli esperti temono che molti consumatori sceglieranno di non assicurarsi piuttosto che pagare un premio gravoso, rimanendo quindi senza copertura. Le aziende dovranno affrontare un aumento dell’assicurazione nazionale, quale parte dei 750 milioni di sterline dell’imposta del Tesoro. Con il sistema attuale, l’assicurazione nazionale entra in gioco a un livello leggermente diverso per i datori di lavoro e il personale. La soglia di assicurazione nazionale per i dipendenti è di 155 £ a settimana e di £ 156 per i datori di lavoro. La soglia del datore di lavoro il prossimo aprile dovrebbe aumentare di 2 sterline, arrivando a 158 ma il Cancelliere ha affermato che la soglia verrà allineata a 157 sterline. I tassi di assicurazione nazionali rimarranno gli stessi: 12% per i dipendenti e 13,8% per i datori di lavoro. Gli esperti affermano che l’aumento dell’assicurazione nazionale sarà un duro colpo per le piccole imprese in difficoltà, che devono affrontare anche un vertiginoso aumento della massa salariale. Al contempo, anche i lavoratori autonomi temono una serie di aumenti delle tasse dopo che Hammond ha affermato che una rapida crescita delle società per azioni e il lavoro autonomo hanno eroso le entrate fiscali, poiché molti hanno pagato aliquote più basse. Ha promesso di esaminare se stessero pagando una quota “equa” e di reprimere la selvaggia evasione fiscale tra i lavoratori autonomi. -

 http://www.blitzquotidiano.it/economia/tasse-aumento-dopo-brexit-su-per-auto-case-animali-domestici-assicurazioni-2593328/#sthash.QAZcD2f1.dpuf

Quindi a coloro che esultano per Google e Facebook , direi che certo che conviene andare in UK se sei un'impresa quando ti abbassano le tasse, ma tutto questo è a scapito dei cittadini che pagheranno, anzi già hanno iniziato a pagare questa strategia.

E gli effetti benefici della Brexit sulla popolazione ?

Certamente ancora la Brexit non è avvenuta, ma se bisogna fare dei sacrifici economici per finanziare qualcosa di inesplorato e non ragionato direi prprio che che stata un'ottima scelta. Se il buon giorno si vede dal mattino ......

 

Link al commento
Condividi su altri siti


Interessante escamotage , però a noi cittadini europei non-britannici cosa ci viene di tornaconto ?

Perché fare favori a chi ci vuole impedire l'accesso al proprio mercato?

Brexit, spunta la tassa per restare europei

La Brexit proprio non vi va giù? Pagate una tassa annuale e potete rimanere in Europa. Per gli Inglesi che continuano a sentirsi europei nonostante la vittoria di Leave, c'è ancora speranza.

Almeno secondo la proposta appoggiata dal capo dei negoziatori al Parlamento Europeo Guy Verhofstadt che ha raccontato al Times la sua idea di «cittadinanza europea individuale».

Se venisse approvata, una bella scappatoia per quella metà dei britannici che non ne volevano sapere di uscire dalla Comunità Europea e che in questo mondo potrebbero comprarsi la maggior parte dei benefit riservati ai cittadini dell'Unione. Verhofstadt, che è stato nominato in settembre ed è da sempre a favore di una sorta di «Stati Uniti d'Europa», ha rivelato al quotidiano inglese di voler lottare per quel 48 per cento di britannici che nel referendum di giugno hanno votato per Remain.

«Sono molti a non voler tagliare i ponti con l'Europa -ha spiegato l'ex primo ministro belga - e in linea di principio mi piace l'idea che chi desidera rimanere un cittadino europeo abbia la possibilità di farlo». La proposta verrà discussa e votata dal Parlamento Europeo entro la fine dell'anno. Per diventare parte integrante di ogni futuro accordo post-Brexit con il Regno Unito però, il piano dev'essere approvato da tutti gli Stati europei ed è probabile che alcuni oppongano una certa resistenza nell'offrire concessioni all'Inghilterra. Sicuramente più soft-Brexit di così non si può. E la cosa non piace a tutti, soprattutto a chi ha votato per andarsene. Come il conservatore Andrew Bridgens, che ieri ha accusato Verhofstadt di aver fatto un gran pasticcio.

«Questo è un palese tentativo di creare due classi di cittadini inglesi - spiega - e di sovvertire l'esito del referendum. La verità è che Bruxelles tenterà di inventarsi qualsiasi cosa pur di impedirci di andarcene». Una prima proposta era stata avanzata dal deputato liberale del Lussemburgo Charles Goerens, che aveva proposto una sorta di cittadinanza «congiunta». La nuova ipotesi appoggiata da Verhofstadt, aspira a riconoscere pieni diritti ai britannici che opteranno individualmente per rimanere membri dell'Unione. «Tra i 15 e i 30 milioni di cittadini inglesi si rammaricano per la Brexit - ha detto Goerens - il mio emendamento è stato presentato proprio per questi cittadini». La proposta prevede che gli Inglesi debbano pagare una tassa d'iscrizione annuale a Bruxelles per godere della libera circolazione in Europa, per avere diritto a risiedere negli altri Paesi Europei ed usufruire dei diritti già esistenti tra i quali figura quello di votare alle elezioni europee. Mister Goerens non esclude neppure che la cittadinanza europea individuale possa alla fine essere gratuita. «Se dovesse venir adottata, dovrebbe venir richiesta volontariamente dai singoli cittadini - ricorda -. All'inizio abbiamo pensato ad un versamento annuale, ma si tratta di un dettaglio. La corresponsione di una tassa non è certo l'essenza del piano».

Il negoziatore Verhofstadt non nasconde però che esistono delle questioni legali da superare prima che l'idea venga approvata e bisogna affrontare l'ostilità di coloro che non sono disposti a fare sconti alla Gran Bretagna. «Non so come andrà a finire -ammette- sull'argomento ci sono punti di vista molto diversi in Parlamento. Molti sostengono che questo sarebbe un favore troppo grosso da fare al Regno Unito. «Perché prendersi la briga di rimanere nell'Unione e sottostare alla legislazione europea - argomentano - se i tuoi cittadini possono scegliere autonomamente di farlo?».

http://www.ilgiornale.it/news/politica/brexit-spunta-tassa-restare-europei-1336226.html

 

 

Modificato da ARES III
Link al commento
Condividi su altri siti


http://www.repubblica.it/economia/2016/10/18/news/brexit_la_fuga_di_banchieri_e_avvocati_da_londra-150029149/

 

Si cominciano a fare la valige per Dublino, ma naturalmente chi parla di effetti engativi della brexit è un piciu che avrà preso la mazzetta. Bisogna sfaciare tutto e tornare ai bei tempi in cui le questioni in Europa si risolvevano a guerre commerciali e corse agli armamenti e poi a cannonate in vece che in litigi a parlamenti, vertici e consigli. Ma poi perchè avranno fondato questa Europa con con questo l'Euraccio cattivo fonte di ogni male italiano (mafia, corrizione malaffare politico e burocrazia da incubo, come noto, non esistono o sono sciocchezzuole secondare) che gli stati sono tutti diversi fra loro... mica sono noti campioni di omogeneità economica e sociale come l'Italia nord-sudo al Germania est-ovest ad esempio. E questo Parlamentaccio europeo cattivo che decide tutto lui (con buona pace del Consiglio, quello non esiste) e solo idiozie, al contrario di quelli nazionali che sono campioni di coerenza e affidabilità.

Modificato da ART
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


  • 1 mese dopo...

Gli effetti positivi sono dovuti alla svalutazione della sterlina. Strano che non fossero stati previsti. La Brexit, comunque, non è ancora iniziata. Quando inizierà verranno introdotti dei dazi e l'effetto svalutazione sparirà...

Arka

Modificato da Arka
Link al commento
Condividi su altri siti


Si continua da più parti a cercare di far credere che "la brexit" non ha effetti negativi, se non addirittura che li abbia positivi. Bel lavoro di retorica, puramente politica, ma c'è un "piccolo" particolare che ovviamente in questo sporco giochetto si omette con attenzione: la brexit non è ancora avvenuta, neanche dal punto di vista puramente formale.

Quando si dice "onestà"...

Modificato da ART
Link al commento
Condividi su altri siti


  • ADMIN
Staff

ART hai ragione sul fatto che formalmente non è cambiato nulla; tuttavia anche chi all'epoca preconizzava la calata degli Unni sulla Gran Bretagna in caso di Brexit questo dettaglio spesso lo ometteva.

Tutto si gioca su quanto e come l'UK riuscirà a negoziare. Personalmente credo che non cambierà quasi nulla anche perché la situazione della Gran Bretagna è ben differente da quella di altri paesi in quanto uscire dall'Europa è piú facile se non hai l'Euro.

Link al commento
Condividi su altri siti


Chi sta impedendo la brexit è esclusivamente il governo britannico che non vuole che il paese paghi le conseguenze logiche di un'uscita dall'Unione. Dopo mesi, ancora non hanno presentato nulla. Legittimo da parte loro; più che legittimo da parte nostra non concedere un bel nulla. Versino gli arretrati, escano senza se e senza ma ed imponiamo immediatamente i dazi previsti. Nessuna agevolazione. Vogliono fare da soli? Lo facciano. Gli inglesi di una volta l'avrebbero già fatto stringendo i denti e facendo i sacrifici necessari nel modo che ha portato tanto ad ammirarli per questo. Questi giochetti piccolo borghesi non fanno onore al loro governo ed alla loro tradizione

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


16 ore fa, incuso dice:

ART hai ragione sul fatto che formalmente non è cambiato nulla; tuttavia anche chi all'epoca preconizzava la calata degli Unni sulla Gran Bretagna in caso di Brexit questo dettaglio spesso lo ometteva.

Qui non stiamo parlando di "calate degli Unni", incuso, ma della situazione reale.

Non è cambiato nulla non solo formalmente ma anche nei fatti, nel senso che la Gran Bretagna fino ad ora ha solo deciso che uscirà dall'UE. Adesso ne fa ancora parte con tutto ciò che comporta tecnicamente, quindi un conto è fare delle previsioni anche esagerate su quello che potrebbe succedere dopo, un conto è comportarsi come se la brexit fosse già avvenuta e nessuno ne abbia risentito. Quest'ultima è disonestà pura e semplice.

16 ore fa, incuso dice:

Tutto si gioca su quanto e come l'UK riuscirà a negoziare. Personalmente credo che non cambierà quasi nulla anche perché la situazione della Gran Bretagna è ben differente da quella di altri paesi in quanto uscire dall'Europa è piú facile se non hai l'Euro.

Che non cambierà quasi nulla è difficile da credere, perchè essere parte del sistema europeo ha grosse implicazioni anche senza far parte dell'unione monetaria. Dal punto di vista economico la Gran Bretagna è fortemente interdipendente con gli altri stati, che sono i suoi principali sbocchi nell'esportazione e fornitori delle importazioni, nell'ambito del mercato comune e la libera circolazione dei capitali e delle persone (quindi anche delle menti, di cui la famigerata City e tanti altri beneficiano ampiamente). Non secondarie le implicazioni puramente politiche, vedasi il caso Scozia tanto per citarne una, perchè qui non è solo di economia che parliamo.

Se non sarà certo una catastrofe non sarà neanche la passeggiata che sostengono i mitomani della brexit già avvenuta senza problemi, anzi, con gran beneficio: lo stesso governo britannico dopo aver fatto quattro conti preliminari se n'è reso conto e tergiversa il più possibile, perchè il guaio in cui si è cacciato il paese è di quelli grossi: la sconnessione forzata dal proprio sistema.

 

Modificato da ART
Link al commento
Condividi su altri siti


  • ADMIN
Staff

Ma io ritengo realistico che prima o poi si arriverà a un accordo.  Ovvero uscita formale dalla UE ma mantenimento di determinati doveri, oneri e diritti. Insomma cambiare tutto per non cambiare niente :D

Link al commento
Condividi su altri siti


Ospite
Questa discussione è chiusa.

×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.