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I denari dei Visconti


Risposte migliori

Facciamo un passo indietro per vedere insieme anche l'imperiale cremonese di Azzone, moneta che chiaramente imita il tipo milanese, anche i simboli identificativi sono i medesimi (trifoglio biscia trifoglio). Chiaramente al rovescio troviamo il nome della città di emissione, CR EMO NA.

 

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Da Artemide XLII, 486. 0,50 gr.

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Artemide lo considerava R2, certamente è molto più raro del corrispettivo milanese...Io noto anche il nodino nella N (per di più scritta speculare) e nella M, una gran somiglianza con il denaro di Ludovico imperatore se non fosse per la O con foro ellittico!

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Procedendo sempre cronologicamente abbiamo un imperiale veramente raro (R4 sia per Crippa che per Toffanin). Si tratta dell'emissione a nome dei fratelli Bernabò e Galeazzo II Visconti. Al diritto troviamo la leggenda + B G VICECOITES  e nel campo la croce fogliata; al rovescio il nome della zecca su tre righe con le due serie di simboli - anche in questo caso una biscia tra due trifogli.
Di questa rara emissione Crippa segnala due varianti nella leggenda del diritto:

  • + B G VICECOMES
  • + B G VICECOMITES

I fratelli Gnecchi riportano per questo denaro un titolo di fino pari a 122/1000. Il diametro dei pochi esemplari conosciuti è di ca. 16 mm; il pezzo illustrato sul Crippa ha un peso di 0,50 gr. ed un diametro di 15,8 mm. (prov. Gabinetto Numismatico di Brera).

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Oggi a tutto campo sulle lombarde ....peccato non avere qualche altra opinione....in questo caso vediamo che pur mantenendo la tipologia precedente la moneta perde ancora peso, svilisce ulteriormente e probabilmente fu anche poca coniata vista la grande rarità, siamo vicini a una futura svolta della moneta....che arriverà....

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Il cambiamento anticipato arriva con Bernabò Visconti, nell'emissione dove non compare anche il fratello Galeazzo. Per fortuna dell'amatore non si tratta di una moneta di difficile reperibilità, semmai è la conservazione che può far durare molto la ricerca...

Titolo, peso e diametro rimangono all'incirca invariati. Al diritto troviamola canonica croce gigliata e la leggenda + DOMINVS BNBOS, come interpunzione tra titolo e nome una borchietta.
Il vero cambiamento, radicale a dir poco, lo troviamo al rovescio ed in bella vista. Incorniciato sopra e sotto da una biscia tra due gruppi di tre anellini troviamo infatti non più il nome della città ma quello della moneta: IMPERIALIS.

 

A colpo d'occhio cambia poco (immaginiamo poi per chi era abituato a tener in mano questi tondellini, il popolo era praticamente nella sua totalità analfabeta) ma si tratta di un grande cambiamento che incrina - o forse rompe del tutto? - l'immobilizzazione tipologica che caratterizzava questa moneta da mezzo secolo.
Ricordo che si tratta dell'unica tipologia di denaro emesso da Bernabò, quindi quell'Imperialis è proprio voluto e cercato. Ma perchè? Avrebbe magari avuto più senso su un'equivalente di Galeazzo II, molto legato a Pavia...ma invece è proprio Bernabò che stravolge tutto...

 

Di seguito un esemplare proposto nella prima asta di Felsinea:

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La domanda e' importante e non so se è ' rivolta a me od ad altri...non vedendo volontari scriventi ma solo lettori ci provo a dare una riflessione estemporanea, la moneta cambia nell'immobilismo, questo può essere lo slogan, rimane la stessa struttura , ci sono più segni identificativi, abbiamo la croce, il Signore, manca il MEDIOLANVM , la città che è sostituita con IMPERIALIS, lo stile, gli spazi rimangono gli stessi, il popolo probabilmente non se ne accorse ma in realtà la tipologia monetale sostituisce l'identità cittadina e questo certamente non avviene a caso ...

Cosa succede con Bernabo', con la metà del 1300 ? Succede che sono in corso manovre monetarie che cambiano il corso delle valute, si parla di monete nuove, vecchie con differenti valori di corso, e allora si usa anche l 'iconografia per legare il cambiamento del valore nominale.

E' in questo contesto monetario dove i valori delle monete contano più delle iconografie in quel momento che mettere un IMPERIALIS su un denaro può fare chiarezza e caratterizzarlo con precisione...nell'ambito dei movimenti monetari....

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Altra piccola differenza, che noto solo ora, è l'omino nella bocca della biscia. Assente in Azzone, Luchino e Giovanni; appare con Bernabò.

Molto bello l'imperiale comasco di Giancarlo, permette di vedere benissimo la differenza stilistica dei caratteri adottati dai milanesi rispetto a quelli impiegati dai laghé :blum:

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Ci sono tante riflessioni su questo denaro imperiale di Bernabò estremamente interessante, intanto sull'uso della dicitura IMPERIALIS sulla moneta stessa a cui ho provato a dare una spiegazione, però potrebbero essercene altre, sull'epigrafia, interessanti le lettere la L in particolare e la S e poi i segni identificativi, del biscione si è detto, ma è interessante anche l'uso dei tre anelli a triangolo che ruotano a seconda dei casi, in alto, in basso, a volte diventano tre borchie, come è interessante sempre il segno della borchia stessa  che entra in leggenda al dritto, tanti aspetti a partire dalla scritta in campo al rovescio che cambiano e da esaminare....

C'è un altro aspetto secondo me da valutare poi bene, con Bernabò i possedimenti della Signoria diventano vasti, ampi, anche da proteggere, la moneta esce necessariamente dalla città di Milano, è una moneta che gira più ambiti geografici, va oltre il MEDIOLANVM città e le conseguenze di tutto ciò le vedremo meglio n modo evidente quando la moneta diventerà moneta che toccherà il dominio di altre città come quelle venete....con un probabile anche decentramento delle coniazioni stesse...

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Innanzitutto ringrazio Giancarlo per aver condiviso con noi un'altra chicca numismatica :hi: .

Per quanto riguarda quel rivoluzionario imperialis penso anch'io che possa essere un elemento dovuto all'allargamento dell'area monetaria milanese, giustamente Mario dici che poi arriveranno i denari con nomi di altre città (Verona e Padova) di cui è possibile ipotizzare una produzione decentrata rispetto alla zecca di Milano. E' in questo periodo che vediamo l'ascesa dello Stato Visconteo, il vero apogeo arriverà ben presto, con Gian Galeazzo...

Stilisticamente i tre anelli e la borchia sono elementi caratteristici delle coniazioni di Bernabò, pensiamo ai vari grossi ed ai sesini! E chiudo ricordando che sempre con Bernabò abbiamo altre coniazioni per così dire poco convenzionali, mi vengono in mente i gettoni/tessere/grossi-sesini di cui si era parlato tempo fa...

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Supporter

Buona Epifania

 

vedo, negli ultimi grossi, una profusione di "tre anellini", di "triscele", di "tre bisantini" .... che sia il periodo?

 

Oppure la normale osmosi di simbologie che influenzano più zecche a cavallo del 1300?

 

 

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Dalla discussione sui grosso di Giovanni Dandolo

 

saluti

luciano

 

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Beh Luciano sicuramente è il momento che continuerà con Gian Galeazzo Visconti, degli anellini singoli o a triangolo, borchie, globetti, anche se trifogli, rosette, punti continueranno in singoli casi, l'osmosi  arriverà sicuramente nei possedimenti veneti, Verona, Padova, ma non è escluso che le monetazioni si guardassero quanto meno....

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E continuando con i DENARI di GIAN GALEAZZO VISCONTI ( con MEDIOLANI ) - CRIPPA 14/A rarità C

 

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D/  + D MEDIOLANI 3 C

R/  + COMES VIRTUTUM  -  nel primo tipo Croce gigliata, ai lati nessun anello,  mentre nel secondo tipo globetto in basso a sinistra della croce

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Beh @@giancarlone ....una piccolo fan club ce l'hai....piccolo ma fedele ....speriamo si incrementi e complimenti, la ricchezza dei contenuti e riflessioni di queste ultime discussioni meritebbe certamente qualche intervento in più , e' anche vero che leggono molto però .....a dopo per un commento sulle monete....

Modificato da dabbene
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Ecco come si esprimono Gianazza e Toffanin nel loro BdN 24 in merito al denaro con il titolo di dominus Verone:

 

"Sebbene questo nominale sia proposto unanimemente in letteratura come coniato dalla zecca di Milano, il suo inquadramento richiede alcune puntualizzazioni. Nonostante l’esplicita indicazione del titolo di dominus Verone nella leggenda, la sua emissione da parte della zecca di Milano non è mai stata messa in discussione. Al momento, non ci sono elementi per rivedere questa posizione. Tuttavia, non si può escludere che per alcuni di essi, di stile leggermente diverso da quello generalmente riscontrabile sugli altri denari di Gian Galeazzo Visconti per Milano, debba essere ipotizzata una provenienza dalla zecca di Verona."

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Supporter

Verona

Gian Galeazzo Visconti, 1395-1402
Sesino o Mezzo Soldo
D/ + • GALEAZ • COMES • VIRTVTVM•
R/ + D MEDIOLANI • VERONE • 3C • / G Z
PERINI Q. n°39

Verona

Gian Galeazzo Visconti 1387-1402

Soldo. 
D/COMES VIRTVTVM D MLI V O N E 3 C Croce fiorata. 
R/ S 3ENO DE VERONA Mezza figura del Santo mitrato e nimbato. 
CNI 7; Perini 38; Biaggi 2984.

Verona

Gian Galeazzo Visconti (1378­-1402)

Denaro per Verona
Dritto: + • D • MLI • VERONE • 3 C •
Rovescio: + • COMES • VIRTVTVM •
Crippa 16

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Awards

Ecco una coppietta di denari di Gian Galeazzo, originale + falso d'epoca, entrambi del tipo D MEDIOLANI 3C (Cr. 14/a):

 

Mistura

g. 0,52:

 

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Falso in rame argentato

g. 0,59:

 

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Modificato da Lafayette
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Awards

Ah...allora ci sono gli appassionati di queste monete.... :blum:, bene, molto bene...

Sul BDN 24 però Gianazza e Toffanin mostrano perplessità pur mantenendo una linea di classificazione tradizionale, e forse è giusto che sia così, infatti .

 

"Al contempo questa attribuzione ( a Milano ) suscita alcune perplessità nel momento in cui si considera come esistano altre tipologie di sesini e denari, coniate in un arco temporale molto ristretto. Ancora più singolare appare il fatto che la zecca di Milano possa aver coniato nello stesso istante due tipologie di uno stesso nominale che, per quanto simili tra loro sul piano iconografico, mostrano una differenziazione nelle leggende tale da indicare in un caso la sola signoria milanese, nell'altro quella della specifica città veneta. Ancora più singolare appare il fatto che, in base alle attribuzioni oggi accettate, sotto Gian Galeazzo la zecca di Verona abbia coniato solo grossi e soldi, e non nominali inferiori per l'appunto sesini e denari, pure di larghissimo impiego nelle transazioni finanziarie. "

 

In conclusione pur lasciando spazi alla doppia possibilità la conclusione dei due autori è che ci sia stata la possibilità di coniazioni di alcuni di questi nominali ad opera delle zecche venete....

Indubbiamente l'argomento merita più di una riflessione sia vostra che di altri autori....che magari vedremo....

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Il Crippa riporta che il denaro di Gian Galeazzo Visconti fu imitato anche in Svizzera, a Losanna. In particolare, si tratta del rarissimo Demi-Fort in mistura coniato per il vescovo Guillaume de Monthonay (1394-1406), HMZ 1-494.

 

D/ SEDES LAUSANN; grande G gotica sormontata da omega greca (simile al fiocco visconteo)

R/ CIVITAS LOSINI; croce fiorata

 

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(coinarchives)

 

Ho trovato questa discussione iniziata 3 anni fa dall'amico @@teofrasto che riguarda proprio questa imitazione. Inoltre vengono presentate interessanti similitudini con altri denari bresciani. A voi la lettura:

 

http://www.lamoneta.it/topic/108317-losanna-demi-fort-di-guillaume-de-monthonay/ 

Modificato da Lafayette
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