Vai al contenuto
IGNORED

Il “Giorno del ricordo”


Risposte migliori

Inviato

C'è da dire che non tutte le popolazioni-etnie della Jugoslavia erano effettivamente legate da un profondo e sincero patriottismo nei confronti del proprio Paese (vedi italiani, austriaci, ungheresi, albanesi) a dispetto magari di coloro che erano al di là dei confini e che anelavano un'unione con essa.

Si, ma l'unione con la Jugoslavia la voleva il Partito Comunista, mica le popolazioni italiane della Venezia Giulia, visto che poi sono esodate in massa...


Inviato

Appunto.........la voleva una minoranza..........ma agguerrita .........


Inviato

Quello riportato pocanzi da me è basato su dati storici, purtroppo.

Dati storici...

 

http://www.sostenitori.info/foibe-il-giorno-del-ricordo-4/206699

post-18735-0-73500800-1455630754_thumb.j

 

Per la cronaca: la fotografia è stata scattata nel villaggio di Dane, nella Loška Dolina, a sudest di Lubiana. Si sa anche il giorno in cui la foto fu scattata, il 31 luglio 1942, e addirittura i nomi dei fucilati:

Franc Žnidaršič,

Janez Kranjc,

Franc Škerbec,

Feliks Žnidaršič,

Edvard Škerbec.

Come nella Wehrmacht e nelle SS, anche nell’esercito italiano si documentavano stragi e crimini, salvo tenerli nascosti negli anni successivi per confermare il (finto) cliché del «bono soldato italiano».

  • Mi piace 1

Inviato

Come nella Wehrmacht e nelle SS, anche nell’esercito italiano si documentavano stragi e crimini, salvo tenerli nascosti negli anni successivi per confermare il (finto) cliché del «bono soldato italiano».

 

Cito da un link che avevo postato in precedenza, e che probabilmente pochi hanno letto:

 

"I primi passi dell’insabbiamento dei crimini di guerra italiani risalgono alle preoccupazioni degli organi di Stato all’indomani dell’8 settembre del 1943. Sia il Ministero della Guerra che il Ministero degli Affari esteri, guidati ai loro vertici da uomini vissuti sino ad allora nel regime e per il regime, svilupparono un’azione concertata per eludere il dettato dell’art. 29 dell’armistizio che imponeva all’Italia la consegna agli Alleati dei criminali di guerra. La linea difensiva fu definita nell’autunno del 1944, dopo che fonti di intelligence rivelarono che la Jugoslavia, tramite un’apposita commissione, stava raccogliendo prove d’accusa sui crimini di guerra italiani per chiamarne a giudizio i responsabili. L’azione di salvataggio si sviluppò su due linee: l’approntamento di una “controdocumentazione” per rispondere alle accuse jugoslave e la rivendicazione del diritto dell’Italia di processare presso i suoi tribunali i presunti colpevoli.

Su esplicita richiesta del segretario generale del Ministero degli Affari esteri, Renato Prunas, il Servizio informazioni militari iniziò la raccolta di una documentazione volta prevalentemente a denunciare «le sevizie compiute da parte jugoslava contro civili e militari italiani, prima e dopo l’8 settembre». La documentazione conteneva materiale sui crimini commessi dalle varie fazioni jugoslave contro la stessa popolazione jugoslava e prove sulla protezione prestata dai reparti italiani ai civili jugoslavi.

 

La “controinchiesta” confluì nel materiale difensivo, preparato nel 1945 dallo Stato maggiore dell’Esercito, al Ministero degli esteri per sostenere il rifiuto di consegnare i propri criminali di guerra. La posizione italiana ribaltava le accuse ricevute addebitando i crimini più atroci ai partigiani jugoslavi, affermava che i soldati italiani avevano rispettato le norme e gli usi di guerra previsti dai regolamenti internazionali, distaccandosene solo in casi sporadici per reazione ai crimini spaventosi subiti da parte del nemico. Come prova della ferocia jugoslava furono presentate le crudeli uccisioni di italiani, compiute dopo la guerra, nelle foibe.

Nonostante questa linea di difesa, la Commissione d’inchiesta istituita nel maggio 1946 dal Ministero della Guerra deferì una quarantina di persone perché fossero processate per crimini di guerra. Fra queste figuravano i vertici dell’esercito e dell’amministrazione fascista come i generali Roatta, Robotti e Pirzio Biroli e gli ex governatori della Dalmazia Francesco Giunta e Giuseppe Bastianini.

Tra il 1946 ed il 1947 i ministri degli Esteri Pietro Nenni e Carlo Sforza sollecitarono lo svolgimento dei processi ma poi, dal ’48, ci si allineò alla decisione, avallata dal governo, di rinviare sine die i procedimenti giudiziari. Dopo la rottura con Stalin, Tito rinunciò alla richiesta di estradizione dei criminali di guerra italiani e nel 1951 la magistratura italiana chiuse tutte le istruttorie.

 

L’esito di questa vicenda è fondamentale in quanto generò un perverso meccanismo a catena che impedì l’istituzione di una Norimberga italiana per i crimini commessi dai nazifasciti ai danni delle popolazioni italiane tra il 1943 ed il 1945. Infatti fino al 1946 era intenzione degli Alleati celebrare due processi affidati alle corti di giustizia militari inglesi, uno per le Fosse Ardeatine, l’altro per tutti i responsabili, su larga scala, delle rappresaglie tra il giugno e il settembre del 1944 per processare i vertici nazisti in Italia: Kesselring, von Mackensen, Hauser, Mältzer, Boehm, Harster, Kappler e Wolff. Il motivo per cui al governo italiano veniva lasciata la responsabilità di giudicare solamente gli ufficiali di basso rango era dovuto alla volontà degli Alleati di non mettere in imbarazzo gli italiani. Se, infatti, si fosse accettato di consegnare loro i maggiori responsabili tedeschi degli eccidi commessi in Italia, si sarebbero dovute accettare anche da altri paesi le richieste di estradizione di Italiani ricercati per crimini di guerra, che avrebbero potuto avere un «effetto di disturbo sul morale, la fiducia e la cooperazione dell’Esercito Italiano» con il quale il Comando supremo unificato alleato stava riordinando la futura organizzazione difensiva nell’ottica della guerra fredda.

Gli oltre 750 italiani richiesti dalla Jugoslavia, come i 180 richiesti dalla Grecia o i 140 dall’Albania poterono così godere di un’assoluta impunità che dette luogo ad una spirale di silenzio sui 15.000 civili uccisi dai nazifascisti dei quali il governo italiano aveva compilato un registro di ben 2.274 fascicoli sepolti, per più di cinquant’anni, nell’ “armadio della vergogna” presso la Procura generale militare di Roma."

 

Per chi vuole, ripropongo il link completo:

 

http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/436.html

 

petronius

  • Mi piace 1

Inviato

Avevo letto sì, ci sono dei passi veramente raccapriccianti, ne consiglio vivamente la lettura a tutti quelli che sventolano il tricolore nel "giorno del ricordo".

  • Mi piace 2

Inviato (modificato)

Giusto perchè la memoria non sia a senso unico.

 

Lojze Bratuž, italianizzato in Luigi Bertossi

 

E se non vi basta la morte di Lojze Bratuz dopo lunga agonia, selvaggiamente picchiato ed avvelenato con una mistura di olio di ricino, olio motore e benzolo, vediamo cosa accadde a sua moglie, la poetessa Ljubka Šorli ed ai loro bambini: fu arrestata e condotta a Trieste a "Villa Triste" (a 100m da casa mia) dove era insediata la "banda Collotti" il cui capo è medaglia al valore "per un'azione antipartigiana", consegnata dal presidente della repubblica Giulio Einaudi nel 1954.

Fu torturata per giorni, per farsi dare informazioni che grazie al cielo non conosceva, su dei partigiani goriziani. Visto che non parlava, il Collotti telefonò a Gorizia ordinando di portare i due bambini di Ljubka già orfani di padre, per torturarli davanti alla madre e costringerla a parlare. ""Fortunatamente" uno dei due era gravemente ammalato e non potè essere trasportato.

Allora Collotti sfogò la sua ira rompendo 7 costole alla sua vittima, che fu successivamente deportata in un campo di concentramento fino al maggio del 1945.

Italiani brava gente.

Modificato da Exergus
  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Da non sottovalutare il problema del "giorno del ricordo" come di altre ricorrenze simili: possono essere facilmente prese come pretesto per sottile propaganda anti- questa o quella parte.

Modificato da ART

Inviato

Sono abbastanza contrario alle celebrazioni di queste "giornate del ricordo" perché sono sempre l'occasione per fomentare polemiche.

 

A parte il fatto che se si vuole "ricordare" un evento occorrerebbe farlo a 360 gradi e non faziosamente.

 

In questi casi sarebbe molto meglio dimenticare...piuttosto che ricordare solo una parte della verità.

 

M. 

  • Mi piace 2

Inviato

Per quanto sia giusto ricordare e condannare ogni orrore, mi spiace constatare che questa discussione specifica, che doveva essere un piccolo memento della fine orribile degli innocenti infoibati, senza che vi siano state "colpe" o intenzioni particolari da parte di nessun partecipante, è nella sostanza degenerata in un "non poteva essere altrimenti". E quindi sì, le foibe van ricordate ma...mai troppo dalla parte degli infoibati. Aldilà di ogni opportuna e condivisibile precisazione storica, è davvero triste.

  • Mi piace 2

Inviato

Gli oltre 750 italiani richiesti dalla Jugoslavia, come i 180 richiesti dalla Grecia o i 140 dall’Albania poterono così godere di un’assoluta impunità che dette luogo ad una spirale di silenzio sui 15.000 civili uccisi dai nazifascisti dei quali il governo italiano aveva compilato un registro di ben 2.274 fascicoli sepolti, per più di cinquant’anni, nell’ “armadio della vergogna” presso la Procura generale militare di Roma."

 

E' notizia di oggi, i documenti dell' "armadio della vergogna" sono stati desecretati, e sono consultabili online nell'archivio della Camera

 

http://www.repubblica.it/politica/2016/02/16/news/stragi_nazifasciste_online_archivio_vergogna_-133585481/

 

Si potrebbe dire meglio tardi che mai, ma non è certo una consolazione <_<

 

petronius

  • Mi piace 1

Inviato

Per quanto sia giusto ricordare e condannare ogni orrore, mi spiace constatare che questa discussione specifica, che doveva essere un piccolo memento della fine orribile degli innocenti infoibati, senza che vi siano state "colpe" o intenzioni particolari da parte di nessun partecipante, è nella sostanza degenerata in un "non poteva essere altrimenti". E quindi sì, le foibe van ricordate ma...mai troppo dalla parte degli infoibati. Aldilà di ogni opportuna e condivisibile precisazione storica, è davvero triste.

Sempre dalla parte delle vittime, però è bene ricordare che non sono solo italiane.


Inviato

Devo concordare con @@Druso Galerio : il post è incentrato sulle foibe (o meglio le vittime e i loro carnefici) o dovremmo parlare di ogni IGNOBILE E SPREGIEVOLE AZIONE AVVENUTA NELLA STORIA?  perché se è così non credo che saremmo capaci di includerle o ricordarle tutte.

Mi sembra di pessimo gusto iniziare a parlare di un argomento e qualcuno vuole tirare fuori subito qualche strano tema collaterale con forse, penso male io, l'intento di sminuire o rendere più digeribile avvenimenti che non hanno giustificazioni.

Certo si può allargare il tema per comprendere bene il fenomeno storico, ma attenzione a non uscirne fuori di proposito.

 

Questo modus operandi è dei bambini e dei politici.......quindi evitiamo di utilizzarlo.

 

Se qualcuno vuole aprire una discussione sulla "monnezza italica" va benissimo non ci sono problemi, ma in questo caso mi pare che gli argomenti usciti fuori hanno il sapore di edulcorare i fatti commessi nelle foibe e voglio ricordare di nuovo che le vittime non furono solo italiani.

Quindi è ora di smetterla di avere campanilismi politici su questi temi.

L'omicidio è un fatto che non ha bisogno di molte interpretazioni, se non per coloro che vogliono arrivare a qualche fine.

  • Mi piace 1

Inviato

Mi sembra di pessimo gusto iniziare a parlare di un argomento e qualcuno vuole tirare fuori subito qualche strano tema collaterale con forse, penso male io, l'intento di sminuire o rendere più digeribile avvenimenti che non hanno giustificazioni.

 

Se per te i massacri compiuti dai nostri in Jugoslavia sono, rispetto alle foibe, uno "strano tema collaterale", temo tu non abbia capito il senso dei miei post (e non solo dei miei). Non c'è, da parte mia, nessuna intenzione di sminuire o rendere più digeribili avvenimenti che non hanno giustificazioni, ma solo la consapevolezza che non si possono capire, e spiegare, tali avvenimenti, senza prendere in considerazione le cause che li hanno prodotti, e tra queste, non si può non includere quanto da noi fatto nella Jugoslavia occupata.

 

Mi sembrava un concetto semplice da capire, ma forse non sono riuscito a spiegarlo bene o, forse, non lo si vuol proprio capire.

 

petronius

  • Mi piace 3

Inviato

@@petronius arbiter non era rivolto tanto nei tuoi confronti..........

 

Ora cercherò di spiegarmi ancora meglio con un esempio duro.

 

Il 27 Gennaio di ogni anno si commemora il giorno della Shoah .

Cosa ne pensate se in quell'occasione qualcuno volesse spiegare le motivazioni dell'olocausto adducendo studi del tipo

- le speculazioni finanziarie dei banchieri di origine ebraica hanno messo alla fame la Germania post-bellica;

- il primo conflitto mondiale ha di fatto impoverito i cittadini dell'Europa continentale mentre i grandi finanzieri, gli industriali , gli armatori hanno fatto ottimi profitti;

- l'accesso all'istruzione superiore è di fatto preclusa alla massa mentre è appannaggio di cittadini di origine ebraica, che se la possono permettere;

........

 

Tutti questi elementi, anche se facenti della propaganda dell'epoca, hanno purtroppo un fondo molto spesso di verità.

 

Comunque siano gli argomenti storici, economici, politici della Shoah, essa non sarà ne più ne meno che una MATTANZA PROGRAMMATA DI PERSONE (COME le FOIBE).

 

Io personalmente il Giorno della Shoah penso alle vittime e non tanto alle motivazioni (se ce ne possano mai essere) di questo abominevole avvenimento, perché avrei paura che qualcuno possa poi trovare una giustificazione che la renda plausibile e per questo accettabile.

E no, non cado in questo sottilissimo e perverso processo logico.

 

Quindi se qualcuno parlando di Foibe dice "Ma anche noi abbiamo fatto questo..." io rispondo "Un omicidio non ne giustifica un altro" ma soprattutto "Che vogliamo vantarcene o metterci in competizione? Ci dobbiamo vergognare per entrambi gli eventi".

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Vorrei precisare alcuni punti:

 

1) I morti, sono morti di tutti;

 

2) Comprendere non significa perdonare e non significa giustificare

 

Polemarco

Modificato da Polemarco

Inviato

Comprendere non significa "ma l'abbiamo fatto anche noi".

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Ammesso e non concesso che vi sia stata una reazione tutto questo non significa che la reazione sia giustificata, che una azione debba necessariamente portare ad una reazione, che la reazione sia indispensabile proporzionale o altro.

 

Quando accadono simili eventi, le cause, le concause, le occasioni sono molteplici come quando cade un areo di linea.

 

Si crea un groviglio, un mulinello, quello che il Commissario Ingravallo (Quer pasticciaccio brutto de via Merulana) chiamerebbe uno "gnommero" che in romano significa "gomitolo".

 

Polemarco

Modificato da Polemarco
  • Mi piace 1

Inviato

Se proprio non se ne può fare a meno, si organizzino almeno "Giornate del ricordo" per rammentare non soltanto questo o quell'evento, ma anche gli eventi che con i primi hanno avuto diretta inerenza.

 

Altrimenti, è inutile nasconderlo, si ha la netta e sgradevole sensazione che esistano delle vittime più meritevoli di altre di essere ricordate e ciò, considerato che tutte le vittime di quegli eccidi sono uguali, non è corretto sul piano umano e storico.

 

E si finisca, una volta per tutte, di raccontare la storia "a senso unico" ma si tirino fuori dai cassetti (come sembra si stia finalmente facendo) i documenti che sono stati secretati per decenni e che raccontano realtà a volte molto diverse da quelle che ci sono state propinate per anni dalle "versioni" ufficiali.

 

A quel punto potremo ricostruire storiograficamente il vergognoso e tragico schifo che si consumò in quegli anni, potremo celebrare tutti insieme una contrita "Giornata del ricordo" cumulativa per tutte le vittime e poi, si spera, si potrà girare finalmente pagina, auspicando che dopo 70 anni da quei fatti si sia imparata la lezione, si siano compresi gli errori commessi e ci sia l'impegno a non ripeterli più in futuro.

 

M.

  • Mi piace 2

Inviato (modificato)

Se proprio non se ne può fare a meno, si organizzino almeno "Giornate del ricordo" per rammentare non soltanto questo o quell'evento, ma anche gli eventi che con i primi hanno avuto diretta inerenza.

 

Altrimenti, è inutile nasconderlo, si ha la netta e sgradevole sensazione che esistano delle vittime più meritevoli di altre di essere ricordate e ciò, considerato che tutte le vittime di quegli eccidi sono uguali, non è corretto sul piano umano e storico.

 

E si finisca, una volta per tutte, di raccontare la storia "a senso unico" ma si tirino fuori dai cassetti (come sembra si stia finalmente facendo) i documenti che sono stati secretati per decenni e che raccontano realtà a volte molto diverse da quelle che ci sono state propinate per anni dalle "versioni" ufficiali.

 

A quel punto potremo ricostruire storiograficamente il vergognoso e tragico schifo che si consumò in quegli anni, potremo celebrare tutti insieme una contrita "Giornata del ricordo" cumulativa per tutte le vittime e poi, si spera, si potrà girare finalmente pagina, auspicando che dopo 70 anni da quei fatti si sia imparata la lezione, si siano compresi gli errori commessi e ci sia l'impegno a non ripeterli più in futuro.

 

M.

 

Sulle "GiornatE del Ricordo" sono d' accordo. Però, che nella Storia esistano vittime di "serie A" e di "serie B" è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. Valeva ieri, vale oggi...

 

Al di là di alcuni commenti di una partigianeria agghiacciante, comunque, vorrei consigliare a tutti la lettura di un romanzo, delicato ed emozionante, di Stefano Zecchi: "Quando ci batteva forte il cuore". Le vicende si svolgono proprio negli anni bui dell' immediato dopoguerra, tra Pola e Venezia... Merita veramente, e potrebbe aiutare a conoscere una pagina ancora sconosciuta, ai più, della nostra storia..

Modificato da Afranio_Burro
  • Mi piace 1

Inviato

Sia pur in modo tutto sommato blando rispetto ad altre situazioni questa discussione sta portando ad interventi di tono polemico, inevitabili quando si toccano argomenti delicati come questo che vanno poi ad incrociarsi inevitabilmente con la politica e con le diverse opinioni dei singoli utenti, politica che non a caso è tenuta lontana dal forum.

 

Prevedo che lasciandola aperta non possa che scadere in aperta polemica ragion per cui preferisco chiudere.

  • Mi piace 1
Awards

Ospite
Questa discussione è chiusa.
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.