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IGNORED

I NOSTRI SCUDI DELLA CROCE - E SOTTOMULTIPLI


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Ciao!

 

siamo tutt' :shok:

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Passando per Giovanni Bembo..

Lato doppio :pardon:

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..e chiudiamo con Francesco Morosini..

Bellissimo rilievo .... la migliore, anche se di fianco allo scudo c'è una screpolatura.

 

Grazie per averli condivisi

 

luciano

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Grazie a tutti per gli apprezzamenti!

Sono monete che averle in mano..o meglio..fra le mani! Visto l'ingombro...:D è un piacere enorme specie se in alta conservazione.

Mi auguro che la discussione, pian piano,possa crescere con nuovi scudi di altri Venetofili ;D

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Grazie a tutti per gli apprezzamenti!

Sono monete che averle in mano..o meglio..fra le mani! Visto l'ingombro... :D è un piacere enorme specie se in alta conservazione.

Mi auguro che la discussione, pian piano,possa crescere con nuovi scudi di altri Venetofili ;D

e si, fisicità "ingombrante" :blum:

 

in ogni caso, appagano, eccome  :good:

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  • 2 mesi dopo...

A proposito di scudi e sottomultipli, sono davvero rari gli ottavi di scudo o vengono semplicemente ... trascurati? Ho cercato in varie aste di Veneziane e se ne trovano veramente pochi e in bassa conservazione. In particolare per gli ultimi 3 dogi, Alvise IV Mocenigo, Paolo Renier e Ludovico Manin, gli scudi della croce sono abbastanza comuni e così pure i mezzi scudi, più rari i 35 soldi, ma nonostante la rarità non eccessiva segnata dal Paolucci (R e R2), di 17 e 1/2 se ne vedono pochi. Che ne pensate?

:huh:

Modificato da Giov60
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Ciao @@Giov60

 

Bellissima domanda, che merita una considerazione (ovviamente mia) e che dividerei in due punti:

 

La coniazione di scudi e sottomultipli venne interrotta (o quasi) già sotto il dogato di Paolo Renier; infatti ci si rese conto che, dato l'aumento del costo dell'argento sul mercato, la coniazione di queste monete (e dei ducatoni), non poteva farsi che con perdita (situazione riportata anche nel Papadopoli).

 

Il  loro valore di intrinseco era superiore al valore nominale. Per questo motivo quasi tutto l'argento in zecca, lo si tramutava in ducati (meglio noti come ducatelli) che avevano un intrinseco d'argento inferiore allo scudo e in talleri per il levante, con i relativi sottomultipli; oltre ad altri conii più "remunerativi" come le Lirazze, i multipli di soldo, le gazzette, ecc.

 

Pare che i talleri e sottomultipli degli ultimi dogi venissero coniati solamente per gettarli al popolo in occasione della loro elezione, come da tradizione; non mi spiego nemmeno io come possano essere considerati comuni nei cataloghi; tant'è che io non ne vedo così tanti in circolazione. Molti, ma molti meno di quelli emessi a nome dei Dogi precedenti.

 

Pensa che nel lancio di monete al popolo, Ludovico Manin gettò 100 pezzi, rispettivamente da uno scudo, da mezzo e da un quarto e di ottavi solo 60; di ducatelli ne gettò 250, di mezzi 200 e da un quarto 1.200.

 

Seconda mia considerazione:

 

se è vero che il loro intrinseco valeva più del loro nominale ..... la sparizione degli scudi (non così semplici da convertire in merci e servizi, salvo che per quelle più costose) fosse già da tempo operata dai veneziani per la legge di Gresham, che li tesaurizzavano.

 

C'è anche da mettere in conto il probabile ritiro di queste monete da parte dello Stato, se integre.

 

Gli spezzati erano invece più usati, con opportuna tosatura, per ragguagliarli al loro effettivo valore ma, attenzione, per spezzati intendo quelli coniati decenni prima ..... di nuovi, sotto gli ultimi dogati, se ne coniavano proprio pochini.

 

Quindi gli spezzati (tosati) hanno continuato la loro funzione per le spese ordinarie e quotidiane, insieme agli altri conii in circolazione come Lirazze, multipli di soldi da 15, da 10, trairi......

 

Se è come penso, sarebbero arrivati a noi più scudi perché tesaurizzati, non subendo (o subendo meno) l'incetta napoleonica a fine Repubblica, per la fusione; pratica che colpì invece tutte le monete di buon argento come gli spezzati di scudo che erano in circolazione. 

 

Quelli che si trovano oggi, conseguentemente, sono veramente pochi e messi "maluccio".

 

Cari saluti

luciano

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E' molto interessante quello che dici, caro Luciano.

Ho qualche riscontro in proposito che deriva da dati ancora inediti relativi all'archivio di stato di Bologna. Nell'ambito della demonetazione Napoleonica negli anni 1809 e 1810 (volta alla fusione per ottenere l'argento per le nuove monete), su un totale di circa 100.000 Scudi o assimilabili di vario tipo (e intesi comprensivi degli spezzati), il 55% era costituito da Francesconi, il 15% dai "crocioni" milanesi (scudo delle corone) e ben il 13% da Ducati Veneti! Sono censiti anche otto (!!! = n°8, non percentuale!!!) talleri di Venezia e nessuno scudo della croce. Certo sarebbero più interessanti i dati della zecca di Venezia nel medesimo periodo, ma già questi fanno ben intravvedere quanto corrette siano le tue affermazioni. Peccato non sapere le tirature di scudi della croce e spezzati nello stesso periodo (esistono dati numerici?).

 

Allego sotto un ottimo esemplare di ottavo di scudo della croce di Paolo Renier.

:)

 

post-14514-0-86871700-1461426217_thumb.j

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E' molto interessante quello che dici, caro Luciano.

Ho qualche riscontro in proposito che deriva da dati ancora inediti relativi all'archivio di stato di Bologna. Nell'ambito della demonetazione Napoleonica negli anni 1809 e 1810 (volta alla fusione per ottenere l'argento per le nuove monete), su un totale di circa 100.000 Scudi o assimilabili di vario tipo (e intesi comprensivi degli spezzati), il 55% era costituito da Francesconi, il 15% dai "crocioni" milanesi (scudo delle corone) e ben il 13% da Ducati Veneti! Sono censiti anche otto (!!! = n°8, non percentuale!!!) talleri di Venezia e nessuno scudo della croce. Certo sarebbero più interessanti i dati della zecca di Venezia nel medesimo periodo, ma già questi fanno ben intravvedere quanto corrette siano le tue affermazioni. Peccato non sapere le tirature di scudi della croce e spezzati nello stesso periodo (esistono dati numerici?).

 

Allego sotto un ottimo esemplare di ottavo di scudo della croce di Paolo Renier.

:)

Proprio bello!

 

Riguardo ai numeri di pezzi coniati ...... :nea:

 

Nemmeno il Papadopoli, così scrupoloso, non li ha riportati. Talvolta riporta il numero di marche di paste da lavorare per farne questa o quella moneta, ma non vengono mai citati i dati analitici riguardo ai tipi ed alla relativa quantità.

 

Forse all'Archivio di Stato di Venezia, nelle carte che riguardano le attività di zecca? Magari c'è qualche amico che può aggiungere qualche informazione al riguardo .....

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credo che una ricerca simile all'ASVE sia da incubo... decine e decine di filze da spulciare.. e con le modalità previste di consultazione credo sia una ricerca ben impegnativa. Soprattutto trattandosi di documenti settecenteschi, in un periodo di produzione sterminata di documenti di qualsiasi tipo, cercare tra i quintali di carte deve essere davvero alienante. Ma chissà, qualcosa forse già esiste di pubblicato. Argomento di nicchia ma molto interessante. Io ho sempre pensato alla proliferazione di nominali argentei e sottomultipli come a una specie di caos primordiale, di cui oggi abbiamo solo poche testimonianze dirette (le monete) e molta documentazione che ancora forse esiste ma che forse nessuno si briga di analizzare a fondo: un lavoro immane.

 

La rifusione dei sottomultipli minimi è in effetti un dato da non sottovalutare, e sicuramente potrebbe spiegare almeno in parte la rarità degli stessi. Sulla rarità indicata dai testi, forse in effetti si dovrebbe fare una "revisione".

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  • 3 settimane dopo...

Vedo solo ora questa stratosferica discussione  :good: piena di Scudi ...che  faccio i miei complimenti a tutti :clapping:  bellissime anzi una più bella dell'altra. 

La mia non è all'altezza delle vostre però... ve la posto comunque per contribuire a questa splendida discussione.  

 

 

 

Scudo della Croce da 140 Soldi Francesco Erizzo 1631-1646

post-41934-0-06289900-1463154440_thumb.j

Modificato da nando12
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