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I denari dei Visconti


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Nel corso dei secoli il denaro milanese si era sempre più svalutato, sfociando nell'istituzione di due tipologie - imperiale e terzolo - con un valore in rapporto 1:2. Nel XIV secolo i denari diventano monete dalla lega corrottissima, anche il metallo del buon imperiale imbrunisce. Siamo nella Lombardia dei Visconti che, tornati a Milano nel 1311 e divenuto Matteo vicario imperiale, saranno i protagonisti politici nel territorio per oltre un secolo.

In questo lungo dominio vedremo grandi conquiste che sfoceranno nella creazione del Ducato di Milano con Gian Galeazzo ma anche rivolte interne alla casata, tradimenti famigliari e personaggi per così dire piuttosto eccentrici. :blum:

Ricordo che Visconti non è sinonimo solo di Milano, se qualche amico ha un denaro di un'altra zecca da mostrarci e la voglia di scrivere...ben venga!!

Inizio con questo imperiale di Enrico VII, siamo appunto al periodo del ritorno dei Visconti a Milano quindi con Matteo e, successivamente, Galeazzo I. La moneta è di proprietà del Museo di Biassonno ed è visibile al seguente link http://www.museobiassono.it/Italiano/Mostre/MoneteDiLombarda/CatalogoOnLine/MonetaScheda.php?scheda=480&zecca=0&autorita=8

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0,53 gr.

Modificato da anto R
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Inizio a fare un paio di commenti sul denaro imperiale di Enrico VII. Innanzitutto come dicevo Matteo Visconti compra da Enrico il titolo di vicario imperiale e a Matteo succede Galeazzo I. La moneta quindi viene coniata in una Milano sì imperiale ma dove governa un vicario. E infatti Marco Bazzini nel BdN 16 sottolinea come questo denaro imperiale "nuovo" abbia come autorità emittente " Enrico VII di Lussemburgo, re dei Romani poi imperatore del S.R.I. (gennaio 1311 - agosto 1313), poi Matteo Visconti vicario imperiale e signore (luglio 1311 - giugno 1322) e
successivamente Galeazzo I Visconti signore (giugno 1322 - luglio 1327) (?), a nome di Enrico VII di Lussemburgo"
.

Si tratta di monete molto rare (considerate R2 nel MIR di Toffanin) e come è facile immaginare spesso in bassa conservazione. Caratteristica stilistica le N capovolte. Nel BdN viene riportato un esemplare (n° 337) con al rovescio +IME DIOLA NVM anziché +ME DIOLA NVM.

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E' una moneta che è' l'erede del denaro imperiale piano, qui abbiamo la croce reale però' con sempre il nome della città, e' una evoluzione con svilimento sempre più della stessa, a nome di Enrico VII che continua oltre a lui e che continua negli anni, monete veramente in bassa conservazione e decisamente rare.

E' un po' la moneta che ci mancava nelle discussioni su Enrico VII e che indubbiamente può coinvolgere altri per i Visconti.

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Altro elemento caratteristico di queste emissioni è la serie di simboli posta sopra e sotto la leggenda al rovescio. Con Enrico VII abbiamo un trifoglio tra due punti, ma più avanti vedremo stelle, bisce, anellini...In fondo questa moneta è come ha giustamente detto Mario l'erede del denaro imperiale piano a nome di Federico, dove i simboli di emissione erano all'ordine del giorno! Queste serie di simboli nel nostro caso specifico permettono inoltre all'appassionato di inquadrare esemplari con magari le legende usurate o mal impresse.

 

Altro denaro imperiale di Enrico VII, esemplare passato sul forum qualche tempo fa...

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Direi per il momento di concentrarci sull'imperiale, i terzoli da questo periodo in avanti diventeranno sempre più rari fino a scomparire dopo Azzone, semmai ne potremo parlare in seguito. Vediamo ora le emissioni di Ludovico il Bavaro (1327 - 1329). In questo periodo il potere visconteo non è ancora pienamente consolidato, Galeazzo Visconti giurerà fedeltà a Ludovico ma verrà comunque incarcerato con altri membri della famiglia. La prigionia dei Visconti durerà circa un anno, in questo periodo Ludovico sarà incoronato imperatore (7 gennaio 1328). Milano vedrà insigniti delle massime cariche uomini fidati del Bavaro, prevalentemente di origine tedesca.

 

Al collezionista interessa purtroppo poco, ma le emissioni a nome di Ludovico si aprono con un imperiale riportante il titolo regale, al diritto troviamo infatti LVDOVICVS REX ed al rovescio il nome della città. La serie di simboli in alto ed in basso al rovescio è ancora punto trifoglio punto come nelle precedenti emissioni di Enrico VII. Moneta di grandissima rarità (R5 per il MIR di Toffanin, dove troviamo la tipologia catalogata al n°80), ne possiamo vedere un esemplare nel BdN 16, 0,44 gr.

Altre caratteristiche che avvicinano questa emissione a quella di Enrico sono i più punti disposti in verticale a separare il nome del sovrano dal titolo regio, lo stile di alcune lettere come la O (con foro centrale ellittico) e la N rovesciata.

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Adesso i giochi iniziano a farsi più facili per l'appassionato.  Come dicevo Ludovico viene incoronato imperatore a Roma il 7 gennaio 1328 da Sciarra Colonna ed iniziò così la ben più copiosa produzione di denari imperiali recanti il titolo di Imperator. Il cambiamento stilistico è evidente, mutano le forme di alcune lettere e si rinnovano anche i simboli al rovescio.
A proposito di questi ultimi Bazzini scrive nel BdN 16:

"L’avvenuta incoronazione imperiale fu indicata anche sui denari imperiali: al dritto la leggenda divenne LVDOVIC' IMPATOR (Ludovicus imperator), mentre sul rovescio si continuò a indicare il nome della città su più righe. Sopra e sotto l’iscrizione MEDIOLANVM, però, non furono più incisi i trifogli accostati da globetti, ma una stella a sei punte affiancata da due trifogli più piccoli. A meno che non si tratti del recupero di un simbolo utilizzato in precedenza e poi abbandonato, si deve concludere che sui denari imperiali il cambio dai trifogli alla stella avvenne con Ludovico il Bavaro e non durante la “Prima Repubblica” come generalmente ritenuto."

Alcune lettere cambiano stile, da notare in particolare la O (con foro centrale a forma di 8) e la N con nodino sul tratto obliquo.
Moneta rara, nel già citato BdN possiamo vederne sette esemplari di cui uno (n°373) in mistura particolarmente povera e quindi con la doverosa annotazione dubitativa falso d'epoca?.
Propongo alla vostra attenzione un esemplare, buona conservazione testimoniata anche dal peso di ben 0,74 gr.

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Una costante di queste monete sono i segni identificativi per distinguere le varie emissioni, l'imperiale piano aveva il trifoglio con o senza stelo, il più antico, e poi la rosetta sempre con o senza stelo successivo a livello temporale.

Ora con le emissioni a nome di Enrico VII e con quelle di Ludovico il Bavaro col titolo di Imperatore i segni identificativi rimangono, punto trifoglio punto per il primo, trifoglio stella trifoglio per il secondo, svilito, con evoluzione epigrafica, ma che mantiene delle costanti, il MEDIOLANVM, l'autorità imperiale e i segni identificativi....che però qui denotano un cambiamento con l'introduzione della stelletta.....

Modificato da dabbene
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Aggiungo altri imperiali di Ludovico V, il primo proposto nell'asta 2 di Felsinea:

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0,55 gr.

 

Il secondo invece dall'asta Canusina 10:

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0,5 gr.

 

 

 

 

Il prossimo passo saranno i denari di Azzone Visconti, faremo anche un piccolo tour in altre città e zecche dello stato visconteo...

Buon 2016 a tutti!

Antonio

 

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Primo intervento 2016, aggiungo il mio LUDOVICO IL BAVARO

 

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Si può ben vedere come ben descritto dall'amico Antonio la O e la N di MEDIOLANUM

Modificato da giancarlone
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Guardavo gli ultimi tre esemplari e vedevo che hanno in comune il tondello del rovescio con forma ovaleggiante, casualità o necessità di far starci tutta la parte scritta lunga e divisa più i segni identificativi sopra e sotto ? Effettivamente c'era il rischio, e in alcuni casi si vede anche, di non farci stare tutto e bene....

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Giusta osservazione Mario, se poi pensiamo che questo taglio era destinato alla circolazione in mani popolari sicuramente i simboli assumevano una grandissima importanza per identificare l'emissione.

Da notare nell'esemplare di Giancarlo un'altra particolarità: la M con nodino sull'intersezione dei tratti obliqui centrali. Secondo me anche il cambiamento stilistico dei caratteri non è da sottovalutare, magari cambiarono le maestranze in zecca... :unknw:

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E' una moneta in continua evoluzione, pensiamo al denaro piano di partenza con IPRT che formava una croce di fatto ma non reale e ora abbiamo una croce effettiva e poi la croce evolverà ancora....

Cambiano i segni identificativi e cambieranno ancora dopo con un simbolo che vorrà dire molto e in quel caso oltre al segno sarà anche simbolo di identità, resiste però il MEDIOLANVM, ma anche l'epigrafia effettivamente cambia, d'altronde la moneta si estende in un periodo temporale ampio, anche il peso diminuisce drasticamente dai 0,90/1,00 gr. ai 0,50/0,60 gr. di ora....

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La monetazione dichiaratamente viscontea inizia nel 1329, in seguito all'acquisto da parte di Azzone (Azzo) del vicariato imperiale. Con Azzone vediamo la fine della coniazione del terzolo mentre l'imperiale si afferma come moneta spicciola e prodotta con tipi simili anche in altre zecche come Cremona e Como (quest'ultima produrrà anche imperiali che si discosteranno dalla canonica accoppiata croce-scritta). 
Nell'imperiale milanese troviamo al diritto la leggenda A3O VICECOMES e la croce, che diventa del tipo definito gigliato. Al rovescio abbiamo sempre la costante scritta su più righe +MEDIOLANVM tra le due serie di tre simboli. Ed è proprio nei simboli che questa moneta è profondamente innovativa. Infatti, posta tra due trifogli, troviamo la biscia viscontea. Come anticipava Mario il simbolo identificativo di emissione diventa ora anche simbolo d'identità e di ostentazione del potere.
L'imperiale di Azzone coniato a Milano è una moneta abbastanza comune, quelli di Cremona e alcune tipologie comasche sono invece croce e delizia dei collezionisti!

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Con Azzone Visconti, pur essendo il denaro imperiale una moneta immobilizzata per alcuni versi nel tempo, cambia tutto molto....

Azzone e' Signore di Milano e Vicario Imperiale, tutto questo porta anche dei cambiamenti monetali :

La croce diventa gigliata

Compare Azzone Visconti in leggenda

Compare il biscione come segno identificativo di zecca ma anche come simbolo dell'identità

La moneta mostra una certa cura nella fattura e comunque viene coniata per le piccole transazioni.

Quindi nel rispetto di un tipo immobilizzato, i cambiamenti nella moneta sono evidenti e significativi, inizia l'era dei Visconti....

Modificato da dabbene
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rovescio:

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Da notare il tondello che permette ancora di intuire il taglio dalla barra, addirittura per non avere problemi di spazio il rovescio viene coniato sulla diagonale...

Cliccando le immagini si ingrandiscono.

Modificato da anto R
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Con lo svilimento della moneta facevano salti mortali al rovescio i coniatori...., moneta comunque affascinante, del popolo anche questa, che non rompe con la tradizione, ma che Azzone comunque innova mettendoci del suo, il nome, la croce diversa ora gigliata e soprattutto il biscione che diventa centrale spostando ai lati i trifogli uno dei segni più utilizzati nella monetazione milanese del periodo...., ma il biscione ora diventerà sempre più il simbolo ....

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Supporter

@@dabbene se non sbaglio dopo viene LUCHINO  VISCONTI (quello che resta)

 

 

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Ottimo @@palpi62 , poi ricordo che se qualcuno avesse altri denari di Azzone (anche non milanesi) o precedenti potrà sempre postarli qui...

Da notare che con Luchino il trifoglio entra in leggenda al diritto (a dire il vero ci sarebbe anche una varietà di dubbia esistenza con la biscetta tra LUChIN' e VICECO).

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Supporter
Denaro della zecca di Como

 

D/ • (rosetta) • // • AZO • // • VICE • // • COMS • // • (rosetta)

 

R/ (croce potenziata) (rosetta) CVMANVS (rosetta)

 

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Awards

Con Luchino la tipologia tutto sommato segue quella precedente di Azzone, invece a Como spunta la rosetta altro segno identificativo che compare fin dall'inizio di queste monete anche a Milano e che lo ritroveremo nel successivo denaro di Giovanni Visconti con un'altra piccola differenza iconografica...

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Anche Giovanni Visconti, fratello di Luchino, coniò un imperiale; sempre con la biscetta come simbolo centrale. Esemplare proposto nell'asta 3 di Filetti:

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Da notare al diritto la rosetta (altro simbolo classico dell'imperiale piano) come segno d'interpunzione. La zecca è ovviamente Milano.

 

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