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Supporter
Inviato
4 ore fa, Arka dice:

Credo che questa moneta, tra l'altro bella e rara, starebbe meglio in ''Collezionare monete di Venezia'' perchè questa discussione è dedicata agli scudi della croce e sottomultipli.

Arka

Diligite iustitiam

 

Ciao Artur

Fatto :good:

Luciano


Inviato (modificato)

 

Bella e interessante moneta. Massaro molto particolare .Complimenti. Mi era sfuggita. Adesso che è stata messa tra i suoi simili l'ho vista.

Modificato da Oppiano

  • 1 mese dopo...
Inviato (modificato)

Sono stato un ignaro "tombinaro" per tredici anni senza saperlo ! 🙂

Inizio col pubblicare il primo Scudo della Croce che io abbia posseduto, ovvero un bell'esemplare, certamente "vissuto", di Pasquale Cicogna (1585-1595) del massaro ZAP (Zuan Arsenio Priuli, 1593).

Il motivo per cui sono particolarmente affezionato a questa moneta e' che l'ho trovata da un antiquario a Sana'a, nello Yemen, nel 2011. Mentre negoziavo un bellissimo riyal coniato su un tallero teresiano mi cadde l'occhio su questa monetona con il leone di S. Marco (la croce era sotto), e mi misi subito a fantasticare sui possibili trascorsi di quella moneta e come fosse potuta giungere in quell'angolo di Arabia Felix. Nel 1593 erano passati appena 15 anni dalla prima coniazione di Scudi della Croce, e il valore di queste monete era ancora bello solido, ma non sapevo quale potesse essere la "copertura" della monetazione veneziana.

La risposta mi giunse qualche mese piu' tardi - e qui divago brevemente dal tema di questa discussione, ma solo per dovere di contesto, sperando di fare cosa gradita - quando fui invitato ad un matrimonio e dovetti dotarmi di abbigliamento tradizionale, compresa la jambiya, il pugnale ricurvo che gli Yemeniti portano al ventre, sorretto da un cinturone. Ebbene, un amico mi volle prestare, per l'occasione, la sua jambiyya di famiglia, di quelle di valore, con manico in corno di rinoceronte importato da chissa' dove (non badavano tanto all'ecosistema), tramandata da qualche secolo. Il manico di questo pugnale era, come per tradizione, decorato da due tondelli d'oro; potendo finalmente vederne uno da vicino, notai che si trattava di due zecchini veneziani, a testimonianza dell'importanza degli scambi che Venezia (al-Bunduqiya) aveva lungo le coste del Mar Rosso. Notai anche con piacere che nei mercati di Sana'a gli artigiani che riparano questi pugnali, moderni e di fattura molto meno pregiata, utilizzano ancor oggi tondelli (in latta) che raffigurano il rovescio dello zecchino, col cristo e la mandorla di perline.

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Modificato da marchiomadone
  • Mi piace 7

Inviato

Bellissima storia!

  • Grazie 1

Inviato (modificato)

Bellissima la storia di questa moneta e la testimonianza degli zecchini. Grazie per la condivisione.

Modificato da DOGE82
  • Grazie 1

Inviato

Complimenti bellissima storia!

  • Grazie 1

Inviato

Ecco gli altri miei scudi:

Alvise Contarini (1676-1684), massaro Gerolamo Zorzi (1679-1681)

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Inviato

Francesco Erizzo (1631-1646), massaro Marcantonio Malipiero (1634)

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Francesco Contarini (1623-1624), massaro FM. Ho trovato Francesco De Mosto durante il dogado di Alvise I Mocenigo, e Federigo da Molin durante il dogado Giovanni I Corner, ma nulla per F. Contarini. Sapreste dirmi di chi si tratta?

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Giovanni Bembo (1615-1618), massaro Leonardo Vendramin (1615-1616)

 

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  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Di seguito i sottomultipli:

Mezzo scudo di Giovanni I Corner (1625-1629), massaro Federigo da Molin (1624-1625)

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Quarto di scudi di Francesco Erizzo (1631-1646), massaro Gerolamo Contarini (1639-1641)

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Ottavo di scudo di Domenico Contarini (1659-1675), massaro Gerolamo Dandolo (1662-1663) oppure Giulio Donà (1675). Sapreste indicarmi quale sia il massaro corretto?

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Modificato da marchiomadone
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Inviato
1 ora fa, marchiomadone dice:

massaro FM. Ho trovato Francesco De Mosto durante il dogado di Alvise I Mocenigo, e Federigo da Molin durante il dogado Giovanni I Corner, ma nulla per F. Contarini. Sapreste dirmi di chi si tratta?

F.M. è Francesco Maria Malipiero, di Vittore. Nominato Massaro con decorrenza 15 Aprile 1624......

  • Grazie 1

Inviato
1 ora fa, marchiomadone dice:

Gerolamo Dandolo (1662-1663) oppure Giulio Donà (1675). Sapreste indicarmi quale sia il massaro corretto?

Dovrebbe trattarsi di Girolamo Dandolo, nominato con decorrenza 3 agosto 1662, mentre Giulio Donà entra il servizio il 1° marzo 1675 e il Doge Domenico Contarini era già morto il 26 gennaio 1675.

  • Grazie 1

  • DOGE82 in primo piano e ha rimosso la discussione da quelle importanti questo topic
Supporter
Inviato (modificato)
Il 16/06/2024 alle 21:51, marchiomadone dice:

Sono stato un ignaro "tombinaro" per tredici anni senza saperlo ! 🙂

Inizio col pubblicare il primo Scudo della Croce che io abbia posseduto, ovvero un bell'esemplare, certamente "vissuto", di Pasquale Cicogna (1585-1595) del massaro ZAP (Zuan Arsenio Priuli, 1593).

Il motivo per cui sono particolarmente affezionato a questa moneta e' che l'ho trovata da un antiquario a Sana'a, nello Yemen, nel 2011. Mentre negoziavo un bellissimo riyal coniato su un tallero teresiano mi cadde l'occhio su questa monetona con il leone di S. Marco (la croce era sotto), e mi misi subito a fantasticare sui possibili trascorsi di quella moneta e come fosse potuta giungere in quell'angolo di Arabia Felix. Nel 1593 erano passati appena 15 anni dalla prima coniazione di Scudi della Croce, e il valore di queste monete era ancora bello solido, ma non sapevo quale potesse essere la "copertura" della monetazione veneziana.

La risposta mi giunse qualche mese piu' tardi - e qui divago brevemente dal tema di questa discussione, ma solo per dovere di contesto, sperando di fare cosa gradita - quando fui invitato ad un matrimonio e dovetti dotarmi di abbigliamento tradizionale, compresa la jambiya, il pugnale ricurvo che gli Yemeniti portano al ventre, sorretto da un cinturone. Ebbene, un amico mi volle prestare, per l'occasione, la sua jambiyya di famiglia, di quelle di valore, con manico in corno di rinoceronte importato da chissa' dove (non badavano tanto all'ecosistema), tramandata da qualche secolo. Il manico di questo pugnale era, come per tradizione, decorato da due tondelli d'oro; potendo finalmente vederne uno da vicino, notai che si trattava di due zecchini veneziani, a testimonianza dell'importanza degli scambi che Venezia (al-Bunduqiya) aveva lungo le coste del Mar Rosso. Notai anche con piacere che nei mercati di Sana'a gli artigiani che riparano questi pugnali, moderni e di fattura molto meno pregiata, utilizzano ancor oggi tondelli (in latta) che raffigurano il rovescio dello zecchino, col cristo e la mandorla di perline.

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Il racconto di @marchiomadone mi porta a segnalare un interessante libro scritto da Maria Pia Pedani, venuta a mancare nel 2019, già professoressa associata del Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dal titolo “Venezia porta d’Oriente”:

“In arabo Venezia si dice al-bunduqiyya. Venezia è l'unica città europea ad avere un nome arabo e questo semplice fatto dice quanto la Serenissima sia stata per lunghi secoli la principale cerniera di raccordo fra l'Europa e l'Oriente, fra la Cristianità e il vasto mondo musulmano affacciato sul Mediterraneo. Quella raccontata in questo libro è una storia millenaria di rapporti e scambi tra mondi antagonisti, ma comunque in contatto e solo ogni tanto in guerra. Dal Mille alla fine dello Stato veneziano (1797), l'autrice racconta l'evoluzione del rapporto fra Venezia e il mondo arabo e turco, sul filo dei commerci della Serenissima, dei pellegrinaggi e delle crociate, degli scontri ma anche delle alleanze, delle peripezie degli schiavi e dei convertiti. Tracciata dalle più lontane origini l'evoluzione complessiva di questo rapporto, l'autrice racconta poi dettagliatamente chi e come, da una parte e dall'altra, lo tesseva: gli ambasciatori con i loro cerimoniali, i dragomanni e i consoli, i mercanti con i loro fondachi, i marinai e gli schiavi, i pirati e le spie. Un viavai di persone e merci che disegna, un secolo dopo l'altro, un quadro vivido di contiguità, di familiarità, di relazioni tra mondi diversi ma non necessariamente ostili.”

 

 

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Modificato da Oppiano
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Inviato

Buonasera a tutti, aggiungo tre nuovi arrivi.

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Scudo, Giovanni I Corner (1625-1629), massaro Zan Alvise Minotto (IAM, 1627-1628)

 

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Mezzo Scudo, Giovanni I Corner (1625-1629), massaro Gerolamo Contarini (GC, 1628-1629)

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Quarto di Scudo, Giovanni I Corner (1625-1629), massaro Zan Alvise Minotto (IAM, 1627-1628)

  • Mi piace 2

Inviato

Bella serie. Complimenti.

  • Grazie 1

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