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Stato laico e feste cristiane


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Inviato

Stranamente, mentre c'è chi non vuole il Crocifisso nelle scuole,  i canti natalizi, gli auguri del Vescovo, perché quanto violerebbe la sua libertà religiosa o, comunque, quelle degli appartenenti ad altro credo all'interno dell'istituzione, non mi è noto, però, di qualcuno che pretenda di andare a lavorare nei giorni dichiarati festivi in quanto feste religiose cattoliche perché ciò significherebbe riconoscere una festa di una religione diversa.


 


Visto che in tanti si fanno la bocca su come lo Stato dovrebbe comportarsi su determinate problematiche mi chiedo perchè questi "sostenitori del laicismo" o di altro credo non facciano richiesta di lavorare il 25 e 26 dicembre, pasqua e pasquetta, l'8 dicembre o il 15 agosto (salvo ferie).


 


Il ragionamento "io sto a casa ma non festeggio!", non  regge! Bisognerebbe ALMENO chiedere di lavorare in quei giorni senza approfittarne per andare a divertirsi. Ma, in quei giorni, invece, grazie alle feste cattoliche molti vanno a mangiare fuori, a sciare approfittando della festività.


 


Lo stesso dicasi per le feste patronali. vi risultano manifestazioni di piazza per lavorare a Milano il giorno di sant'Ambrogio?


 


A me no! anzi, si fa anche il ponte! Che bello vero?


 


Conclusione? Teorie, teorie, teorie e tanto filosofeggiare ma tanta, tanta, tanta Ipocrisia allo stato puro.


 


Ovviamente so bene come lo Stato italiano regola i suoi rapporti con la confessione cattolica, perchè, quindi, ci sono dette feste, e come regola i rapporti con le altre confessioni, ma nulla centra con il principio in forza del quale, un non cattolico o un sostenitore del laicismo dello stato dovrebbe indignarsi di non lavorare in quel giorno festivo in quanto a lui imposto!


 


Dite pure la Vs se ritenete, io scrivo solo questo post e e basta.


 


grazie.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 



Inviato (modificato)

Avevo fatto una battuta, spiritosa e non offensiva, ma preferisco cancellare :)

Modificato da Matteo91
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Inviato (modificato)

Certo se mi aumentano il monte ore ferie vado a lavorare anche a natale..

Modificato da david7

Inviato

:good: Gradite snche le risposte simpatiche! Non si deve far aprire la fabbrica, ma non deve essere contento di far festa per imposizione!

 

Insomma, questa imposizione la si accetta volentieri! Per altre ci si lagna!   :nea:


Inviato

@@legioprimigenia sono contento tu abbia colto l'umorismo :) comunque visto che avrebbe potuto urtare anche altri, ho tolto la battuta.

Awards

Inviato

:good: Gradite snche le risposte simpatiche! Non si deve far aprire la fabbrica, ma non deve essere contento di far festa per imposizione!

 

Insomma, questa imposizione la si accetta volentieri! Per altre ci si lagna!   :nea:

 

Certo che le accetto volentieri.. perchè io ateo dovrei lavorare di più rispetto ad un cattolico? se vado a lavorare a natale non ho prolemi basta che abbia un giorno in più di ferie da mettere giù quando voglio io.

 

Non capisco il problema sinceramente..


Supporter
Inviato

vabé... a mio avviso gli estremisti laici sono una minoranza, molto rumorosa e stupida.

Io sono agnostico, ma non mi sognerei mai di impedire la celebrazioni del credo di chi mi sta attorno.

l'unica cosa che esigo è uguale libertà e rispetto nei miei confronti.

Da buon laico penso che ogni uomo è libero fin tanto non invade la libertá altrui.

I tempi sono strani, e pochi estremisti fanno piú rumore della maggioranza piú savia e silenziosa (o almeno mi illudo che questa esista realmente)

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Inviato (modificato)

 

Visto che in tanti si fanno la bocca su come lo Stato dovrebbe comportarsi su determinate problematiche mi chiedo perchè questi "sostenitori del laicismo" o di altro credo non facciano richiesta di lavorare il 25 e 26 dicembre, pasqua e pasquetta, l'8 dicembre o il 15 agosto (salvo ferie).

 

 

:rolleyes: ...Ne hai aggiunte due di troppo e ne hai tralasciate due.

Hai dimenticato il primo di Novembre, solennità di tutti i Santi, e il primo dell'anno, solennità della Madre di Dio. 

 

Il 26 dicembre (santo Stefano protomartire) e il Lunedì di Pasqua non sono "feste di precetto" cattoliche (definizione che non condivido, perchè sottintende l'idea di una "imposizione", cosa completamente errata...). Tradizionalmente, però, si festeggiano sia civilmente sia cristianamente....

 

 

...Al di là, poi, di tutte queste definizioni "formali", tu tocchi un argomento molto bello e valido: quello della coerenza. E io lo affronto in un altro modo, "rigirando" la questione, anche a mo' di "sana provocazione".

 

Che cos'è il "tempo della festa", e che cos'è il "tempo del lavoro"?

 

Un cristiano (cattolico) può anche stare a casa in tutte queste feste.....Ma come santifica la festa??....

Infischiandosene del tutto dell'aspetto religioso....e magari partendo per mari e monti o per i centri commerciali,

dimenticandosi della Messa oppure di fare anche solo un'opera di bene?....

 

Secondo me, è molto più coerente un non cristiano che chieda di lavorare in una di queste feste,

piuttosto che un cristiano che se ne freghi altamente e faccia tutt'altro, anzichè santificarle nel modo appropriato;

che non vuol certo dire solamente "andando a Messa" per mettersi a posto la coscienza col Signore.....

 

....Tutto sta proprio nella coerenza di quello che uno sceglie di fare.

 

Se è il "tempo della festa", si festeggia; e un cristiano dovrebbe sapere come.

Se è il "tempo del lavoro" si lavora.

 

Ma mai confondere le due cose. 

Altrimenti, meglio che a Natale si vada a lavorare, piuttosto che passarlo tra mille e mille cretinate e dandosi alla pazza gioia, dimenticandosi di cosa sia veramente la Festa...

Tempo di grazia...tempo di riposo, ma non di ozio!

Tempo non "imposto" da qualcuno....

ma Tempo donato , e da donare.

E tempo di cui non "approfittare" (in negativo)....

Tempo libero, ma non "libertino"....

 

 

Evidentemente, se lo Stato riconosce il valore di certe feste...al di là di quello che queste feste rappresentino dal punto di vista religioso,

significa che esso riconosce il valore universale della "Festa".....

Significato universale che anche il non cristiano è invitato a riconoscere, e a fare proprio!....

 

Vorrei scrivere di più ma sono molto stanco....magari lo riprendo domani o dopo...! :) (Godendomi il "tempo della festa")... 

Modificato da Georg
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Inviato

Le istituzioni statali devono assolutamente essere laiche ma questo non significa che lo debba essere anche la popolazione. Quindi via il crocifisso dalle scuole pubbliche (che poi a dirla tutta io non l'ho mai visto nella mia carriera scolastica...) ma allo stesso tempo non trovo incongruo che si rispetti il credo della maggioranza della popolazione.  Vorrei sottolineare che laico non significa né ateo né nemico della religione ma fondamentalmente aconfessionale.

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Inviato

@@Georg condivido tutto ciò  che dici ma il tuo e' un ulteriore approfondimento sull'essere cristiano con la C maiuscola o cristiano per bocca ma non di fatto. Ora il punto non è  quello di festeggiare o non festeggiare il natale o la pasqua come Dio comanda, ma quello di chi  volendo uno stato laico, il giorno di festa religiosa ,  poiché tutto è  chiuso per legge, va al parco o a sciare o rimane a casa a riposare, ma non si sogna minimamente di criticare il sistema che dovrebbe prevedere per ogni credo la possibilità di festeggiarlo o meno nei giorni deputati o di non festeggiare affatto per l'ateo.  Oppure  di chi non chiede di lavorare a Natale oppure  di chi,  per turno,  lavorando a natale vuole lo straordinario e non la paga feriale.  Ecco o ci mettiamo in testa che in Italia ci si fa la bocca con la laicità  dello Stato, vedi tanti politici, ma non lo è  affatto uno stato laico se non in un unico modo, quello di lasciare a ognuno la propria libertà di credo ma non garantendo a ogni credo le stesse opportunità di festeggiare le proprie festività con assenza giustificata dal lavoro.  


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Inviato

il sistema che dovrebbe prevedere per ogni credo la possibilità di festeggiarlo o meno nei giorni deputati o di non festeggiare affatto per l'ateo.

Amici tedeschi (Baviera) mi raccontavano che da loro le feste religiose sono legate alle percentuali di cattolici e luterani presenti nella zona (credo debbano segnarlo nella dichiarazione dei redditi). Quindi un po' a macchia di leopardo fanno le feste luterane o cattoliche nei vari posti.  Per gli atei credo che il problema non si ponga affatto, per loro non è festa ma semplice sospensione attività lavorative :P


Inviato (modificato)

Rigiriamo il discorso:

 

Io non festeggio il 25 Aprile e neppure il 1 Maggio perché non le ritengo festività perché statali ed imposte.........quanti la pensano così? ......o quanti la pensano così e sono coerenti?

 

 

PS: io condivido il post iniziale, tuttavia sono dell'idea ci sono differenze tra festa e giorno di riposo: la festa è un momento che noi consideriamo di svago, divertimento, gioia, condivisione ecc... mentre il giorno di riposo è solo assenza dagli impegni lavorativi (che poi si possa trasformare in un giorno di festa ci può stare).

Modificato da ARES III

Inviato

Io non festeggio il 25 Aprile e neppure il 1 Maggio perché non le ritengo festività perché statali ed imposte

 

Il discorso delle feste civili (non "statali") secondo me è diverso. Senza entrare nel merito politico (sappiamo tutti che le due feste citate hanno, da sempre, una connotazione "di sinistra"), io credo che vadano riconosciute (se non proprio festeggiate) da tutti.

Un non-cristiano può benissimo non riconoscere il Natale come festa, così come io, non-musulmano, non riconosco il Ramadan, ma le feste civili dovrebbero riguardarci tutti, in quanto italiani e cittadini di questo paese.

 

petronius

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Inviato (modificato)

Non è proprio così, perché rispetto il 2 Giugno festa della Repubblica (tralasciando la legittimità del passaggio istituzionale).

Le altre due festività sono inutili dal mio punto di vista (non voglio offendere nessuno e rispetto tutti coloro che sentono vive queste festività):

 

1- festa del lavoro: festa di che cosa? che si può sgobbare e non essere remunerati in modo giusto o almeno per far sopravvivere in modo decoroso la propria famiglia? e per contro si riceve un palliativo di un giorno ? (che poi tra l'altro non viene più rispettato)

 

2- festa della liberazione: da chi lo sappiamo benissimo.....ma non si deve essere ipocriti perché siamo una nazione che ha perso la guerra e che è stata occupata militarmente dai nostri liberatori......dai festeggiamo piuttosto a festa dell'occupazione alleata (mi sembra più preciso).

Modificato da ARES III
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Inviato

La presunta laicità dello Stato è una delle grandi ipocrisie di questa società. Non si può negare certo, che la stragrande maggioranza della popolazione italiana sia di sentimento cattolico (anche se non praticante assiduo) e che l'intera storia di questa nostra nazione sia intrisa e a volte sia  stata praticamente la stessa della Chiesa, la quale, non diementichiamo, ha governato direttamente una buona parte della Penisola e ha avuto una influenza enorme nel plasmare la società nei sui costumi e usi.Per questo molte festività religiose hanno effetto civile. Non capisco questo accanimento contro usi e costumi radicati nel nostro sentimento di popolo , accanimenti provenienti da taluni ambienti , anche scolastici , che credono di fare un'opera meritoria di rispetto per lo straniero di fede diversa, rinnegando le nostre tradizion (elimimare il presepe, nonfare i canti, togliendo il crocefisso...). Il vero rispetto per lo straniero deve provenire in altro modo, rispettando, vero, le sue tradizioni e feste, ma senza svendere le nostre.

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Inviato

So che dirò cose al quanto impopolari ma devo farlo altrimenti giriamo intorno al problema senza mai concretizzare.Esiste una sottocultura in Italia che si tramanda oramai da generazioni,che prevede il non riconoscimento, il sabotaggio e l'ostracismo nei confronti della chiesa da parte di persone prevalentemente di sinistra,che vedono nella religione cristiana quello che i cristiani vedono nel demonio

.Devo ancora capire il perche' ma sono quasi sempre coloro che avevano un nonno partigiano simpatizzante del marxismo e delle sue rudi politiche di ateismo,che non portano un nome di un santo e che non ne daranno uno neanche ai propri figli,e per rimanere coerenti con la tradizione di famiglia sono costretti a chiamare(un esempio tristemente famoso su tutti),la propria figlia Desdemona.I vecchi film di don Camillo e l'onorevole Peppone possono simpaticamente sintetizzare questo fenomeno tutto Italiano.Premesso che non amo la politica e che stimo i partigiani,concludo dicendo che per queste persone,quando ricoprono cariche come presidi scolastici,sindaci o presidenti,è fin troppo facile cancellare feste o simboli religiosi con la scusa del rispetto delle religioni altrui e del laicismo al quale si appellano con tanta ipocrisia,quella citata anche da @@Saturno.

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Inviato (modificato)

Scusa @@margheludo, ma ritengo la questione un poco più complessa.

 

Per laico non si intende soltanto "non religioso" o "mangiapreti".

 

Il laico è colui che non si accontenta di verità dogmatiche.

 

E le verità dogmatiche non sono solo quelle religiose, ma anche quelle filosofiche (si pensi all'ipse dixit per rimandare a Aristotele) o storico - economiche (si pensi alla economia come "struttura" di Marx).

 

Il laico è colui che non usa l'autorità (intesa come provenienza della tesi o della affermazione) come sistema euristico, ma tenta una verifica.

 

Ancora diversa è l'accezione di laico se attribuita ad uno stato: vuol dire soltanto non religioso (non "antireligioso").

 

Illuminante è la reazione di de Gasperi al mancato suo invito da parte del Papa dell'epoca (che non era stato assecondato in una qualche sua iniziativa): il Premier disse che come cristiano avrebbe accettato l'umiliazione, come capo del governo non poteva che esprimere perplessità per il comportamento tenuto dal Santo Padre nei confronti di un rappresentante di uno stato sovrano.

 

E non mi si dica che de Gasperi fosse marxista.

 

Ma è solo una opinione.

 

Polemarco.

Modificato da Polemarco
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Inviato

Ovviamente la questione è più complessa,ho fatto un discorso un po da bar sperando di aver reso l'idea sul tipo di sindaco o preside alla "Peppone".si all'uomo laico e non "mangiapreti" si allo stato laico non antireligioso,daccordissimo anche su de Gasperi che non si tocca.


Inviato

@@margheludo, non hai fatto un discorso da bar.

Hai detto quello che pensa la maggior parte della gente.

Il fatto che non siamo d'accordo non significa che uno dei due sia un imbecille.

Stiamo ragionando insieme davanti ad un buon bicchiere di vino.

Con la stima reciproca che è propria per chi coltiva un comune interesse.

Se tutti facessero così, con garbo e rispetto dell'opinione dell'altro, consapevoli della totale opinabilità della argomentazioni dell'altro e di quelle proprie e con la consapevolezza della necessità di sentire e valutare le opinioni contrarie, sarebbe un bel passo in avanti.

Io non penso di aver la verità in tasca e ho bisogno di confrontarmi.

Solo così ho la speranza, ripeto la speranza, di non cadere in errore.

Polemarco

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Inviato

Non si può negare certo, che la stragrande maggioranza della popolazione italiana sia di sentimento cattolico (anche se non praticante assiduo) e che l'intera storia di questa nostra nazione sia intrisa e a volte sia  stata praticamente la stessa della Chiesa, la quale, non diementichiamo, ha governato direttamente una buona parte della Penisola e ha avuto una influenza enorme nel plasmare la società nei sui costumi e usi.

 

Io credo che tutte le religioni debbano avere il potere spirituale e non temporale..


Inviato

La presunta laicità dello Stato è una delle grandi ipocrisie di questa società. Non si può negare certo, che la stragrande maggioranza della popolazione italiana sia di sentimento cattolico

 

Trovo ipocrita un paese di sentimento cattolico ma la maggior parte della gente non si comporta come tale. E di persone ne conosco in abbodanza..

 

Anzi sono persone che mi fanno pena


Inviato

.....la stragrande maggioranza della popolazione italiana sia di sentimento cattolico (anche se non praticante assiduo) ......

 

Essere cattolici significa fare propri i dettami fondamentali e i dogmi della Chiesa, i quali sono espressi dal papapto.

Ma è davvero cattolica la "stragrande maggioranza degli italiani"?

Due punti fonfamentali della dottrina cattolica:

 

1) sì all'aborto: Il 17 maggio 1981 il popolo italiano è stato chiamato a pronunziarsi sulla richiesta di abrogazione di una legge (la 194, approvata il 22 maggio 1978), che consentiva l'aborto volontario entro i primi novanta giorni dal concepimento e addirittura ne prevedeva il finanziamento statale: i paladini dell'aborto furono il 68% dei votanti; i cattolici ligi all'insegnamento della chiesa si sono fermati al 32%.

 

2) sì al divorzio: il referendum abrogativo referendum sul divorzio, tenutosi il 12 e 13 maggio 1974 aveva per oggetto la richiesta ai cittadini se volessero o meno abrogare la legge 898/70 che consentiva il divorzio: i paladini del divorzio furono il 59,3% dei votanti; i cattolici ligi all'insegnamento della chiesa si sono fermati al 40,7%.

 

Finiamola con la favola che in Italia la stragrande maggioranza degli italiani sia cattolica: le è di nome, ma nei fatti la stragrande maggioranza degli italiani è laica ed è per uno stato laico.

 

Magari ci fosse un referendum sul concordato, oppure sull'abrogazione dell'8 per mille alla chiesa cattolica: si vedrebbe quanto siano pochi i cattolici ligi alle direttive della loro chiesa.

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Inviato (modificato)

Non credo che per essere considerato cattolico sia necessario seguire scrupolosamente ogni singolo dettame religioso di matrice cattolica.

Pensate soltanto ai divorziati che vorrebbero comunicarsi.
Essere in contraddizione non significa essere laici.

 

E secondo me non significa neanche essere ipocriti.

Peraltro viviamo ormai in una epoca dove le singole scelte prescindono dal tutto.
Anzi, per molti, il tutto non esiste: solo singoli fatti privi di ogni collegamento.

L'obbligo di "completezza" non è più sentito come tale.
 

Provate a fermare la gente all'uscita della messa e chiedete a ciascuno come si calcola la data della Pasqua.

 

O chiedete loro quale sia la natura del Cristo.

 

Basta questo per negare loro la qualifica di cattolici o considerarli scismatici o eretici ?

 

Probabilmente no.

 

Ci vuole un poco di rispetto da tutti per tutti (e considerate che io non sono un praticante).

 

Ma è solo una opinione come tante.

Modificato da Polemarco

Inviato

Essere cattolici significa fare propri i dettami fondamentali e i dogmi della Chiesa, i quali sono espressi dal papapto.

Ma è davvero cattolica la "stragrande maggioranza degli italiani"?

Due punti fonfamentali della dottrina cattolica:

 

1) sì all'aborto: Il 17 maggio 1981 il popolo italiano è stato chiamato a pronunziarsi sulla richiesta di abrogazione di una legge (la 194, approvata il 22 maggio 1978), che consentiva l'aborto volontario entro i primi novanta giorni dal concepimento e addirittura ne prevedeva il finanziamento statale: i paladini dell'aborto furono il 68% dei votanti; i cattolici ligi all'insegnamento della chiesa si sono fermati al 32%.

 

2) sì al divorzio: il referendum abrogativo referendum sul divorzio, tenutosi il 12 e 13 maggio 1974 aveva per oggetto la richiesta ai cittadini se volessero o meno abrogare la legge 898/70 che consentiva il divorzio: i paladini del divorzio furono il 59,3% dei votanti; i cattolici ligi all'insegnamento della chiesa si sono fermati al 40,7%.

 

Finiamola con la favola che in Italia la stragrande maggioranza degli italiani sia cattolica: le è di nome, ma nei fatti la stragrande maggioranza degli italiani è laica ed è per uno stato laico.

 

Magari ci fosse un referendum sul concordato, oppure sull'abrogazione dell'8 per mille alla chiesa cattolica: si vedrebbe quanto siano pochi i cattolici ligi alle direttive della loro chiesa.

 

 

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