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Inviato (modificato)

Ciao a tutti,

Posto alla Vostra attenzione un ottimo 20 nummi di Stefano Il Duca esitato nell'Asta Numismatica Felsinea..viene classificato P.R. 1, ma la croce potenziata ed il peso sono diversi ( mancano 1 gradino):

Stefano II Duca (755-800) - 20 Nummi - Busto di San Gennaro frontale - R/ Croce potenziata - (AE g. 1,1) RR P.R. 1; MIR 8 Conservazione eccezionale per il tipo

Grading/Stato: SPL

659D.jpg659R.jpg

La classificazione del Pannuti Riccio mi sembra più corrispondere ai 20 nummi esitati dalla NAC:

Follaro leggero, Æ 2,14 g. S / C / S – I / A / N Busto di S. Gennaro di fronte. Rv. S – T Croce potenziata su due gradini. CNI 4 (Stefano II). Pannuti-Riccio 1 (Stefano II). MEC 14, 1. MIR 8.

1970702m.jpg

Che ne pensate?

Ho preso qualche abbaglio? ll peso, 1,1 g. è più da decanummo o pentanummo bizantino..

Saluti Eliodoro

Modificato da eliodoro
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Supporter
Inviato (modificato)

anche se non è la mia monetazione, anche a me sembrano due monete differenti.

Oltre al peso, che in queste emissioni è fortemente variabile, sarebbe interessante conoscere il diametro.

Si tenga conto che nel periodo storico in cui sono state emesse queste monete, il decanummo era probabilmente già sparito per l'inflazione, se ricordo bene (non ho testi a disposizione al momento), almeno da una cinquantina d'anni, quantomeno dalla monetazione imperiale bizantina.

Modificato da azaad

Inviato (modificato)

la prima moneta ha il rovescio ruotato di 90 gradi. .... @@eliodoro guarda bene , non manca nessun gradino ... inoltre è già censita questa tipologia di croce potenziata "con barrette più lunghe" :)

post-299-0-26568500-1453367606.jpg

post-299-0-96988600-1453367694.jpg

Modificato da vox79
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Inviato

anche l'esemplare che ho io pesa circa 1 grammo

In realtà Enzo, sarebbe da approfondire, un conio così diverso potrebbe essere anche indicativo di coniazione in anni differenti...il Pannuti Riccio non riporta questa moneta con una croce potenziata così preponderante...


Inviato

@@eliodoro bhe di croci e di busti su questa monetazione ce ne sono di stili molti diversi tra loro ... guarda questi 2 esemplari di precedenti aste NAC ... anche qui il peso passa da 2 grammi a 1 grammo.

Leggevo della possibilità, sottolineata anche all'ultima asta NAC, che i 20 nummi  potrebbero riferirsi a due coniazioni differenti:Stefano II° Duca 768-789 d.c. e Stefano III°, nipote, dall'821 all'832 d.c.

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Inviato

bhe potrebbe essere viste le differenze di stile e di peso


Inviato (modificato)

Riporto quanto diceva Sambon:

"Le monete più antiche del secondo periodo di questa serie, sono quelle che portano impresse le lettere S T, le quali, messa da banda l’ipotesi di chi, credendole mistiche sigle, vi lesse Sancta Trinitas o Salutis Tropheum26, additano certamente il nome di Stefano. Però i moltissimi esemplari che ne rimangono sono diversi per tipo. E da una parte il numero, dall’altra la varietà, danno motivo a due quistioni, cioè se ad un solo o ad entrambi gli omonimi Duchi, debbono attribuirsi; e come mai, posto che al tempo d’un solo vennero battute, fu possibile quella [p. 455 modifica]sita così grande di stile, per cui dagli esemplari coniati con arte discreta, via via si discende a rozze e goffe imitazioni.

Quanto alla prima quistione, il dubbio da risolvere è tra il duca Stefano, che resse dal 768 al 789, e il nipote di lui ch’ebbe il medesimo nome, e governò dall’821 all’832. E i molti anni del dominio del primo darebbero buon fondamento ad asserite, che al suo tempo furono diffuse parecchie emissioni di monete con mutabile tipo. Però questa ipotesi è sino ad un certo punto probabile.

Disdetta l’obbedienza ai decreti iconoclastici, il governo del Ducato di Napoli assunse più libere forme. Ma pure allentandosi i vincoli esterni di sudditanza, non s’infransero; o almeno non s’infransero a lungo. E anche quando Stefano I ebbe riunita alla ducale potestà quella vescovile, destreggiandosi accortamente tra Roma e Bisanzio, mantenne il culto delle immagini, e insieme anche certe apparenze d’ossequio verso l’Imperatore27. Or questa accorta ed ambigua condotta toglie il sospetto che, oltre alle monete coniate nei primordi della riscossa con l’impronta di S. Gennaro e la scritta ΝΕΑΠΟΛΙC finché visse quel Duca, siano state battute tutte le monete autonome che portano il nome di Stefano.

Sembrerebbe perciò più verosimile attribuirle a Stefano juniore, ove si tenga conto delle condizioni storiche. Dopo che i primates della città s’arrogarono il dritto d’elezione, i Duchi furono prescelti, quasi ereditariamente, nella famiglia del vecchio Stefano sino all’anno 818. Però, morto Antimo, cominciarono anche altri a pretendere a quella dignità; e allora, crescendo le discordie e le contese, il governo fu [p. 456 modifica]successivamente ridato in mano degl’imperiali ministri, Teotisco e Teodoro, venuti dalla Sicilia con titolo di Maestri dei Militi. Ma quella mutazione subito increbbe; i fautori del dritto ereditario sollevaronsi, sbandirono Teodoro, acclamarono l’anno 821 il nipote del seniore Vescovo-Duca. E questo secondo Stefano, apertamente ribelle ai Greci28, si può intendere che a ragione imprimesse il nome suo sulle monete."

fonte: https://it.wikisource.org/wiki/Le_monete_del_ducato_Napoletano

Modificato da eliodoro
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