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IGNORED

Medaglia Società elettrica italiana in USA?


Risposte migliori

Inviato

Buona sera!

 

Chi mi illumina  :rofl:  per favore? Non sono riuscito a trovare nulla on line.

Le foto sono fatte un pò al volo pertanto chiedo scusa. Appena posso le rifaccio migliori..  :good:

Peso e diametro non riesco ora a misurarli ma se servono lo farò prima possibile!  :good:

 

 

Grazie a tutti!!  :good:

post-38735-0-44798300-1451406530_thumb.j


Inviato

L'altra faccia.  :good:

 

Comunque è più grande di uno scudo ed è spessa almeno mezzo centimetro..  :pardon:

post-38735-0-58680300-1451406579_thumb.j


Inviato

Più che in USA, in Africa ;)

 

Dovrebbe trattarsi di una medaglia celebrativa della costruzione della linea elettrica conosciuta come Inga-Shaba, la più lunga (1700 km) linea di trasmissione di energia elettrica aerea ad alta tensione nella Repubblica Democratica del Congo, il cui tracciato è riprodotto al rovescio.

 

Alla  costruzione, terminata nel 1982, ha preso parte, tra le altre, la società italiana Sadelmi-Cogepi

 

http://www.wikiwand.com/en/Inga%E2%80%93Shaba_HVDC

 

Purtroppo, informazioni specifiche sulla medaglia non sono riuscito a trovarne.

 

petronius :)


Inviato

Leggo dal libro consultabile on-line:

 

CORBELLINI-RIVINO, Competizione e successo nella storia dell'industria elettromeccanica italiana, edizioni Sestante, 2007 

a pag. 206 e 207

 

quanto segue: 

 

Nella zona di Inga, sul fiume Congo, è concentrato il maggiore potenziale di energia idroelettrica del mondo, più del doppio di Three Gorges in Cina, secondo in graduatoria. L’idea di utilizzare questa risorsa risale alla seconda metà del diciannovesimo secolo, essendo del 1885 la prima descrizione del luogo ad opera dal geografo Wanters, che metteva in evidenza, tra l’altro, le enormi possibilità energetiche della regione.Altri studi vennero compiuti in seguito, e nel 1928 il colonnello Van Deuren pubblicò un progetto sia per l’installazione di gruppi idraulici, sia per rendere navigabile il fiume Congo anche in quella zona. Sulla base di quegli studi iniziali e dei successivi approfondimenti, nel 1963 la SICAI Società d’Ingegneria e Consulenza Attività Industriali elaborò un progetto definitivo; e il 25 aprile 1968 il consorzio Italinga, costituito da Impresa Astaldi Estero per le opere civili, Italimpianti per la parte meccanica e GIE per il macchinario idraulico ed elettrico, firmò con la SNEL Société Nazionale d’Electricité, Kinshasa, il contratto d’appalto per la costruzione di una centrale idroelettrica, prima tappa di realizzazione del progetto stesso. Questa prima centrale, denominata Inga 1, si sviluppò in due fasi, ciascuna con tre gruppi Francis turbina alternatore ad asse verticale da 60 MW, entrambe assegnate al consorzio Italinga. La centrale di Inga 2, con otto unità da 158 MW, a valle di Inga 1, GIE - Competizione e successo nella storia dell’industria elettromeccanica italiana 206 venne assegnata nel 1973 a un consorzio formato da Safricas-Astaldi per le opere civili, ACEC (capofila)-Westinghouse-Voest-GIE per i primi quattro gruppi e Siemens (capofila)-Alsthom-GIE per gli altri quattro. La parte GIE comprendeva panconi, paratoie, carroponte da 300 ton, sgrigliatori, trasformatori da 68 MVA, condotti sbarre, equipaggiamento completo della sottostazione elevatrice a 220 kV, sette chilometri di linea a 220 kV per il collegamento fra la sottostazione elevatrice e la sottostazione di conversione corrente alternata/corrente continua. Per l’una e l’altra centrale è stata sfruttata l’energia prodotta naturalmente da un’imponente anomalia topologica del fiume, a circa 200 km dalla foce, nel punto dove un’ansa retrocede a U dopo qualche chilometro, tornando all’alveo principale con un dislivello di un centinaio di metri, che provoca rapide molto accentuate. L’energia disponibile grazie a tali rapide dà spazio a un’altra centrale, Inga 3, che può avere una potenza massima di 3500 MW: in nessun altro luogo del mondo sono possibili opere tanto grandiose, con impatto ambientale praticamente nullo. Lo sbarramento dell’alveo principale del fiume sarebbe infatti necessario solo in caso di realizzazione del progetto Grand Inga, che darebbe una potenza idroelettrica di 39.000 MW. È, appunto, l’enorme potenziale idroelettrico cui si è fatto sopra cenno. Oltre che alle centrali di Inga 1 e Inga 2, il GIE prese parte anche alle opere realizzate per il trasporto e la distribuzione dell’energia prodotta, in particolare: – sottostazioni del sistema di Inga, per le quali ha fornito una trentina di trasformatori aventi potenze da 75 MVA a 5 MVA ed equipaggiamenti elettrci di alta tensione; – sottostazioni e linea a 220 kV dello Shaba, in consorzio con Sadelmi-Cogepi, che ebbe il ruolo di capofila. Il contratto comprendeva quattro sottostazioni a 220/110 kV, affidate al GIE complete di opere civili e montaggi, e la linea a 220/110 kV di 300 Km, di competenza Sadelmi-Cogepi. La nostra società è stata affiancata dalla SICOM, ormai operativa a pieno ritmo, che ha eseguito montaggi, opere civili e trasporti locali. Questi hanno richiesto molti interventi sulle strade, anche con modifiche dei percorsi, oltre al rinforzo dei ponti per il transito dei carichi eccezionali.

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Inviato

Più che in USA, in Africa ;)

 

Dovrebbe trattarsi di una medaglia celebrativa della costruzione della linea elettrica conosciuta come Inga-Shaba, la più lunga (1700 km) linea di trasmissione di energia elettrica aerea ad alta tensione nella Repubblica Democratica del Congo, il cui tracciato è riprodotto al rovescio.

 

Alla  costruzione, terminata nel 1982, ha preso parte, tra le altre, la società italiana Sadelmi-Cogepi

 

http://www.wikiwand.com/en/Inga%E2%80%93Shaba_HVDC

 

Purtroppo, informazioni specifiche sulla medaglia non sono riuscito a trovarne.

 

petronius :)

 

Ops.. Sbaglio dovto alla fretta.. Ho letto USA davanti e ho ricercato per immagine su google.. Senza nemmeno leggere bene dietro..  :pardon:  Mea culpa..  :good:

 

Leggo dal libro consultabile on-line:

 

CORBELLINI-RIVINO, Competizione e successo nella storia dell'industria elettromeccanica italiana, edizioni Sestante, 2007 

a pag. 206 e 207

 

quanto segue: 

 

Nella zona di Inga, sul fiume Congo, è concentrato il maggiore potenziale di energia idroelettrica del mondo, più del doppio di Three Gorges in Cina, secondo in graduatoria. L’idea di utilizzare questa risorsa risale alla seconda metà del diciannovesimo secolo, essendo del 1885 la prima descrizione del luogo ad opera dal geografo Wanters, che metteva in evidenza, tra l’altro, le enormi possibilità energetiche della regione.Altri studi vennero compiuti in seguito, e nel 1928 il colonnello Van Deuren pubblicò un progetto sia per l’installazione di gruppi idraulici, sia per rendere navigabile il fiume Congo anche in quella zona. Sulla base di quegli studi iniziali e dei successivi approfondimenti, nel 1963 la SICAI Società d’Ingegneria e Consulenza Attività Industriali elaborò un progetto definitivo; e il 25 aprile 1968 il consorzio Italinga, costituito da Impresa Astaldi Estero per le opere civili, Italimpianti per la parte meccanica e GIE per il macchinario idraulico ed elettrico, firmò con la SNEL Société Nazionale d’Electricité, Kinshasa, il contratto d’appalto per la costruzione di una centrale idroelettrica, prima tappa di realizzazione del progetto stesso. Questa prima centrale, denominata Inga 1, si sviluppò in due fasi, ciascuna con tre gruppi Francis turbina alternatore ad asse verticale da 60 MW, entrambe assegnate al consorzio Italinga. La centrale di Inga 2, con otto unità da 158 MW, a valle di Inga 1, GIE - Competizione e successo nella storia dell’industria elettromeccanica italiana 206 venne assegnata nel 1973 a un consorzio formato da Safricas-Astaldi per le opere civili, ACEC (capofila)-Westinghouse-Voest-GIE per i primi quattro gruppi e Siemens (capofila)-Alsthom-GIE per gli altri quattro. La parte GIE comprendeva panconi, paratoie, carroponte da 300 ton, sgrigliatori, trasformatori da 68 MVA, condotti sbarre, equipaggiamento completo della sottostazione elevatrice a 220 kV, sette chilometri di linea a 220 kV per il collegamento fra la sottostazione elevatrice e la sottostazione di conversione corrente alternata/corrente continua. Per l’una e l’altra centrale è stata sfruttata l’energia prodotta naturalmente da un’imponente anomalia topologica del fiume, a circa 200 km dalla foce, nel punto dove un’ansa retrocede a U dopo qualche chilometro, tornando all’alveo principale con un dislivello di un centinaio di metri, che provoca rapide molto accentuate. L’energia disponibile grazie a tali rapide dà spazio a un’altra centrale, Inga 3, che può avere una potenza massima di 3500 MW: in nessun altro luogo del mondo sono possibili opere tanto grandiose, con impatto ambientale praticamente nullo. Lo sbarramento dell’alveo principale del fiume sarebbe infatti necessario solo in caso di realizzazione del progetto Grand Inga, che darebbe una potenza idroelettrica di 39.000 MW. È, appunto, l’enorme potenziale idroelettrico cui si è fatto sopra cenno. Oltre che alle centrali di Inga 1 e Inga 2, il GIE prese parte anche alle opere realizzate per il trasporto e la distribuzione dell’energia prodotta, in particolare: – sottostazioni del sistema di Inga, per le quali ha fornito una trentina di trasformatori aventi potenze da 75 MVA a 5 MVA ed equipaggiamenti elettrci di alta tensione; – sottostazioni e linea a 220 kV dello Shaba, in consorzio con Sadelmi-Cogepi, che ebbe il ruolo di capofila. Il contratto comprendeva quattro sottostazioni a 220/110 kV, affidate al GIE complete di opere civili e montaggi, e la linea a 220/110 kV di 300 Km, di competenza Sadelmi-Cogepi. La nostra società è stata affiancata dalla SICOM, ormai operativa a pieno ritmo, che ha eseguito montaggi, opere civili e trasporti locali. Questi hanno richiesto molti interventi sulle strade, anche con modifiche dei percorsi, oltre al rinforzo dei ponti per il transito dei carichi eccezionali.

 

Interessante grazie!

Ora sarebbe interessante trovare qualche accenno alla medaglia. Ne ho trovate alcune di questa società ma non questa..  :unknw:


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