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Inviato

Ciao,

recentemente ho acquistato una “scommessa” che mi ha portato ad approfondire il tema storico ad essa collegato e che ho riportato nella discussione http://www.lamoneta.it/topic/148783-domiziano-e-la-germania/

 

Per farla breve, ho trovato da un venditore estero un sesterzio di Domiziano che a differenza di quanto riportato sul RIC (Comune) non mi pare passi così frequentemente sul mercato. Si tratta di quello con Domiziano a cavallo che infilza con la lancia il germano a terra. Riportato dal venditore come da “rifinire come pulitura” apparentemente con margini di miglioramento e con una patina verde sottostante, ho deciso di acquistarlo. Dato non trascurabile il prezzo: l’ho acquisito per una quindicina di euro. E per questo prezzo ho deciso di accettare la scommessa, essendo tra l’altro in possesso di un microscopio binoculare che agevola di molto l’eventuale pulizia di qualche esemplare. Certo non pensavo di ricavarne un sesterzio Fdc, VF o che… l’esemplare appariva circolato e consunto sui rilievi ma a 15€ ti porti a casa di solito un tondello liscio o quasi. E al peggio era l’occasione per affinare l’occhio, la tecnica e fare esperienza.

 

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35 mm per 22 g. Nell’insieme un bel modulo.

 

Mi davano pensieri alcune zone:

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Vi domanderete com’è andata…

  • Mi piace 1

Inviato

Come mai ti danno pensieri quei piccoli crateri? Di cancro non ne vedo e mi sentirei di escludere siano ciò che rimane dopo un trattamento specifico (dato lo stato generale....), li prenderei piuttosto come normale usura, punti in cui la patina è saltata, ma non di recente stando al colore sottostante. Com'è andata... la pulizia? Son curioso... comunque per nulla facile da vedere come rovescio....


Inviato

credo bene


Inviato (modificato)

L’esemplare sotto microscopio ha evidenziato che l’apparente deposito terrigeno era semplicemente… cera. La moneta è stata pesantemente cerata tanto da mascherarne le superfici e dargli l’aspetto “rustico” iniziale. Fors’anche nel tentativo di celare un po’ i difetti evidenziati prima. Mi sono pertanto limitato a rimuovere l’eccesso di cera, a lisciarne con delicatezza la patina verde (attenzione, lisciarne le superfici con bastoncino di bambù, non con bulini o che di aggressivo!) e a rifinire con cera microcristallina sia per nutrire la patina che per inibire eventuali processi degenerativi. E’ emerso parte dell’aegis. Il rovescio non era migliorabile.

 

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Le zone sospette attualmente non hanno un aspetto attivo e le superfici presentano cuprite. Certo andranno monitorate nel tempo.

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Quindi alcune considerazioni:

Ciao

Illyricum

;)

Modificato da Illyricum65
  • Mi piace 1

Inviato

Al solito: 257 è il numero della vecchia edizione (1926), 280 quello della più recente (2007) e dunque quello più corretto da usare oggi.

 

"C" mi sembra un indice di rarità corretto, significa che la moneta è presente nella gran parte delle raccolte pubbliche e che è spesso presente nei ritrovamenti.

 

Quelle realmente comuni sono classificate C3 o C2.


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