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IGNORED

Corretta catalogazione tetradracma di Gela


Archestrato

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Buona Domenica,

Da qualche tempo possiedo il notevolissimo lavoro di Jenkins "The coinage of Gela"; utilizzandolo come riferimento in un esercizio di identificazione dei conii mi sono imbattuto in una moneta, un esemplare di tetradracma, in vendita nella prossima asta Naville 19, lotto 18, che sembrerebbe catalogata in maniera erronea.

Viene indicata come Jenkins 475, mentre dovrebbe essere un Jenkins 394; ora vorrei conoscere l'opinione di chi ha più esperienza, per capire se la casa d'aste si sia sbagliata di così tanto, se sia una svista per noncuranza, oppure se quel numero vada letto in maniera diversa da come l'ho letto io (sarebbe un errore/svista piuttosto grave secondo me, se di errore o svista si trattasse, in quanto ripetuto allo stesso modo, dalla stessa casa d'aste in due aste separate dello stesso anno ( la moneta era parte dell'asta 16, lotto 16, di luglio).

Ecco per primo un esemplare catalogato Jenkins 475 (forse più probabilmente un 476, ma i rovesci sono davvero molto simili), da asta NAC 88, lotto 562:

post-48266-0-45340900-1449407154.jpeg

E per secondo uno di Jenkins 394, da un'asta Sincona (numero 17, lotto 16, catalogato correttamente come Jenkins 394), che è poi lo stesso esemplare di Naville:

post-48266-0-03035000-1449407320_thumb.j

Grazie in anticipo per i chiarimenti.

PS: credo che per leggere bene le monete mi serva di esser certo di saper leggere bene i libri prima..

Modificato da Archestrato
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In effetti l'esemplare NAC dovrebbe essere un Jenkins 476, posto di seguito due esemplari di 475:

post-48266-0-13653800-1449411943.jpeg

Roma numismatics 4, lotto 66

post-48266-0-36561100-1449412035.jpeg

Jean Elsen 86, lotto 35

Come nota il Jenkins, le gambe sono più serrate, il corno più curvo nel Jenkins 476.

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Hai ragione tu. Si tratta del Jenkins 394, che è poi estremamente raro....

Ecco l'unico esemplare che era noto al Jenkins:

 

post-7204-0-40867800-1449418247.png

 

Chiaramente un esemplare coniato precedentemente del Jenkins 475-476.

 

Purtroppo un ennesimo esempio di "sciatteria" delle classificazioni di monete da parte dei curatori di aste....

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Grazie molte Acraf per le conferme,

Sono contento di avere interpretato bene le tavole di Jenkins, e dispiaciuto di notare ancora, come a volte succede, che case d'asta presenti sul mercato internazionale non spendano dieci minuti in più sulla catalogazione dei pezzi che mettono in vendita.

Come sottolineato da Acraf infatti, questa coppia di conii risulterebbe davvero molto rara per quel che è l'attuale stato delle conoscenze.

Ed il prezzo proposto (200 sterline) ribadisce ai miei occhi di principiante (ma forse sbaglio) la poca cura con cui la moneta è stata presa in esame, pur considerando le condizioni del pezzo ed il mercato di riferimento.

Chissà, magari ci fossero state tre o quattro R, o un "extremely rare" alla fine della descrizione della moneta..

Le cose sarebbero state diverse.

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Grazie molte Acraf per le conferme,

Sono contento di avere interpretato bene le tavole di Jenkins, e dispiaciuto di notare ancora, come a volte succede, che case d'asta presenti sul mercato internazionale non spendano dieci minuti in più sulla catalogazione dei pezzi che mettono in vendita.

Come sottolineato da Acraf infatti, questa coppia di conii risulterebbe davvero molto rara per quel che è l'attuale stato delle conoscenze.

Ed il prezzo proposto (200 sterline) ribadisce ai miei occhi di principiante (ma forse sbaglio) la poca cura con cui la moneta è stata presa in esame, pur considerando le condizioni del pezzo ed il mercato di riferimento.

Chissà, magari ci fossero state tre o quattro R, o un "extremely rare" alla fine della descrizione della moneta..

Le cose sarebbero state diverse.

Perche' non ribaltare punto di osservaxione e la vederla come un'opportunità'?

In fondo lo studio, quando fatto bene, paga e permette di vedere cose che magari sono passate inosservate agli altri. Ben venga la sciatteria delle case d'asta - non pero ' per la facilita' con la quale lasciamo passare oggi falsi a gogo' ..

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Perche' non ribaltare punto di osservaxione e la vederla come un'opportunità'?

In fondo lo studio, quando fatto bene, paga e permette di vedere cose che magari sono passate inosservate agli altri. Ben venga la sciatteria delle case d'asta - non pero ' per la facilita' con la quale lasciamo passare oggi falsi a gogo' ..

Vero, e concordo: se tutto fosse perfettamente corretto, non ci sarebbe più nulla da imparare, e gli errori sono, come sempre, una fonte di opportunità di apprendimento in tal senso.

Certo però sarebbe bello vedere tutte le case d'asta coinvolte in una più attenta divulgazione dei contenuti e dei particolari che caratterizzano ogni singolo pezzo..

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A proposito di particolari, mi pare che i pezzi Naville e Jenkins non siano esattamente uguali al rovescio:

Il "fillet" citato da Jenkins (potrebbe essere tradotto come filetto di pesce?.. Purtroppo non conosco bene iI termine.. ) e che si trova davanti alla zampa sinistra del toro androprosopo sembrerebbe più alto, rispetto allo zoccolo della zampa nell'esemplare Naville che in quello del Jenkins, nonostante il pezzo Naville sia piuttosto decentrato in quello specifico punto..

post-48266-0-74877600-1449581561.jpeg

Naville

post-48266-0-19444300-1449581617.jpeg

Jenkins

Vedo bene?

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Cerchiamo di chiarire la situazione di questi conii di Gela.

All'inizio del 430 a.C. circa iniziò il Gruppo VI di Jenkis di Gela.

La prima emissione è J. 391, con la combinazione dei conii O81/R163.

Una caratteristica del conio R163, che reca sotto la protome di toro androprosopo un pesce (forse una triglia), è che è stato corretto almeno due volte dall'incisore. La prima volta, con il conio R163', è stato aggiunto davanti alla zampa sinistra protesa un nastro ripiegato.

La seconda volta, R163'', è stato aggiunto un ulteriore simbolo, una foglia di olivo, dietro la troncazione della protome di toro.

 

Il pezzo di Naville è chiaramente un R163', avendo tracce la nastro davanti la zampa, mentre non ha ancora la foglia di olivo dietro la protome.

Siamo sicuri che sia veramente un R163' ?

Vediamo l'evoluzione del conio, con il particolare del rovescio:

 

In Jenkins 391 (O81/R163), Cambridge McClean 2257 g. 16,88:

 

post-7204-0-48205100-1449596059_thumb.jp

post-7204-0-54032900-1449596134.jpg

 

In Jenkins 392 (O81/R163'), con aggiunta del nastro, London Lloyd 965 g. 17,21:

 

post-7204-0-88345200-1449596178_thumb.jp

post-7204-0-87100300-1449596208.jpg

 

Il Jenkins 393 (O82/R164) ha il nuovo conio del diritto O82, che all'inizio è abbinato a un nuovo rovescio, R164 e quindi non ci interessa direttamente, London BMC 43 g. 16,85:

 

post-7204-0-29816400-1449596332_thumb.jp

 

Il Jenkins 394 (O82/R163'), riprende il conio già modificato, per abbinarlo al nuovo conio del diritto O82, noto finora in unico esemplare, 

 

post-7204-0-74668000-1449596460_thumb.jp

post-7204-0-38882300-1449596488.jpg

 

Infine il Jenkins 395 (O82/R163'') ha il conio del rovescio ulteriormente modificato con la foglia di olivo (che qui praticamente non si vede, ma si vede con altro esemplare sulla tavola del Jenkins):

 

post-7204-0-86828400-1449596564_thumb.jp

post-7204-0-35200000-1449596581.jpg

 

Il dettaglio dell'esemplare di Naville dimostra che è un Jenkins 394 e il particolare delle zampe conferma che proviene dalla stesso conio R163'

 

post-7204-0-43392700-1449596659.jpg  Naville (J. 394)

post-7204-0-55271000-1449596796.jpg  Hess  (J. 394)

post-7204-0-62857800-1449596711.jpg  Lloyd 965 (J. 392)

post-7204-0-18683600-1449596749.jpg  Lloyd 964 (J. 395)

 

Le piccole difformità che si vedono tra Naville e Hess sono dovute a differenze di battitura e anche di fotografia (la foto Hess è ricavata da un calco). Poi i rilievi di un simbolo tendono a deformarsi quando sono situati proprio sul bordo del tondello....

Modificato da acraf
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Un intervento più che chiarificatore, di cui sono molto grato ad Acraf.

Non avevo considerato che venendo impresso proprio sul bordo del tondello il simbolo del nastro ( grazie ancora per la corretta traduzione di "fillet"=nastro) si fosse deformato.

A causa, credo, dell'espansione dell metallo e di una particolare angolazione del colpo di martello al momento della coniazione, nel punto in cui il tondello terminava mentre sul conio l'incisione proseguiva, trascinando così il simbolo in posizione lievemente differente.

Anche se stavo quasi fantasticando di una possibile ulteriore piccola variante di conio leggendo l'analisi di Acraf sull'evoluzione, e soprattutto le correzioni, dei conii dei rovesci riportati dal Jenkins ai numeri dal 391 al 395..

Ancora Grazie

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Ringrazio per la stima. Lo studio dei conii è sempre affascinante e importante per la conoscenza numismatica.

Possono capitare conii molto simili e che differiscono per piccoli dettagli. E' importante stabilire se magari è uno stesso conio che ha subito ritocchi da parte dell'incisore (come in questo caso), oppure è un nuovo conio di poco differente (che comunque ha dettagli che si discostano e non sono sovrapponibili).

Per la soluzione serve sempre un esame comparativo del massimo numero di esemplari noti ed è possibile, con pazienza, ricostruire una valida sequenza, come in questo corpus compilato da Jenkins per Gela. Peccato che non solo non è facile reperire immagini di monete da censire, ma è necessario anche poter visionare dal vivo almeno una buona parte del materiale. Così ha fatto Jenkins, che ha potuto visionare anche alcuni ripostigli custoditi nei depositi dei medaglieri (inclusi quelli italiani). Così ad esempio ha visionato il famoso ripostiglio Gela 1956, che è custodito nel museo di Gela, con 848 monete tra tetradrammi e didrammi di varie zecche siceliote e di Atene (ben 251 didrammi solo per Gela), e vari ripostigli custoditi nel museo di Siracusa, fra cui Mazzarino 1910, con 274 monete d'argento, fra cui 7 tetradrammi e 61 didrammi di Gela..... senza considerare i vari ripostigli che sono andati dispersi, ma dei quali si è avuta qualche memoria....

Il metodo usato dal Jenkins per lo studio della monetazione di Gela è esemplare ed è possibile solo apportare minute correzioni ed eventuali aggiunte di nuovi esemplari comparsi successivamente al libro. 

Per inciso annoto che il Jenkins 395, al n. 4, si riferisce a London, L(loyd) 964 e non 965 (che è il Jenkins 392, n. 4).

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Supporter

Per completare l'illustrazione dell'uso del rovescio 163 fatta da Acraf aggiungo un esemplare Jenkins 395 in cui si intravede meglio la foglio dietro la protome del toro

 

 

post-6806-0-10018900-1450133575_thumb.jp

 

Soler y Llach 69/2011,

 

e ne approfitto per chiedere a quale tipo del Jenkins corrisponde invece questo esemplare

 

post-6806-0-25062700-1450134457_thumb.jp

 

Art coins Roma E-auction 22

Modificato da scalptor
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Buongiorno,

L'esemplare di Art Coins Roma postato da Scalptor dovrebbe essere un Jenkins 397 (O82-R166).

Spero di avere conferme della mia lettura..

Modificato da Archestrato
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Supporter

Grazie delle risposte.

 

Nel frattempo ho scoperto il sito veramente ben curato e realizzato dedicato all'iconografia monetale del toro androcefalo creato da Taras e Nick Molinari che non conoscevo ma di cui consiglio vivamente la visione.

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