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Il 9 maggio , Giorno d'Europa

 

 

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Anche se non esistono ancora emissioni dedicate a questo argomento, ma solo alcuni bei bozzetti di @@annovi.frizio come questi, non potevo non parlarne: l'ho fatto volutamente oggi, 9 maggio. Questo è un giorno fondamentale per l'Europa intera, di cui scriverò in modo più dettagliato di come ho fatto in altre occasioni qui sul forum, perchè se ne possa conoscere bene e apprezzare la portata.

Nell'immediato dopoguerra la situazione politica ed economica in Europa era statica, con distruzioni estese, povertà diffusa e con unica forma d'integrazione in un progetto di unione doganale italo-francese avviato nel 1948, destinata secondo le previsioni all'estensione graduale ad altri paesi, che procedeva lentamente e con difficoltà.
La svolta avvenne il 9 maggio 1950, giorno che dal 1985 è celebrato ufficialmente ogni anno come "Festa dell'Europa" o "Giorno d'Europa", il corrispondente europeo di una festa nazionale: si commemora l'inizio del processo d'integrazione europea, avviato con la Dichiarazione Schuman. Questo documento fu ideato da Jean Monnet, che lo sviluppò insieme a i suoi collaboratori Pierre Uri, Etienne Hirsch e Paul Reuter a partire dal 17 aprile, informando inizialmente solo pochi membri del governo francese per evitare eventuali sabotaggi politici all'iniziativa. Già il 1° maggio, durante l'elaborazione del piano che vide 9 bozze prima della stesura definitiva, Robert Schuman fece sua la proposta decidendo di presentarla direttamente a suo nome. Se Monnet è il vero "padre fondatore d'Europa", essendo sua la paternità del progetto, è comunque indubbio che Schuman non si limitò solo a metterci la faccia ma fu fondamentale per la riuscita dell'impresa in quanto in ogni caso nulla sarebbe potuto partire senza l'approvazione del governo.

La Dichiarazione è ufficialmente una proposta del governo francese a quello tedesco per l'istituzione a breve termine di quella che nel 1951 sarebbe diventata la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio): la messa in comune delle riserve di carbone e acciaio dei due paesi ed altri eventuali membri aderenti, sotto la gestione di un'autorità che è il primo esempio di organismo sovranazionale europeo, e la loro progressiva unione sempre più stretta in campo economico, in modo da gettare le basi concrete per una futura federazione fra gli stati coinvolti.
E' dunque sbagliato affermare come si fa spesso che "l'Europa è nata per motivi economici", perchè la finalità di tutto il progetto era politica e di portata rivoluzionaria, in cui l'unione economica era concepita solo come il primo passo da fare. L'impostazione era già di per sè molto rilevante perchè il carbone e l'acciaio all'epoca erano materie prime strategiche, fondamentali per una nazione: rapportando ad oggi è come se dei paesi che hanno finito da non molto di combattere una guerra mettessero in comune il loro petrolio e il loro gas, e gli stati europei uscivano da un conflitto enormemente devastante e sanguinoso. La prima parte della Dichiarazione Schuman è a suo modo una specie di costituzione che avvia il processo d'integrazione europea, specificando apertamente e chiaramente metodo e obiettivo finale: cominciare a rendere materialmente impossibile un'altra guerra e unificare economicamente l'Europa per creare la base concreta di una futura federazione europea.
Ogni paese vedeva in questo accordo anche un modo per voltare pagina e poter sperare in un futuro decente: la Francia non avrebbe dovuto più temere lo sviluppo della Germania, la Germania non sarebbe rimasta un paese sconfitto a sovranità limitata ma sarebbe diventata uno dei protagonisti del nuovo sistema europeo, l'Italia avrebbe avuto una grossa occasione di riscatto e sviluppo dopo la parentesi fascista e il gli stati del Benelux avrebbero visto garantita la loro sicurezza rispetto ai grandi vicini.

Nel testo c'è anche un riferimento al continente africano, in quanto all'epoca quasi tutta l'Africa era ancora sotto controllo coloniale europeo.

La Dichiarazione fu letta da Schuman al Salone dell'Orologio del Quai d'Orsay, sede del Ministero degli esteri francese, in presenza di Monnet e di un folto gruppo di giornalisti, alle ore 16.  



DICHIARAZIONE SCHUMAN, 9 MAGGIO 1950

La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.
Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent'anni antesignana di un'Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L'Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra.

L'Europa non potrà farsi in un colpo solo, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.
A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo.

Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.
La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.

La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.

Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l'Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano. Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.

Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.

 

 

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(Jean Monnet)

 

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9 e speriamo che non sia l'ultimo e che c'è ne siano ancora molte altre di giornate come questa..........

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L'Euro

 

 

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Come sappiamo è datata 1° gennaio 1999 la nascita della nostra valuta, una delle più importanti e diffuse del mondo.

Come sa chi visse quel momento di persona fu una nascita un po' "in sordina", dato che dal 1999 al 2002 si continuò ad utilizzare il contante delle vecchie valute trasformato in suddivisione non-centesimale dell'Euro, elemento tecnico su cui si basano molte delle ben note leggende metropolitane e teorie paranoiche varie circa il momento effettivo della sua nascita e i suoi effetti sull'economia. Nella cronologia che ho postato in questo thread (aggiornata al post #13)    http://www.lamoneta.it/topic/65910-cronologia-dellunione-monetaria-europea/     ho ripercorso i passi fondamentali dagli anni '50 alla fondazione dell'Euro dell'idea e dei primi tentativi di realizzazione concreta dell'unione monetaria attuale, qui invece mi concentrerò su un particolare di cui non avevo mai parlato prima: come si è giunti alla decisione di denominare Euro la nostra valuta.

 

In sè questo nome, che ufficialmente non è un prefisso ma un termine neutro e non declinabile, non è recente: possiamo dire che la sua "radice" risalga al 1960, quando Pierre Werner denominò "Euror" la progettata nuova valuta di conto con cui proponeva di rimpiazzare l'UCE (Unità di Conto Europea) in uso dal 1950. E' da pochi anni dopo che comincia a circolare il termine "Euro", inventato nell'ambito del Movimento Fedralista Europeo per le medaglie prodotte all'epoca al fine di promuovere l'idea dell'unione monetaria.

 

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Ma come si arrivò alla scelta ufficiale?

 

Il Trattato di Maastricht, che avviò l'ultima fase del piano per l'adozione della valuta unica, parlava semplicemente di ECU (European Currency United), termine che in francese coincide con l'Ecu (Scudo), moneta creata verso il 1260 e coniata da diversi re di Francia a partire dal XVI secolo, mentre in tedesco suona come "E-Kuh"... mucca elettrica.

La questione cominciò ad essere affrontata seriamente nel giugno 1995 all'ECOFIN di Lussemburgo, in cui tedeschi e britannici
contestarono il nome ECU in quanto semplice sigla. Furono allora avanzate varie denominazioni, come Franco, Scellino, Corona o Fiorino, mentre gli inglesi proposero di mantenere invariato in ciascuno Stato il nome della valuta locale facendolo precedere dal prefisso “Euro-” (Eurofranco, Euromarco, Eurolira, ecc.)... senonchè all'ECOFIN informale di Valencia del settembre 1995 la Germania si dichiarò allineata alla proposta britannica mentre il Regno Unito nel frattempo aveva cambiato idea e puntava su una denominazione di valuta storica.

 

La questione fu definitivamente risolta al Consiglio europeo di Madrid del 15 e 16 dicembre 1995.

Il cancelliere tedesco Kohl era fermo nel sostenere che l’opinione pubblica tedesca non avrebbe accettato la denominazione ECU, perchè a prescindere dal significato ridicolo nella lingua tedesca la valuta di conto era stata messa in cattiva luce dalla crisi valutaria del 1992. Il presidente francese Chirac insistette, proponendo una consultazione popolare, ma Kohl non si fece convincere; inoltre anche il presidente del Consiglio italiano Dini era contrario, così ECU fu definitivamente abbandonato.

La Commissione europea fino a quel momento non aveva espresso simpatia per la denominazione Euro, anzi, nelle settimane precedenti aveva proposto Fiorino e Ducato, o addirittura nomi dell'antichità come Solido e Asse: il presidente Prodi riteneva Euro un nome banale ed era favorevole a quelli delle più famose monete rinascimentali. Intanto nei corridoi del Consiglio il presidente del Comitato monetario Nigel Wicks spingeva per il Fiorino, mentre il primo ministro britannico Major, dopo aver proposto il nome Ducato insistette anche lui per la denominazione Fiorino, che però non ebbe successo.

 

La questione si protrasse nella nottata del 16 dicembre e si racconta che arrivata quasi ora di colazione il primo ministro spagnolo Gonzáles ricordò che negli incontri preparatori del Consiglio europeo la maggioranza si era espressa a favore di Euro, nome che richiama per troncamento dell’ultima sillaba il nome Europa, invariabile in tutte le lingue e che non pone grandi problemi di pronuncia... così a quel punto nella sala tutti pronunciarono ad alta voce: Euro.

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La bandiera

 

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« Sullo sfondo blu del cielo, una corona di dodici stelle dorate rappresenta l'unione dei popoli europei. Il numero delle stelle, invariabile, è simbolo di perfezione e unità. »

 

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare quella della paternità e dello sviluppo della bandiera dell'UE è una faccenda piuttosto lunga e complessa, di cui sono incerti tutt'ora alcuni punti nonostante la documentazione e le testimonianze orali in materia, quindi in questo post citerò alcune cose importanti senza pretesa di esaustività.

Fondamentale da sapere è che la nascita del vessillo europeo è avvenuta fuori dall'ambito di quella che in seguito sarebbe diventata la Comunità europea: la blu stellata venne proposta per il Consiglio d'Europa, organizzazione internazionale di cooperazione fondata nel 1949 e ancor oggi esistente (tanto che viene spesso confusa col Consiglio europeo e in generale con l'UE). Cosa poco nota è che nella sua prima versione ufficiale, adottata nel 1953, aveva 15 stelle rappresentanti i membri del Consiglio d'Europa all'epoca. Fu scelta a partire da molte idee di massima o bozzetti, presentati fin dagli anni'40 da privati cittadini e da funzionari delle prime istituzioni internazionali europee, per assumere in seguito la configurazione attuale.

A proposito del numero di stelle, ancora oggi è molto diffusa una leggenda metropolitana che attribuisce le 12 attuali nientemeno che all'aureola della Madonna: questa sciocchezza deriva da un'interpretazione a posteriori fornita probabilmente per scherzo negli anni '80 da Arsène Heitz, funzionario del Servizio di posta interna del Consiglio d'Europa, che ne fu effettivamente il co-ideatore su ispirazione di Paul M.G. Levy, direttore del Servizio stampa del Consiglio d'Europa, ma che non ha riscontro in alcun documento nè ricordo dell'epoca.

 

Alcune proposte:

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Ma come si è arrivati all'adozione da parte della Comunità europea?


In origine la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, si veda il post sul 9 maggio), l'organismo precursore della Comunità Europea, non volle adottare la stessa bandiera del Consiglio d'Europa per sottolineare la propria vocazione federale rispetto a quella internazionale del Consiglio, quindi si dotò di un emblema composto da sei stelle d'oro su fondo per metà inferiore nero e per quella superiore blu. Nel 1959, un anno dopo la creazione della Comunità europea, si pose per ovvi motivi il problema di dotarla di una bandiera ufficiale: il Segretario generale del Consiglio d'Europa propose al Presidente dell'Assemblea parlamentare europea Robert Schuman di adottare la stessa bandiera del Consiglio con l'inserzione al centro del cerchio di 12 stelle di simboli particolari per indicare le varie istituzioni comunitarie. La proposta però venne scartata e si decise di indire un concorso pubblico. Anche questa idea cadde e la questione venne lasciata in sospeso, con le diverse istituzioni europee che negli anni adottarono diversi modelli di emblemi, fino al 1979, quando fu risollevata dal Parlamento europeo dopo le prime elezioni europee a suffragio universale diretto.

Una proposta di quell'anno di un gruppo di parlamentari del Partito Popolare Europeo chideva l'adozione di una bandiera "di colore blu con dodici stelle d'oro disposte in cerchio", ovvero identica a quella del Consiglio d'Europa, senza che questo venisse citato. Nel 1983 si presero accordi col Consiglio d'Europa per l'adozione comune di questo vessillo e il Consiglio europeo di Milano del guigno 1985 gettò le basi per chiudere definitivamente questione nel 1986, con l'approvazione del progetto.

A mezzogiorno del 29 maggio 1986 la bandiera blu fu issata per la prima volta davanti al palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea, durante l'esecuzione dell'Inno alla Gioia di Beethoven e alla presenza del Presidente del Parlamento europeo, di un rappresentante del Consiglio europeo e di Jacques Delors, all'epoca Presidente della Commissione, che si era battuto per anni affinchè il problema di dotare la Comunità di un simbolo ufficiale fosse finalmente risolto.

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L'ESA

 

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Un evento che a mio avviso si meritava ben più di una serie di monete non circolanti francesi è quello dei 50 anni di cooperazione spaziale europea. Si è preferito festeggiare questo evento più generico che non la fondazione dell'ESA perchè pur risalendo quest'ultima al 1975 si è voluto ricordare che l'attività e la collaborazione europea in questo settore è di molto precedente.

 

Come in altri campi importanti, la storia dell'Europa nello spazio ha seguito un po' la scia di quella generale del processo d'integrazione europea: dopo la devastazione e lo sconforto della seconda guerra mondiale la ripresa e l'azione.

Dal 1958, anno in cui gli USA fondarono la NASA, in Europa occidentale diversi scienziati cominciavano a discutere di collaborazione europea e agenzie spaziali europee, in sostanza di fine dell'inerzia e sudditanza europea in campo spaziale. Questo portò nel 1964 alla fondazione dell'ELDO (European Launcher Development Organisation), incaricata dello sviluppo di un lanciatore a partire dall'abbandonato programma britannico Blue Streak per un missile nucleare, e l'ESRO (European Space Research Organization), incaricata dello sviluppo di satelliti. Queste due organizzazioni vennero fuse nel 1975 a formare l'attuale Agenzia Spaziale Europea, che pur non essendo un organismo comunitario è composta quasi totalmente da stati dell'UE ed è strettamente legata sia a questa che alle agenzie spaziali minori mantenute autonomamente da alcuni stati.

Malgrado le sue ragguardevoli dimensioni e capacità, che ne fanno la seconda agenzia spaziale al mondo dopo la NASA, l'ESA è l'unica maggiore a non aver ancora mandato astronauti nello spazio con mezzi propri. Questo non è dovuto alla mancanza di tecnologia ma in parte all'assenza di stimoli dal livello governativo, di cui americani e sovietici avevano sempre goduto per i loro progetti più importanti, e soprattutto all'abbandono di Hermes, programma avviato nel 1987 e cessato nel 1993 che avrebbe dovuto portare a una navetta spaziale europea.

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http://spaceinimages.esa.int/var/esa/storage/images/esa_multimedia/images/2009/12/ariane_5_in_hermes_configuration_1991/9657602-3-eng-GB/Ariane_5_in_Hermes_configuration_1991.jpg

 

Nonostante questo è indiscutibile l'importanza tecnologica e scientifica dei programmi spaziali europei passati e presenti, nonchè le ambizioni future, fra cui anche l'esplorazione umana di Marte. Tutto ciò si scontra con questioni europee di vecchia data: la mancanza di unità politica e una quantità di risorse a disposizione non scarsa ma che considerando la statura complessiva d'Europa si meriterebbe un bell'incremento... magari stornato dai molti, grossi sprechi generati dal primo problema.

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Il 2 commemorativo emesso in Francia nel 2015 non rappresenta direttamente simboli europei ma ci ha strettamente a che fare: con le sigle di tutti gli stati dell'UE che sovrastano una colomba col ramoscello festeggia i 70 anni di pace in Europa dopo la seconda guerra mondiale.

Troppo spesso si dimentica che a questo risultato, molto rilevante per un continenete come quello europeo che da secoli non conoseva periodi di pace così lunghi, ha dato un contributo rilevante il processo d'integrazione europea. Troppo spesso si critica l'istituzione Unione Europea dimenticando che essa è un frutto incompleto e imperfetto quanto vogliamo di qualcosa di molto più profondo ed importante: la volontà di cambiare musica rispetto al passato e di creare un ambiente stabile dove vivere, invece di uno martoriato da tensioni e guerre interne continue, dove gli europei finiscono per diventare periodicamente gli "zimbelli del mondo" e pagarlo caro con morte e distruzione.

La retorica eurofoba/nazionalista, nella sua foga di combattere le aspirazioni più o meno sentite all'unità seria e [quindi] alla stabilità e prosperità europea, si scaglia contro questo ragionamento dicendo che se c'è stata fin'ora pace in Europa è merito della NATO. Sarà bene far presente qualche particolare poco noto.

La NATO è qualcosa di molto diverso dall'UE: un'alleanza militare e solo quello. Non genera coordinamento all'infuori del campo della difesa, non genera legami economici o politici se si eccettua il famoso articolo 5 che obbliga tutti ad intervenire in difesa di uno o più membri attaccati da terzi. E' importante per la sicurezza collettiva ma non è per forza garanzia di pace fra i suoi membri, come dimostra ad esempio il "caso Grecia - Turchia". E' noto che la Turchia, membro della NATO dal 1952, non è mai stata in buoni rapporti con la Grecia, altro membro dal 1952,  situazione che fino agli anni '90 sfociava spesso in tensioni non indifferenti (con mobilitazione di navi da guerra o combattimenti "virtuali" fra caccia delle due forze aeree), per una questione di contese territoriali che erano il sintomo di una più generale diffidenza quando non ostilità di lunga data. Tanto che durante l'invasione turca di Cipro del 1974 i frequenti "scontri freddi" fra caccia greci e turchi, che ancora oggi ogni tanto si sfidano in duelli dove alla fine non partono missili o cannonate, diventarono "caldi" con casi di scontri reali a fuoco, il tutto tenuto il più segreto possibile da entrambe le parti in quanto membri dell'alleanza. Si è riusciti in qualche modo non farli andare oltre, ma non esiste nessuna garanzia che questo sistema regga davanti ad ogni problema nè che gli USA siano decisi a tenerlo in piedi per sempre.

Altra osservazione: si sa che volenti o nolenti a dominare la NATO è un paese solo, gli USA: una delle conseguenze della non abbastanza approfondita unità europea è che quella NATO tanto sbandierata da certi come fonte unica della sicurezza europea anche all'interno non è una partnership fra USA e UE, con aggiunta di qualcun altro, ma una leadership USA sull'UE e gli altri, con buona pace di chi decanta la "sovranità". Con questo assetto di sovranità europea se ne vede ben poca.

E' vero che i trattati europei attuali prevedono l'obbligo di intervenire "con ogni mezzo" se uno o più stati vengono attaccati, ma almeno per ora il centro del sistema rimane l'Alleanza atlantica. E' anche vero che negli anni '50 ci furono un tentativo vano di formare un esercito europeo, la nota CED (Comunità Europea di Difesa), e un tentativo meno noto di formare una forza nucleare franco-tedesco-italiana... ma questa è un'altra storia.

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In questo post uscirò dalla zona Euro per parlare di un caso particolare.

In Croazia si emettono da tempo monete commemorative non circolanti in metallo comune col valore di 25 Kuna: con alcune di queste è stato celebrato in diversi anni l'intero "percorso europeo" della Croazia. Indipendente dalla Jugoslavia dal 1991, ha introdotto l'attuale valuta nel 1994 dopo un periodo di transizione in cui il Dinaro jugoslavo venne sostituito dal Dinaro croato.

Il viaggio comincia nel 1999, anno di nascita dell'Euro, con una 25 stellata che vuol sottolineare la vocazione europeista del paese:

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Nel 2003 la Croazia fa richiesta d'ingresso in UE e l'anno successivo diventa candidato uffciale all'adesione:

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Iniziano i negoziati d'adesione, che ad aprile 2009 vengono bloccati dalla Slovenia a causa della disputa sul confine lungo la baia di Pirano. Nel settembre dello stesso anno il veto sloveno viene tolto e si arriva nel 2011 alla chiusura dei negoziati con la firma preliminare del trattato d'adesione. Nella moneta emessa per l'occasione un quadrato che rappresenta simbolicamente la Croazia è posto vicino a una serie di stelle racchiuse in una figura a nido d'ape che simboleggiano l'UE e i suoi stati:

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Nel 2012 si svolge il referendum per l'adesione, che viene accettata col 67,7% di voti favorevoli. L'ambito obiettivo è finalmente raggiunto: il 1° luglio 2013 la Croazia diventa il 28° stato dell'Unione Europea. Il quadrato si è trasformato in un'altra stella ora inclusa nel nido d'ape:

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Anche nel caso del 50° anniversario del lancio dell'ESRO-2B non possiamo parlare di vero e proprio simbolo europeo ma comunque di un elemento rappresentativo importante. 

Pur non essendo il primo satellite d'Europa l'ESRO-2B (detto anche IRIS, International Radiation Investigation Satellite) era il primo in orbita dell'agenzia che fu precursore dell'ESA, la ESRO (European Space Research Organization), fondata nel 1962 da Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, Spagna, Danimarca e Svizzera allo scopo di avviare una politica spaziale autonoma europea. Dopo la perdita del precedente satellite ESRO-2A , a causa di un guasto al razzo vettore americano Scout con cui doveva essere messo in orbita nel 1967, il 2B fu lanciato il 17 maggio 1968 e la sua missione terminò l' 8 maggio 1971. Aveva a bordo alcuni strumenti per la rilevazione e l'esame di varie particelle e raggi presenti nello spazio.

Al di là del soggetto questa moneta in realtà è un modo di celebrare l'inizio concreto della collaborazione europea in campo spaziale, collaborazione che se non avessimo attuato non saremmo andati molto lontano in questo settore così importante, di certo non alla completa indipendenza dalle superpotenze spaziali dell'epoca e all'avere una delle agenzie spaziali più importanti del mondo.

 

50th_Anniversary_of_the_ESRO-2B_Satellit

 

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Il 22/3/2018 alle 20:19, ART dice:

In Croazia si emettono da tempo monete commemorative non circolanti in metallo comune col valore di 25 Kuna: con alcune di queste è stato celebrato in diversi anni l'intero "percorso europeo" della Croazia.

Non poteva mancare quella per la prima presidenza croata del Consiglio dell'Unione Europea:

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Il 16/12/2016 alle 02:28, ART dice:

La bandiera

« Sullo sfondo blu del cielo, una corona di dodici stelle dorate rappresenta l'unione dei popoli europei. Il numero delle stelle, invariabile, è simbolo di perfezione e unità. »

A proposito del numero di stelle, ancora oggi è molto diffusa una leggenda metropolitana che attribuisce le 12 attuali nientemeno che all'aureola della Madonna: questa sciocchezza deriva da un'interpretazione a posteriori fornita probabilmente per scherzo negli anni '80 da Arsène Heitz, funzionario del Servizio di posta interna del Consiglio d'Europa, che ne fu effettivamente il co-ideatore su ispirazione di Paul M.G. Levy, direttore del Servizio stampa del Consiglio d'Europa, ma che non ha riscontro in alcun documento nè ricordo dell'epoca.

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Bellissima discussione! Trovo sempre affascinanti i simboli e le storie dietro. Vorrei aggiungere, sperando di non fare torto a nessuno, qualche parola sulla bandiera europea.

Nel 1955 il Consiglio d'Europa arrivò ad un accordo sul disegno. Ci furono altri colori proposti, ma furono scartati per diversi motivi: il rosso era dei sovietici, il verde dell'Islam, il bianco era simbolo di resa, il nero commemorava i caduti, l'azzurro era per l'ONU e così via.
Il cerchio di stelle fu ideato da Arsène Heitz, che lavorava al servizio postale di Strasburgo e aveva proposto una decina di bozzetti.
La cosa curiosa è sul numero di stelle: 12. In origine dovevano essere 15, in rappresentanza proprio dei 15 stati membri del Consiglio Europeo. Una delle stelle però rappresentava il Saarland, che al tempo apparteneva alla Francia ma in precedenza faceva parte della Germania.
Paul M.G. Lévy, allora responsabile dei servizi informativi e del disegno del bozzetto finale, racconta: "I tedeschi quindi si opponevano al numero quindici perchè suggeriva la presenza di un'entità politicamente indipendente. Proponevano quattordici stelle, ma era una soluzione inaccettabile per il Saarland. I francesi ne proponevano tredici e un italiano disse: "Sì, ma il tredici porta sfortuna". Così hanno optato per le dodici stelle che avrebbero rappresentato simbolicamente tutti quanti".
Al 12 poi furono attribuitivi significati simboli più disparati: i dodici apostoli, i mesi dell'anno, i segni zodiacali e sì, anche la Madonna. Nell'Apocalisse 12, 1 è scritto infatti: "Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle".

Mi ha sempre fatto divertire il fatto che un italiano si sia opposto al 13 perché porta sfortuna.

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Di notevole impatto simbologico europeo è anche la 2 € comune emessa per il 35° Anniversario del Programma Erasmus, oggi ufficialmente denominato Erasmus+ dopo l'estensione degli obiettivi proposti. L'Erasmus, sviluppato a partire da un'idea della pedagogista Sofia Corradi, non ha bisogno di presentazioni: dal suo avvio ad oggi ha coinvolto milioni di studenti e migliaia di istituzioni, non solo dell'UE, tanto che nei dibattiti su questo non immenso ma nemmeno irrilevante flusso di scambio culturale a livello europeo si parla di "generazione Erasmus". Per quanto gli oppositori dell'integrazione europea abbiano sempre cercato di sminuirne il peso è un dato di fatto che, a prescindere dai semplici numeri, il Programma sia entrato nell'immaginario collettivo come una specie di simbolo d'identità nazionale europea, ed è diventato molto popolare anche al di là della questione studentesca. Ne è una prova ad esempio che quando la dotazione di fondi assegnata al programma arrivò quasi ad esaurirsi, nel 2012, e nelle istituzioni europee qualcuno osò annunciarne l'abolizione, si sviluppò in tutta l'UE un moto spontaneo di protesta che a furor di popolo convinse i responsabili dell'epoca a mantenerlo e rifinanziarlo. Stesse proteste specifiche si videro anche in Gran Bretagna nel 2020, quando nell'ambito delle procedure per la brexit il governo decise di ritirarsi dal Programma.

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2fra2018bok.jpg       French Nordic Gold 10 Euro Cent "Simone Veil" 2024 KM# 3323 |  coinscatalog.NET

 

Simone Veil è stata la prima presidente del Parlamento europeo eletto e una grande attivista per l'unità europea. Pur non essendo mai stata formalmente federalista ha sempre appoggiato tutte le iniziative sostenute da quella parte fin dagli anni '50.

Si trovano in giro diverse informazioni generiche su di lei, ma se volete sapere davvero e con precisione chi era e cos'ha fatto, sia per l'UE che per la Francia, leggete questo documento da pag. 40 a pag. 59: https://www.cirsde.unito.it/sites/c555/files/allegatiparagrafo/25-05-2016/e-book_9788890555602.pdf

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