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IGNORED

Un gioiello della pittura medioevale


antvwaIa

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A Bastia, nei pressi di Mondovì (Cuneo) ci sta una Pieve poco conosciuta ma straordinaria. E' la Pieve di San Fiorenzo, nota per un ciclo di affreschi che ne riveste le due pareti e l'abside, che rappresentano uno dei grandi capolavori della pittura medioevale. Complesivamente son 326 m2 di affreschi che illustrano la vita di Gesù, di Maria, il paradiso e l'inferno, commissionati al pittore Mazuchus, ma anche ad altri pittori provenzali, da Bonifacio della Torre, signore di Carassone.

Mi piace particolarmente l'enorme scena che rappresenta l'inferno, particolarmente naif e vivace.

 

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I dannati sono collocati via via più vicino al fondo dell'inferno, dove c'è lo stesso Principe dei Demoni, nella misura in cui sono ritenuti più perversi.

Calpestata da Satanasso, la categoria di persone più perversa di tutte.

 

2jfkfmd.jpg

 

Curioso osservare quale fosse, secondo questo ingenuo pittore tardomedioevale, la peggiore di tutte le categorie di individui!

 

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Il termine "avocator" in latino dovrebbe significare "allontanatore", "colui che distoglie".

 

forse è un latino tardo per l'accezione che intendi ? 

 

Anche perché gli altri due, lì vicino, hanno la qualifica di  "procuratores"   

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Nell'accezione tardo-medioevale il procurator era il notaio. Avocatores e procuratores è riferito alle autorità amministrative del borgo, che facevano e disfacevano i documenti sempre al fine di ingannare la plebe analfabeta.

 

Dal punto di vista artistico, questo ciclo di affreschi si ricollega a quelli del castello di Manta, con la famosissima fontana dell'eterna giovinezza: a San Fiorenzo in uno stile pittorico destinato alla plebe più umile, volutamente grottesco; a Manta, destinato alla corte dei signori saluzzesi.

 

2uxwzr4.jpg

Modificato da antvwaIa
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@ antvwaIa

 

 

Allora concordo pienamente con te:

avocatores sono coloro che amministrano e che (spesso) sottraggono beni avocandoli a sé e così allontanandoli dagli altri.

In termini attuali: "malversatori e peculatori". 

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Sì: ma non lo fanno con la violenza, bensì grazie alle "leggi" della cui interpretazione sono i custodi.

 

Durante il medioevo nella considerazione del popolino queste categorie di personaggi si collocavano nel gradino più infimo: per la plebe contano i fatti, non i papiri che non è in grado di leggere. I papiri gli danno torto? lui non comprende che, talvolta, possa davvero avere torto: pensa che hanno usato i papiri per togliergli ciò che gli spettava. Anche perché era proprio quello ciò che facevano gli avocatores e i procuratores: rapinare la plebe con garbo e alterigia, avendo dalla loro le leggi e la forza pubblica.

 

Per fortuna che non viviamo più in tempi così bui! Ora le leggi sono davvero uguali per tutti! :)

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...Interessante quella testa di mostro in basso a destra, con le enormi fauci spalancate...

Presumo che rappresentino la Porta degli Inferi.

...La stessa "porta", con le stesse fauci, dalla quale fuoriescono i Salvati nelle icone russe della "Discesa agli inferi".

 

...Con la differenza che qui ci entrano i dannati per non uscirvi mai più...Nell'altra rappresentazione,i personaggi escono: e coloro che escono sono i patriarchi e tutti quelli vissuti prima dell'Incarnazione, i quali beneficiano degli effetti della redenzione.

 

*****

Da un'antica omelia sul Sabato Santo.

 

Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.

Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all'albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. 
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».

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Modificato da Georg
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...Interessante anche la rappresentazione di chi entra in quelle fauci: diversi personaggi, abbigliati in diversi modi...che denotano diversi ceti sociali e professioni (soldato, dama...e altri ancora...).

Tutti legati da un'unica grande "corda", che li fa stare insieme e allo stesso livello.

 

Nell'altare marmoreo del "Suffragio", nel transetto di sinistra della Cattedrale di Pavia, sono rappresentati a intarsio, oltre alle anime purganti, anche una serie di teschi messi in fila all'altro, alternati a diversi simboli: la corona e lo scettro, la mitria e il pastorale, l'elmo e la spada, un altro tipo di corona....simboli dei diversi ceti: reali, ecclesiastici, soldati, nobili......

Quasi a dire che nessuno è immune da "sorella morte", nonostante la condizione sociale e le "ricchezze" e il "potere" che uno pensa di possedere...

Modificato da Georg
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La questione è intrigante.

si tratta di una biblia pauperum: la categoria è utilizzata anche per le iconografie murarie che abbiano lo scopo di illustrare (nel termine) passi biblici a chi non è in grado di leggere.

Il committente è un signore locale

Nella Pieve compaiono anche momenti tratti da vangeli apocrifi

Non ho ben compreso se all'inferno ci va l'intera categoria di amministratori o solo quelli che abbiano abusato della funzione ( per la prima ipotesi è @antvwala).

Se avesse ragione Antvwala, avremmo a che fare con qualcosa di non propriamente ortodosso.

Aggiungo che risulta come i cittadini di Mondovì siano stati scomunicati tre volte ( ma non riesco a collocare nel tempo le scomuniche). Risulta anche che non vi fossero buoni rapporti tra Bastia e Mondovì.

Le ipotesi possono essere diverse.

Residui di posizioni ereticali che prendono le mosse dalla necessità di una chiesa povera accanto agli umili.

Strumentalizzazioni di tali principi da parte del committente.

Gradirei che la discussione non degenerasse nel solito derby laici-cattolici: vorrei vedere una conclusione o un tentativo di conclusione.

Polemarco

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...Interessante anche la rappresentazione di chi entra in quelle fauci: diversi personaggi, abbigliati in diversi modi...che denotano diversi ceti sociali e professioni (soldato, dama...e altri ancora...). Tutti legati da un'unica grande "corda", che li fa stare insieme e allo stesso livello....

 

Rappresentano i sette vizi capitali

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La questione è intrigante. Si tratta di una biblia pauperum: la categoria è utilizzata anche per le iconografie murarie che abbiano lo scopo di illustrare (nel termine) passi biblici a chi non è in grado di leggere. Il committente è un signore locale. Nella Pieve compaiono anche momenti tratti da vangeli apocrifi...

 

Sì, è così. Alcune delle scene del ciclo pittorico sono tratte dal Vangelo di Maria.

 

 

....Non ho ben compreso se all'inferno ci va l'intera categoria di amministratori o solo quelli che abbiano abusato della funzione ( per la prima ipotesi è @antvwala). Se avesse ragione Antvwala, avremmo a che fare con qualcosa di non propriamente ortodosso....

Aggiungo che risulta come i cittadini di Mondovì siano stati scomunicati tre volte (ma non riesco a collocare nel tempo le scomuniche). Risulta anche che non vi fossero buoni rapporti tra Bastia e Mondovì....

 

Quién sabe?

Purtroppo non è ben chiaro il contesto storico imperante quando il committente incaricò l'affresco dell'inferno. Mondovì sorse per volontà del Vescovo d'Asti che fece distruggere Breolungi e Carassone, quest'ultimo castello era proprietà dei signori di Bastia, obbligando la popolazione di questi due borghi a concorrere a costituire la nascente città (da lì nacquero i terzieri Carassone e Breo). Poi offrirono la possibilità a quei cittadini di Vicoforte che avevano pendenze con la giustizia di essere perdonati qualora si fossero trasferiti a Mondovì, il cui nome originari era Monte di Vico, ed essi diedero origine al terzo terziere della nascente città: Vico.

Ovviamente il signori di Bastia non gradirono il comportamento del Vescovo d'Asti, che fu loro nemico, ma non potevano commissionare in una Pieve un affresco dove nel più profondo degl'inferi ci fossero i principi della Chiesa (anche se sarebbe piaciuto loro moltissimo farlo) e quindi si contentarono con collocare quelle autorità amministrative che ritenevano le più perfide, avvocati e notai, che con falsi documenti "certificarono" i diritti episcopali sul castello di Carassone.

Questo argomento fu tema del primo libricino che pubblicai trent'anni or sono (scaricabile da academia.edu) e di uno scavo archeologico che come Italia Nostra potemmo eseguire in quanto l'area dove sorgeva il borgo e il castello di Carassone veniva costantemente divorata dall'erosione provocata dal fiume Tanaro e in gran parte era ormai scomparsa.

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