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IGNORED

Le più belle rappresentazioni di guerrieri


King John

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Nomos AG > Auction 12 Auction date: 22 May 2016
Lot number: 79

Price realized: 1,000 CHF   (Approx. 1,008 USD / 899 EUR / 694 GBP)
 
Lot description:
GREEK COINS 
CRETE 
Kydonia. Circa 320-270 BC. Stater (Silver, 20mm, 11.60 g 7). Head of a maenad to left, wearing a vine wreath. Rev. ΚΥ[ΔΩΝ] The archer Kydon standing left, stringing his bow. Gorny & Mosch 232, 2015, 239 (same dies, but at an earlier state). Cf. Le Rider pl. X, 1-5. Svoronos p. 103, 24 and cf. pl. IX, 15. Struck from a worn and damaged obverse die. Uncleaned as found, otherwise, nearly very fine.
From the Brünn Collection, acquired in Italy prior to World War I. 
Estimate: 425 CHF

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Classical Numismatic Group, Inc.

Auction 290, lot 53, date 7711/2012, Hammer 170 USD

THESSALY, Methylion. Early-mid 4th century BC. AR Obol (12mm, 0.73 g, 12h). E[YP] upwards to left, Nike advancing left, holding tainia in both hands / MEΘ-[Y]Λ upwards to left, [IEI]ΩN downwards to right, warrior seen partly from rear, nude but for Corinthian helmet, advancing left, holding shield on left hand and spear in right. BCD Thessaly II 466 (same dies). Fine, toned, porous surfaces. Extremely rare.
From the BCD Collection. Purchased from Gitbud & Naumann, October 2010

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Cn. Domitius AhenoburbusDenarius circa 128, AR 3.95 g. 
Helmeted head of Roma r.; below chin, mark of value Ú. Behind, stalk of corn. Rev. Victory in biga r., holding reins in l. hand and whip in r.; above, ROMA. Below horses, man fighting lion; in exergue, CN·DOM
Cr. 261/1.
Syd. 514. B. Domitia 14. FFC 680. 
Good extremely fine

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11 ore fa, King John dice:

Classical Numismatic Group, Inc.

Auction 290, lot 53, date 7711/2012, Hammer 170 USD

THESSALY, Methylion. Early-mid 4th century BC. AR Obol (12mm, 0.73 g, 12h). E[YP] upwards to left, Nike advancing left, holding tainia in both hands / MEΘ-[Y]Λ upwards to left, [IEI]ΩN downwards to right, warrior seen partly from rear, nude but for Corinthian helmet, advancing left, holding shield on left hand and spear in right. BCD Thessaly II 466 (same dies). Fine, toned, porous surfaces. Extremely rare.
From the BCD Collection. Purchased from Gitbud & Naumann, October 2010

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Altro tondello che mi racconta, vedo le gesta, odo i rumori, e riesco ad interpretare i messaggi..

Magnifico..:good:

p.s. Io lodo sempre i tondelli, ma le tue illustrazioni sono straordinarie, una simbiosi a volte imprescindibile a mio avviso. :D

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Dalla Macedonia ( Filippo III 323-317 ) un bronzo con al diritto il classico scudo macedone, qui con gorgoneion, ed al rovescio un elmo con imponente cresta .

Passerà a giorni in Naumann 68 al lotto 71 : naturalmente sperando che già non sia passato nella ns. discussione . 

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42 minuti fa, VALTERI dice:

Dalla Macedonia ( Filippo III 323-317 ) un bronzo con al diritto il classico scudo macedone, qui con gorgoneion, ed al rovescio un elmo con imponente cresta .

Passerà a giorni in Naumann 68 al lotto 71 : naturalmente sperando che già non sia passato nella ns. discussione . 

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Scudo illirico con gorgoneion, museo di Apollonia (Albania)

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VAuctions > Auction 301

Lot number: 57

Price realized: 60 USD   
(Approx. 51 EUR / 45 GBP / 60 CHF)

Lot description:
KUSHAN EMPIRE, Vima Takto (Soter Megas). ca. A.D. 80-100. AE tetradrachm (8.21 g, 19.9 mm). Radiate and diademed bust right, holding scepter; tamgha to left / Vima on horseback right, holding scepter; tamgha to right. Senior B17.1T, MACW 2939. VF.
Estimate: 100 USD

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Savoca Numismatik GmbH & Co. KG > Online Auction 24 | Silver Auction date: 29 July 2018
Lot number: 248

Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction -
 
Lot description:

The Triumvirs. Octavian 30-29 BC. Struck autumn 42 BC. Military mint traveling with Octavian in Greece
Denarius AR
17mm., 3,46g.
Helmeted and draped bust of young Mars right, spear over left shoulder, CAESAR III VIR [• R • P • C] around / Aquila between two signa, all set on ground line, above, trophy, holding oval shields, S C flanking aquila.
very fine
Crawford 497/3; CRI 138; Sydenham 1320; RSC 248; RBW 1758.
Starting Price: 320 EUR

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Classical Numismatic Group > Electronic Auction 420 Auction date: 9 May 2018
Lot number: 371
Price realized: 260 USD   (Approx. 219 EUR / 191 GBP / 261 CHF)
 
Lot description:
Anonymous. Circa 214 BC. Æ Sextans (23.2mm, 11.03 g, 3h). Grain-ear (first) series. Sicily mint. Head of Mercury right, wearing winged petasus; • • (mark of value) above / Prow of galley right; ROMA and grain-ear above; • • (mark of value) above. Crawford 42/3; Sydenham –; Type as RBW 143. VF, dark green and brown patina. Overstruck on an identifiable undertype.
From the Andrew McCabe Collection. Ex Goodman Collection (Classical Numismatic Group 47, 16 September 1998), lot 1057.
Unpublished overstrike, not in Crawford 1974 or 1985 or in Hersh 1953 or 1987. Whilst Punic war overstrikes are common, it is extremely rare to find a new denomination not recorded as an overtype. The undertype is indicated by a clear hair parting visible below Mercury's chin and other residuals that indicate a head of hair. This would usually indicate either Zeus from a Sicilian Ptolemaic bronze (Wolf and Lorber, NC 2011) or Poseidon from a Hieron II Syracuse bronze. However, the heaviest overstrike of the latter weighs 8.61 grams and the lightest of the former weighs 15.22 grams (RRC table XVIII). This coin is right in the middle at 11 grams. Other possibilities, such as Carthaginian triple shekels, are too heavy, Brettian coins with Zeus are too light, and whilst a Roman uncia (RRC 38/6 or 39/4) is the right weight, the visible hair parting precludes it. Indeed, a careful check of RRC table XVIII shows that from 300 listed overstrikes, not a single one is in the weight range of 9 to 14 grams from any issue except where a Roman uncia was involved. For the moment, this remains a mystery; I invite viewers or the purchaser to investigate further and let me know your views. [A. McCabe] 
Estimate: 150 USD

ILLUSTRAZIONE: LA BATTAGLIA DELLE EGADI DEL 241 A.C.

La battaglia delle Egadi fu la battaglia navale conclusiva della prima guerra punica (264 A.C. – 241 A.C.). Cartagine, dopo oltre 20 anni di scontri navali e terrestri, anche se sul mare restava dominatrice, si era dissanguata nella gestione della flotta e i suoi commerci erano rallentati. Anche Roma cominciava ad avere qualche problema nel chiedere rinforzi agli alleati e aveva dovuto sostenere tante spese per le battaglie navali e per i naufragi; inoltre Roma non aveva i soldi necessari per allestire nessuna grande flotta. Nonostante ciò, per la terza volta Roma decise di tornare sul mare e cercare di chiudere la partita. Roma all’ inizio della 1ª Guerra Punica non aveva grande esperienza navale, quindi dovette copiare le potenti navi cartaginesi (triremi = tre remi, quinqueremi = cinque remi) catturate durante scontri navali e dovette inventare una potente arma, che sarebbe servita a vincere: il corvo. Esso era uno strumento d’ abbordaggio, che agganciava la nave nemica per far diventare la battaglia navale uno scontro via terra. La fase finale e decisiva della 1ª guerra punica fu definita BATTAGLIA DELLE EGADI: essa avvenne il 10 Marzo del 241 A.C.. Il comandante romano era GAIO LUTAZIO CATULO; i comandanti Cartaginesi erano ANNONE (comandante delle truppe via mare) e AMILCARE BARCA(comandante delle truppe via terra). . La battaglia della sconfitta si svolse tra Levanzo e Trapani: Lutazio Catulo volle conquistare Trapani, che era già occupata dai Cartaginesi. Alcune flotte Cartaginesi ritornarono in patria lasciando meno protetta Trapani, che fu così conquistata dai Romani insieme alla città di Lilibeo (Marsala). A Cartagine, quando si seppe della spedizione romana, furono caricate le navi di cibo, bevande e persone in aiuto di Amilcare Barca. Annone voleva portare la flotta all’isola “SACRA”(cioè Marettimo), per scaricare i rifornimenti delle truppe terrestri e per avere delle navi più leggere e manovrabili e quindi più forti negli scontri navali ; ma Lutazio Catulo seppe dell’arrivo dei Cartaginesi e si preparò per uno scontro navale portando le navi nell’ isola di Egussa (Favignana). Il 10 Marzo 241 A.C. Catulo vide che la flotta Cartaginese avrebbe avuto il vento a favore. Riflettendo si rese conto che se avesse attaccato subito, le navi nemiche sarebbero state lente e cariche di merci e i Romani avrebbero potuto vincere facilmente. Catulo andò, quindi, a Levanzo dove aspettò il passaggio delle navi cartaginesi. Così iniziò la battaglia: Annone, per alleggerire le sue barche, ordinò di tagliare tutti gli alberi maestri, ma i Romani cambiarono la maniera di costruire le navi copiandole da quelle cartaginesi ed usarono i rostri situati a prua. I rostri dei Romani erano molto più evoluti e potenti dei rostri Cartaginesi. Inoltre le navi romane erano alleggerite al massimo e gli equipaggi erano stati tenuti in addestramento ed erano supportati da soldati di marina scelti. Per i Cartaginesi la situazione era opposta. Le navi erano cariche di merci, quindi lente nella manovra, praticamente inservibili per la battaglia; inoltre gli equipaggi erano completamente privi di addestramento ed erano stati imbarcati per l’occasione soldati di marina appena arruolati. Il risultato fu micidiale: inferiori nella manovra e nel combattimento, i Romani affondarono 50 navi cartaginesi e ne catturarono altre 70, provocando migliaia di morti. Lutazio Catulo tornò a Lilibeo, dove dovette gestire il bottino: circa 10.000 uomini erano caduti nelle sue mani. Inoltre, il comandante romano rinnovò l’assedio di Lilibeo e riuscì ad espugnare la città. Cartagine, pertanto, avendo subito alle isole Egadi una così sconfitta pesante in termini di uomini e soprattutto di navi, con le finanze esauste, dovette chiedere la pace a Roma. Dopo 24 anni di guerra si concluse così la prima guerra romano-punica.

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Modificato da King John
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Mi ricorda qualche decennio or sono quando vidi il mio primo sestante con patina verde incantevole, stavo svenendo per la bellezza e l'inusuale conservazione..fu emozionante, un caro amico che collezionava il mondo classico mi concesso questo privilegio..

il viaggio continua, e io mi godo lo spettacolo..

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Classical Numismatic Group, Inc.

Electronic Auction 354, lot 577, date 1/07/2015, Hammer 140 USD

Barbarous Radiates (Early). Late 3rd century AD-4th century AD. “Antoninianus” (16.5mm, 3.00 g, 9h). Imitating Tetricus I or II. Radiate head right / Figure, holding spear, standing right, his hand on captive to right, standing right. Unpublished. VF, green and brown patina. Ex Classical Numismatic Group 82 (16 September 2009), lot 1056.While the obverse of this issue clearly imitates one of the Tetrici, the reverse is a novel type. There are many official issues that feature a figure holding a transverse spear, either the emperor, a soldier, Mars, or Virtus, but the accompanying captive standing to his right is unknown. The style and fabric are most similar to the barbarous radiates found in hoards deposited in Gaul. Although there are a few small issues featuring a similarly depicted Virtus with a seated captive before him, these emperor/soldier/Virtus-and-captive types are far more prevalent in Roman coinage of the 4th century AD, so it is likely that the present issue was struck in that century.

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Honorius. A.D. 393-423. Æ 4 (15.1 mm, 1.56 g, 7 h). Cyzicus mint, Struck A.D. 406-408. D N HONORIVS P F AVG, pearl-diademed, draped and cuirassed bust right / GLORIA ROMANORVM, three emperors (Arcadius, Honorius & Theodosius II) standing, the outer two holding spears; SMKB in exergue. RIC 149; LRBC 2802. aVF.

ILLUSTRAZIONE: Dittico di Probo, 406 d.C., avorio, 30 x 28 x 1 cm. Aosta, Museo del Tesoro della Cattedrale.

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Dittico di Probo, 406 d.C., avorio, 30 x 28 x 1 cm. Aosta, Museo del Tesoro della Cattedrale..jpg

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E anche questo che mi colpi dalla prima volta che mi imbattei in questa magnifica discussione ricca di tutto praticamente.

Questi sono gli esempi da seguire e da elogiare. 

Spaccati di storia e vita numismatica..

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THESSALY, Kierion. Circa 350-325 BC. AR Obol (12mm, 0.86 g, 2h). Horse trotting right, with far foreleg raised / [KIEPIEI?] upward to left, [ΩN?] downward to right, warrior, nude but for helmet, striding right, holding sword and shield. BCD Thessaly II 104.3 var. (horse’s near foreleg raised); BCD Thessaly I 1074 var. (same); cf. SNG Copenhagen 34 (same obv. die?). Fine, toned, porous.
From the BCD Collection. 

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Sicily, Morgantina Æ20. The Hispani. Late 2nd - early 1st centuries BC. Male head right, uncertain legend around / Warrior, holding spear, on horse advancing right. Erim & Jaunzems Group VI, Issue 13, 3; BAR Issue 7; CNS 1; HGC 2, 915; SNG ANS 4844ff. 8.42g, 20mm, 12h. 
Good Very Fine. Dark green-brown patina, usual die break on obverse. Scarce.

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Poiché le belle monete si possono anche ammirare più di una volta, ripropongo, dopo quasi 3 anni, quella che, forse per la mia predilezione per le monete arcaiche, resta a mio gusto la più bella testa elmata  di oplita .

Moneta estremamente rara attribuita ( con dubbi ) a Kalymna, impreziosita al rovescio da una lira ben definita in rilievo  ed incastonata in campo incuso sagomato .

 

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Numismatica Ars Classica NAC AG

Auction 24, lot 351, date 5/12/2002
The Roman Empire
Petronius Maximus, 16 March - 31 May 455
No.: 351
Schätzpreis - Estimate CHF 15000.-
Solidus circa 455, 4.47 g. D N PETRONIVS MA - XIMVS P F AVG Pearl-diademed, draped and cuirassed bust r. Rev. VICTORI - A AVGGG Emperor standing facing holding long cross and Victory on globe, foot on man-headed serpent; in field, R - M. In exergue, COMOB. C 1. RIC 2202. LRC 874. Lacam, FIN, pl. 4, 3 (these dies). Vagi 3626.
Very rare. As usual minor marks on cheek, otherwise extremely fine
Ex Berk sale 25.3.1995, 266. As the commentary for lot 349 will testify, the 76-day reign of Petronius Maximus was anything but a success. Much to his credit, though, Petronius Maximus was one of the wealthiest senators in Rome, who after having twice served as consul, prefect of Italy, and prefect of Rome, rose to the grand position of chamberlain to the emperor Valentianian III. More powerful still was the Master of Soldiers Aetius, who controlled the army. Tensions increased, and in a surprisingly courageous move the emperor himself murdered Aetius. This solved one of the Valentinian's problems, but had he lived long enough, he no doubt would have realized his mistake, for Aetius was the best commander in an Western empire. But Valentinian's end came soon, as his chamberlain Petronius Maximus encouraged two of Aetius' former bodyguards to seek revenge by murdering the emperor. Now that the palace was cleared of both general and emperor, Petronius Maximus seized the throne himself, and with it demanded the hand of Valentinian's beautiful 33-year-old widow, Licinia Eudoxia. Desperate for help, she sent a plea to the Vandal king Gaiseric, who quickly landed an army outside of Rome. Petronius Maximus tried to flee on horseback, but instead was pelted with stones by an angry mob that dragged him off his horse, beat him to death and tossed his mutilated body into the Tiber. The Vandals breached the walls of Rome on June 1, 455 and sacked the Eternal City for fifteen days before they departed with untold treasures and three Imperial hostages, Licinia Eudoxia and her two daughters, for whom they eventually receive a king's ransom.
 
ILLUSTRAZIONE: La battaglia dei Campi Catalaunici avvenuta nel 451 d.C. tra le truppe del Magister equitum romano Ezio, reclutate soprattutto tra i barbari e affiancate dagli alleati Visigoti di Teodorico I,  prevalsero sugli Unni di Attila in una pianura del territorio dei catalauni, antica popolazione gallica. Si registrò un enorme numero di morti e nessuno uscì dalla lotta nettamente sconfitto, ma Ezio e il suo esercito, composto da romani e barbari (caratteristico esempio della nuova realtà militare dell'Impero), ottennero lo scopo di indebolire Attila e di riconsolidare il prestigio romano in Gallia.

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Classical Numismatic Group, Inc.

Auction 99, lot 151, date 13/05/2015, Hammer 1.000 USD

CRETE, Aptera. 2nd-1st centuries BC. AR Drachm (18mm, 2.74 g, 12h). Head of female right, wearing stephanos / Helmeted warrior advancing left, holding shield and spear; to left, NI above spear, KA below. Svoronos, Numismatique 19 (same dies as illustration); Joy –; Traeger –; SNG Copenhagen –; BMC 8; Hunterian 3. VF, toned, struck with worn obverse die, some porosity. Extremely rare, none in CoinArchives.
From the collection of Alexandre Carathéodory Pasha (1833-1906). 

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3 ore fa, King John dice:

Numismatica Ars Classica NAC AG

Auction 24, lot 351, date 5/12/2002
The Roman Empire
Petronius Maximus, 16 March - 31 May 455
No.: 351
Schätzpreis - Estimate CHF 15000.-
Solidus circa 455, 4.47 g. D N PETRONIVS MA - XIMVS P F AVG Pearl-diademed, draped and cuirassed bust r. Rev. VICTORI - A AVGGG Emperor standing facing holding long cross and Victory on globe, foot on man-headed serpent; in field, R - M. In exergue, COMOB. C 1. RIC 2202. LRC 874. Lacam, FIN, pl. 4, 3 (these dies). Vagi 3626.
Very rare. As usual minor marks on cheek, otherwise extremely fine
Ex Berk sale 25.3.1995, 266. As the commentary for lot 349 will testify, the 76-day reign of Petronius Maximus was anything but a success. Much to his credit, though, Petronius Maximus was one of the wealthiest senators in Rome, who after having twice served as consul, prefect of Italy, and prefect of Rome, rose to the grand position of chamberlain to the emperor Valentianian III. More powerful still was the Master of Soldiers Aetius, who controlled the army. Tensions increased, and in a surprisingly courageous move the emperor himself murdered Aetius. This solved one of the Valentinian's problems, but had he lived long enough, he no doubt would have realized his mistake, for Aetius was the best commander in an Western empire. But Valentinian's end came soon, as his chamberlain Petronius Maximus encouraged two of Aetius' former bodyguards to seek revenge by murdering the emperor. Now that the palace was cleared of both general and emperor, Petronius Maximus seized the throne himself, and with it demanded the hand of Valentinian's beautiful 33-year-old widow, Licinia Eudoxia. Desperate for help, she sent a plea to the Vandal king Gaiseric, who quickly landed an army outside of Rome. Petronius Maximus tried to flee on horseback, but instead was pelted with stones by an angry mob that dragged him off his horse, beat him to death and tossed his mutilated body into the Tiber. The Vandals breached the walls of Rome on June 1, 455 and sacked the Eternal City for fifteen days before they departed with untold treasures and three Imperial hostages, Licinia Eudoxia and her two daughters, for whom they eventually receive a king's ransom.
 
ILLUSTRAZIONE: La battaglia dei Campi Catalaunici avvenuta nel 451 d.C. tra le truppe del Magister equitum romano Ezio, reclutate soprattutto tra i barbari e affiancate dagli alleati Visigoti di Teodorico I,  prevalsero sugli Unni di Attila in una pianura del territorio dei catalauni, antica popolazione gallica. Si registrò un enorme numero di morti e nessuno uscì dalla lotta nettamente sconfitto, ma Ezio e il suo esercito, composto da romani e barbari (caratteristico esempio della nuova realtà militare dell'Impero), ottennero lo scopo di indebolire Attila e di riconsolidare il prestigio romano in Gallia.

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Beh, un solido cosi va omaggiato sicuramente, certo che allora nessuno poteva star tranquillo, questo Petronio Massimo ne ha fatti di danni uccidendo tutti fedelissimi e pure l'imperatore, per prendersi il trono e perdersi poi come al solito per una donna, e come al solito chi troppo vuole..cero è che la fine che ha fatto una beffa a pensare alle battaglie e tutto il resto.

Non amo il giallo di solito ma qui c'è tanto..

 

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Tyre, pseudo-autonomous AE20
Phoenicia, Tyre. Pseudo-autonomous. AE20 (10.02 g), dated year 238 (=112/113 AD).
Obv. Turreted and veiled bust of Tyche right; palm behind, murex before.
Rev. IEPAΣ / MHTPOΠO / Λ EWΣ, Phoenician galley sailing left; date HΛΣ and Tyre monogram above, Phoenician "of Tyre" below.
SNG Cop. -; BMC Phoenicia p. 262, 315.
Extremely fine.
ILLUSTRAZIONE: Veduta della città di Tiro, principale città fenicia, anticamente su un'isoletta rocciosa prospiciente la costa cui fu unita con istmo sabbioso durante l'assedio di Alessandro Magno. Dipendente dalla terraferma per cibo, acqua, combustibile, si rivolse soprattutto alle attività artigianali e commerciali, alla navigazione e alla colonizzazione. Nota già nei testi egiziani di esecrazione (sec. XIX a. C.), poi nelle lettere di Tell El Amârna (sec. XIV a. C.) come regno vassallo dell'Egitto e rivale di Sidone, si affermò come il maggiore porto siro-palestinese verso il 1000. Il re Ḥīrām I costruì il tempio di Melqart e si alleò con Israele per spedizioni commerciali nel Mar Rosso (verso Ofir). Alla stessa epoca iniziò anche il commercio tirio nel Mediterraneo, che si sviluppò nei secoli successivi: la principale colonia, Cartagine, fu fondata nell'814 a. C. Con il sec. VIII gli Assiri (che già prima avevano riscosso tributo) si fecero più minacciosi, conquistando quasi tutta la Fenicia; Tiro (grazie alla posizione insulare e all'appoggio egiziano) resistette agli assedi di Esarhaddon e di Assurbanipal e mantenne la sua autonomia, alla quale tuttavia pose fine il re babilonese Nabucodonosor (573 a. C.). Città importante sotto l'impero persiano, si oppose ad Alessandro Magno che la espugnò e distrusse (332 a. C.). Restò il principale centro della zona sotto Tolomei e Seleucidi. Nel 64 a. C. fu annessa alla provincia romana di Siria, conservando statuto di città libera; divenne coloniaa con Settimio Severo. Ancora all'epoca delle Crociate (fu presa agli Arabi nel 1124 e perduta nel 1291) era porto strategicamente importante. § Sono stati identificati i due porti di Tiro (sidonio ed egiziano), e gli scavi nel settore meridionale hanno messo in luce una via porticata con colonne e mosaici, un edificio con bacini e canalizzazioni e tre gruppi di costruzioni, tra le quali un edificio a peristilio, tutti di età romana. Intorno alla città si sono rinvenute tombe in roccia del periodo fenicio (sec. VIII-VII a. C.), necropoli romane e bizantine e un ipogeo romano del sec. II d. C., con pitture raffiguranti scene mitologiche e d'oltretomba.

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Inviato (modificato)
Classical Numismatic Group, Inc.

Auction Triton X, lot 403, date 9/01/2007

PHOENICIA, Sidon. Uncertain king. Circa 435-425 BC. AR 1/2 Shekel (7.10 g, 12h). Phoenician pentekonter sailing left over waves / King of Persia standing right, drawing bow, quiver over shoulder; behind, incuse facing head (Bes?); before, incuse head of goat right. Elayi & Elayi 75 var. (-/R23 [unlisted obv. die]); Betlyon 5; Rouvier 1078; BMC 2; SNG Copenhagen 188-9. Good VF, darkly toned. Exceptional for issue. Very rare.
Like the other cities of Phoenicia, Sidon was renowned for its seafaring abilities, both commercially and militarily. Because of this dependence on the sea for their livelihood, the Phoenicians applied their technological abilities to the development of swift and powerful ships. Beginning sometime in the ninth century BC, the Phoenicians developed a long, shallow-draft vessel powered primarily by a single row of twenty-five oars on each side, though a removable mast and sail was also used when wind was available. A bronze beak was placed on the bow of the ship for ramming one’s opponents. Known as the pentekonter, the ship’s defense included a line of shields along the gunwhale, which protected the oarsmen and could be used as necessary by the soldiers who manned the vessel. The tactical advantage such ships offered and the great naval capabilities of the sailors themselves made the Phoenician pentekonters the choice of the Persians for their imperial navy. Thus, the coinage of pre-Alexandrine Phoenicia, and this half-shekel in particular, reflects this important relationship between Persia and Phoenicia. Similarly, the reverse designs on the coins of Sidon indicate a particularly strong relationship between the city and its imperial overlord. While the larger dishekels show the Persian Great King in his chariot followed by the king of Sidon, the shekels display the Great King shooting a bow, similar to his depiction on imperial Persian sigloi (Carradice Type II).
The purpose of this particular issue is uncertain. One theory is that these coins were used to pay the captain and crew of the pentekonters. Persian involvement in Mediterranean affairs in the last third of the fifth century BC afforded ample opportunity for the deployment of the Phoenician fleet, and may well have occasioned the minting of this type of coinage. Most significantly, in 431 BC the Archidamian War, the first stage of what became the Peloponnesian War, broke out between Sparta and Athens. To counter Athens, the Spartans began diplomatic negotiations with Persia for support. Such support would likely have included sending ships to offset the Athenian advantage on the sea. Coinage would have been required to fund such an undertaking, and it is quite possible that this was the occasion for striking the present coin.
Estimate: $3000
 
ILLUSTRAZIONE: GLI "IMMORTALI" (UNITA' D'ELITE DELLA GUARDIA IMPERIALE DEL GRANDE RE PERSIANO) ALLA BATTAGLIA DI MARATONA DEL 490 A.C. (SCENA DEL FILM "300")

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The New York Sale, Auction XXVI, lot 415, date 4/01/2012
The Prospero Collection of Ancient Greek Coins. CRETE. Praisos (c.450-400 B.C.), Silver Stater, 11.68g,. Cow (or mare?) standing to left, its head turned back to face towards an infant (Zeus?) kneeling below and apparently suckling. Rev. ΠPAIΣ (retrograde), Archer (Herakles?) kneeling to right, drawing a bow, all within a linear square within an incuse square (Babelon, Traité III, 1442, pl. CCXLV, 13 (these dies); Head, Historia Numorum, p. 475; Svoronos 2, pl. XXVII, 2 = E. Babelon, Monnaies Crétoises, RN 1885, p. 161, 5, pl. VIII, 8 ; H. Weber, ‘On some Unpublished or Rare Greek Coins’, NC 1896, p. 18, 34, pl. II, 10 = Weber 4578 var. (animal standing to right and reverse legend not retrograde)). Lightly toned, very fine, a fascinating and excessively rare co in. Ex Comtesse de Béhague Collection, J. Vinchon, Nouveau Drouot, Paris, 14 April 1984, lot 148 This incredibly rare coin displays very interesting types. The Weber specimen is similar, but the obverse is to the right rather than the left. The obverse type perhaps refers to the myth that Zeus was said to have been suckled with the milk of the goat Amalthea, although it is of course equally possible that the obverse refers to another local myth. US$ 12,000
 
ILLUSTRAZIONE: arciere troiano inginocchiato (detto Paride) proveniente dal Frontone occidentale del Tempio di Athena Aphaia a Egina, 500490 a.C. Marmo pario, altezza 1,04 m. (a destra ricostruzione dei colori che ricoprivano la statua), Gliptoteca di Monaco di Baviera.

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Passato in asta NGSA 9 al lotto 5, il rarissimo statere attribuito a Temesa ( forse in alleanza con Crotone ) che propone, dell' oplita, al diritto la coppia di schinieri ed al rovescio l'elmo crestato di tipo corinzio .

Vale un cenno ricordare che a suo tempo questa tipologia è stata contestata accostandola ad un noto falso ( 1828 ) del Becker .

Sempre sperando che il pezzo non sia già comparso in discussione  : purtroppo verificare il pregresso  è ormai problematico .

002 Temesa.png

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