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identificazione museo diocesano salerno


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Inviato

Cari amici,

da appassionato mi è capitato di visitare il Museo diocesano di Salerno che propone alcune teche con molte monete ritrovate a Salerno. Fra quaeste ve ne sono di romane e medievali. In una teca riservate a monete normanne ve ne sono alcune che proprio non riesco a riconoscere. Credo che la didascalia sia errata e anche un po' vecchiotta :nea: .

Potreste aiutarmi a capire di cosa si tratta, per favore?

 

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Inviato

ecco amche il rovescio. Purtroppo leimmagini non sono un granchè ma non sono riuscito a fare di meglio.

 attendo suggerimenti grazie

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Inviato

Scusa ma non comprendo la richiesta , nella didascalia c'è scritto tutto . Sono nummi imitativi , ne esistono anche di più vecchiotte tipo del VIII secolo .


Inviato

imitative  si intende questo , credo

Mentre nel resto d'Europa ed in Italia settentrionale i sistemi monetari che avevano la loro origine nella riforma di Carlo Magno, erano basati sul Denaro ( d'Argento, d'oro ed in seguito mistura ecc) - In Sicilia ed in altre zone, circolava invece la moneta aurea  Araba, il cui nominale era il Dinar,  diviso in quattro Tari. I Normanni coniavano imitazioni dei tari arabi e follari di bronzo..  I follari in bronzo vennero sostituiti dai denari in mistura  a partire  dall'avvento degli  Hohenstaufen....  ebbene quelli postati  sono Follari  che imitano  nummi arabi, ma  perfettamente autorizzati dall'autorità...

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Inviato (modificato)

Mah...in realtà, dato il periodo di coniazione, non credo siano normanni..la Sicilia fu conquistato da Roberto il Guiscardo il 1072 che non coniò follari imitativi arabi, ma tarì d'oro di tipo arabo.
Dall'872 al 1072, invece, la Sicilia ebbe una dominazione araba, è possibile, quindi, che fossero sì monete imitative arabe, ma coniate, eventualmente, in Sicilia...
Sarebbe necessario l'intervento di esperti della monetazione siciliana medievale.
Saluti Eliodoro

Modificato da eliodoro

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Son d'accordo con Eliodoro, non me ne vogliano gli altri partecipanti che ringrazio, ma in realtà le informazioni scritte non "coincidono" con la moneta. Non conosco nummi arabi in italia meridionale e ancor meno nummi imitativi. A quel tempo c'erano i follari di rame. Cosa dovrebbero imitare?

 

Mah...in realtà, dato il periodo di coniazione, non credo siano normanni..la Sicilia fu conquistato da Roberto il Guiscardo il 1072 che non coniò follari imitativi arabi, ma tarì d'oro di tipo arabo.
Dall'872 al 1072, invece, la Sicilia ebbe una dominazione araba, è possibile, quindi, che fossero sì monete imitative arabe, ma coniate, eventualmente, in Sicilia...
Sarebbe necessario l'intervento di esperti della monetazione siciliana medievale.
Saluti Eliodoro


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Inviato

Salve a tutti.

Conosco bene la Collezione del Diocesano di Salerno e posso dire che in alcuni casi le descrizioni che accompagnano le monete non sono aggiornate secondo le più recenti pubblicazioni. Le descrizioni furono redatte dal Dott. Ugo Pecoraro, vice direttore del Museo nel corso dello scorso secolo, che dedicò particolare attenzione a questa Collezione. Il caso in esame che qui si è verificato è proprio uno di questi, dove la moneta è accompagnata da un cartellino che non è aggiornato. La moneta in oggetto non è né medievale, né tantomeno salernitana: si tratta di un nummo in bronzo coniato nelle Baleari, ad Ebusus, nel II sec. a.C. con la figura del dio Bes (l'immagine in allegato qui di seguito raffigura il tipo più diffuso e comune di questa serie).

 

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Questi bronzetti circolarono per parecchio tempo in Campania, soprattutto nella fascia costiera, fin dai tempi dell'antica Roma e ne furono importati quantitativi considerevoli durante gli scambi commerciali che si ebbero tra le colonie ispaniche e le romane del Sud Italia (ad esempio, ne sono stati rinvenuti tanti nel corso degli scavi di Pompei). Ebbene, cosa c'entra una moneta di epoca classica con la Salerno medievale? Il Padre Gaetano Foresio, conoscitore e collezionista di monete salernitane vissuto ed operante nel XIX secolo, ne rinvenne alcuni esemplari proprio a Salerno e li introdusse nella sua collezione numismatica scambiandoli, in questo modo, per monete salernitane medievali. Nella seconda parte del suo libro Le monete delle zecche di Salerno, edita nel 1893, alla pagina 9 (numeri dal 186 al 192, illustrate alla tavola V, numeri 135-140) classifica queste monetine definendole proprio come "Imitazione dei Nummi arabi" e prosegue descrivendole esattamente come appare scritto nel cartellino che accompagna la moneta del Diocesano. Evidentemente, il Dott. Pecoraro, nel compilare le didascalie per le monete del Museo, ha fatto largo uso come fonte principale, se non esclusiva, per le monete salernitane, dell'opera ormai datata del Foresio, seguendone pedissequamente le attribuzioni, producendo, in casi come questi, delle descrizioni che sarebbero da rivedere o includendo nella serie salernitana medievale delle monete che non furono coniate da questa zecca in quei tempi, incorrendo nello stesso fraintendimento accorso al Padre Benedettino alla fine dell'Ottocento. Spero di essere stato sufficientemente chiaro ed esaustivo nell'aver fornito quante più informazioni possibili al fine di chiarire questo secolare equivoco.     

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  • 3 settimane dopo...

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