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Il collezionismo è una manifestazione psicotica?


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Inviato (modificato)

  :good:  Per curiosità @@antvwaIa come riesci a cucinare e scrivere cose così complesse?

Modificato da ARES III

Inviato (modificato)

Non è uno scritto mio, ma una citazione di quanto scritto dall'autore citato.

 

Cucinare è un'attività impegnativa, ma che alterna momenti d'impegno e momenti di attesa: questi ultimi si prestano ad intervenire sul forum.

 

Sto cucinando una zuppa di alghe e carne, un pasticcio di mais in agrodolce con ripieno di spezzatino e una spolverata di zucchero pin dorato al formo, e delle empanadas, ravioloni con ripieno di carne,olive, uva, cipolle e prezzemolo, fritte in olio d'oliva (ovviamente!)

Modificato da antvwaIa
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Inviato (modificato)

Domande concrete.

 

a) Condividete o non condividete:

1) la suddivisione del collezionismo in sistematico e asistematico?

2) l'esistenza dei due meccanismi complementari di ricerca dell'eccezione e di ricerca del completamento?

3) il concetto di meccanismo sfidante quale fattore di appagamento nel collezionismo?

 

b) con riferimento alla "piramide di Maslow", quale livello di bisogno appaga il collezionismo?

 

Accanto ai miei complimenti per una discussione "chiave" di questo forum, vorrei rispondere alle 3 domande sopra, e fare alcune considerazioni:

 

Nell'ordine: concordo appieno con la definizione di collezionismo sistematico e asistematico e nei concetti affini di ricerca del completamento e dell'eccezione. Ricordo che Roberto Russo distingueva il (numismatico) "collezionista" dal "raccoglitore", laddove il primo era spinto dal desiderio di completare e il secondo di scegliere in rapporto a criteri diversi (che potevano essere "il bello", avvicinandolo al collezionista di opere d'arte).

Per tale motivo ritengo valido il concetto che la "conservazione" (cioè il grading) possa rappresentare un aspetto sostanziale del raccogliere "per eccezione" (come sostenuto anche da eliodoro, per quanto io sia convinto che anche il medioevalista o il classicista possa ricercare la perfezione, nell'ambito in cui opera).

Il meccanismo "sfidante" rappresenta sicuramente uno dei "quid" caratterizzanti del collezionista/raccoglitore, ed è confermato dalle "congratulazioni" stesse con cui in vari ambiti (ed anche in questo forum) si appella chi ha acquistato una moneta rara, bella, o in generale ambita (perchè congratularsi altrimenti?).

 

La piramide di Maslow, come tante piramidi, non è che una discutibile ed arbitraria semplificazione che potrebbe essere parificata ad altre ipotesi e non meirta, a mio avviso, particolare credito.

 

Infine, personalmente ritengo che una vena di patologia si annidi in ... molti collezionisti: è l'ossessione/compulsione che può sfociare anche in altre condizioni che presentano a mio avviso un qualche tipo di parentela (ad es. l'acquisto compulsivo o il gioco d'azzardo patologico o la dipendenza da videogiochi, ecc.). Il discorso da un punto di vista medico sarebbe molto lungo e complesso, e va notato che il "collezionismo" può rappresentare esso stesso una modalità di compenso per una personalità così connotata (sano collezionismo) e può servire, come bene espresso, a "placare un'ansia"; d'altra parte, all'estremo, esso può essere responsabile di un circolo vizioso correlabile alla comparsa di nevrosi o psicosi (collezionismo patologico).

Modificato da Giov60
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Inviato

quasi quasi smetto di collezionare, non credevo di avere tutti questi problemi psichici !

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Certamente gli aspetti psicologici e qualche volta anche compulsivi nel collezionismo ci sono, però ci sono anche tante molle e motivazioni diverse che spingono al collezionare, ne accenno una che è molto diffusa lo studio di una singola tipologia monetale, certamente si può farla in tanti modi, compreso internet, cataloghi d'asta, medaglieri, ma la visione diretta di tanti esemplari apparentemente uguali ma in realtà ognuno con piccole caratteristiche diverse, e qui mi riferisco a monete povere, svilite come le medievali, ma anche qualche moderna, ecco in questi casi il poterle vedere ed avere tra le mani significa una maggiore e più accurata fonte di studio e ricerca, tutto questo capita in molti e spesso e ha pure motivazioni di studio e ricerca....

Modificato da dabbene

Inviato (modificato)

quasi quasi smetto di collezionare, non credevo di avere tutti questi problemi psichici !

 

.AH Ah! :rofl:  Sì, in effetti, anch'io, riflettendoci sopra e dando il mio contributo...allo stesso tempo ho fatto anche un po' di autoanalisi!! :)...

...E penso che anche tanti altri la faranno, riflettendo su tutti questi spunti...!...

Modificato da Georg

Inviato

Ciao.

"Il collezionismo numismatico può prescindere dallo sviluppo del conoscimento quando rivolto alla moneta contemporanea."

 

Scusa, ma non ho capito il significato della frase....Per "conoscimento" intendi conoscenza?

 

M.


Inviato

@@Lay11

 

Ecco più o meno così :D

 

170824fed80345ab0cf60d487b7f30a1_orig.pn

 

Ma questi sono solo piccoli esempi, qualcosa lo scrissi nel thread "Loro ci vedono così" dove ad esempio descrvo un episodio nel quale mostrai la collezione di 2 euro commemorativi (93 pezzi) a mio cognato spiegandogli qua e la i significati e quello alla fine se ne uscì dicendo "ua!! hai 186 euro qua dentro!!" :D

non ci credo!  :rofl:

oltre ad un amico artista, anche un cognato matematico! ah ah ah! 


Inviato

Ciao.

"Il collezionismo numismatico può prescindere dallo sviluppo del conoscimento quando rivolto alla moneta contemporanea."

 

Scusa, ma non ho capito il significato della frase....Per "conoscimento" intendi conoscenza?

 

M.

Uffa! basta prendere un dizionario di spagnolo per capire perché ho scritto conocimiento :)

 

A proposito: la cena patagonica che ho preparato per gli ospiti di mia figlia quepucha è stata un successone! :)

Questa è la mia quepucha (quella a sinistra, non quello a destra)

 

aewbom.jpg

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Inviato (modificato)

Uffa! basta prendere un dizionario di spagnolo per capire perché ho scritto conocimiento :)

 

A proposito: la cena patagonica che ho preparato per gli ospiti di mia figlia quepucha è stata un successone! :)

Questa è la mia quepucha (quella a sinistra, non quello a destra)

 

 

 

..veramente pensavo a san Francesco: "Dammi senno e cognoscimento"...

 

Ma cosa vuol dire quepucha? 

 

E aggiungo: cosa fa tua figlia, la cantante lirica? Che opera è?

Modificato da Georg

Inviato (modificato)

.....Ma cosa vuol dire quepucha? 

 

Quepucho -a: in veliche, il figlio più giovane (lett. ultimo nato), se cercavi su google lo avresti trovato.

 

 

.....E aggiungo: cosa fa tua figlia, la cantante lirica? Che opera è?

 

Sì. Non mi ricordo: immagino qualcosa di Mozart

 

La quepucha mi ha telefonato stanotte verso l'una per dirmi che i suoi ospiti si complimentavano per la cena.... piatti che i (pochissimi) lamonetiani che hanno pranzato a casa mia conoscono e apprezzano, soprattutto il "pastel de choclo"  (https://es.wikipedia.org/wiki/Pastel_de_choclo) e la "cazuela de luche" (http://scyp.cl/2014/09/25/receta-capitulo-antropologia-culinaria-cazuela-de-cordero-con-luche-y-papas-con-luche/).

 

Tornando al tema del collezionismo, credo che ci sia tantissimo da scrivere: ho provato a fare qualche ricerca, ma non è che ho trovato molto sul tema. O meglio, molti spunti ma nessuno scritto davvero organico. Ovviamente non averlo trovato nel web non significa che non ci sia, né tanto meno che non esista....

 

Ho visto che in alcuni casi viene inserito tra i disordini compulsivi. Non sono d'accordo. Non mi pare che il collezionismo sia una forma di disordine compulsivo ma semmai che quando una persona ha disturbi di tipo compulsivo li manifesta nel collezionismo, come li avrebbe manifestati comunque in altri aspetti del suo comportamento.

 

Forse per comprendere il collezionismo, bisognerebbe prima di tutto capire quali sfere della personalità appaga. Non è detto che per tutte le persone il collezionismo sia manifestazione degli stessi bisogni e quindi sia appagante in modo univoco.

Forme molto diverse di collezionismo forse sorgono da bisogni diversi.

Le differenze già emerse tra un collezionismo tendenzialmente maschile o femminile, potrebbero già indicare che nell'uomo e nella donna il collezionismo nasce sulla base di meccanismi differenti. E' un tema che va sviluppato. L'osservazione di @@Alberto Varesi, o piuttosto la sua testimonianza, è importante: in quanto commerciante gli è ben chiaro il fatto che i collezionisti numismatici siano soprattutto uomini e non donne. Sul forum ci sono anche altri commercianti: confermano?

Approfondendo il tema, Le donne portano avanti tipologie collezionistiche analoghe a quelle degli uomini, o prediligono tematiche diverse?

Mi pare che vi sia una profonda confusione tra uguaglianza di diritti e uguaglianza biologica. Uomo e donna sono biologicamente diversi, e le differenze nei loro corpi non si limitano agli organi sessuali o alla forma del bacino, ma riguardano sprattutto la corteccia cerebrale (questo spiega il caso più classico di transessualità: una persona con una corteccia cerebrale di un sesso non può accettare di avere un corpo sessualmente diverso da quanto corrisponde alla sua corteccia cerebrale e quindi non può che desiderare di cambiare; ovviamente esistono anche altre forme di contraddizioni sessuali). Prendere atto che nel modo di essere collezionisti uomini e donne hanno approcci diversi, non è lesa maestà o sessismo: è solo constatazione della realtà.

Certe forme di collezionismo molto particolari sono solamente esibizione di status simbol: lo è la collezione di ferrari, per esempio, ma per talune persone lo è anche la collezione numismatica, che in questo particolare caso generalmente è costituita solamente da monete di grandissimo pregio (sulla cui autenticità ci sarebbe molto da discutere) senza una reale passione del collezionista medesimo che, tuttavia, esibisce volentieri le sue monete (se non ci sono ostacoli legali al loro possesso). Comunque le forme di collezionismo esibizionista di status simbol le accantonerei.

Torniamo invece al collezionismo più classico, quello che secondo alcuni in una forma o nell'altra ha coinvolto, anche se spesso solo per periodi limitati, un terzo di tutta la popolazione (non so su quali fonti si basino queste affermazioni che ho trovato nel web).

In effetti da questa discussione non mi pare che sia emerso in modo chiaro quale bisogno appaga il collezionismo e quale sia il meccanismo appagante.

Nel collezionismo sistematico mi pare che la sistematicità stessa sia un fattore appagante: cioè che per il collezionista è piacevole catalogare e riporre ordinatamente le sue monete. Nel collezionismo asistematico, invece, non mi pare che esista un ordine negli oggetti collezionati, i quali spesso vengono disposti in modo estetico ed espositivo. Cosa ne pensate?

Modificato da antvwaIa

Inviato

Caro @Antvwala, ti confermo che la stragrande maggioranza dei collezionisti numismatici sono uomini.

Butto lì una percentuale, ovviamente approssimativa ma certamente esemplificativa di come sia "maschio" il nostro settore: credo che le donne non raggiungano l'1%.

Questo vale tanto per i collezionisti quanto per i commercianti.

Che poi le donne, quando si applicano, siano superiori a noi maschietti per gusto, attenzione ai particolari e, spesso, capacità nel riconoscere la presenza di qualcosa che non va.....forse meriterebbe una discussione a parte ;)

Complimenti per la discussione, atipica ma simpatica ed intrigante.

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Inviato

Ciao Alberto. :hi:
 
"Uffa! basta prendere un dizionario di spagnolo per capire perché ho scritto conocimiento :)"
 
Si, l'avevo intuito, ma prima di scrivere che non concordavo con la Tua affermazione:
 
"Il collezionismo numismatico può prescindere dallo sviluppo del conoscimento quando rivolto alla moneta contemporanea."

 

dovevo essere sicuro di non aver frainteso qualcosa.

 

Adesso sono sicuro e quindi, pur dolente, non posso concordare con l'affermazione sopra riportata.

 

Il collezionismo numismatico contemporaneo, a mio sommesso avviso, e per come lo intendo e lo vivo io, non può prescindere dallo sviluppo del "conoscimento" (o della conoscenza... :pardon:) e, aggiungo, se il collezionismo fosse inteso come una sorta di raccolta punti o come il completare un album di figurine, non proverei per esso più alcun interesse.

 

La ricerca e lo studio sono parte integrante del "modus collectionandi" come lo intendo io e benché il mio ambito numismatico di elezione sia limitato agli ultimi 250 anni circa, sono quotidianamente sorpreso dai numerosi "misteri" che nonostante la relativa modernità dei tempi, circondano molti aspetti delle monetazione dell'epoca.

 

Da qui, il mio rispettoso dissenso dalla Tua affermazione.

 

Cari saluti. :hi:

Miguel.

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Inviato

Ad onore delle donne..che sono certamente più intelligenti di noi...facciamocene una ragione :hi: riflettiamo sul fatto che molte di esse sono studiose autorevoli della numismatica,  è ciò significa che il loro interesse va proprio verso la conoscenza del contesto della moneta, superando decisamente la questione del possesso o collezione delle monete stesse.

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Inviato (modificato)

@@bizerba62: credo che dipenda molto per cosa intendiamo per "collezionismo contemporaneo".

Vi è un collezionismo volto a studiare, ad esempio, le caratteristiche tecniche dell'euro e del suo processo di emissione, le modalità con cui si è giunto al suo disegno, le problematiche connesse alla sua produzione, gli eventuali difetti di coniatura, eccetera, il quale esisge un costante incremento delle conoscenze. Ma in questo caso il vero oggetto del collezionismo (più analisi e studio che collezionismo) mi pare sia proprio il processoo di porduzione dell'euro, in tutti i suoi aspetti e quindi in senso lato.

Poi vi è anche un collezionismo consistente nell'avere tutti gli euro di tutte le annate e di tutti i Paesi che lo hanno adottato, tipico esempio di "ricerca del completamento", che può tranquillamente e serenamente prescindere dallo sviluppo dela conoscenza (che possa prescindere non è sinonimo che prescinda). Non vedo nessuna differenza tra collezionare in questo modo gli euro o le figurine dei giocatori dell'Ascoli. Anch'io l'ho praticato, e infatti ho tutte le emissioni di lire in tutte le date dagli anni '50 in poi (mi ero dato la regola di collezionare solamente monete trovate in circolazione, senza mai acquistarne: regola tassativamente rispettata). Inoltre ho collezionato le notgeld il cui disegno avesse relazione con l'Opera lirica. Preciso questo per 9indivare che non ho nessuna precusione o pregiudizio pseudo-intellettuale nei confronti di questo collezionismo di completamento.

Il fatto che esso possa prescindere da un parallelo acculturamento, non vuol dire che debba prescindere.

Mi pare che molto spesso esso sia una fase iniziale di collezionismo (infatti è tipico dei giovanissimi), la quale generalmente o cessa con il tempo, oppure evolve verso un collezionismo molto più impegnativo, o anche verso il mero studio del tema, tralasciando il collezionismo.

 

@@elledi: sono d'accordo sulla seconda parte del tuo enunciato, non sulla prima. Non ritengo confrontabili uomini e donne in termini d'intelligenza: due forme intellettive diverse, ma di pari dignità e valore.

Credo che possa succedere che la passione per lo studio finisca "superando decisamente la questione del possesso o collezione" dell'oggetto di studio. E' quanto è successo anche a me: da almeno 4 anni lo studio della numismatica è divenuto per me sempre più piacevole, impegnativo e gratificante e nella stessa misura in cui cresceva l'amore per lo studio veniva a meno il desiderio di collezionare monete, sino a smettere del tutto. Ora, stando in Cile, di quando in quando compro una moneta antica:

 

a) Quando mi pare che possa essere molto particolare e meriti averla in mano per poterla studiare cogliendo l'occasione del fatto che, non essendo stata compresa, il suo prezzo sia irrisorio; in questo caso, all'acquisto della moneta farà poi seguito il suo studio e, probabilmente, un articolo relazionato con essa. E' quanto successo con un Valentiniano III coniato a Chersoneso (Crimea), acquistato su ebay per 8 dollari, che mi ha stimolato a scrivere un articoletto (non ancora finito, è già di circa 70 pagine (*), più altre 50 di database, nel quale ho poi coinvolto gli amici del Gruppo di Studio per la Monetazione Vandala, altri tre numismatici russi,  mi ha portato a iscrivermi in un forum in Crimea (coins.ucoz.ru) aggiustandomi per "dialogare" anche in russo, e a tradurre 250 pagine di testi numismatici dalla lingua russa a quella italica).

 

b) oppure quando la stessa ha relazione con qualche articolo che ho scritto e allora mi fa piacere averne una quale ricordo dell'articolo stesso.: purtroppo ultimamente mi sono dedicato ad alcune monetazioni rare e costose (per esempio i solidi di Alessandro III) o le monete del re Godas (governante vandalo della Sardegna che si ribellò al re Gelamiro e che coniò moneta a nome proprio: Maria Bonaria Urban ne scrisse per prima in un libro poi pubblicato unitamente a un catalogo della monetazione vandala della Sardegna) e in questo caso non ci provo neppure a procurarmente una, di moneta, né mi manca il possederla.

 

 

(*) quando si tratta di scrivere, sono indiscutibilmente affetto da "sindrome compulsiva irrefrenabile".

Modificato da antvwaIa

Supporter
Inviato

Grazie Antvala per l'interessantissima discussione. Mi ha fatto venire voglia di riprendere il manuale di Monete Romane di F. Gnecchi. Ecco quello che pensavano i nostri "nonni" sul collezionismo:

 

"A consolazione di chi mi legge, m'affretto a dire avanti tutto che il raccoglitore è una persona fortunata! Chi è nato col bernoccolo delle collezioni, ha l'incomparabile vantaggio di escludere la noja dalla sua vita, e deve essere grato alla Provvidenza d'avergli accordato una fonte inesauribile di soddisfazioni assolutamente prive di rimorsi e di tardi rimpianti. 

Le soddisfazioni della società, degli amici, della vita allegra possono essere a volte ottime, se prese nella giusta misura, e nei debiti modi; ma parecchie altre volte sono al contrario piene di disinganni, e pur troppo un giorno o l'altro vengono a mancare. Il collezionista invece, possedendo in sè stesso il germe e la causa continua della propria felicità, non ha bisogno di nessuno, la solitudine non lo spaventa, e può esclamarre col filosofo: me interdum tedet societatis hominum, numquam solitudinis!

Quando stanco dal lavoro, annojato della società, infastidito dagli affari, il raccoglitore si ritira nella propria stanza, vi trova il più dolce riposo, assai meglio che nell'ozio, nella sua occupazione prediletta. E la occupazione pel raccoglitore non manca mai, qualunque sia il genere della collezione a cui si è dedicato. Prima è il lavoro del raccogliere, che è infinito; poi quello del classificare, indi quello del catalogare; infine il più serio, ma anche il più dilettevole, il più utile e il più duraturo (quando ci si arriva), quello di studiare, di discutere coi colleghi e infine di fare noto, mediante opportune pubblicazioni, il risultato delle proprie ricerche.

La passione del raccoglitore è fra le più sane, le più forti e le più durature.

Sir Henry Holland, l'amico di Marco Minghetti, negli ultimi anni della sua vita, essendo molto vecchio, rimpiangeva di non essere stato, da giovane, raccoglitore, ed esprimeva il suo pensiero in queste frasi:

"L'interesse del raccoglitore aumenta di mano in mano che viene soddisfatto; non c'è pericolo che venga a cessare per soverchia soddisfazione, e bene spesso sopravvive, allorquando le tumultuose vicende della vita, gli affari concitati o i piaceri hanno cessato di esistere."

Chi non è raccoglitore in gioventù si pentirà da vecchio. - Come il celibatario sente da vecchio la mancanza di una buona moglie, che gli porti negli ultimi giorni di vita il conforto dell'affetto e delle antiche memorie, così chi non è raccoglitore da giovane non potrà provare da vecchio la soddisfazione di rivivere fra una generazione intera di vecchi e fedeli amici, di ricordare tante antiche e piacevoli memorie, di avere infine un ineffabile conforto che lo accompagni fino all'estremo limite della vita. E in questo anzi il raccoglitore ha il sopravvento sul'uomo ammogliato. A quest'ultimo la moglie può premorire, mentre la collezione sopravvive sempre al raccoglitore!...." 

 

A parte quest'ultima affermazione sulla superiorità della collezione sulla moglie, così poco politically correct  :blum: , penso che vi siano tanti elementi già emersi in questa discussione anche se inquadrati in un'altra epoca.

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Supporter
Inviato

Non so se è già stato detto, ma un'altro sottile piacere del collezionista è quello di riuscire a vedere la bellezza (o l'importanza) di un oggetto dove gli altri non riescono a vederla.  Il concetto non è mio ma non ricordo dove l'ho letto. :)

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Inviato (modificato)

Non so se è già stato detto, ma un'altro sottile piacere del collezionista è quello di riuscire a vedere la bellezza (o l'importanza) di un oggetto dove gli altri non riescono a vederla.  Il concetto non è mio ma non ricordo dove l'ho letto. :)

 

..ed è interessante! A volerlo interpretare dal punto di vista "vocazionale" ,in modo molto generico...si potrebbe dire che chi è "chiamato" a fare o ad essere qualcosa, nella fattispecie il collezionista numismatico o, comunque, il "cultore" di opere d'arte,

riceve sempre tutti i "carismi" per portare avanti questa sua missione..carismi tra i quali certe "sensibilità" che altri non hanno.

Mi vien da pensare all'immagine dell' "equalizzatore" negli stereo;

ecco: certe persone, rispetto alle altre, hanno uno o più cursori "sparati" più in alto rispetto agli altri!..

Modificato da Georg

Inviato

Ho letto tutta questa bellissima discussione condotta da Antwala e coronata dai molti lamonetiani intervenuti. Io colleziono monete da circa 35 anni (libri compresi) e vorrei aggiungere le mie impressioni sul collezionismo senza peraltro "sgridare Antwala" che non mi ha mai invitato alle sue leccornie. Ma in verità nemmeno io l'ho fatto e potrei fors'anche meravigliarlo. Tornando a noi, quando rivedo una mia moneta dopo tanto tempo e quindi dimenticata, noto che mi si riaccende la gioia di averla... quella moneta con la quale ho scritto la storia del personaggio o dell'oggetto che la raffigura. Così vado a rivederla anche sul mio sito e la cosa mi da un pò di sana goduria. Faccio un esempio: mi sono riletto la storia del vino scritta nel 2006 con in mano una delle monete che ho utilizzato per fare quel lavoro. Questo mi ha dato gioia: ecco quanto fa il collezionismo "mirato", non quello di "tutto". In più sperare, dico sperare, di non averci rimesso troppo, è un altro concetto da non trascurare.

Anche gioire si paga.


Supporter
Inviato

Uffa! basta prendere un dizionario di spagnolo per capire perché ho scritto conocimiento :)

 

A proposito: la cena patagonica che ho preparato per gli ospiti di mia figlia quepucha è stata un successone! :)

Questa è la mia quepucha (quella a sinistra, non quello a destra)

 

aewbom.jpg

 

Veramente non avevi scritto conocimiento ma conoscimento  :crazy: 

 

apollonia


Inviato

Vendo tutto e vado a San Patrignano.

Saluti a tutti.
Mario

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