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Medaglia di antimonio


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Buonasera

 

La medaglia è stata dedicata in beneficenza ai Pisani per le alluvioni che colpirono la loro città dal 1865 al 1870, da parte di Firenze in occasione della fiera italiana di prodotti agrari e industriali del 1870.

 

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Antimonio: 24,11 g, 40,4 mm.

 

 

apollonia


Inviato

Ora un collezionista  avrebbe qualche attenzione e preoccupazione a maneggiarla.

Ma a quanto pare in quegli anni non si pensava alla pericolosità di quel metallo.

Qualche anno prima qualche mio avo usava l'antimonio in una lega per fabbricare bombe all'Orsini.


Supporter
Inviato

#chievolan

 

Ciao

 

Quindi il tuo antenato era uno dei due fabbri trevigiani che durante le insurrezioni garibaldine del 1864 in Friuli prepararono quelle bombe in lega di zinco e antimonio (anziché in ghisa, come quella dell’inventore della bomba Felice Orsini) usate dagli insorti per difendersi dalle truppe austriache quando furono circondati in montagna.

 

Tieni presente che una sostanza manifesta la propria tossicità quando è solubile e quindi assorbibile dall’organismo, che è in grado di danneggiare a piccole dosi agendo con meccanismo biochimico che altera le funzioni cellulari o danneggia le strutture cellulari.

 

L’antimonio allo stato metallico (zerovalente) non è assorbito, a differenza dei suoi derivati in cui l’elemento assume valenza tre o cinque.

Furono rinomate le "pillole eterne", costituite di antimonio, le quali ingerite provocavano il vomito, apparentemente senza consumarsi, e, dopo emesse dall'organismo, potevano venir ancora usate.

 

 

apollonia


Inviato

#chievolan

 

Ciao

 

Quindi il tuo antenato era uno dei due fabbri trevigiani che durante le insurrezioni garibaldine del 1864 in Friuli prepararono quelle bombe in lega di zinco e antimonio (anziché in ghisa, come quella dell’inventore della bomba Felice Orsini) usate dagli insorti per difendersi dalle truppe austriache quando furono circondati in montagna.

 

Tieni presente che una sostanza manifesta la propria tossicità quando è solubile e quindi assorbibile dall’organismo, che è in grado di danneggiare a piccole dosi agendo con meccanismo biochimico che altera le funzioni cellulari o danneggia le strutture cellulari.

 

L’antimonio allo stato metallico (zerovalente) non è assorbito, a differenza dei suoi derivati in cui l’elemento assume valenza tre o cinque.

Furono rinomate le "pillole eterne", costituite di antimonio, le quali ingerite provocavano il vomito, apparentemente senza consumarsi, e, dopo emesse dall'organismo, potevano venir ancora usate.

 

 

apollonia

 No, i miei erano "locali".

Nella fonderia clandestina oltre ai due fonditori (che credo si fossero trevisani, ma arrivavano dall'arsenale di Genova), lavoravano una quindicina di gente del posto.


Inviato

Mi chiedevo se la presenza dell'antimonio rendesse letale anche la presenza di piccole schegge non estratte da ferite.


Supporter
Inviato

Bisognerebbe ritrovare qualche resoconto di un medico da campo dell’epoca che ha avuto un’esperienza diretta con un ferito. Personalmente non credo che la presenza di antimonio (per di più in lega con zinco) in una scheggia possa renderla ‘velenosa’.

 

L’avvelenamento da antimonio era comunissimo nei secoli scorsi, quando ne era largo il consumo terapeutico, e si verificava prevalentemente in ambito professionale a causa dell’esposizione acuta per via inalatoria a composti dell’antimonio ad elevata volatilità (ossido di antimonio, idrite di antimonio) alla quale era soggetto il personale addetto alla purificazione e lavorazione del metallo. Casi di avvelenamento accidentale si verificavano a seguito dell’errata somministrazione parenterale del tartrato di potassio e antimonio nelle applicazioni terapeutiche o per ingestione di derivati come il triclorato di antimonio.

 

Quindi i casi di avvelenamento da antimonio si riscontravano con maggior frequenza quando lo si lavorava su larga scala per i suoi preparati ad uso terapeutico. Nella prima Farmacopea Ufficiale (1892) alla voce ‘Antimonio’ erano elencati la classica stibina (crudum e depuratum), il tartaro emetico, il burro e il solfodorato d’antimonio con le rispettive formula chimiche, oltre al Vino antimoniale di Huxam che nel primo 900 era ancora un agente terapeutico di uso comune. L’introduzione di farmaci a minor rischio ha determinato un declino dei preparati antimoniali, tant’è che la farmacopea del 1985 riporta una sola voce: il tartrato.  Tuttavia l’antimonio non è scomparso del tutto dalle farmacopee ufficiali e attualmente troviamo nella nostra il sodio stibogluconato (Pentostam) in fiale da 100 mL, un chemioterapico antiprotozoario usato per somministrazione endovenosa nella terapia della Leishmaniosi.

 

 

apollonia

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Inviato

Oltre al Pentostam c'è un altro derivato dell'Antimonio pentavalente, che anche se non più usato in Italia per uso umano lo è ancora per uso veterinario (sempre per la Leishmaniosi), ovvero il Glucatim (N-metilglucamina antimionato).


Inviato

Le bombe c.d. all'Orsini erano di diverse forme, e realizzate con diverse leghe.

Quelle di Navarons pare fossero di una lega di zinco e antimonio, ma si trova più spesso scritto che fossero di una lega di rame e ghisa.

Il materiale per realizzarle comunque (per rimanere in ambito "farmacologico") era spedito da Trieste ad un farmacista udinese, membro del Comitato friulano. Ciò mi fa supporre che si trattasse di antimonio.

Da bambino ci ho giocato ..... erano molto pesanti, di color grigio piombo.


Inviato

Pare che si fosse usata la lega di zinco e antimonio perché richiedeva un più basso punto di fusione dispetto alla ghisa, cosa opportuna visto che la fucina era non certo ben attrezzata.


Supporter
Inviato

Oltre al Pentostam c'è un altro derivato dell'Antimonio pentavalente, che anche se non più usato in Italia per uso umano lo è ancora per uso veterinario (sempre per la Leishmaniosi), ovvero il Glucatim (N-metilglucamina antimionato).

 

Dato che entriamo nel settore chimico-farmaceutico già di mia competenza accademica, riporto dal libro ‘Principi di Malattie Infettive’ di Leonardo Calza, Società Editrice Esculapio, 2013 quanto segue.

 

I farmaci d’elezione per il trattamento della leishmaniosi viscerale sono i composti antimoniali pentavalenti (meglumina antimoniato o stibogluconato di sodio, 20 mg di antimonio/kg/die), somministrati per via intramuscolare o endovenosa per 20-28 giorni. Questi farmaci presentano però un basso indice terapeutico con frequenti effetti collaterali, tra cui pancreatite acuta, cardiotossicità e mielotossicità (soprattutto nei pazienti con infezione da HIV).

 

Aggiungo che la possibilità di usare altri farmaci è diventata essenziale nei paesi in cui si è sviluppata l’antimonio-resistenza e quindi l’antimonio pentavalente non rappresenta più l’unico farmaco a disposizione per la cura di tutte le forme di leishmaniosi.

Tra i farmaci alternativi abbiamo l’amfotericina B liposomiale per via endovenosa, la pentamidina isotionato per via intramuscolare e il fluconazolo per via endovenosa. Le recidive entro i primi due anni dalla fine della terapia nella popolazione generale sono rare, mentre nei pazienti con AIDS si osservano in oltre il 90% dei casi.

 

 

apollonia


Supporter
Inviato

Pare che si fosse usata la lega di zinco e antimonio perché richiedeva un più basso punto di fusione dispetto alla ghisa, cosa opportuna visto che la fucina era non certo ben attrezzata.

 

Sicuramente la differenza tra i punti di fusione è notevole. La ghisa è una lega ferro-carbonio che al tenore di carbonio 4,3% corrispondente all’eutettico, e quindi alla miscela con punto di fusione più basso tra tutte le possibili, fonde a circa 1150 °C.

 

L’antimonio fonde a 630,6 °C, lo zinco a 419,5 °C. Dal diagramma di fase ho visto che l’eutettico tra i composti intermetallici che si formano tra i due a composizioni attorno al 50-58% di zinco e l’antimonio puro fonde a 505 °C.

 

Per l’aspetto chimico-fisico oltre a quello farmaco-tossicologico che questa medaglia ha chiamato in causa, stamane l’ho portata ai colleghi del dipartimento di chimica fisica per l’analisi ai raggi X degli elementi e dei composti presenti in superficie.

 

 

apollonia

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Inviato

Gli antimoniali non si usano anche per il tripanosoma ?

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Inviato

Gli antimoniali non si usano anche per il tripanosoma ?

 

Non sono aggiornato, ma tra i farmaci usati per la malattia del sonno come suramina, pentamidina, eflornitina e melarsoprolo, solo l’ultimo (di scelta nel caso di disturbi del SNC) contiene un metallo che però non è l’antimonio ma l’arsenico.

 

 

apollonia


Inviato

 Questi farmaci presentano però un basso indice terapeutico con frequenti effetti collaterali, tra cui pancreatite acuta, cardiotossicità e mielotossicità

 

 

 ...... nefrotossicità anche ....


Inviato

 

 

 

Aggiungo che la possibilità di usare altri farmaci è diventata essenziale nei paesi in cui si è sviluppata l’antimonio-resistenza e quindi l’antimonio pentavalente non rappresenta più l’unico farmaco a disposizione per la cura di tutte le forme di leishmaniosi.

 

 

 Già ... come la Miltefosine in India.


Inviato

Sicuramente la differenza tra i punti di fusione è notevole. La ghisa è una lega ferro-carbonio che al tenore di carbonio 4,3% corrispondente all’eutettico, e quindi alla miscela con punto di fusione più basso tra tutte le possibili, fonde a circa 1150 °C.

 

L’antimonio fonde a 630,6 °C, lo zinco a 419,5 °C. Dal diagramma di fase ho visto che l’eutettico tra i composti intermetallici che si formano tra i due a composizioni attorno al 50-58% di zinco e l’antimonio puro fonde a 505 °C.

 

 

 Allora non c'è dubbio ..... nelle fucine garibaldine di Navarons non potevano raggiungere certamente temperature troppo alte.

Grazie per questi dati.


Supporter
Inviato

 Già ... come la Miltefosine in India.

 

Già studiato come antitumorale, oggi farmaco di prima scelta per la leishmaniosi nel cane. Non so però se l'uso è stato esteso anche all'uomo.

 

 

apollonia


Inviato

Già studiato come antitumorale, oggi farmaco di prima scelta per la leishmaniosi nel cane. Non so però se l'uso è stato esteso anche all'uomo.

 

 

apollonia

Io mi limito alle conoscenze veterinarie, ma credo venga usata in India e Bangladesh, e mi pare in altri Paesi come Brasile e Africa Sud sahariana (Sudan), dove la Leishmaniosi viscerale è  più presente.


Inviato

Ha inoltre il vantaggio dell'uso orale e della lunga persistenza. Ma svantaggi come effetti teratogeni.


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Inviato

L’analisi a raggi X ha dimostrato che la medaglia è composta praticamente di stagno (ca 99%) in lega con piccole percentuali di tantalio e di piombo. Quei punti simili a residui di argentatura sono costituiti da ossido stannico, un solido cristallino bianco.

Quindi di antimonio nemmeno l’ombra, nonostante ne fosse dichiarata la presenza.

 

apollonia

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Inviato

L’analisi a raggi X ha dimostrato che la medaglia è composta praticamente di stagno (ca 99%) in lega con piccole percentuali di tantalio e di piombo. Quei punti simili a residui di argentatura sono costituiti da ossido stannico, un solido cristallino bianco.

Quindi di antimonio nemmeno l’ombra, nonostante ne fosse dichiarata la presenza.

 

apollonia


Supporter
Inviato

Basta  una analisi ai raggi X? 

 

Si può fare su un campione delle dimensioni di una medaglia o anche più piccole, come 1 cent. di Euro.

 

 

apollonia


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