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Risposte migliori

Inviato

Buona sera,

Apro nuovo topic per la discussione iniziata nelle monete di Alessandro Magno.

Per tutti coloro che decideranno di approfondire chiedo che i commenti abbiano un fine costruttivo e non critico distruttivo fine a se stesso.

Ringrazi anticipatamente tutti coloro che decideranno di partecipare.

Dracma lifetime issue di Alessandro il Grande

Zecco Mileto

Peso: 4,21. Diametro: 17mm

Obiezione sollevata per la totale assenza di patina.

Interessantissima gemella postata da @@skubydu (che invito a inserire nuovamente qui)

Si speculava sulla possibile origine in virtù di segni di conio ben evidenti

Saluti

A.

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Inviato

Eolo, ottima idea l apertura di una discussione a doc.

Non parlare cmq di moneta gemella, è un aggettivo che potrebbe far pensare ad un clone, e non è questo il caso.

In realtà si tratta di monete diverse provenienti dallo stesso conio di D/ e R/.

Skuby


Inviato

Salve,

Incollo questo post di @@Caio153 sperando ch si continui solo qui questo approfondimento........

Citazione: E’ noto invece che gli operai disonesti delle zecche che utilizzavano conii dismessi per battere ‘moonlight’ dei suberati, marcavano di solito la loro produzione in modo che solo un occhio esperto fosse in grado di riconoscere il marchio. Il marchio ad hoc era per evitare di ricevere in pagamento le stesse monete che avevano contraffatto, dopo che i loro suberati erano entrati in circolazione.

Se il bitorzolo fosse stato un segno ad hoc per riconoscere i suberati prodotti nocte tempore da parte di questi furbetti, potrebbe avere un senso, ma la moneta dovrebbe appunto essere suberata, di qui la necessità di calcolarne la densità... perchè mai produrre monete false con vecchi conii dismessi e tondelli con un tenore d'argento pari a quello delle monete "ufficiali"? E perchè poi a questo punto marchiarle con un bitorzolo (tanto il conio e i tondelli erano buoni)?

 

Altre citazioni: Nello specifico del pezzo di eolo e dell altro, non credo trattasi di semplice usura del conio con rotture varie, anche perché lo avrebbero ripreso almeno nei particolari dei rilievi, lo stile è proprio quello è non avrebbe potuto generare che quei pezzi con quello stile.

"La dramma Price 2090 di Eolo proviene dalla Pecunem NN (già G&N) e secondo me è autentica. Quelle striature particolarmente evidenti al rovescio credo siano dovute a stress termico, per esempio a un rapido raffreddamento di una moneta appena uscita dal conio (quindi appena ‘martellata’ da un tondello arroventato). Probabilmente la moneta sarà stata ripulita, spatinata, ecc., ma questa è un'altra faccenda."

 

Peccato che queste striature/linee di espansione siano identiche nei due esemplari e la temperatura non era l'unico elemento che ne determinava l'andamento... per uscire identiche tutti i fattori in gioco avrebbero dovuto essere identici...


Inviato (modificato)

Salve

@@Caio153

Una spiegazione che mi viene in mente potrebbe essere per esempio un eventuale riciclaggio di refurtiva rubata. L'argento illecito veniva fuso e coniato in monete.

Pensando ad un eventuale falso mi chiedo: se fossi un falsario di monete antiche qualcosa ne capirei.

Se volessi replicare una moneta non ci applicherei anche dettagli anomali (che potrebbero destare sospetti) ma mi limiterei a replicarne gli elementi necessari, per renderla appunto anonima e facilmente smerciabile.

Saluti

A.

Modificato da Eolo

Supporter
Inviato

Approfitto per riassumere qui il mio punto di vista su questa dramma (non Sear ma Price 2090) da cui Eolo è rimasto deluso per l’assenza di patina, con il sospetto che non fosse nemmeno autentica.

La mia prima impressione è stata che i segni fossero dovuti al procedimento con cui era stata coniata una moneta autentica. Skuby ha postato un’altra dramma prodotta chiaramente dalla stessa coppia di conìì, e notando che questi non rappresentavano il massimo dello stile per carenza di dettagli, si era posto la domanda che potesse trattarsi di un conio ‘barbaro’, una sorta di imitazione coeva.

Quanto al parere in merito chiesto da skuby, andreagcs ha propeso per un incisore poco pratico più che per un’imitazione barbarica, dato che queste hanno ben altra fisionomia, con raffigurazioni picassiane di Eracle e di Zeus. Anch’io la penso così, fermo restando che la mia prima impressione non aveva più fondamento, come ho riconosciuto.

Dal confronto delle due dramme al post # 2715 e dei due particolari al post # 2730 (stessi conii e raffigurazioni molto simili, bitorzolo compreso), io credo che anche le striature (che potevano essere causate da uno stress termico successivo alla coniatura) provengano in effetti dal conio (probabilmente vecchio e usurato) e quindi che siano state impresse direttamente sul tondello all’atto della coniatura.

apollonia

Da parte sua skuby ha fatto notare che Le zecche ed il sistema di battere moneta era assi controllato. Un conio "Brutto" ma ufficiale credo non fosse molto gradito. Da qui l'idea che potesse essere altro..(ma coevo). Ci sono ad esempio casi, dove per motivi "pratici" si ricorreva ad emissioni di emergenza, quindi a volte poco curate, o si riutilizzava il circolante apponendo ad esempio semplici contromarche, in zecche mobili, pensiamo al periodo mercenariale in Sicilia nel IV sec a.C. Per un conio "Brutto" potrebbero esserci varie spiegazioni ma andrebbe cmq inquadrato nel contesto storico del momento..

skuby

Per rispondere alla domanda che skuby si pone nell’ultima frase, non si può escludere ad es. che una moneta con quelle caratteristiche da ‘conio brutto’ fosse stata presa come modello da un falsario per riprodurre un conio poi utilizzato per battere altre consorelle. Tra le altre spiegazioni ho ritenuto possibile che alcuni lavoranti addetti alla coniatura di monete ufficiali nella zecca dove avevano anche alloggio, furtivamente avessero battuto tondelli di buon argento con conii dismessi e da loro riesumati per produrre monete con quelle caratteristiche da spendere senza problemi.

E qui potevo fermarmi perché avevo detta la mia.

Invece ho voluto aprire una parentesi per quel ‘bitorzolo’ (evidentemente dovuto al conio usurato e non alla circolazione o a infiltrazioni di liquidi nel suolo dov’era sotterrata la moneta) che poteva servire all’operaio disonesto per riconoscere il proprio manufatto ‘pseudo ufficiale’ tra le monete circolanti dopo averlo speso.

E ho aggiunto che qualora l’operaio disonesto avesse prodotto dei suberati, il segno di riconoscimento l’avrebbe probabilmente messo lui sul conio per marcare la moneta, in modo da poter riconoscere il proprio manufatto tra le monete in circolazione ed evitare di ricevere in pagamento la stessa moneta falsa che aveva prodotto.

 

Questo è tutto.

 

 

apollonia

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Inviato

Quanto al parere in merito chiesto da skuby, andreagcs ha propeso per un incisore poco pratico più che per un’imitazione barbarica, dato che queste hanno ben altra fisionomia, con raffigurazioni picassiane di Eracle e di Zeus.

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  • Mi piace 2
Awards

Inviato

ah ah, bello l'ultimo post.

 

Grazie ad Apollonia che ha riassunto e mi trova concorde.

 

skuby


Supporter
Inviato

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apollonia

 


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