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Ciao,

nell’ 82 d.C. Domiziano decise di reprimere le incursioni della tribù germanica dei Catti. Si trattava di un progetto già iniziato, in realtà, dal padre Vespasiano negli anni 73-74: lo stesso imperatore da poco succeduto al fratello Tito cercava, oltre alla pacificazione delle frontiere più turbolente, gloria militare personale per migliorare la sua immagine di Augusto.

 

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Oltre a sconfiggere I Catti, tribù germanica bellicosa e irrequieta, il vero obiettivo era la conquista dell’area territoriale di forma triangolare chiamata Agri decumates, corrispondente all’attuale Assia e nota ai più con il termine Foresta Nera: come si evince facilmente si tratta di un’area contraddistinta da ampie e fitte foreste che comprende le sorgenti di due fiumi estremamente importanti in quanto all’epoca costituenti i limiti orientali continentali dell’Impero Romano: il Reno e il Danubio.

 

Fu così che nell’83 d.C. l’Imperatore, ufficialmente diretto in Gallia per un censimento, si presentò a sorpresa a Mogontiacum (Mainz - Magonza) con ingenti forze militari costituite da:

  • Truppe ausiliarie
  • 6 Legioni ( I Adiutrix, la VIII Augusta, XI Claudia, XIV Gemina e XXI Rapax provenienti dalla Germania Superior e la neo costituita I Minervia* )
  • Vexillationes delle 4 legioni britanniche (II Adiutrix, II Augusta, IX Hispania e XX Valeria Victrix

per un totale di circa 80.000 uomini equamente divisi tra ausiliari e legionari.

 

*Legione costituita appositamente da Domiziano per la spedizione. Era dedicata alla Dea Minerva, divinità cui si appellava l’Imperatore. Il simbolo della legione era l’ariete.

 

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L’obiettivo era l’avanzata nei territori dei monti Taunus ovvero l’area tribale dei Catti che secondo alcune fonti erano affini ai Batavi e da qui erano migrati più a sud. Oltre a tale gruppo tribale nell’area erano insediati anche i Mattiaci, i Vangioni, i Triboci e i Nemeti. E’ verosimile ritenere che Domiziano abbia ottenuto l’alleanza delle vicine tribù dei Ermunduri e dei Cherusci (discendenti di quelli di Arminius, per intenderci) per evitare che questi appoggiassero la difesa della tribù invasa. La tattica era quella consueta romana del periodo: avanzare per “comprimere” i Catti in un punto e quindi l’attacco laterale a tenaglia per annientarli.

 

Frontino riferisce che i Catti furono battuti ripetutamente. Ma nella realtà sembra che la tribù germanica avesse capito (forse memore della lezione data a Varo nemmeno 80 anni prima) che la tattica romana era funzionale quando lo scontro avveniva in aree aperte, dove la fanteria pesante poteva muoversi al meglio mentre era in difficoltà laddove il dispiegamento e la mobilità era limitata alla fanteria pesante. Pertanto evitarono lo scontro e sfruttarono le foreste per nascondersi. Lo afferma indirettamente lo stesso storico romano succitato quando scrive che “l’Imperatore, quando i Catti scappando ripetutamente nelle foreste si sottraevano allo scontro tra cavallerie, ordinò ai suoi cavalieri che una volta raggiunti i loro carriagi smontassero e combattessero a piedi. Con questo accorgimento ottenne che nessuna difficoltà di terreno compromettesse la sua vittoria.” (Stratagemata, II, 3, 23).  Con una lettura critica e non mediata da una visione magari un po’ benevolente verso i meriti dell’Imperatore possiamo interpretare la situazione come simile a quanto accaduto nella Caledonia: un avanzamento nel territorio (che effettivamente ci fu per circa 75 chilometri) che non corrispondeva ad un reale e capillare controllo del territorio a causa della natura sfavorevole del territorio (in Scozia le tribù si celavano nelle foreste e sulla Highlands, in Germania nelle foreste e nelle alture presenti). In entrambe le situazioni si provvide alla costruzione di strade, fortini e forti principali; a sud la frontiera avanzò a settentrione. La conquista portò comunque all’avanzamento del limes ma senza annettere efficacemente tutta l’area che si era prefissato; comunque il tragitto del confine tra Reno e Danubio era stato ridotto e poteva esser fortificato e difeso con minore sforzo.

 

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Domiziano si accontentò: elevò la paga ai soldati coinvolti e si accattivò la loro simpatia facendosi vedere sui campi di battaglia (ma i detrattori ne sminuirono le gesta), diede fiato alle lodi dei suoi panegisti, rientrò a Roma ed indesse un Trionfo, praticamente da solo si diede il titolo di Germanico. L’esercito era dalla sua parte, il popolo pure: aveva cancellato l’onta dell’etichetta di “buono a nulla” affibbiatagli dal padre, era un soldato, un conquistatore che si faceva vedere anche in prima linea. Era divenuto popolare. Aggiungeva trionfante il titolo di Germanicus (giugno/agosto 83) e la quarta acclamazione ad Imperator. Questo il bicchiere mezzo pieno: in realtà il settore era rimasto instabile. E ciò non era cosa da poco conto per un’area a nord delle Alpi che immetteva verso la Raetia e quindi verso l’Italia.

 

 

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Nei due anni successivi il limes germanico-retico fu interessato dalla costruzione di una serie di forti, fortini minori e strade. Avanzò nei territori di Nemeti e Triboci. Ma l’area costituiva comunque una specie di scomodo cuneo nei territori dell’Impero: comportava un pesante tributo in termini di presenza militare. Ciò chiaramente portò allo sviluppo economico che si verificò nei tempi successivi ma si ebbero in più occasioni periodi tumultuosi.

 

Già qualche anno dopo la campagna domizianea (88 ? 89?) il settore conobbe un periodo di instabilità dovuto alla deposizione del re Chariomero dei Cherusci da parte degli stessi Catti. Ripreso il potere lo perse una seconda volta a breve e definitivamente quando decise di inviare ostaggi a Roma, secondo la prassi clientelare consolidata dell’epoca.

 

Gli stessi Catti si resero protagonisti di un infruttuoso attacco alla frontiera imperiale durante i disordini provocati dalla rivolta del governatore della Germania Superiore Lucio Antonio Saturnino.

 

In seguito gli Agri decumantes furono protagonisti di azioni militari da parte di Traiano (come Governatore nel 92-96 e come Imperatore nel 98 e 100). Adriano avanzò lievemente il limes. Antonino Pio (145-146) come a lui abituale provvise al rafforzamento delle strutture difensive presenti e ad un avanzamento di 30 chilometri della frontiera. Nel 185/6 ci fu una rivolta contro i militari di stanza ad Argentoratum (Strasburgo). Gallieno perse il territorio conquistato dagli Alemanni che vi si insediarono; riconquistato da Aureliano fu progressivamente abbandonato dopo Probo e lasciato agli Alemanni.

 

E il “nostro” Domiziano? Aveva raggiunto la gloria tanto desiderata: eppure non era contento. C’era qualcuno che oscurava il suo tanto bramato sogno di gloria: Agricola. Lo aveva spedito in Britannia là dove nessuno era riuscito a sottomettere tutte le popolazioni locali. Eppure ci stava riuscendo. Era giunto in Caledonia e stava compiendo il periplo dell’isola, chiudendo la “tenaglia” attorno alle riottose popolazioni locali. Bisognava fermarlo perché troppo … pericolosamente vincente. Quindi quando Agricola si recò a Roma per chiedere un ulteriore limitato contingente militare per chiudere la campagna con la conquista totale della Britannia (84) gli fu ordinato di abbandonare le operazioni militari. Cosa che lo stesso generale fece, fedele all’ordine ricevuto. Non fu declamato per le sue vittorie. L’unico che lo fece fu Tacito: Agricola era suo suocero e gli visse, dopo il suo rientro, accanto per sette anni: probabilmente raccolse oltre alla verità dei fatti, tutta la sua amarezza.

 

Domiziano nel frattempo fece annientare una popolazione nell’Africa proconsolare (i Nasamoni), si scontrò contro i Daci di Decebalo (85): usando come casus belli il fatto che Marcomanni e Quadi (alleati sulla base di un trattato del 6 d.C. siglato tra Tiberio e Maroboduo) non lo avevano aiutato durante la campagna dacica nell’89 riaccese il fronte germanico e in particolare quello Pannonico, iniziando da Carnuntum una guerra che comportò la stipula di una tregua con Decebalo (al fine di evitare un attacco simultaneo nei due settori). La guerra contro i germani conobbe tre fasi dai risultati alterni: 89, 92  e 95(?)- 97. La terza fu condotta da Traiano (Domiziano fu ucciso nel 96) e comportò la vittoria di quest’ultimo che gli comportò il titolo di Germanicus ed il Trionfo. Anche questo settore comunque non fu mai completamente pacificato (usando il termine in senso latino ovvero di debellazione totale del nemico) e nel seguito si ebbero comunque tumulti e azioni belliche.

Modificato da Illyricum65
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Qualche esemplare collegato alla spedizione germanica di Domiziano dell’83-85 d.C.

 

RIC 66b, BMC 81, C 182 Aureus Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMPMTRPIIII - Laureate head right with aegis.
Rev: IMPVIIIICOSXICENSORIAPOTESTATPP - Germania seated right, resting head on hand; broken spear below. c.85 (Rome).  (Dirtyoldcoins) 

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RIC 520 Domitian. AV aureus. AD 87. IMP CAES DOMIT AVG GERM PM TR P VII, laureate head left / IMP XIIII COS XIII CENS P PP, Minerva standing left, holding spear. RIC 520; Cohen 221; Calico 887. AD 87 (Wildwinds)

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RIC 63 C 180 Denarius Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMPPMTRPIIII - Laureate head right.
Rev: IMPXIIIICOSXIIICENSPOTPP - Minerva standing right on galley prow, aiming spear and holding shield; owl to right. 87 (Rome). (Dirtyoldcoins)

post-3754-0-93404500-1461098640_thumb.jp

 

RIC 65 C 387Denarius Obv: IMPCAESDOMITGERMPMTRPVI - Laureate head right.
Rev: IMPXIIIICOSXIIICENSPPP - Minerva standing right on galley prow, aiming spear and holding shield; owl to right. 87 (Rome). (Dirtyoldcoins)

post-3754-0-41907800-1461098754.jpg

 

RIC 66a (Var) Denarius Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMPMTRPIIII - Laureate head right, wearing aegis.
Rev: IMPVIIIICOSXICENSPOTESPP - Germania seated right, resting head on hand. [RIC lists for rev. legend IMP VIIII COS XI CENS POT PP]. 85 (Rome). (Dirtyoldcoins)

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RIC 73d, C 194 Denarius Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMPMTRPV - Laureate head right.
Rev: IMPXICOSXIICENSPPP - Minerva standing right, aiming javelin and holding shield.

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RIC 86 Denarius Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMPMTRPVI - Laureate head right.
Rev: IMPXIICOSXIICENSPPP - Minerva standing left, holding thunderbolt and spear with shield.

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RIC 86 v Denarius Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMPMTRPVI - Laureate head right.
Rev: IMPXIICOSXIICENSPPP - Minerva standing left, holding spear. [RIC unlisted type for this issue]. (Dirtyoldcoins)

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DOMITIAN. 81-96 AD. Æ Sestertius (26.64 g, 7h). Struck 85 AD. Laureate bust right, wearing aegis / GERMANIA CAPTA, trophy; to left, captive German woman seated left on crossed shields in attitude of mourning; to right, captive German man standing right, looking left; shield to right. RIC II 278a; BMCRE 325; Cohen 136. Fine, even brown patina, areas of light pitting on the reverse, large flan. (CNG)

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RIC 284 BMC 339 C 484 Sestertius Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMCOSXICENSPOTPP - Laureate head right.
Rev: No legend Exe: SC - Domitian riding horse right, spearing enemy below. 85 (Rome). (Dirtyoldcoins)

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Domitian. AD 81-96. Æ Sestertius (33mm, 25.37 g). Struck AD 86. Laureate bust right, wearing aegis / GERMANIA CAPTA, SC in exergue, female captive seated left on shield in attitude of mourning, trophy behind; on right stands a male captive, head turned left, hands tied behind back, helmet and shield at his feet. RIC II 312; BMCRE 372; Cohen -. VF, green and brown patina, reverse a little rough, some smoothing. (CNG)

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Domitian Æ Sestertius. Rome, AD 85.  IMP CAES DOMIT AVG GERM COS XI CENS POT P P, laureate bust of Domitian right wearing aegis / Emperor standing left, holding spear; German captive kneeling right before, presenting shield set amongst various arms; S-C across fields, broken spear in exergue. RIC 357; C. 489; BMC 337; BN 358.

 post-3754-0-13247200-1461099622_thumb.jp

 

RIC 279, (RIC [1962] 258), Cohen 488, BMC 299 Domitian AE Sestertius. 85 AD. IMP CAES DOMITIAN AVG GERM COS XI, laureate bust right, wearting aegis / S-C, long-haired German kneeling right, wearing long trousers & presenting sheild to Domitian standing left in military attire, holding spear, helmet on ground between them, broken spear in ex. Cohen 488. (Wildwinds)

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RIC 329, C 538 Dupondius Obv: IMPCAESDOMITAVGGERMCOSXIICENSPERPP - Radiate head right.
Rev: No legend - Shields crossed in front of vexillum. 86 (Rome).

 post-3754-0-65722800-1461099567_thumb.jp

 

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Quadrans con due torques germanici

 

 

Modificato da Illyricum65
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Infine qualche esemplare di età traianea con tema germanico.

 

Trajan AV Aureus. Rome, AD 98. IMP CAES NERVA TRAIAN AVG GERM, laureate head right / PONT MAX TR POT COS II, Germania, nude to waist, seated left on pile of shields, resting left arm on hexagonal shield and holding olive branch in outstretched right hand. RIC 15; BMCRE 8; Woytek 23a; Calicó 1070. 7.52g, 18mm, 6h. Near Extremely Fine. Very Rare. (Roma Numismatics Ltd)

post-3754-0-25091600-1461099789_thumb.jp

 

Va rimarcato inoltre come l’iconografia del cavaliere che trafigge con la lancia il germano a terra viene ripresa nel seguente sesterzio

 

RIC 534, Cohen 503cf, BMC 833 Trajan Æ Sestertius. 103-111 AD. IMP CAES NERVAE TRAIANO AVG GER DAC P M TR P COS V PP, laureate head right / S P Q R OPTIMO PRINCIPI S-C, Trajan riding right spearing Dacian enemy before horse. Cohen 503. (Wildwinds.com)

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dove il nemico è attaccato dal cavaliere romano e differisce dal sesterzio di Domiziano per l’assenza dello scudo esagonale allungato tipico dei Germani.

 

In realtà il prototipo non dovrebbe essere di Domiziano quanto di Tito:

 

Titus as Caesar (AD 69-79). Orichalcum sestertius (33mm, 26.1 gm, 6h). Rome, AD 72. T CAESAR VESPASIAN IMP IIII PON TR POT II COS II, Laureate head of Titus right / SC, Titus riding right, spearing fallen enemy holding shield and spear. RIC 497 (Vespasian) (coincommunity.com)

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oppure

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Si tratta di un’iconografia che ritornerà in voga nella seconda metà del III secolo e durante la Tetrarchia.

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Ciao

Illyricum

;)

Modificato da Illyricum65
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E' un piacere leggere queste discussioni, le monete presentate hanno tutte dei rovesci splendidi............ :good: 

Non conoscevo i sesterzi "Germania Capta", sarebbe una soddisfazione averne uno in collezione, chissà, non si sa mai....... 

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Inviato

Salve , per un completo studio sull' area danubiana imperiale dalla sorgente alla foce , considerando la scarsita' delle fonti antiche e le relative informazioni "di parte" o denigratorie , consiglio la lettura del sottostante libro dell' Universita' degli Studi di Ferrara , Dipartimento di Scienze Storiche , Atti del primo Convegno Internazionale , 15/17 Ottobre 2009 , 499 pagine .

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Complimenti per l'articolo.

 

Volendo cercare il pelo nell'uovo, manca qualche moneta in tema, tipo il sesterzio con Domiziano che calpesta il dio-fiume Reno, simbolo della Germania.


Inviato

Ciao @@FlaviusDomitianus ,

Complimenti per l'articolo.

 

Volendo cercare il pelo nell'uovo, manca qualche moneta in tema, tipo il sesterzio con Domiziano che calpesta il dio-fiume Reno, simbolo della Germania.

lieto per aver passato l'esame della tua visione, in quanto "flaviologo" per eccellenza, pongo rimedio alla lacuna.

 

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Domitian Sestertius. Rome Mint 86 AD. Obverse: IMP CAES DOMIT AVG GERM COS XII CENS PER P P Bust of Domitian, laureate, right with aegis. Reverse: S C Domitian standing left, holding parazonium and spear; Rhenus (The river Rhine) reclining left. References: RIC 468 Rare. Size: 35mm, 25.34g. Numismatic Notes: VF with an attractive light-and-dark green patina with yellow orichalcum metal showing in areas. This type celebrates the expansion of the empire into the areas of the upper Rhine and Main rivers! A stunning example! (da VCoins)

 

Ciao

Illyricum

;)

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Inviato (modificato)

Ciao Illy,

gran bell'articolo...

Certo che i Flavi, da un punto di vista militare, sono stati grandi condottieri...

Saluti Eliodoro

Modificato da eliodoro

Inviato

Bellissima discussione!

Le monete presentate così hanno tutto un altro lustro!

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