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Celtica Danubio


Risposte migliori

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Stimolato da un amico che studia la tipologia,allego foto di una moneta di gr.2,83.

 

chiedo il vostro parere.

 

 

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ecco il dritto

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Inviato (modificato)

Salve,una simile tipologia lo descrive C.Preda nel suo libro,classificata come tipo "Dumbraveni" dal nome della localita dove c'è stato un ritrovamento di 263 monete di questa tipologia,( con una X sul revers) nel 1966. Da K.Pink si chiama "der kreuzelreiter"  della presenza di una X sul reverse. Pero,Preda descrive due gruppi di monete:                                                                                             

 

1.Del primo gruppo fanno parte le monete con stile piu (raffinato) buono,con cavallo che guarda a destra e pesa tra i 10 e i 12,52 gr. Quindi si avvicina a una tetradracma... 

                                                                                                                                                                                                                 2.Appare un po piu stilizata e il cavallo guarda verso sinistra ( come l esemplare postato da franco obetto ) e con peso che va tra 3,36 e 4,95 gr.      

 

Pero la moneta in discussione pesa 2,83 gr.della quale Preda non ne parla...Aspettiamo altri pareri

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Assomiglia molto anche alla tipologia Tothfalu - Ungheria anche se non mi sembra che possa essere così classificata sia per delle divergenze del cavallo che con le allegorie del rovescio.

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Una moneta molto importante.

 

Da un lato permette di aggiungere un capitolo (tra gli innumerevoli che si potrebbero aggiungere) alla "storia di un cavallo" , affrontata tempo fa, relativa alla progressione attraverso lo spazio ed il tempo dei tipi derivati dai tetra di Filippo II, vincitore alle Olimpiadi, dal Mar Nero alle Alpi, dai tempi di Filippo al I sec. a.C e probabilmente oltre.

 

Dall'altro ci permette di vedere un pezzo di un'estrema rarità.

 

Ma andiamo con ordine.

 

Come giustamente indicato da @@brugnea Constantin Preda nel suo magistrale lavoro "Monedele Geto-Dacilor", che analizza tutte le serie emesse o circolanti nel territorio dell'attuale Romania nel periodo preromano conosciute alla data di redazione del testo (pubblicato dall'Accademia delle Scienze della Repubblica Socialista di Romania nel 1973 - lo stesso anno in cui Göbl pubblicò il suo "Ostkelticher Typen-Atlas", una sintesi razionalizzata ed in parte aggiornata del lavoro di Karl Pink "Die Münzprägung der Ostkelten und ihrer Nachbarn" del 1939) individua un gruppo di monete, che denomina Dumbrăveni, costituito da due serie, distinguibili essenzialmente dall'orientamento del cavallo al rovescio e dal peso.

 

Alcune tavole tratte dal lavoro del Preda possono essere utili per farsi un'idea visuale delle monete di cui stiamo parlando. Il primo gruppo, caratterizzato da un peso paragonabile ai tetra di Filippo, é rappresentato dai numeri 1-5 della tav. XXXVII, tutte le altre monete illustrate, col cavallo del rovescio a sinistra, hanno un peso medio pari a circa un terzo. Vale la pena osservarle nel dettaglio per notare le variazioni stilistiche.

 

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Preda  attribuisce l'emissione di questo gruppo ad un territorio compreso tra la Muntenia e la Moldavia (intentendo con questo termine non l'attuale repubblica ex sovietica ma l'omonima regione regione rumena con la quale questa confina).

 

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Facendo un passo indietro, come ricordato da @@brugnea Karl Pink nel suo fondamentale levoro del 1939 si era già occupato di questo gruppo, a cui aveva attribuito il nome di Kreuzelreiter. Pink conosceva solo quattro esemplari, che pubblica, tre della prima serie e solo uno, estremamente pesante (di 7,28 g,  se il peso é corretto) della seconda.

 

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Robert Göbl nel 1973 produce una sorta di "bignami" sistematizzato del lavoro del Pink, il "mitico" OTA. Bof... sì, é utile, ma é un lavoro puramente compilatorio, niente di più che una rimasticazione del Pink. Certamente meritorio (la struttura del Pink risulta estremamente ostica alla consultazione) ma privo (o quasi) di contributi originali. Personalmente credo sia sopravvalutato. In ogni caso questo é quanto l'OTA propone riguardo a questo gruppo:

 

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In questo caso Göbl un contributo lo porta; divide la prima serie (quella del peso di un tetra) del gruppo in questione in due parti, contraddistinte dalla presenza o meno di un elemento accessorio della rappresentazione, il "motivo" (beizeichen) del ramo (una reinterpretazione della torcia nei prototipi macedoni). Per quanto riguarda la seconda serie, quella che qui maggiormente ci interessa, non va oltre il singolo esemplare pubblicato dal Pink.

 

Un vero peccato che Göbl e Preda non abbiano lavorato assieme ed abbiano pubblicato contemporaneamente. C'é comunque da dire che il lvoro del Preda, basato sulla conoscenza diretta dei ritrovamenti e che tiene ben presenti le analisi del Pink, così come di tutta la biblografia precedente al 1973, é decisamente più utile.

 

Alla moneta postata da @@franco obetto non ci siamo purtroppo ancora arrivati.

 

Spero ci si possa arrivare domani. Bisognerà scomodare la buonanima di Derek Allen per questo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Inviato (modificato)

Ed arriviamo al I volume del catalogo delle monete celtiche del British Museum, scritto da Derek Allen ma pubblicato postumo a cura di John Kent e Melinda Mays.

 

E qui finalmente troviamo un riscontro preciso. L'unico, per quanto ho potuto finora vedere.

 

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La moneta sembra uscita dagli stessi conii di quella postata da Franco (del rovescio ne sono quasi certo, il dritto andrebbe visto meglio).  

 

L'esemplare pesa g 3,15, ed era già nelle collezioni del British Museum nel 1837.

 

Nelle collezioni britanniche recensite dall'Allen sono presenti solo esemplari del tipo I del Preda (cavallo a sinistra), nessuno del tipo II (col quale la moneta sembra piuttosto imparentata).

 

Di conseguenza l'Allen la classifica assieme alle prime nell'ambito delle "Moldavian cross-marked series - Cross marked types, with fractions" definendola "Fraction, unrecorded type?".

 

Fidandomi dell'Allen non sono andato a controllarmi il Dessewffy, né il Forrer, né il Castelin... in breve, tutti i lavori nei quali già l'Allen non aveva trovato riscontro.

 

Ho dato un'occhiata ai cataloghi di collezioni più recenti, quello del Dembski del Kunsthistorisches Museum di Vienna, quello della collezione Schörghuber presso la Prähistorische Staatsammlung di Monaco, e quelli delle collezioni Lanz e Flesche custudite entrambe nella Staatliche Münzsammlung, sempre a Monaco: il riscontro del BM al momento rimane l'unico. 

Modificato da g.aulisio
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