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Inviato

Il 10 febbraio 1945, nel campo di concentramento di Dachau moriva Giovanni Palatucci:

facciamo luce su tale figura; se qualcuno ha notizie o testimonianze in merito ad azioni di salvataggio ad opera di Giovanni Palatucci si prega di renderle pubbliche, naturalmente anche se si hanno perplessità sulle azioni di salvataggio si chiede di pubblicarle, magari allegando elementi che ne testimonino la certezza.

 

Giovanni Palatucci

 

Giovanni Palatucci nacque a Montella, un paese in provincia di Avellino, il 31 maggio 1909 da Felice e Angelina Molinari. Visse in un ambiente familiare profondamente religioso, grazie anche all'esempio dello zio Giuseppe Maria Palatucci, che fu nominato Vescovo di Campagna (SA). Studiò presso il Ginnasio "Dionisio Pascucci" di Dentecane di Pietradefusi e poi presso il Liceo Classico "Pietro Giannone" di Benevento per conseguire la maturità a Salerno nel 1928.

Nel 1930 svolse il servizio militare a Moncalieri come allievo ufficiale di complemento. e nel 1932 conseguì la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Torino. Nel1936 giurò come volontario vice commissario di pubblica sicurezza e fu trasferito a Genova come vice Commissario di pubblica sicurezza. L'anno dopo fu inviato, come vice Commissario, alla Questura di Fiume e qui assunse l'incarico di Questore reggente e responsabile dell'ufficio stranieri.

A seguito dell'entrata in vigore delle leggi razziali del 1938 e con le massicce deportazioni degli anni seguenti perpetrate dai nazisti inizia il suo apostolato. Si adoperò a fornire documenti falsi a moltissimi ebrei. Altri furono inviati dallo zio Vescovo, a Campagna, nel Cilento, altri ancora furono protetti in vario modo. Riuscì ad organizzare veri esodi di intere comunità.

Si dice che nel marzo del 1939 rifiutò una promozione a Caserta e deviò un treno pieno di ebrei destinati ai campi di concentramento, salvando all'incirca 500 ebrei. Un calcolo approssimativo ha stimato in più di 5000 il numero di persone che Giovanni Palatucci aiutò a salvarsi durante tutta la sua permanenza a Fiume.

Nel novembre 1943 la città di Fiume, pur facendo parte della Repubblica Sociale Italiana, entrò a far parte della “Zona d'operazioni del Litorale adriatico”, per cui passò direttamente sotto il controllo delle truppe tedesche e così il comando militare della città passò al capitano delle SS, Hoepener, ma Giovanni Palatucci, pur sapendo i rischi che correva, volle rimanere nel Litorale e fece sparire gli archivi contenenti le informazioni sugli ebrei fiumani, salvando così più persone possibili; si preoccupò anche dell'istituzione di uno "Stato Libero di Fiume", per far sì che questo territorio, che correva il rischio di dover venir ceduto dall'Italia alla Jugoslavia, mantenesse una sua indipendenza. Il Console svizzero di Trieste, suo caro amico, gli offrì un passaggio sicuro verso la Svizzera, ma Giovanni Palatucci fece andare al suo posto la sua giovane compagna ebrea.

Questa temeraria attività non sfuggì ai nazisti, così, la notte del 13 settembre 1944, il tenente delle SS Helbert Kappler ne fece perquisire l’abitazione, in cui venne trovata copia del piano riguardante lo Stato libero e autonomo di Fiume. Con l’accusa formale di cospirazione ed intelligenza con il nemico fu arrestato e inviato nel carcere Coroneo di Trieste.

Il 22 ottobre venne trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau. Quando il brigadiere di pubblica sicurezza Pietro Capuozzo apprese dell’estradizione di Giovanni Palatucci a Dachau, con un collega della polizia ferroviaria raggiunse i carri piombati e, camminando su e giù per la banchina, discuteva animatamente col collegava nella speranza che Giovanni lo sentisse e potessero così salutarsi per l’ultima volta. A un tratto gli cadde un bigliettino tra i piedi e sentì la voce di Palatucci: «Capuozzo, accontenta questo ragazzo. Avverti sua madre che sta partendo per la Germania. Addio» e raccolse il bigliettino con indicate la famiglia e la via di Trieste.

Nel campo di concentramento di Dachau Giovanni Palatucci divenne il numero 117826, e qui, a soli 36 anni, morì, il 10 febbraio 1945, circa due mesi prima della liberazione del campo: il 29 aprile 1945, i prigionieri sopravvissuti vennero liberati dagli americani.

Nel 1952 lo zio vescovo Giuseppe Maria Palatucci raccontò che il nipote durante la sua permanenza a Fiume, contravvenendo agli ordini dei nazifascisti di deportare 5000 ebrei istriani ad Auschwitz, li fece trasferire nel campo di internamento di Campagna. Nel campo di Campagna venne allestita una biblioteca e una sinagoga, nella quale si recavano anche il vescovo e il podestà. Gli ebrei familiarizzarono anche con i loro carcerieri e si consentì di stampare un breve bollettino ciclostilato del campo, in lingua tedesca, e di costituire una piccola orchestra; uno dei prigionieri fu addirittura invitato dal vescovo Giuseppe Maria Palatucci a suonare l'organo in chiesa la domenica.

Il 17 aprile 1955, venne concessa a Giovanni Palatucci la Medaglia d’Oro alla memoria dall’Unione delle Comunità Israelitiche d’Italia con la seguente motivazione: «Commissario all’Ufficio stranieri della Questura di Fiume, tanto operò in favore degli ebrei e di altri perseguitati, che venne arrestato dai nazisti nel settembre 1944 e deportato in Germania. Le sevizie e le privazioni del campo di sterminio, a Dachau, ne troncarono, alla vigilia della liberazione, la mirabili esistenza. Se al suo nome nello Stato d’Israele sono state dedicate una via ed una foresta, gli ebrei d’Italia vogliono anch’essi onorarne il ricordo».

Il 12 settembre 1990 lo Yad Vashem lo riconobbe Giusto tra le nazioni.

Il 15 maggio 1995 la Repubblica italiana gli conferì la Medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione: «Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l'arresto e la deportazione. Fedele all'impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l'occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all'arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita».

Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma emesse un Editto per l'apertura del processo di beatificazione di Giovanni Palatucci, avvenuta formalmente il 9 ottobre 2002.

In occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000, Papa Giovanni Paolo II lo annoverò tra i martiri del XX secolo.

Nel 2004 si concluse la fase diocesana del processo di canonizzazione e fu proclamato Servo di Dio.

Il 29 maggio 2009 l'Italia emesse un francobollo commemorativo in suo onore.

Il 29 maggio 2011 la comunità montellese di Norristown gli dedicò un monumento murale.

Nel 2013 il Centro Primo Levi avanzò alcuni dubbi sulla corretta ricostruzione storica delle vicende legate a Giovanni Palatucci, così a seguito di questa ricerca la figura di Palatucci fu rimossa dalla esposizione al Museo dell'Olocausto di Washington e lo Yad Vashem e il Vaticano iniziarono a esaminare la nuova documentazione emersa. Già nel 1995 furono avanzati dubbi sulla corretta ricostruzione storica delle vicende legate alla figura di Palatucci.

In favore di Palatucci nel giugno 2013 decise di testimoniare l'anziana Renata Conforty i cui genitori furono tratti in salvo proprio dal questore di Fiume, a cui si aggiunsero numerose testimonianze di salvataggi individuali rilasciate dagli stessi ebrei che furono salvati.

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Inviato

Interessante storia, che non conoscevo.

 

Se posso permettermi, in che senso sono stati avanzati dubbi sulla corretta ricostruzione storica delle vicende legate a Giovanni Palatucci? Immagino siano dubbi piuttosto seri, se hanno portato alla rimozione della figura di Palatucci dall'esposizione al Museo dell'Olocausto di Washington, e lo Yad Vashem e il Vaticano a esaminare con attenzione la nuova documentazione emersa.

 

Non ho nulla da aggiungere a questa storia che, ripeto, non conoscevo prima di adesso, ma mi piacerebbe saperne di più, conoscere meglio anche gli eventuali lati "negativi", se possibile, naturalmente.

 

petronius


Inviato (modificato)

Buona Giornata @@petronius arbiter.

 

Negli anni novanta una commissione ebrea fece notare che il numero degli internati che Giovanni Palatucci mediante sua intromissione fece inviare al campo di concentramento di Campagna, territorio in cui era vescovo lo zio Giuseppe Maria Palatucci, era molto alto rispetto a quelli che passano per Fiume. Inoltre fu lo zio che nel 1950 rese pubbliche le notizie circa gli aiuti perpetrati nei confronti degli internati dal nipote

Modificato da angel

Inviato

Negli anni novanta una commissione ebrea fece notare che il numero degli internati che Giovanni Palatucci mediante sua intromissione fece inviare al campo di concentramento di Campagna, territorio in cui era vescovo lo zio Giuseppe Maria Palatucci, era molto alto rispetto a quelli che passano per Fiume.

 

Ciao @@angel :)

 

Perdonami, ma non mi è molto chiaro. Vorrebbe dire che in quel campo dove, se ho capito bene, c'erano buone probabilità di salvare la pelle anziché finire in Germania, Palatucci avrebbe mandato non solo fiumani, ma anche gente proveniente da altre parti d'Italia? o che avrebbe gonfiato il numero ad arte?

 

Inoltre fu lo zio che nel 1950 rese pubbliche le notizie circa gli aiuti perpetrati nei confronti degli internati dal nipote

 

Qui invece non capisco proprio, con quel "aiuti perpretati nei confronti degli internati" intendevi forse dire che era il Palatucci a prendersi gli aiuti destinati agli internati?

Questo spiegherebbe perché ne avrebbe gonfiato il numero, se lo ha fatto: più internati, più aiuti (dalla Croce Rossa, dalla Curia, dallo stesso stato italiano, che quella gente doveva pur mantenerla in qualche modo).

 

petronius


Inviato

 Buona Giornata @@petronius arbiter

Nel campo di concentramento di Campagna, in provincia di Salerno le condizioni in cui vessavano gli internati erano più umane; il vescovo Giuseppe Maria Palatucci permise ad un internato di recarsi le domeniche in chiesa per suonare l'organo.

 

La commissione ebrea sostenne che il numero di coloro che vennero inviati a Campagna per l'intercedere di Palatucci era troppo alto, rispetto alla popolazione ebrea residente a Fiume e che i Fiumani internati a Campagna era una quarantina.

 

Allego un indirizzo internet in cui si ha una visione "discreditante" di Giovanni Palatucci

Palatucci, il mito sfatato - Il Manifesto

ilmanifesto.info/palatucci-il-mito-sfatato/

 

Ho usato il termine perpetrati nel senso di "azione disonesta" nei confronti degli ordini ricevuti, ma a favore del salvare la vita a delle persone o per lo meno mitigare le condizioni d'internamento

 

Gli scritti che ho proposto nascono per una ricerca incentrata nell'evidenziare la presenza di personaggi locali (irpini - campani) nella storia nazionale fatta per il plesso scolastico che frequenta mio figlio e in cui li ho presentati insieme alla storia delle chiese del centro storico e delle congeghe. 

 

 

Rivedrò la ricerca sulle Foibe anche alla luce degli appunti che mi sono stati fatti in merito.

Anche un irpino, Vito Nardiello di Votura Irpina (AV) Che dopo ver preso parte alla seconda mondiale nelle file dell’esercito italiano, passò nelle file titine e fu carnefice di compatrioti; del resto ritornato a Volturara Irpina divenne un brigante, rapinando nelle masserie e case coloniche e coloro che attraversavano il territorio. 

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Inviato

Adesso è tutto più chiaro.

 

Che dire, era una bella storia, sarebbe un peccato se non fosse vera, anche se debbo riconoscere che la ricostruzione fatta dal Manifesto sembra troppo ben dettagliata per non avere almeno un fondo di verità.

 

Chissà che proprio dalla tua ricerca non emergano fatti nuovi che possano confermare (o, anche, definitivamente smentire, non si deve aver paura della verità) le buone cose fatte da Palatucci...te lo auguro, e avrei piacere se ci tenessi aggiornati, attraverso questa discussione.

 

Un caro saluto.

 

petronius

  • Mi piace 1

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