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IGNORED

Cosa fare a Denver quando sei morto


petronius arbiter

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E' un film del 1995, titolo originale Things To Do in Denver When You Are Dead. La regia è di Gary Fielder, gli interpreti principali sono Andy Garcia, Christopher Walken e Christopher Lloyd (lo zio Fester della Famiglia Addams, nonché, soprattutto, il mitico Doc Brown della saga di Ritorno al futuro).

Jimmy the Saint (Andy Garcia) un gangster che cerca di reinserirsi nella vita lavorando onestamente, è costretto ad accettare un ultimo colpo, commissionatogli da uno dei capi della malavita di Denver. Jimmy ingaggia alcuni amici del suo passato criminale, ma purtroppo le cose non andranno nel verso giusto. Se, anziché cercare di spaventare a morte il nuovo spasimante di Meg, fidanzata del figlio ebete del padrino della città che li ha ingaggiati, avessero provato a rapinare la Zecca di Denver, forse gli sarebbe andata meglio...chissà :rolleyes:

Qualcuno, in realtà, ci aveva già provato, molto tempo fa...vogliamo vedere come gli è andata? ;)

Sono due le storie da raccontare, entrambe risalenti agli anni '20 del secolo scorso...i favolosi Roaring Twenties!

petronius oo)

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Orville Gambadilegno

Orville Harrington era quanto di più lontano possibile dall'immagine che generalmente abbiamo dei gangster americani degli anni '20. Nessun mitra nascosto in una custodia di violino, o pistole a rigonfiare il doppiopetto gessato, niente trasporto clandestino di alcol né, tantomeno, sparatorie e inseguimenti con la polizia.

Orville Harrington era un quiet man, un uomo tranquillo, che lavorava otto ore al giorno (indovinate dove ;)) e trascorreva i weekend passeggiando per il Washington Park di Denver, o curando i fiori del suo giardino. 

Orville era sposato con Lydia, una piccola donna dai capelli neri e ricci, che sembrava tanto soddisfatta della sua casa quanto di suo marito, contenta di crescere i loro due bambini, preparare marmellate, e allevare galline.

L'unica cosa che distingueva Orville dalla moltitudine, era la sua andatura irregolare, e il modo in cui il suo corpo pendeva da una parte quando camminava. Quando aveva undici anni, era stato colpito a un'anca durante una battuta di caccia, e l'incidente lo aveva condannato a una vita di dolore. Due anni dopo, la sua gamba dovette essere amputata, e da allora portava una gamba di legno.  

Insomma, Orville Harrington, con la sua piatta vita sempre uguale e i suoi problemi di salute, era quello che oggi definiremmo, in maniera volgare, uno "sfigato".

Ma Orville aveva un segreto... :ph34r:

petronius oo)

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Supporter

Buona giornata

 

evvai.......! :good:

 

pronto per il II° Tempo

 

luciano

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Il segreto di Orville Harrington, era nel suo lavoro. Non il lavoro in sé, avrete senz'altro tutti indovinato che lavorava alla Zecca di Denver, dove era addetto al reparto di raffineria dei metalli.

Uomo, a detta di tutti, molto intelligente, si era laureato presso la Colorado School of Mines in ingegneria mineraria ma, nonostante gli ottimi voti riportati, non era riuscito a trovare lavoro come ingegnere. La sua menomazione aveva sicuramente avuto la sua parte in questo, e così Orville, alla fine, accettò con riluttanza un impiego alla Zecca.

Per il suo lavoro veniva pagato 4 dollari al giorno, con un bonus mensile di 20 dollari. Il lavoro, consisteva nel testare l'oro destinato alla produzione delle monete, e così ogni giorno Orville si trovava a maneggiare grandi quantità di luccicanti lingotti (nella foto d'epoca allegata, proveniente dagli archivi della Zecca di Denver, vediamo un operaio addetto alla preparazione dei lingotti).

Non sappiamo quando l'idea incominciò a prendere forma nella sua mente, né possiamo conoscere con precisione i motivi che l'hanno fatta nascere, anche se si può presumere che ancora una volta il suo handicap abbia giocato un ruolo importante, rendendolo consapevole che difficilmente avrebbe potuto trovare un lavoro che gli facesse guadagnare più di 4 dollari al giorno.

Qualunque cosa lo abbia spinto, una sera Orville uscì dalla Zecca con un lingotto d'oro in tasca, e continuò a farlo, un lingotto al giorno, per oltre cinque mesi, tra la fine del 1919 e l'inizio del 1920...era questo il suo segreto :rolleyes:

petronius oo)

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Supporter

Accipicchia :shok:   ...... nessun controllo all'uscita?

 

qualche chilo (a proposito quanto pesavano i lingotti della Federal Reserve) al giorno per 5 mesi sono tanti soldi......

 

luciano

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Tutto solo senza complici? Magari qualche controllore all'uscita? Sono stato in alcune grandi aziende che lavorano preziosi una decina di anni fa e c'erano addirittura degli scanner ai raggi x per controllare i dipendenti all'uscita. ..... Petronius già mi stai coinvolgendo... ;)

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Il 31/10/2015 alle 20:03, 417sonia dice:

Accipicchia :shok:   ...... nessun controllo all'uscita?

qualche chilo (a proposito quanto pesavano i lingotti della Federal Reserve) al giorno per 5 mesi sono tanti soldi......

Quando fu scoperto (perché naturalmente fu scoperto, altrimenti non conosceremmo la sua storia) Orville Harrington aveva "prelevato" 53 lingotti (non erano proprio uno al giorno, si deve tener conto dei festivi e, forse, di qualche giorno di ferie o malattia :D) per un controvalore, all'epoca, di 81.400 dollari.

Oggi, usando un calcolatore d'inflazione, corrisponderebbero a 951.000 dollari, ma se il calcolo lo facciamo sul peso dell'oro, sono molti, molti di più.

Ogni lingotto misurava 7 x 3 pollici per 1 di spessore, e pesava all'incirca 8 libbre. Tradotto nelle nostre misure, sono 17,78 x 7,62 x 2,54 cm., per un peso di circa 3 chili. Che moltipilicato per 53 fa 159 chili, che moltiplicati per 36.680 dollari al chilo (quotazione odierna) fanno l'incredibile somma di 5.832.120 dollari!

Controlli ce ne saranno anche stati, ma si deve tener presente che erano altri tempi, non c'erano, o comunque non si usavano, cose come metal detector, raggi X, scanners, ecc (per rispondere a @@Cinna74). Ed è improbabile che gli impiegati, tutti sicuramente ritenuti fidati (anche in questo erano altri tempi :rolleyes:), fossero sottoposti a perquisizione personale ogni volta che uscivano dalla Zecca.

Ma, se anche Orville fosse stato perquisito, forse l'oro non lo avrebbero trovato lo stesso...dove lo nascondeva?

Di preciso non si sa, diverse furono le ipotesi formulate all'epoca. La più suggestiva, avanzata da alcuni giornali, fu che l'oro veniva nascosto all'interno di una camera cava della protesi della gamba.

Il Denver Post del 5 febbraio 1920, il giorno dopo l'arresto di Harrington, pubblicò uno schizzo della sua gamba artificiale, e il 6 febbraio il Rocky Mountains News, scrisse queste testuali parole:

"Storpio ammette la sua colpevolezza. Racconta di come trasportasse l'oro nella gamba artificiale"

Ipotesi più banali suggerivano che Orville, semplicemente, tenesse i lingotti in tasca, o nascosti all'interno della sua giacca.

Tutto ebbe termine quando un suo collega di lavoro, insospettito, avvisò le autorità. Rowland K. Goddard, sovrintendente di Denver del Servizio Segreto, pedinò Orville per alcuni giorni, per poi arrestarlo la mattina del 4 febbraio 1920, mentre usciva di casa per andare al lavoro. 

petronius :)

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Supporter
Il 1/11/2015 alle 13:02, petronius arbiter dice:

Quando fu scoperto (perché naturalmente fu scoperto, altrimenti non conosceremmo la sua storia) Orville Harrington aveva "prelevato" 53 lingotti (non erano proprio uno al giorno, si deve tener conto dei festivi e, forse, di qualche giorno di ferie o malattia :D) per un controvalore, all'epoca, di 81.400 dollari.

Oggi, usando un calcolatore d'inflazione, corrisponderebbero a 951.000 dollari, ma se il calcolo lo facciamo sul peso dell'oro, sono molti, molti di più.

Ogni lingotto misurava 7 x 3 pollici per 1 di spessore, e pesava all'incirca 8 libbre. Tradotto nelle nostre misure, sono 17,78 x 7,62 x 2,54 cm., per un peso di circa 3 chili. Che moltipilicato per 53 fa 159 chili, che moltiplicati per 36.680 dollari al chilo (quotazione odierna) fanno l'incredibile somma di 5.832.120 dollari!

Controlli ce ne saranno anche stati, ma si deve tener presente che erano altri tempi, non c'erano, o comunque non si usavano, cose come metal detector, raggi X, scanners, ecc (per rispondere a @@Cinna74). Ed è improbabile che gli impiegati, tutti sicuramente ritenuti fidati (anche in questo erano altri tempi :rolleyes:), fossero sottoposti a perquisizione personale ogni volta che uscivano dalla Zecca.

Ma, se anche Orville fosse stato perquisito, forse l'oro non lo avrebbero trovato lo stesso...dove lo nascondeva?

Di preciso non si sa, diverse furono le ipotesi formulate all'epoca. La più suggestiva, avanzata da alcuni giornali, fu che l'oro veniva nascosto all'interno di una camera cava della protesi della gamba.

Il Denver Post del 5 febbraio 1920, il giorno dopo l'arresto di Harrington, pubblicò uno schizzo della sua gamba artificiale, e il 6 febbraio il Rocky Mountains News, scrisse queste testuali parole:

"Storpio ammette la sua colpevolezza. Racconta di come trasportasse l'oro nella gamba artificiale"

Ipotesi più banali suggerivano che Orville, semplicemente, tenesse i lingotti in tasca, o nascosti all'interno della sua giacca.

Tutto ebbe termine quando un suo collega di lavoro, insospettito, avvisò le autorità. Rowland K. Goddard, sovrintendente di Denver del Servizio Segreto, pedinò Orville per alcuni giorni, per poi arrestarlo la mattina del 4 febbraio 1920, mentre usciva di casa per andare al lavoro. 

petronius :)

Buona Domenica

.... proprio altri tempi :pleasantry:

Ma in questo si ravvisa la mentalità anglosassone (non del tutto scemata .... ) è la "uberrima fides", (massima buona fede) che si da a tutti, fino a prova contraria.

Da noi è esattamente il contrario (benché l'uberrima fides sia un concetto sempre richiamato); da noi, dicevo, si ragiona all'inverso, cioè: "do per scontato che farai di tutto per fregarmi .... quindi faccio di tutto per evitarlo" :pardon:

saluti

luciano

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Orville aveva nascosto alcuni lingotti in cantina, sugli scaffali dietro i barattoli di marmellata, ma la maggior parte li aveva sepolti sotto una passerella di cemento del suo giardino. Questo fece nascere la leggenda che non tutti i lingotti fossero stati disseppelliti dalla polizia, e negli anni seguenti qualcuno provò a scavare, ma senza risultato.

Ma il giardino di casa, non era la destinazione finale dell'oro. Poiché venderne una grossa quantità sarebbe stato difficile, se non impossibile, Orville aveva studiato un piano. Voleva affittare una miniera abbandonata vicino Victor, sempre nel Colorado, fondere l'oro, e poi sostenere che lo aveva estratto da lì. All'epoca si estraeva ancora oro in Colorado, quindi la cosa avrebbe potuto funzionare, e non sarebbe sembrata assurda, come lo sarebbe oggi...ma non fece in tempo a farlo.

Orville Harrington fu condannato a dieci anni di reclusione, ma tra riduzioni di pena per aver collaborato (una volta scoperto, confessò tutto e fece ritrovare tutto l'oro di cui si era appropriato), buona condotta e quant'altro, dopo tre anni e mezzo era già fuori dal carcere.

Tornò a casa, da sua moglie e i suoi figli, che non avevano mai sospettato di lui fin quando non era stato scoperto, e trovò anche un nuovo lavoro, ma tre anni dopo, all'improvviso, piantò tutto e tutti per andarsene in Arizona, in cerca di una vita migliore.

Che non ebbe mai, così come non ebbe mai quella notorietà che altri criminali dell'epoca hanno avuto...ma questo, forse, non fu un male.

Non ho trovato foto di Orville Harrington, ma ho trovato quella della sua tomba :cray:

A dire il vero, non sono del tutto sicuro che si tratti proprio di lui e non di un omonimo, nel sito Find a grave non si fa alcun cenno ai fatti fin qui narrati, ma la tomba è nella Contea di Maricopa, Arizona, e Orville trascorse in Arizona (non so di preciso dove) gli ultimi anni della sua vita.

E la persona che dal 1950 riposa sotto quella lapide, era nata, nel 1878, in Colorado, ed era ingegnere minerario...se non è lui, dev'essere qualcuno che gli somigliava molto :rolleyes:

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petronius oo)

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La rapina del secolo

Termine abusato come pochi, ma quella del 18 dicembre 1922 è stata davvero la più sensazionale rapina mai andata in scena nella città di Denver fino a oggi.

Si riteneva, a ragione, che l'edificio della Zecca di Denver fosse inattaccabile, e infatti i banditi non ci provarono nemmeno. Rivolsero invece la loro attenzione a un furgone (simile a quello della foto allegata, che è del 1923), parcheggiato proprio difronte all'entrata della Zecca, e sul quale gli impiegati della stessa stavano caricando sacchi di biglietti da 5 dollari, che erano conservati in caveau della Zecca affittati per la bisogna dalla Federal Reserve.

Una rombante Buick nera si fermò all'improvviso, due uomini mascherati armati di fucili a canne mozze saltarono giù, intimando a tutti il "Mani in alto", mentre altri rapinatori rompevano i finestrini del furgone e afferravano i sacchi di dollari. L'autista della banda era chino sul volante della Buick, pronto a schizzare via non appena i suoi complici avessero portato a termine il lavoro. 

E fu il caos... :m249: :m249: :aug: :aug:

petronius oo)

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All'esterno, una guardia, la cui pistola era caduta a terra, si nascose subito dietro una macchina parcheggiata, un'altra lasciò cadere i sacchi di dollari che portava e si infilò sotto il furgone per sfuggire alle pallottole, una terza si catapultò all'interno dell'edificio della Zecca.

Solo uno degli uomini di guardia all'esterno, provò a fare l'eroe, e divenne un eroe morto. Charles T. Linton, che vediamo nella foto, sparò con la sua pistola, ma fu colpito a morte dai banditi :(

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All'interno della Zecca scattò l'allarme. Secondo Allen Webb, la guardia che diede l'allarme, era difficile distnguere i banditi, alcuni dei quali pare indossassero la stessa divisa delle guardie. Seguì una violenta sparatoria, al termine della quale si contarono 51 fori di proiettile sul portone della Zecca.

Il tutto durò appena 90 secondi, al termine dei quali i banditi fuggirono con un bottino di 200.000 dollari, circa 2.800.000 dollari di oggi. 

Un testimone raccontò di un bandito che, col sangue che gli colava da una mano, si fermò a raccogliere un sacco di soldi abbandonato sulla strada, lo lanciò sulla macchina, poi vi salì anche lui gridando "Let's go!".

La Buick partì a gran velocità, andò a sbattere contro un idrante che schizzò acqua dappertutto, ma riuscì a mantenersi in carreggiata. Schivò poi un camion di misura, oltrepassò il Campidoglio, e sparì. Un'auto della polizia provò  a inseguirla, ma senza risultato.

Furono subito istituiti posti di blocco, in città e nei dintorni, ma l'unico risultato fu il fermo di una macchina sospetta sulla quale, però, c'erano solo dei contrabbandieri di whisky (erano gli anni del proibizionismo).

La municipalità di Denver mise una taglia di 10.000 dollari sulla testa dei rapinatori...vivi o morti, ça va sans dire :rolleyes:

La notizia della rapina, naturalmente, occupò tutte le prime pagine dei giornali... oo)

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Nell'immediato, l'unico risultato ottenuto dalla polizia fu il ritrovamento di un fucile a canne mozze sporco di sangue, di nessuna utilità poiché troppe mani lo avevano maneggiato, probabilmente anche dopo il ritrovamento, per poterne ricavare delle impronte digitali che portassero a qualcuno. La polizia setacciò gli ospedali, ma nessuno con ferite d'arma da fuoco si era rivolto a loro per farsi curare nei giorni successivi alla rapina.

Quasi tutti i poliziotti di Denver furono impiegati su questo caso, tra loro il sovrintendente dei Servizi Segreti Rowland K. Goddard, che abbiamo già conosciuto come risolutore del caso di Orville Harrington.

La taglia fu aumentata a 15.000 dollari, una cifra enorme per l'epoca, ma nemmeno questo servì a far sì che qualcuno che sapesse qualcosa si facesse avanti.

Numerose attività di Denver, lecite e meno lecite, scontarono gli effetti della rapina. Il prezzo degli alcolici, illegali, andò alle stelle, perché l'attività frenetica della polizia aveva avuto come risultato, se non altro, un più efficace controllo delle attività dei contrabbandieri. I negozi, le banche, gli uffici, rifiutavano i biglietti da 5 dollari, temendo si trattasse di quelli rapinati, che si tentava di riciclare.

Tra voci che segnalavano i rapinatori in altre città, mitomani che si autoaccusavano della rapina, e testimoni oculari che non avevano visto nulla (c'erano divergenze anche sul numero dei banditi), la polizia brancolava nel buio (ho sempre sognato di scrivere questa frase :pleasantry:)

Fino a quando, il 14 gennaio 1923, a quasi un mese esatto dalla rapina, avvenne la svolta. In seguito a una soffiata, la polizia arrivò a un garage abbandonato in Gilpin Street, al cui interno c'era la Buick usata per la rapina...e all'interno della Buick, il cadavere, congelato, di uno dei banditi. L'uomo aveva ferite da proiettile alla mano, al polso e al cuore. Si trattava, con ogni evidenza, del bandito che molti testimoni avevano visto ferito a una mano durante la rapina.

Ma chi era? :ph34r:

I detectives non lo riconoscevano, e le sue dita erano così raggrinzite da rendere impossibile il rilevamento delle impronte digitali. Una sua foto, pubblicata sul Denver Post, non ebbe alcun riscontro da parte dei lettori. Alla fine, strapparono la pelle dalla punta delle dita del cadavere :wacko: riuscendo ad ottenere le sue impronte.

Si trattava di Nicholas Trainer, alias J.S. Sloan, un pregiudicato che era stato da poco rilasciato sulla parola dal Penintenziario di Stato del Nebraska.

Lo vediamo nella foto (dalla Denver Public Library Western History Collection), insieme all'auto della rapina in cui fu ritrovato, e con accanto due fucili, anch'essi trovati nell'auto.

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petronius ^_^

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Ciao derek :)

Non ho indicazioni sul tipo di biglietti da 5 dollari che furono rubati, in ogni caso, il Silver Certificate è da escludere, essendo della Series 1923, e la rapina è avvenuta nel dicembre 1922 (le emissioni precedenti di Silver risalivano al 1899, ed è improbabile che ve ne fossero).

Le più probabili, erano le Federal Reserve Notes del 1914 di cui hai messo la foto, e che furono stampate anche con sigillo rosso, e le National Currency, Series of 1918, come questa

http://www.dolar.onuse.pl/images/notes_federal_reserve_bank_notes/large/06_5usd_1918.jpg

Poi, naturalmente, non si può escludere che ci fossero anche banconote più vecchie, e ancora in corso legale, come lo sono ancora oggi.

petronius :)

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Oh bene! un'altra interessante storia (anzi due) meritevole di entrare nel "Petronius Arbiter racconta..."
Aggiungo: perche non usare questa discussione per raccogliere altri racconti di rapine che hanno a che fare con le zecche statunitensi? scommetto che ne hai altre da parte... oo) 

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Awards

Supporter

Magari c'erano pure queste :

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Ci sono ben 11 diverse emissioni dal 1899 in poi

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Awards

La scoperta del cadavere di Trainor diede ulteriore impulso alle indagini, ma prima di parlarne vale la pena rilevare che un impresario di pompe funebri donò la bara per il funerale, e che furono in molti a offrirsi di portarla...nei roaring twenties, i gangsters erano altrettanto, se non più popolari, delle stelle di Hollywood :rolleyes:

Un'ulteriore soffiata, segnalò alla polizia l'atteggiamento sospetto di una coppia, il già conosciuto Nicholas Trainor (per l'occasione nei panni di James Sloan) e la sua Bandit Queen (la donna del bandito...poteva mai mancare? :D), Florence Sloan (o meglio, Florence Thompson). I due, sembravano aver abbandonato precipitosamente l'appartamento che abitavano, lasciandovi vestiti e regali di Natale. La polizia trovò anche una ricevuta che attestava che Florence, usando il suo nome falso, aveva ritirato 1500 dollari da una banca di Denver pochi giorni prima della rapina. 

Altre testimonianze, parlarono di voci sospette che, nel pomeriggio della rapina, erano state udite in un palazzo di appartamenti al 1310 di East Colfax Avenue. Era, effettivamente, il luogo in cui i banditi avevano pianificato il colpo, come possiamo vedere in questa ricostruzione:

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Alle 8 di mattina del 18 dicembre 1922, la banda si incontra a colazione, e mette a punto gli ultimi dettagli del piano (1)

Intorno alle 9, gli uomini della banda lasciano l'appartamento, con un'auto rubata (2)

Tra mezzogiorno e la una, i vicini sentono delle voci maschili nell'appartamento, si suppone stessero dividendo il bottino prima di lasciare la città (3)

Florence Sloan, ormai vedova :cray: verso le tre del pomeriggio lascia l'appartamento, accompagnata da Mr. e Mrs. Burns (ne parliamo dopo). I tre portano delle valigie, nelle quali, presumibilmente, è contenuta la loro parte di bottino (4)

Nella foto dell'epoca del palazzo (5) sono evidenziate con un cerchio e una freccia le finestre dell'appartamento occupato dai banditi.

petronius oo)

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Il 6/11/2015 alle 18:53, Eldorado dice:

perche non usare questa discussione per raccogliere altri racconti di rapine? scommetto che ne hai altre da parte... oo)

Una, l'avevo già raccontata qui

http://www.lamoneta.it/topic/83303-the-great-st-albans-raid/

Per altre, vedremo, in ogni caso aprirò discussioni apposite.

ciao

petronius :)

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Riprendiamo dopo la pausa per il weekend :)

La coppia Burns, cui ho fatto cenno in precedenza, composta da Harold e Margaret (in realtà, Robert Knapp e Maggie Shecog), era anch'essa stata segnalata dai vicini, che avevano notato la consegna di un misterioso baule. La polizia trovò il baule, ma era vuoto, tranne per alcune foto delle coppie Burns e Sloan.

Le due coppie erano arrivate a Denver alcuni mesi prima della rapina e conducevano una vita da signori, sebbene non avessero mezzi di sostentamento evidenti. La scoperta del cadavere di Trainor e dell'auto usata per la rapina, rese evidente il loro coinvolgimento.

Era un buon punto di partenza, ma si procedeva comunque molto a rilento. La polizia sospettava che diverse gang di St. Paul, Minnesota, avessero in qualche modo partecipato alla rapina. La città era nota per essere una "lavanderia" di denaro sporco, e seguendo questa pista i detectives, guidati da Rowland Goddard, arrivarono a stilare una lista di alcuni presunti partecipanti alla rapina, i cui nomi, però, non furono resi pubblici.

Ma naturalmente, oggi noi li conosciamo.

Harvey Bailey, detto "il decano dei rapinatori di banche americano" (lo vediamo in una foto del 1933). Nella sua illustre carriera, si stima abbia rapinato oltre un milione di dollari. Non ammise mai la sua partecipazione alla rapina di Denver.

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Robert Leon Knapp (alias Harold Burns), veniva dal Michigan, era ricercato per rapina e per l'uccisione di due poliziotti.

Maggie Shecog (alias Margaret Burns), era la donna di Knapp. Una nativa della tribù dei Chippewa, che si era messa con Knapp dopo essere stata cacciata dalla riserva per prostituzione.

James Clark, un noto pregiudicato. Dopo il 1930 scontò una condanna a vita per rapina nel Penitenziario di Stato dell'Indiana. Al pari di Bailey, non ammise mai la sua partecipazione alla rapina di Denver.

Nicholas Trainor (alias J.S. Sloan). Arrivato dall'Irlanda, dove già si dedicava ad attività criminali, divenne membro attivo della malavita di St. Paul. La sua carriera ebbe termine con la rapina alla Zecca di Denver, nel corso della quale rimase ucciso.

Florence Thompson (alias Florence Sloan), la donna di Trainor, per seguire il quale aveva abbandonato marito e figlio piccolo. Inizialmente, la banda le aveva promesso la parte di bottino del suo uomo, dopo che questi era stato ucciso, ma poi si rimangiarono la parola. Florence si rivolse allora a Thomas Bell, che non aveva preso parte alla rapina, ma godeva di un certo prestigio nel ramo. Bell, fece ai suoi colleghi rapinatori "una proposta che non potevano rifiutare" :rolleyes: e Florence ebbe i soldi del suo compagno.

Non le portarono fortuna. Nel 1932, lei e Maggie Shecog, furono trovate uccise a colpi di pistola, i loro corpi bruciati, nel Wisconsin...ma c'era chi sosteneva che, tra i corpi bruciati, non ci fosse il suo.

La notizia della sua uccisione, poi rivelatasi infondata, era peraltro stata data anche nel 1927, quando un cadavere, che si pensava fosse il suo, era stato ritrovato vicino Minneapolis. Nel 1930, agenti del Servizio Segreto l'avrebbero localizzata a Chicago, ma non l'arrestarono.

Possiamo vederla nella foto (da Denver Public Library Western History Collection)

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Otto Schulz, non direttamente coinvolto nella rapina. Schulz era un piccolo contrabbandiere di alcolici, che conosceva i banditi e finì per aiutare le indagini (e tenere se stesso fuori dalla prigione ;)) fornendo informazioni.

petronius oo)

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Il 6/11/2015 alle 18:28, petronius arbiter dice:

Non ho indicazioni sul tipo di biglietti da 5 dollari che furono rubati...

In un sito visto ora, si parla di "$200,000 in new five dollar bills", quindi, con ogni probabilità, si trattava di National Currency del 1918, o Federal Reserve Notes del 1914, sarebbero dunque da escludere emissioni più vecchie, o addirittura risalenti alla fine dell'Ottocento.

petronius :)

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