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IGNORED

I denari dei Visconti


Risposte migliori

Imitato anche dalla zecca di Crema tra l'altro....

Tornando a chi coniò queste monete personalmente trovo molto plausibile quanto detto nel BDN, però se passiamo al recente libro di Helmut Rizzolli e Federico Pigozzo " L'area monetaria veronese, Verona e il Tirolo " ci si spinge oltre....

Veniamo alla storia ....Gian Galeazzo nel 1387  occupa Verona e Vicenza, nell'anno successivo occupa Padova e i domini di Francesco Carrara.

E qui siamo alla storia e agli anni decisivi per le nostre monete, cosa dice il libro ? Nel novembre 1388 c'è un contratto d'appalto per la coniazione di monete a Verona, non vengono citate le monete, ma a Verona si coniò e gli autori ritengono ,anche per l'analisi di ripostigli, che ci fossero anche i sesini e i denari che furono coniati proprio in quegli anni.

Non altrettanto per Padova dove non ci sono riscontri di una zecca e quindi si presuppone una loro coniazione in Verona.

Questo avvenne probabilmente proprio nel periodo 1388 al 1390 quando poi Verona si ribellò al dominio visconteo  e probabilmente la zecca venne chiusa in quel periodo.

Un lavoratore che coniava a Verona si trasferì nel 1392 a Venezia e anche questo può essere un indizio che a Verona probabilmente non si coniava più in quell'anno.

 

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Per quanto riguarda l'apogeo dello Stato Visconteo e la nascita del Ducato di Milano, ecco l'intorduzione alla vita di Gian Galeazzo tratta da "I dodici Visconti" di Paolo Giovio:

 

Giovan Galeazzo, chiamato dall'Imperatore primo duca di Milano, fu principe d'acutissimo ingegno; più operò col giudizio che con la mano. Totalmente dato allo studio della pace, dilettavasi sommamente di dotte ricreazioni, e con liberale mercede chiamò qualunque professore di scienze ad insegnare nello studio di Pavia. Poco lo secondò la fortuna delle guerre, ov'egli si ritrovava in persona, ma per opera de' luogotenenti o ministri suoi riportòsì meravigliose vittorie, che parea che reggesse la fortuna col consiglio; ed aspirasse, anzi apprezzasse all'impero di tutta Italia, nella quale sin dai tempi de' Goti, altro non fu giammai né più ricco né più maestoso, né più potente. Morì d'età d'anni cinquanta, avendone signoreggiato ventiquattro.

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Antonio hai fatto bene a ricordare Paolo Giovio, posto la scansione del ritatto di GIAN GALEAZZO, dal volume originale del 1645 con le tavole dei 12 VISCONTI disegnate da G. B. Crespi detto il Cerano e superbamente incise all'acquaforte dal BIANCHI.

 

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Questa comunque che moneta è ? Sicuramente del Signore, di Galeazzo che è nel campo al dritto col G 3, che ritorna come Conte di Virtù in leggenda al rovescio, e poi della identità o meglio delle identità se aggiungiamo oltre a Milano, Verona e Padova.

Diventano anche importanti come segni identificativi delle emissioni gli anelli e la loro disposizione, ma anche il numero e la disposizione dei globetti per quello di Milano e Verona.

Vedo anche una grossa variabilità in tutte e tre le tipologie sui pesi tra il valore minimo e quello massimo, anche più del doppio in alcuni casi....

E poi giusto per rilanciare un po' c'è il D al diritto in leggenda....che è ....?

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Allora...Nel biennio 1387-1388 Gian Galeazzo conquista Verona, Vicenza e Padova. Acquisisce il titolo ducale nel 1395...A questo punto la D potrebbe essere benissimo quella di Dominus, ma dopo il 1395 starebbe invece per Dux...vediamo se qualcuno vuole dire la sua.

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Intanto che riflettete sul DVX o sul DOMINVS .... :blum:, vi butto lì una chicca , tanto per cambiare un po'...., vediamo come questa moneta fu disegnata ai tempi....

( da Ex Libris del Professore Raffaele Ciferri )

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Sicuramente DOMINVS per Verona e Padova se il contratto di appalto di zecca fu del 1388 e probabilmente terminò nel 1390, altrettanto si può mutuare il discorso per Milano che sicuramente aveva anch'essa già iniziato il prototipo delle coniazioni nella sua zecca prima del 1395.

Al più per dopo il 1395 si può dire che lo si lasciò il D perché poteva avere in fondo una doppia interpretazione.....

 

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Però i Visconti e anche i loro denari non finiscono qui se non sbaglio ? C'è un ulteriore interessante esempio che introdurrà una novità in questa monetazione specifica, quella della rappresentazione delle imprese sui denari....a voi la parola....

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Bravo Mario che inizi ad introdurre il prossimo passo! Con i denari abbiamo un "buco" con Giovanni Maria, Giancarlo ed Ettore mentre torneranno con Filippo Maria Visconti. Con Giovanni Maria Visconti abbiamo la creazione di un nuovo nominale, il bissolo (in rapporto 3:2 con il valore dell'imperiale). Bissolo dice molto sulla moneta, infatti al diritto abbiamo una bella biscia nel campo...

Con Filippo Maria è nuovamente tempo di cambiamenti. Torna il denaro e su di esso troviamo l'impresa del velo annodato e coronato, simbolo della dignità ducale. Moneta comune, esistono un paio di rare varianti per la disposizione anomala delle leggende...

Modificato da anto R
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Come già detto la moneta spicciola con GIOVANNI MARIA VISCONTI diventa BISSOLO, CRIPPA nelle sue note dice:

Nel 1409 Giovanni Maria Visconti, per favorire i poveri, creò questa nuova moneta di valore inferiore a quello del denaro: tre bissoli equivalevano infatti a due denari imperiali. Il nome trae probabilmente origine dalla biscia viscontea effigiata al diritto della moneta.

 

GIOVANNI MARIA VISCONTI  -  BISSOLO - CRIPPA 9/B  rarità C

 

 

 

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Col bissolo il biscione diventa il simbolo, lo sarà anche con altre monete milanesi del periodo lo ritroviamo nei grossi, nei soldi e poi nel bissolo, moneta del popolo sicuramente.

Il biscione rappresenta ormai Milano ed è facilmente riconoscibile da tutti, lo sarà poi anche con Gian Carlo Visconti e con Estore Visconti associati, è un breve periodo ma il bissolo continuerà con la biscia coronata.

E' una discussione che credo per contributi e immagini di monete e altro rimarrà.....è un bel excursus nella Milano viscontea, complimenti ai partecipanti divulgatori !

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Ottimo Giancarlo, grazie per il tuo preziosissimo contributo!

Io la butto lì: ma secondo voi su quest'ultimo bissolo si può fare un ragionamento simile a quello sull'attribuzione della zecca dei denari di Gian Galeazzo? Monza o...Milano?

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Argomento dibattuto e complesso, per Crippa le monete del solo Estore Visconti sono da attribuire a Monza anche se non ci sono documenti.

Estore fu Signore di Monza per soli cinque anni dal 1407 al 1412 e nel caso sarebbero state coniate in quel periodo.

Monete molto rare, di difficile buona conservazione, un supporto in più a questa ipotesi il fatto che non esista una leggenda con DOMINVS MEDIOLANI.

Mario Gionfini invece le attribuisce alla zecca di Milano e lo potete leggere sulla RIN 88 del 1986.

Ambrosoli invece individuò invece una lista di monete redatta nel 1415 in un manoscritto di Jacopo da Firenze alla Trivulziana : qui si elencano bissoli di Monza e Cantù.

Ovviamente le monete di Estore seguono comunque il tipo milanese.

Molti storici quali Frisi e altri negarono l'esistenza di una zecca in Monza.

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E dopo i bissoli, con FILIPPO MARIA VISCONTI ritornano i DENARI  -  CRIPPA 16/B gr.0,52 rarità C

 

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D/  + FILIPVS MARIA, al centro velo annodato intorno a stella e sormontato da corona

R/  + DUX MEDIOLANI 3 C al centro croce gigliata

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E con Filippo Maria Visconti abbiamo l'entrata in scena delle imprese, in questo caso il velo annodato sormontato da corona, impresa cara a Gian Galeazzo e che ricorda la legittimazione e la dignità ducale assunta dall'Imperatore Venceslao nel 1395.

Filippo Maria la riprende e la evidenzia in una moneta che richiama il potere visconteo sia con l'impresa, la corona, la leggenda ma non dimentica la cristianità con la croce gigliata e l'identità col solito DVX MEDIOLANI.

Interessante nell'esemplare di @@giancarlone vedere la croce ruotata rispetto alla crocetta iniziale delle leggenda.

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