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Brexit


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Piú che altro la notizia, passata mi sembra sotto tono, che per le nostre banche occorrerebbero 40 miliardi per il salvataggio mi sembra inquietante. È una enormità...

infatti ultime notizie da TG parlano di disaccordo al summit europeo tra il nostro primo ministro e la Merkel proprio in relazione ad una deroga sulla questione banche... Al di là di chi abbia ragione o meno noto che gira che ti rigira tutto gira sempre intorno alle banche... Si risolvono i problemi delle banche (abbiamo visto a che costo) e mai del pensionato che campa con 500 euro al mese, del 50enne che ha perso il lavoro o del ventenne che non lo trova affatto... Poi ci si chiede come mai i cittadini UK abbiano votato per l'uscita dalla comunità europea...
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Dai, Renzi ha rassicurato tutti dicendo che le banche italiche sono a posto....

In fondo MontePaschi è costata tra i 6 e i 10 , aumenteranno due tasse, taglieranno il solito è in pre elezione daranno una cinquantina di euro per far dimenticare tutto.

Certo che pensare che le menti che governano alcune banche son messe lì dalla politica fa capire il livello miserabile del nostro paese.

Dai sapienti che non si mischiano al popolo perché troppo superiori, al popolo che accetta tutto senza reagire.

Sto cominciando a ragionare come quei leninisti che organizzavano riunioni all'Università più di 20 anni fa....preoccupante?

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Io sono tutt'altro  che leninista però condivido le critiche al sistema finanziario-bancario degli ultimi 20 anni, che si basa sul nulla.

 

Il problema delle banche italiane che gli istituti di credito sono diretti da delle fondazioni ai cui vertici ci sono politici "trombati" alle elezioni e per non essere disoccupati vengono messi li a fare i tappa buchi.

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Naturalmente si aprono due scenari:

 

1- interpretazione ristretta: la Scozia, cioè il suo Parlamento, non può porre il suo veto alla Brexit ma può negare il consenso ad eventuali modifiche agli assetti della devolution richiesti dal distacco, cioè può negare che si cambino o si eliminino le normative europee già approvate ed efficaci. Con il risultato che pur fuori dall'UE le sue norme continueranno ad essere efficaci in UK;

 

2- interpretazione logica od estensiva: la Scozia può negare la Brexit ponendo il suo veto in quanto questa abolirebbe le normative europee senza il consenso preventivo del Parlamento scozzese

Modificato da ARES III
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Oggi, 2 Luglio 2016, Marcia su Londra pro-UE.

 

Di solito sono sempre un po' sospettoso delle marcie, non so il perché,  ma non per motivi agonistici, tuttavia questa volta penso che sia un bel esempio di attivismo politico non violento e democratico.

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Ci sono dei ripensamenti anche tra in Tories: Jeremy Hunt , responsabile Tory della sanità, ha ventilato l'ipotesi di un secondo referendum.

Qualcosa si sta muovendo.......

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Oggi, 2 Luglio 2016, Marcia su Londra pro-UE.

 

Di solito sono sempre un po' sospettoso delle marcie, non so il perché,  ma non per motivi agonistici, tuttavia questa volta penso che sia un bel esempio di attivismo politico non violento e democratico.

Vero, ma non si capisce a che titolo dovrebbe contare qualcosa l'opinione dei marciatori: se non hanno votato, sono stati quantomeno improvvidi, se lo hanno fatto, hanno perso, e non saranno i chilometri percorsi a far valere di più i loro voti.

Se hanno cambiato idea, infine, hanno compiuto un'operazione legittima ma che nulla vale in questo contesto.

Si vota un singolo giorno, non tutti i giorni...

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Ciao.

 

Capisco che la mia è una valutazione assolutamente prematura e superficiale, però vorrei sottoporVi una riflessione che sembra cogliere una tendenza del momento abbastanza curiosa:

 

- all'indomani di Brexit si ipotizzavano scenari catastrofici per la Gran Bretagna. borsa di Londra a picco, sterlina ancora di più, transumanza di aziende inglesi che si trasferivano da Bristol alla Locride pur di stare nella U.E. e perdite di fatturato immediate e rovinose, ecc. ecc ; anche l'uscita dell'Inghilterra dagli ottavi degli europei, secondo alcuni attenti osservatori, andava messa in relazione alla scoramento della squadra di Rooney e compagni dovuto agli effetti del post Brexit. 

 

Ora, è vero che è passato poco tempo (l'ho premesso in apertura), ma i primi segnali che si percepiscono sembrano andare in tutt'altra direzione:

 

- la borsa di Londra ieri era l'unica che in Europa guadagnava mentre tutte le altre borse delle Piazze europee perdevano (alcune anche di brutto); la sterlina è vero che ha perso subito dopo Brexit un buon 10% sull'euro ma la situazione sembra tutt'altro che ingovernabile e catastrofica.

 

Chiaramente, dovremmo aspettare almeno qualche mese prima di poter fare un serio punto della situazione.

 

Ma non Vi sembra che, al momento, i soliti analisti che avevano predetto un immediato  disastro, a cui avrebbe fatto seguito un lungo periodo di carestia, siccità e forse persino il colera per gli inglesi, abbiano, ancora una volta (e tanto per cambiare) preso un granchio?

 

Altra domandina:

 

- ma cosa potrebbe succedere fra i Paesi membri della U.E. se per caso (Dio non voglia!...la mia è solo una discorsiva e scaramantica ipotesi di scuola) , dalla Brexit ne uscisse alla distanza un'Inghilterra più forte economicamente e con una sterlina anche più robusta di prima?

 

Grazie per l'attenzione e saluti. :hi:

 

 M.

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@@bizerba62

 

Beh qualche problemino comincia a venir fuori: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-07-05/brexit-e-fuga-fondi-immobiliari-inglesi-222243.shtml?uuid=AD8llco

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/real_estate/2016/07/06/brexit-sterlina-a-nuovi-minimi-fuga-fondi-immobiliari_70f15531-0aef-4868-b9d7-eaaebbe39795.html

 

C'è anche da dire che non sono formalmente ancora usciti dall'UE...

 

Comunque, se una volta definita la situazione dell'Inghilterra / Regno Unito fuori dall'UE, questi dovessero avere un'economia solida e rosea, allora anche altri Paese vorranno seguirne l'esempio. Il problema è che il Regno Unito aveva già un'economia solida e una moneta solida. Ritornare alle valute nazionali per Paesi come Italia, Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna che conseguenze potrebbe avere? Questi Paesi avrebbero un'economia solida di partenza da poter reggere l'uscita dall'UE?

Così, tanto per parlare. Io non ne so molto: mi farebbe piacere leggere qualche considerazione di chi ne mastica di più :)

Modificato da Matteo91
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Awards

"Così, tanto per parlare. Io non ne so molto: mi farebbe piacere leggere qualche considerazione di chi ne mastica di più :)".

 

Giusto Matteo. :good:.

 

Aspettiamo qualche intervento da chi ne mastica di più.

 

M.

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Se qualcuno pensa che Brexit sia un sinonimo di apocalisse si sta sbagliando.

 

E' l'uscita, che tecnicamente non è ancora avvenuta come giustamente osservato da Matteo e stranamente rimandata dai suoi fautori, dell'UK dall'UE.

 

Quindi non è con l'uscita che si creano i problemi, ma piuttosto :

 

1- nei periodi di transizione ed incertezza si possono verificare delle speculazioni;

2- nel ridisegnare i rapporti economico-giuridici tra l'UK da una parte e l'UE e i suoi restanti 27 membri dall'altra.

 

Come ho già anticipato in alcuni precedenti post, l'UK ha davanti a sé più possibili soluzioni:

 

1- tagliare tutti i ponti con l'UE e questo sarebbe il ritorno di tutte quelle restrizioni economiche e amministrative che faranno aumentare i prezzi dei beni-servizi offerti dell'UK , con conseguenze realmente disastrose per l'occupazione e l'economia reale. Infatti perché acquistare dei prodotti "inglesi" già cari del loro una volta maggiorati di un 20 % quando possiamo spendere di meno guardando in altri Paesi UE?

 

2- aderire al SEE, con il mantenimento necessario delle 4 libertà fondamentali (tra cui anche la libertà di movimento delle persone, con la pace di chi ha indetto il referendum per bloccarla) e di contribuzione per poter accedere al mercato comune. Questo è il modello Norvegese.

Quindi l'UK continuerebbe a pagare e a dover permettere l'arrivo dei lavoratori stranieri dell'UE, con l'indubbio svantaggio di non poter più mettere parola nelle scelte europee. Sarebbe davvero RIDICOLO che coloro che non volevano stare nell'UE adesso si orienterebbero su questa opzione, perché non si capirebbe una sua utilità ne a livello economico e ne a livello politico;

 

3- creare un trattato ad hoc tra UK e UE per disciplinare i loro rapporti e così usufruire del mercato unico, sul modello della Svizzera.

Sarebbe apparentemente vantaggioso per l'UK ma non credo che l'UE sia decisa a fare questo trattamento privilegiato. E comunque anche la Svizzera per poter partecipare al mercato comune deve contribuire e rispettare le 4 libertà fondamentali (quindi una situazione simile alla Norvegia).

 

Naturalmente l'UK ha la facoltà di decidere il suo futuro ma non può pretendere di fare quello che vuole ed usufruire dei vantaggi senza contribuire e rispettare le regole. Poi non è detto che l'UE abbia voglia di far partecipare l'UK al mercato unico, punendola e facendogli un serio danno economico, in modo da far poi rientrare l'UK all'UE.

 

 

Un pensiero rivolto ai filo-Brexit: se questa Brexit è una vittoria, è una liberazione, è una conquista, cioè una avvenimento così buono ed intelligente, perché i suoi sostenitori non la vogliono mettere subito in pratica? Dove sta la fregatura?

E non si adducano scuse tecniche di qual si voglia, perché dopo una vittoria non si temporeggia ma si reclamano i diritti acquisiti.

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Per coloro che pensano che l'UK sia un Paese di immigrazione, si sappia che è il primo anche in EMIGRAZIONE nell'UE.

Certo sono migranti economici, cioè soprattutto pensionati che vanno a vivere all'estero perché la vita è troppo cara in madrepatria.

Chi tutelerà questi cittadini britannici dopo la giusta e necessaria Brexit?

Sempre noi cattivoni dell'UE?

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Un pensiero rivolto ai filo-Brexit: se questa Brexit è una vittoria, è una liberazione, è una conquista, cioè una avvenimento così buono ed intelligente, perché i suoi sostenitori non la vogliono mettere subito in pratica? Dove sta la fregatura?

E non si adducano scuse tecniche di qual si voglia, perché dopo una vittoria non si temporeggia ma si reclamano i diritti acquisiti.

 

Anche per me questo è il particolare più curioso dell'intera vicenda. Immagino siano processi complicati, però...

 

Per gli effetti sull'economia reale, invece, sarà necessario aspettare l'uscita vera e propria o il "crack" del mercato immobiliare (quest'ultima era una battuta...forse :P).

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Un pensiero rivolto ai filo-Brexit: se questa Brexit è una vittoria, è una liberazione, è una conquista, cioè una avvenimento così buono ed intelligente, perché i suoi sostenitori non la vogliono mettere subito in pratica? Dove sta la fregatura?

 

Anche per me questo è il particolare più curioso dell'intera vicenda. Immagino siano processi complicati, però...

 

Non si tratta solo di ritardo, stanno letteralmente scappando: prima Johnson ha rinunciato a candidarsi a primo ministro, ora Farage ha annunciato che lascerà la guida del partito.

Si dice che la vittoria ha molti padri, mentre la sconfitta è sempre orfana, a me qui sembra che siano orfane entrambe, gli sconfitti, ovviamente, non hanno da gioire, ma anche i vincitori, anziché cogliere i frutti della vittoria, si stanno facendo da parte, come se avessero paura, loro per primi, di quel che hanno provocato, e non vogliano assumersene la responsabilità fino in fondo. 

 

Sta di fatto che a gestire la Brexit, quando sarà (prima Cameron aveva detto ottobre, adesso ho sentito qualcuno affermare che molto probabilmente non si farà nulla prima dell'anno prossimo), non ci sarà nessuno dei leader politici che l'hanno fortemente voluta.

 

petronius

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@@petronius arbiter per me alla fine, semmai ci sarà questa uscita, a trattare manderanno un avvocato del ministero delle Finanze o un qualunque consulente, cioè manderanno del personale avvezzo alla tanto odiata BUROCRAZIA, cosicché se ci saranno poi delle conseguenze negative per l'UK sarà ancora colpa dei tecnocrati e mai dei PURI INTEGERRIMI ONESTI politici.

 

Non c'è che dire .... i politici non sbagliano mai .....semmai sono i burocrati

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Ciao.

 

Capisco che la mia è una valutazione assolutamente prematura e superficiale, però vorrei sottoporVi una riflessione che sembra cogliere una tendenza del momento abbastanza curiosa:

 

- all'indomani di Brexit si ipotizzavano scenari catastrofici per la Gran Bretagna. borsa di Londra a picco, sterlina ancora di più, transumanza di aziende inglesi che si trasferivano da Bristol alla Locride pur di stare nella U.E. e perdite di fatturato immediate e rovinose, ecc. ecc ; anche l'uscita dell'Inghilterra dagli ottavi degli europei, secondo alcuni attenti osservatori, andava messa in relazione alla scoramento della squadra di Rooney e compagni dovuto agli effetti del post Brexit. 

 

Ora, è vero che è passato poco tempo (l'ho premesso in apertura), ma i primi segnali che si percepiscono sembrano andare in tutt'altra direzione:

 

- la borsa di Londra ieri era l'unica che in Europa guadagnava mentre tutte le altre borse delle Piazze europee perdevano (alcune anche di brutto); la sterlina è vero che ha perso subito dopo Brexit un buon 10% sull'euro ma la situazione sembra tutt'altro che ingovernabile e catastrofica.

 

Chiaramente, dovremmo aspettare almeno qualche mese prima di poter fare un serio punto della situazione.

 

Ma non Vi sembra che, al momento, i soliti analisti che avevano predetto un immediato  disastro, a cui avrebbe fatto seguito un lungo periodo di carestia, siccità e forse persino il colera per gli inglesi, abbiano, ancora una volta (e tanto per cambiare) preso un granchio?

 

Altra domandina:

 

- ma cosa potrebbe succedere fra i Paesi membri della U.E. se per caso (Dio non voglia!...la mia è solo una discorsiva e scaramantica ipotesi di scuola) , dalla Brexit ne uscisse alla distanza un'Inghilterra più forte economicamente e con una sterlina anche più robusta di prima?

 

Grazie per l'attenzione e saluti. :hi:

 

 M.

 

La borsa di Londra ha sempre ragionato a brevissimo termine. Il giorno dopo l'esito del referendum, c'è stato un bel tonfo.

 

Giusto nei giorni successivi, hanno spiegato che è necessaria prima una votazione parlamentare, che la maggioranza dei parlamentari è contraria, che la Scozia farà ostruzionismo, che il primo ministro non presenterà richiesta di uscita e sarò il suo successore a farlo, che il successore più probabile si ritirava, che il prossimo primo ministro ci sarà a fine estate, che dovrà chiedere l'uscita, che dovrà trattare un paio d'anni...

In pratica, i tempi sono brevi ed il momento era propizio per acquistare al ribasso. Con il tonfo della sterlina, poi, gli investitori di area euro hanno avuto tutti i vantaggi ad acquistare. I problemi nasceranno poi.

 

Nel frattempo vedremo se le startup aumenteranno a Londra, Berlino o Francoforte.

 

In quanto al calcio, era puro delirio

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"In quanto al calcio, era puro delirio"

 

Confesso che quella dello "scoramento" della squadra inglese indotto dalla Brexit me l'ero inventata, supponendo che ci potesse essere in giro qualcuno che l'avesse anche detta.....tanto si legge di tutto..

 

Per il resto lo scenario è certamente ancora in completo divenire, anche se mi è sembrato di capire che Cameron a Bruxelles, già da oggi, non viene più ammesso nei salotti della politica europea.

 

Non ho avuto il tempo (e forse anche la voglia) di studiare se la dichiarazione di uscita dalla U.E., pur non ancora formalizzata, comporti fin da subito delle limitazioni della GB nell'assunzione di deliberazioni dell'Unione.

 

Ha senso, ad esempio, coinvolgere la GB in decisioni di natura politica che implichino scelte della U.E. che si ripercuoteranno nei prossimi anni?

 

Non so se esista in questi casi (anche perché non ci sono precedenti) una sorta di "gentlemen agreement" in virtù del quale lo Stato membro in procinto di uscire dall'Unione ma formalmente ancora "in carica", si debba astenere dal votare certi provvedimenti.

 

Insomma, in questi due anni di "purgatorio" (tanto sembra ci vorrà per portare a termine l'iter di uscita), una GB in uscita potrebbe anche trovarsi in conflitto di interesse con la U.E. e potrebbe non votare più in un'ottica "unionista" quanto piuttosto "pro domo sua".

 

In questo senso Brexit, ancorché non ancora neppure formalizzato come dichiarazione ufficiale notificata alla U.E., potrebbe di fatto essere già in atto, almeno politicamente.

 

M.

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Le agenzie di rating sono quelle che davano i bei voti alle banche prima della crisi del 2008, tanto per capirci; le loro valutazioni sono più che opinabili, e non certo "disinteressate"...

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Finalmente qualcosa che condivido con @@Druso Galerio : le agenzie di rating dovrebbero di principio analizzare le condizioni delle società, ma che in concreto dicono la maggior parte delle volte solo ciò che gli conviene o che gli viene detto di dire.

Il motivo è semplice: esse sono società private che hanno come unico obiettivo il profitto e non sono enti pubblici deputati al controllo (e pure qui comunque si dovrebbe stendere un velo pietoso sull'operato di alcune negli ultimi 10 anni).

 

Quando si parla di conseguenze economiche negative derivanti dalla Brexit, sarebbe meglio rivolgersi all'economia reale, cioè occupazione, produzione, potere d'acquisto ...

Allo sì che si può vedere se con la Brexit il popolo britannico ci ha perso o guadagnato, aspettando naturalmente quando avverrà realmente.

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Le agenzie di Rating sono in mano ai grandi speculatori, ci sono centinaia di prove a loro carico.

Personalmente ritengo che il loro giudizio sia legato come sempre a secondi fini e non alla realtà dei fatti.

È la prima volta che un paese esce dall'Europa quindi può succedere tutto ed il contrario di tutto.

È inoltre chiaro che in Italia , non sia così semplice capire cosa esattamente succede visto che quasi la totalità dei media è in mano alla politica.

Saluti e buon we

Silver

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  • ADMIN
Staff

Infatti ho scritto "per quel che vale"...

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Qualcosa si muove:

"Il primo incontro post referendum tra Theresa May, primo ministro britannico, e Nicola Sturgeon, premier del governo autonomo scozzese, è andato bene, a detta di entrambe. Hanno discusso di Brexit. La May ha detto che vorrebbe realizzare l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue. La Sturgeon ha risposto che la Scozia vuole restare nella Ue e valuterebbe la possibilità di un secondo referendum sulla secessione dal Regno Unito, se il Regno Unito uscisse dalla Ue. Posizioni contrapposte. Ma le due donne hanno concordato di partecipare insieme alla trattativa con Bruxelles. E la May ha affermato che non intende avviare l'articolo 50 del trattato europeo che dà il via al negoziato per l'uscita di un paese membro dall'Unione, "fino a quando non ci sarà una posizione comune " dell'intero Regno Unito, cioè concordata anche con la Scozia - e presumibilmente la stessa cosa vale per l'Irlanda del Nord, che - come la Scozia- ha votato a grande maggioranza per Remain. Si profila così uno scenario del genere: a un certo  punto la May potrebbe dire agli elettori, "volete Brexit anche a costo che la conseguenza sia la secessione dalla Scozia dal Regno Unito?" E potrebbe volerci un'elezione anticipata, o un secondo referendum britannico, per rispondere a questa domanda. Sarebbe interessante sapere cosa penserebbero in proposito Boris Johnson e gli altri ministri pro-Brexit del governo May. Insomma, ricevuta da David Cameron la patata bollente di Brexit, Theresa May potrebbe non volere passare alla storia come la premier che è uscita dall'Europa e ha portato alla disunione della Gran Bretagna. Questa storia sarà ancora lunga. E forse con qualche sorpresa".

 

E qui però sorge spontanea una domanda: dopo il referendum dei cittadini dell'UK dove si è chiesto loro se volessero rimanere od uscire dall'UE, ora perché non indirne uno negli altri 27 Stati per chiedere se gli altri cittadini europei vogliono ancora nell'UE i britannici?

 

Certo questo non è concretamente possibile per ragioni giuridiche, però se lo meriterebbero.

Modificato da ARES III
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