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IGNORED

Gens Marcia


Risposte migliori

Quelle macchioline sul rovescio mi sanno di sporco (che lascerei). Al diritto non lo so, potrebbe essere subereato, Alexxx potrebbe illuminarci, se gli è già arrivata la moneta.

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Decisamente un buon affare per questa moneta con il satiro Marsyas al rovescio, a mio parere una delle piu' interessanti del periodo che segui' la guerra sociale.

La cosa strana, ma qui magari verro' smentito presto, e' che tutte quelle che ho visto erano di piccolo modulo...magari solo una coincidenza...

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come mai questa raffigurazioni? al d/ apollo e al r/ il satiro invece che la solita testa di roma e la quadriga?

se qualcuno ha qualche informazione storico/mitologica.. parli! :P

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ecco cosa ho trovato:

IX. Il mito di Marsia

(Eos, il risveglio del Mito)

«Dico, dunque, che egli assomiglia moltissimo a quei Sileni, messi in mostra nelle botteghe degli scultori, che gli artigiani costruiscono con zampogne e flauti in mano, e che, quando vengono aperti in due, rivelano di contenere dentro immagini di déi. E inoltre dico che egli assomiglia al satiro Marsia… Marsia incantava gli uomini mediante strumenti, con la potenza che gli veniva dalla bocca; e così fa ancora oggi chi suona le sue melodie con il flauto. Infatti, io dico che quelle melodie che suonava Olimpo sono di Marsia, che gliele aveva insegnate. Dunque, le sue musiche, sia che le suoni un bravo flautista sia un flautista di scarso valore, da sole comunicano ispirazione e manifestano coloro che hanno bisogno degli déi e dell’iniziazione ai misteri, perché sono divine». Così si esprime Alcibiade nei confronti di Socrate presso la casa del poeta Agatone, nel Simposio di Platone. E proprio del satiro di origine frigia, figlio di Olimpo e di Eagro, tratteremo in questa sede; una creatura che rispetto alle altre dimostrò grande amore verso la musica, meritandosi un posto di riguardo accanto alla leggendaria figura di Orfeo (si noti nei due lo stesso impulso a modificarne lo strumento per una migliore resa acustica, una prima ricerca del sublime nella propria forma d’arte; Orfeo aggiunse due corde alla lira donatagli da Apollo così come Anfione ne aggiunse ben tre).

Suonatore di flauto abilissimo, e dalle grandi doti di costruttore di strumenti musicali (si considera generalmente l’inventore del flauto a due canne in opposizione alla siringa di Pan) accompagnò Cibele (personificazione di Rea) col suo gruppo di flautisti e tamburellisti. Ma, Marsia deve la sua fama alla triste vicenda della contesa con Apollo. Tutto iniziò col nefasto recupero di un flauto e sulla storia di tale strumento ci soffermiamo. Si raccontava che il flauto era stato inventato dalla dea Atena (e non da lui), e che essa avendo visto in uno specchio fluviale le sue gote gonfiarsi a dismisura e così deformarsi fino a deturparle il volto, lo scagliò lontano, maledicendo con castighi e pene chiunque l’avesse raccolto. Una variante invece, pur sempre correlandosi al tratto estetico deturpato della figlia di Metis, raccontava che Atena ne tirò fuori un bellissimo flauto dalle ossa di cervo, durante un banchetto presso gli déi, e che le due divinità dispettose, Era e Afrodite, nel vederla soffiare, avevano beffeggiato l’aspetto distorto che tale soffio faceva assumere al suo viso. Per questo la dea verginale si recò presso un fiume nel quale specchiandosi, proseguì con le sopra citate invettive. E qui, la nota dolente: Marsia lo trovò e vide che in esso veniva prodotta naturalmente una melodia sublime; non contento, lo modificò a tal punto da non potersi sottrarre alla dura legge della hubrys, che lo rese troppo orgoglioso e fiero di sé. Così in un secondo tempo, si recò presso la valle di Nisa, e lì scorto il dio del Sole, lo sfidò in una gara di musica. Apollo, sicuro e forte del proprio lignaggio, prima che avesse inizio la gara, stabilì che il vincitore avrebbe disposto dell’altro, in termini di pegno, facendogli fare tutto ciò che avesse voluto. Rispettivamente Apollo e Marsia avevano l’uno la lira e l’altro il flauto, e qui possiamo già stilare una previsione di vittoria, indipendentemente dal fatto di conoscere o no la storia, poiché tutto si lega alla valenza intrinseca degli strumenti e del loro impiego. La superiorità spetta alla lira e non al suo antagonista poiché quest’ultimo non permette all’artista lo sviluppo dell’altra abilità considerata sacra e da Apollo posseduta, e cioè il canto. Il flauto limita il suonatore precludendogli l’uso della voce, della oralità intesa come ulteriore facoltà in suo possesso (in riferimento al mito di Orfeo, e per questo egli superiore a Marsia).

In un primo scontro, Apollo iniziò a vacillare e così, vista la difficoltà della situazione, lanciò una ulteriore sfida, ovvero suonare lo strumento al contrario, azione che era solito compiere in presenza delle sua ancelle, le Muse. Le stesse, convocate come giuria dello scontro, alla fine decretarono la vittoria del divino Musagete. Così per punirlo, il dio del Sole lo privò del suo vello, scorticandolo senza pietà. Il sangue versato - per dimostrare quanto cruenta può essere la pena inflitta da un olimpio, ancor più se la si sfida mettendo in discussione il suo potere -, si trasformò nell’omonimo torrente. Dalle epoche antiche fino ai giorni nostri, l’icona di Marsia viene vista come un crudele monito per chi si macchia del peccato di presunzione ed arroganza; icona opposta a quella del fratello Pan, divenuto pur nella sua esatta corresponsione col termine di “timore panico”, rappresentazione dell’infinito, e per questo temuto dagli uomini

http://www.fcorselli.splinder.com/?from=18

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