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IGNORED

Pesi e misure nel tardo antico


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Inviato

Piccolo post senza pretese…

Non apro una grande discussione metrologica, ma vorrei solo proporre alcuni appunti che uso di solito per non perdermi nel marasma dei pesi e per avere sempre sott’occhio il quadro, mi son detto…magari serve anche ad altri.

Tra le romane, perché per almeno ¾ di secolo ci siamo J

 

Nel tardo antico, diciamo dal V sec in avanti nel caso che riporto, se si vuol parlare di pesi e rapporti nelle monete , dobbiamo partire dalle frazioni del “grande” ovvero la libbra, oppure dai multipli del piccolo, il “carato”….e per ora partiremo da qua… tenendo sempre bene a mente la “tabellina del 12”, perché quasi tutto ruota li intorno…

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Inviato

Carato o siliqua di carrubo

Seme discretamente stabile nel mediterraneo avente peso medio teorico 0,1895 grammi… ovviamente ci dicono i testi, non mancano variazioni significative (0,196 gr. In Siria e 0,212 gr. In Egitto ad esempio)

 

Quindi: 1 carato = 1 siliqua di peso = 0,1895 gr.

 

Ora, il seme di carrubo non era diffuso al nord, quindi quando i popoli “germanici”, e con questo termine volutamente includo tutto…inclusi i franchi, iniziano a coniare, usano…quando lo fanno J …altri metodi….ma sempre di semi si tratta

 

Ad esempio:

Weath grain – ovvero il seme di grano, purtroppo con pesi molto variabili a causa dell’umidità

-          Peso teorico 0,047 gr. – pari a ¼ di Carato – variabile fino almeno a 0,053 gr….

Barley grain – ovvero il seme d’orzo, anche qua con pesi molto variabili….sempre a causa dell’umidità

-          Peso teorico 0,063 gr. – paria  1/3 di carato – variabile almeno fino a 0,065 gr. Molto spesso

 

Questa indicazione non è inutile, perché se i “romani” bene o male si sono sempre basati sulla siliqua/carato, al nord troviamo monete d’argento coniate al peso di 20 o 22 grain spesso abbastanza precisi.

 

Scripulum o scrupulum

 

Ovvero 6 silique/carati di peso – 0,1895 * 6 = 1,14 gr scarsi

Ora, sempre su base 12, non deve quindi stupire che per esempio il nummo di Valentiniano III su 609 esemplari pesati per Roma abbia un peso di 1,16 grammi circa.

 

Oncia

 

Circa 27,29 grammi

12*12 carati = 0,1895 gr * 144 = 27,29

144 carati-silique

6 solidi

8 dracme

24 scrupoli

 

Libbra romana

12*12*12 carati = 0,1895 gr * 1728 = 327,45 gr circa

Il RIC parte da 324 gr, e qua non è il caso di aprire una disputa lunga secoli sul peso della libbra romana…comuqne in line a di principio:

 

1728 carati

288 scrupoli

12 once

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Inviato

PARLIAMO DI MONETE

 

Vediamo un po’ di pesi e misure “teoriche” e ovviamente in modo non dogmatico, infatti le variazioni sono poi molteplici….comunque:

 

Festaureus

A volte si parla di queste monete come di “aurei” ma non è propriamente corretto….in ogni caso:

 

1+1/5 solidi

28,8 carati-silique di peso

1/60 sulla libbra

5,40 grammi circa

 

Solido

Moneta d’oro.

 

1/72 sulla libbra

24 silique-carati di peso

1/6 di oncia

4 scrupoli

4,45 gr. circa

 

Semisse

Moneta d’oro.

 

½ solido

1/144 sulla libbra

12 silique-carati di peso

1/12 di oncia

2 scrupoli

2,28 gr. circa

 

Tremisse

Moneta d’oro.

 

1/3 solido

1/216 sulla libbra

8 silique-carati di peso

1/18 di oncia

1 e 1/3 scrupoli

1,50 gr. Scarsi circa

 

Da notare non a caso che in ambito franco, appariranno tremissi marcati VII “silique” e “solidi” da XX e XXI silique…. Per non parlare di quelli bizantini da 23 silique o meno…tema troppo ampio, ne riparleremo J

 

Miliarense Pesante

Moneta d’argento

 

1/1000 sulla libbra d’oro

1/60 sulla libbra d’argento

14:1 in rapporto con un solido (dato assai dubbio in realtà)

5,40 grammi circa

2 cosiddette “silique pesanti d’argento” nel senso della moneta

 

Miliarense Leggero

Moneta d’argento

 

1/72 sulla libbra d’argento

4,45 grammi circa

2 cosiddette “silique leggere d’argento” nel senso della moneta

 

La cosiddetta “siliqua” nel senso della monetina d’argento

Ora, dopo quello che abbiamo detto, appare evidente che questo nome non era di certo quello della monetina in questione….ma del seme di carrubo / carato.

Inoltre capiamo subito perché qualcuno ha stabilito un rapporto 1/24 tra solido e “siliqua”…eccerto, il solido era fatto da 24 silique-carati d’oro!!!!

 

Qua abbiamo:

monete coniate a 1/96 sulla libbra d’argento – 3,40 gr circa

monete coniate a 1/144 sulla libbra d’argento – 2,27 gr circa

monete coniate a 1/216 sulla libbra d’argento – 1,50 gr circa

….tutte chiamate “siliqua”…che bella confusione….

Quindi…fare quadro è davvero dura….

 

Nummo

Tema dibattutissimo, ma prendiamo come punto di partenza, per non perderci, un peso teorico pari a:

 

6 silique-carati = 1 scrupolo – almeno diciamo alla prima metà del V sec.

A fine IV secolo – 1 nummo  = 6000 denari di conto

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Inviato

RAPPORTI AV:AG:AE

Altro tema da evitare come la peste…perché è un vero e proprio “ginepraio”…. Ma giusto per provare a chiarire i vari ragionamenti, presento qualche ipotesi già nota…

 

I rapporti AV:AG noti per certo da fonti sono

1:14,4 – con 1 libbra di AG = 5 solidi

1:15 – con 1 libbra di AG = 4 e 1/6 solidi

1:18 – con 1 libbra di AG = 4 solidi

E ne esistono certamente altri in movimento in base ai luoghi e al tempo.

 

Con il rapporto AV:AG a 1:18 se ragioniamo sui pesi, abbiamo che la rara moneta in argento coniata a 1/96 sulla libbra equivale esattamente a 1 siliqua-carato d’oro

 

Se però ci fossilizziamo sul concetto 1 solido = 24 monete “cosiddette silique d’argento” medie del V secolo, quelle coniate a 1/144 il rapporto AV:AG cala a 1:12 e la cosa è insostenibile

 

Esemplifico –

Stante il rapporto AV:AG = 1:18 con monete da 1/96 – se la moneta è 1/144 allora

18*96/144 = 12

 

I rapporti AV:AE

Ci derivano apparentemente dalla novella 16 di valentiniano III che cita:

 

1 solido = 7200 nummi – quindi

24 silique d’oro = 7200*6 silique di AE (lo scruppolo)

24 AV = 43200 AE

1 AV = 1800 AE

AV:AE = 1:1800 ovvero – 1 solido = 25 libbre di AE

 

Teniamo presente che per certo sotto Giustiniano il rapporto diventa – 1 solido = 20 libbre di AE

quindi

1 AV = 1440 AE

 

I rapporti AE:AG

Anche qua…che dire…la confusione totale

Pare, dico …pare… che sia esistito almeno in un periodo un rapporto

AG:AE =1:100

La qual cosa ha senso se parliamo di rapporti

AV:AG:AE – 1:18:1800

 

Poi….boh…

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Inviato

QUALCHE ESEMPIO

A Ravenna all’inizio del VI secolo abbiamo argenti marcati 250, 125 e 120 nummi

In territorio vandalo abbiamo argenti marcati 100, 50, 25 e forse 12 Denari, e bronzi marcati D, quindi forse 1/500 rispetto a …. Forse l’unità monetaria  in AG…. 500 nummi = 100 denari di AG ?

1 denaro AG = 5 nummi AE ?

La moneta d’argento da 100 denari pesa mediamente 2,05 g

La moneta in rame (nummo?) D pesa mediamente 0,59 g

2,05 gr. AG = 500 * 0,59 gr.

2,05 gr AG  = 295 gr AE

AG:AE – 1:144 sempre base 12…sarà un caso?

 

Se i conti tornano, potremmo supporre per l’inizio VI secolo:

AG:AE – 1:144

AV:AE – 1:1440 – come detto sotto Giustiniano il rapporto diventa – 1 solido = 20 libbre di AE

Quindi

AV:AG:AE – 1:10:1440 con un rapporto AV:AG 1:10 che comunque mi lascia perplesso….

In “monete” sarebbe ad esempio (caso vandalo):

 

1 solido da 4,45 g = 22 monete in AG da 100 denari (22*2,05 = 4,5 gr * 10 (AV:AG)) = 11000 nummi D

 

Andiamo a Ravenna…

Le monete CN – 250 nummi hanno 2 distinti pesi medi:

serie pesante 1,40 gr circa probabilmente 8 carati

serie leggera 0,99 gr circa—5 o 6 carati?

E allora……

 

Comunque……buon divertimento!!!!!!


Inviato

per non "ammorbarvi" e basta senza darvi poi qualche immagine :)

 

qualche Tremisse "sparso" da VII silique = teorico 1,32 gr

un "solido" da 21 silique - teorico 3,98 gr

e uno da 20 - teorico 3,79 gr

:)

 

post-38959-0-63807300-1455548825_thumb.j

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Inviato

sul tema dei concambi ho aperto un'altra discussione nella sezione "regno d'italia" perché notare che per 100 anni nel XIX secolo si riuscì a tenere una stabilità di cambio un po' mi sciocca....

nel tardo antico/bizantino abbiamo fior fiore di numismatici che mostrano fluttuazioni impressionanti nel concambio AV:AG:AE con il rapporto solido nummo che passa da 7200 a 12000 e oltre in poco tempo.... sarà per forza vero?

 

ecco una immagine di sintesi per il XIX sec fino a circa il 1927

 

 

post-38959-0-27028800-1455615686_thumb.j


  • 4 anni dopo...
Supporter
Inviato

Riprendo l'interessante discussione aperta da @Poemenius per approfondire alcuni argomenti che mi risultano poco chiari:

Da quali fonti è attestato che il nummo valesse effettivamente 6.000 denari? Carlà lo scrive in più di un occasione ma continuo ad avere qualche dubbio al riguardo. 

nel IV-V secolo la rendicontazione era effettuata in miriadi di denari. (una miriade= 10.000 denari). Un nummo da 6.000 denari avrebbe reso poco agevole la rendicontazione, o quantomeno ne avrebbe favorito un'altra. Se si avevano in cassa 20 nummi, bisognava farsi i conti per passare a 20*6000=120.000 denari =12 miriadi di denari. L'utilizzo di una moneta da una miriade (o da un follis, vedi sotto) sarebbe stata molto più apprezzata dal mercato. Tra l'altro se ben ricordo la rendicontazione in miriadi proseguì anche in periodo bizantino quando esisteva tutta una monetazione espressa in nummi di conto. 

Credo possa essere utile discutere anche Il follis. Credo si concordi abbastanza serenamente che rappresenti un sacchetto del valore di 12.500 denari, che si potevano accumulare all'inizio del IV secolo con 1000 monete da 12.5 denari (il nummus argentiforos di Diocleziano) o 125 argentei. In seguito all'inflazione follis divenne un'unità di valore, sempre equivalente a 12.500 denari, ossia 1,25 miriadi. 8 folles=10 miriadi, 40 folles=50 miriadi

Si ipotizza che inseguito alle riforme di Costanzo II o di suoi successori possa essere diventato una moneta reale.  

Un'ultima cosa, dire che il miliarense valesse 1/1000 di libra d'oro implica che il cambio argento oro fosse fissato dallo stato, cosa di cui non si certezza (anzi vi sono evidenze del contrario) o mi sbaglio?

   


Inviato

il tema è complesso, mi sento di dire solo che "poco agevole" è perchè tu lo consideri "un nummo", senza considerare che ai miei tempi usavamo monete da 50 lire, 20 lire, banconote  da 5000 lire ....

la moneta di conto, può sembrare ardua ai posteri, ma chi viveva il presente, non credo avesse problemi, in un sistema che soprattutto ruotava spessissimo sui multipli di 12 ....

sulla citazione dei 6000 denari, credo sia papiracea, ma te la cerco!


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