Vai al contenuto
IGNORED

Un minimo radiato gallico da studio


Risposte migliori

Inviato (modificato)

Sto iniziando ad analizzare del nuovo materiale per cercare di ordinarmi un po' le idee sulla composizione del flusso monetario circolante gallico.

E mi sono imbattuto in questo minimo all'apparenza "anonimo":

post-8339-0-82910100-1460235673_thumb.jppost-8339-0-08514300-1460235641_thumb.jp

D/ testa a destra, legenda "(...)O"

R/ tracce di figura non immediatamente riconoscibili, legenda "C(...)"

l'analisi del tondello evidenzia bordi squadrati da cui si deduce sia stato ricavato ritagliandolo con cesoie da un elemento di maggior dimensione. Peso 0,60 e diametro 7/8mm.

Una precedente classificazione aveva portato a Claudio II, serie DIVO CLAVDIO, così per giocare ho fatto una prova:

post-8339-0-54344100-1460235700_thumb.jp

È palese che sia stato tagliato da un tondello di Claudio! Non si tratta quindi di un tondello troppo piccolo per contenere tutto il conio, ma di un antoniniano frazionato in 4 parti e arrotondato.

Bene.

La domanda è: per ricavare un tondello "bianco" da riconiate per un minimo? Per creare del numerario di valore inferiore? Per moltiplicare il valore di corso di una singola moneta ammettendo che pure i minimi avevano valore fiduciario pari all'antoniniano?

Le ipotesi sono molteplici come pure sarebbe interessante capire se era un DIVO ufficiale o imitativo.

Il rovescio credo sia del tipo aquila.

Ora lascio a voi la parola! :)

Modificato da grigioviola
  • Mi piace 2
Awards

Inviato

Ciao @@grigioviola, non ho conoscenze in materia, quindi potrei dire una cavolata...comunque, la mia idea è che, in un periodo di penuria di rame, le frazioni ricavate dagli antoniniani, avessero un valore fiduciario, eventualmente anche dell'ordine del quarto..saluti eliodoro


Inviato (modificato)

Ciao,

c'è qualcosa di simile (seppure per monete più recenti) a pagina 60 di "Recent research on irregular coinage in Late Roman Britain" di Adrian Marsden...

 

post-3754-0-26785300-1460290875_thumb.jp

 

post-3754-0-88175000-1460290875_thumb.jp

 

L'autore li descrive come "frazioni" dell'unità.

 

Bell'esemplare. Al primo sguardo non capivo cosa fosse...

 

Ciao

Illyricum

;)

Modificato da Illyricum65

Inviato
Il rovescio credo sia del tipo aquila.

Concordo.

La CO è riferibile a CONSECRATIO e quei rilievi a sinistra dovrebbero essere i residui dell'ala dell'aquila.

post-3754-0-27374800-1460299052.jpg

 

Certo si tratta di un esemplare che riapre i "soliti" interrogativi sui minimi... erano frazioni? Che valore avevano? Circolavano a "peso"?

In un ambiente monetale dove le monete perdevano valore causa l'inflazione e le varie riforme monetali l'antoniniano aveva ancora valore con l'avvento del follis? A mio parere circolavano ancora anche dopo le riforme. Se sì quale valore avevano in riferimento ai follis? Probabilmente inferiore ad un follis... allora un minimo equivaleva a una frazione di antoniniano (ipotizzando un quarto in quanto divisi in quattro parti)? Ma se il follis era l'unità e l'antoniniano una sua frazione... con il minimo che ci acquistavi?

L'antoniniano sostituisce il denario, a sua volta sostituito dal follis... allora il minimo doveva avere un valore risibile... mah!

 

Ciao

Illyricum

;)

 

 


Inviato

DE GREGE EPICURI

Che sia un antoniniano frazionato, direi che non ci sono dubbi. L'unico (e non piccolo) quesito è: quanto valeva. Ora, nonostante tutto quel che si può dire sul valore fiduciario della moneta, il fatto è questo: se a quel tempo circolavano anche "normali" antoniniani, non è possibile che un frammento valesse quanto un  antoniniano, altrimenti...questi ultimi sarebbero stati tutti fatti a pezzettini! Quindi valeva 1/4 di  antoniniano? O 1/8?   Io tifo per 1/4.


Inviato

Conosco il lavoro di Adrian Marsden ed è stata proprio la lettura di questo articolo a spingermi a pubblicare questa moneta. Tra l'altro sono in contatto con l'autore che dovrebbe inviarmi degli studi ancora inedi_ti.

L'ipotesi che sia una frazione regge. Quanto al suo valore non saprei. Di certo doveva essere strettamente legato a quello di un minimo.

Ma si aprono altri interrogativi: Sè sí equivalevano perché non se ne vedono in numero rapportabile ai minimi che sono noti? Se era prassi comune perché sono pressoché assenti negli hoard dei minimi?

Awards

Inviato (modificato)
Riporto quanto segue da: IRREGULAR RADIATE PRODUCTION IN 3RD-CENTURY NORFOLK: AN OVERVIEW, Adrian Marsden, (2012)

 

post-8339-0-20393900-1460365110_thumb.jp

post-8339-0-55282400-1460365114_thumb.jp

 

Come vi dicevo (e come già era emerso) esiste la doppia possibilità che questi esemplari possano essere sia dei tondelli preparatori alla coniazione (i cosiddetti balnks) che delle vere e proprie unità di valore frazionale dell'antoniniano.

In effetti mentre la situazione ante crisi del III secolo vedeva una circolazione strutturata su un modello articolato di valori (aureo-denario-sesterzio-dupondio-asse) l'avvento dell'antoniniano e la sua successiva svalutazione decisamente repentina dal punto di vista del contenuto di intrinseco nobile, ha portato alla sparizione dei grandi moduli in bronzo.

Semplicisticamente: se un antoniniano di 3-4 gr di fatto non conteneva più di un 2-3% di argento, vien da sé che una decina di grammi di AE di un grande/medio modulo rappresentava una grande quantità di metallo vile da utilizzare per produrre un considerevole numero di antoniniani il cui valore facciale (e di cambio) era di gran lunga superiore del valore di un sesterzio. Ecco il perché nel giro di poco tempo il sistema monetario apparentemente (e anche nella pratica, a livello ufficiale) si dotò unicamente di due tipi monetari: aureo-antoniniano).

Se nei territori centrali dell'impero e nei paesi con alto tasso di romanizzazione questo sistema poteva reggere con una rimodulazione dei prezzi in funzione dell'antoniniano, nei territori periferici dove regnava anche una certa incertezza politica e il livello di romanizzazione non era capillarmente diffuso e radicato (nonostante comunque si vivesse "alla romana" anche dal punto di vista amministrativo) l'esigenza di avere un numerario spiccio per i piccoli scambi quotidiani dovette portare alla realizzazione di:

 

a) pezzi frazionati di antoniniani

b) minimi caratterizzati dall'impronta dritto/rovescio sul modello degli antoniani in circolazione

 

entrambi di valore analogo (c'è pressoché totale identità di peso e diametro di questi due tipi se l'antoniniano veniva frazionato in quattro parti).

 

Questo discorso in astratto sembra funzionare. Tuttavia presenta delle criticità non trascurabili:

 

1) E' assodato che i minimi siano una produzione finale nel panorama delle imitative galliche, iniziata a ridosso dell'ultimo anno (o biennio) di regno dei Tetrici e continuata per un periodo successivo alla riannessione dei territori all'impero centrale.

2) Analisi metallurgiche hanno evidenziato una composizione della lega differente per i minimi rispetto alle altre imitative di modulo superiore (caso di scuola il Fenny Stratford hoard) dove i pellets utilizzati per produrre minimi (quindi con dimensioni inferiori rispetto ai tondelli blanks scoperti assieme e sempre destinati alla produzione di imitative) vedevano un aumento di stagno a scapito di un'assenza marcata di argento e zinco

 

Alla luce di quanto esposto mi chiedo:

 

1) possibile che l'esigenza di disporre di valori frazionati dell'unità sia sorta solamente in coda al fenomeno della produzione delle imitative? la medesima esigenza prima non veniva avvertita? o se veniva avvertita, com'era risolta?

2) dal punto di vista della composizione metallica il frazionamento dell'antoniniano (ammesso che non fosse imitativo, ma anche nel caso di moneta imitativa vale il medesimo discorso) doveva contenere, sebbene in minima parte, tracce di argento e quindi avere una lega più nobile dei minimi originati dai pellets, come si raccordavano questi due aspetti? i due prodotti monetali avevano il medesimo valore?

 

Infine, un ulteriore interrogativo, che esula in senso stretto dai precedenti, ma che comunque è collegato al fenomeno delle imitative è la presenza/assenza di zinco in questi prodotti.

La presenza è ormai segno incontrovertibile di quanto dicevo in apertura ovvero del riuso di moneta in oricalco per la produzione di imitazioni.

Oricalco che sembra non essere stato utilizzato (quantomeno nel caso del Fenny Stratford hoard) per la produzione di minimi e, oricalco che non viene mai utilizzato per la produzione dei minimi del IV secolo (lo zinco è completamente assente in queste monete).

Perché? L'ipotesi che fosse scomparsa dalla disponibilità dei falsari una quantità significativa di monete di grande modulo a mio avviso non regge. Grandi hoard di sesterzi sono stati rinvenuti nel corso dei secoli, quindi da qualche parte ce n'erano e se è vero che si era persa la memoria di molti di questi hoard in quanto i proprietari erano morti, trasferiti altrove ecc comunque altri ripostigli o accumuli dovevano essere ragionevolmente noti.

Quindi, chiudendo, le analisi metallurgiche sulle imitative e in particolare sui minimi di prima (gallici) e seconda (IV secolo) generazione, a che risultati ci possono condurre?

E' un tema che per quanto lo si svisceri, non appena sembra comporsi un quadro mentale credibile... subentra sempre un aspetto che scombina completamente le carte... da uscirne pazzi! :)

Modificato da grigioviola
  • Mi piace 2
Awards

Inviato

Scusa ma forse faccio confusione o ricordo male. In alcune misure non era presente zinco seppure in proporzioni minori rispetto all'oricalco?

In caso di ri-fusione questa comporterebbe una diminuzione della percentuale di zinco in quanto una parte va perduta sottoforma di vapore. Inoltre non è detto che la ri-fusione interessasse esclusivamente sesterzi e dupondi ma forse anche gli assi diluendo ulteriormente la % di Zn presente nel campione originario.

Ciao

Illyricum

;)


Inviato

Certo. Tra le varie ipotesi c'è anche questa. Una rifusione riduce la quantità di zinco, fino a lanciarne solo delle tracce. Tuttavia, eccezione fatta per una serie di monete frutto di un unico ritrovamento (mi pare imitative di commemorative di Costantinopoli) lo zinco è sistematicamente assente e questa assenza non può essere casuale né spiegarsi unicamente con la rifusione o con l'utilizzo di soli assi. È davvero credibile secondo te che l'oricalco fosse definitivamente uscito di disponibilità?

A mio avviso no.

Ci devono essere state altre ragioni.

Tecnologia produttiva?

Metalli diversi / diversi valori?

È comunque un aspetto che merita indagini approfondite.

Awards

Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.