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IGNORED

Per una storia dei falsi importanti


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Molto spesso, forse troppo spesso, ci ritroviamo a discettare sull'autenticità o meno di una moneta greca.

Nella storia del collezionismo è sempre stata molto attiva l'industria del falso e molti falsi che ricorrono nell'attuale mercato numismatico non sempre sono opera recente. Poi nelle stesse collezioni di musei, italiani e stranieri, sono presenti diversi falsi, alcuni magari non ancora riconosciuti come tali.

La falsificazione delle monete antiche ha le sue origini in tempi lontani, praticamente insieme all'interesse collezionisti verso queste monete. Quindi già nel Rinascimento furono creati falsi sia per riempire i vuoti nelle collezioni sia per frodare lo stesso collezionista.

Il XIX secolo fu molto attivo e accanto a falsi (in genere per fusione) esistono esemplari anche unici che sono oggettivamente molto difficili da valutare, se non ricorrendo a tecniche molto sofisticate.

Una fondamentale innovazione nella tecnica di falsificazione è stata la cosiddetta "pressofusione", che permise di migliorare i difetti riscontrati nei semplici falsi fusi da calco.

E' difficile identificare con precisione quando nacque questa tecnica, ma ritengo sia nata nei primi anni '70, ad opera di alcuni giovani siciliani, che erano riusciti a maneggiare le presse idrauliche utilizzando tondelli.

Uno dei primi esemplari usciti con questa nuova tecnica è un famoso tetradramma di Pirro, che comparve sul catalogo di asta Leu/Munzen und Medaillen, del 18 maggio 1974 (la famosa asta della collezione "Kunstfreundes"), al lotto 239:

 

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Esso fu venduto alla bella somma di 25.000 franchi svizzeri.

Eppure era un falso (anche se non strombazzato in giro), come poi riconobbe la compianta Hurter, che credette pure di identificare il giovane autore dell'opera. Il Boehringer invece sosteneva che era piuttosto un falso ottocentesco, ma credo sia nel torto.

 

La moneta risulta essere un prodotto di "pressofusione", uno dei primi a uscire con questa tecnica.

Infatti è possibile riconoscere:

A) una quasi perfetta circolarità del tondello,

B) una sua certa sottigliezza e non certo una globularità, ma sopratutto

C) una miriade di piccole fessurazioni a raggiera lungo i bordi, che sono indici di una temperatura alquanto fredda e di sicuro non corretta del tondello quando veniva sottoposto alla pressa. 

Molto abile il tentativo evitare la comparsa del bordo a puntini, per ridotto tondello, che avrebbe rivelato ancora più facilmente la falsità della moneta.

 

E' difficile dire quale prototipo fu usato per produrre tale copia.

In ogni caso si presenta molto simile all'esemplare De Luynes 1898, ora nel medagliere di Parigi, che proviene dalla stessa coppia di conii. E presente anche su Franke-Hirmer al n. 150:

 

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Il problema è che manca un'adeguata informazione sui falsi, per limitarci alle monete importanti, e non viene più stampato nemmeno il Bulletin of Counterfeits. 

Le grandi case di asta hanno spesso un proprio archivio di falsi, che è generalmente molto apprezzato e richiesto. Così quando una importante ditta numismatica cessa la sua attività, capita che il suo archivio di falsi viene trasferito ad altra ditta. Così l'archivio di falsi della Munzen und Medaillen di Basilea è passato a Kuenker, mentre quello, ancora più importante, della Leu/LHS, che fu molto curato dalla Hurter, sembra sia passato alla Numismatica Genevensis, a Ginevra.

Sicuramente è molto importante poter contare su tali archivi, che però sono assai difficili da accedere, anche a studiosi. Al massimo qualche informazione viene scambiata fra numismatici professionisti.

Quindi se si ha qualche informazione sui grandi falsari ottocenteschi, come Cigoi, grazie anche al ricupero di relativi punzoni, resta invece molto difficile ricostruire una storia del falso siceliota nel corso del XX secolo.

Ad esempio tra gli anni '30 e '60 fu attivo un falsario siciliano, di nome Lauricella (non ho il nome di battesimo), che aveva la caratteristica di orientare sempre e precisamente i conii alle ore 12,00. Successivamente comparvero altri falsari come Landolina per l'argento e Prudente per il bronzo, che furono attivi soprattutto negli anni '60 e '70.

Purtroppo non ho esempi nè foto che permettano di assegnare alcune opere a questi falsari del recente passato.

Adesso i falsari sono aumentati di numero e sono sempre più agguerriti, specie sul piano tecnico, anche se non mancano autentiche prese in giro (o, se preferite, per il culo), come questo buffo esemplare della comunissima emilitra di Himera, ora spacciata da Owens come un inedito, con una faccina al posto di un globetto....

 

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si divertono pure ... ma mi diverto piu' io a non comprare certe porcherie ... :lol:

Ma no numa, se vedesse la moneta chi studia il paranormale, probabilmente vi troverebbe un chiaro segno di alieni che hanno visitato himera nel V sec a.C.

Skuby

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Carissimo Alberto/Acraf

 

il tema che stai toccando mi sembra molto interessante e stimolante, ancorchè complicato se si dovesse fare un excursus su basi scientifiche, atteso l'alone di mistero e "si dice" che circonda il tema...

 

Credo comunque che se vorrai proseguire in questo excursus saranno in molti a ringraziarti e ad apprendere notizie nuove, quindi...coraggio!

 

 

 

Una piccola annotazione presuntamente tecnica : credo che tu abbia usato il termine di pressofusione un po' impropriamente per il primo pezzo che hai presentato (Pirro), in quanto credo ( ma se sbaglio correggimi ) sia in realtà un pezzo sostanzialmente coniato alla pressa.

 

A livello di curiosità ti posso dire che la pressofusione era già un metodo industriale nell'ottocento e che comunque consiste essenzialmente in una iniezione a pressione di metallo fuso in uno stampo a conchiglia, eventualmente raffreddato all'interno.

 

La differenza con la fusione semplice è evidente : se ben fatta la pressofusione va a riempire i dettagli anche minuti, permette spessori minimi, diminuisce drasticamente le bollicine e gas vari etc. ... ma non può riprodurre i minimi dettagli ( tra l'altro in sottosquadro ) delle crepature del bordo...inoltre rimarrebbe il problema dei punti di ingresso del metallo fuso, in maniera simile alle tradizionali fusioni.

 

A quanto ne so, le pressofusioni possono avere crepe da ritrazione, ma non possono avere una crepettatura così fine e relativamente regolare, né nell'impronta dello stampo nè per raffreddamento...

 

Mi sembra quindi più facile pensare a una pressa che conia uniformemente ( le crepe credo abbiano a che fare con l'espansione del metallo in zona non contenuta e distante dal centro e non abbastanza calda nel punto ) o, al limite, una successiva pressione con stampo su una base pressofusa, ma credo che l'effetto sia diverso e sia tecnica usata più avanti con l'avvento di resine e materiali vari...

 

Immagino comunque che siano cose che tu già ben conosci... :)

 

Un cordiale saluto,

Enrico 

 

P.S. quanto alla seconda moneta : una splendida presa per le chiappe... già mi immagino il falsario piegato in due dalle risate a pensare ciò che ha detto Owen.

Modificato da vitellio
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Ciao.

Discussione che si profila molto interessante.

Chiedo scusa se scriverò una banalità. ....ma quando Vi riferite a un tale Owens, intendete fare riferimento a Edgar L. Owen?

Grazie e saluti.

M.

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Carissimo Alberto/Acraf

 

il tema che stai toccando mi sembra molto interessante e stimolante, ancorchè complicato se si dovesse fare un excursus su basi scientifiche, atteso l'alone di mistero e "si dice" che circonda il tema...

 

Credo comunque che se vorrai proseguire in questo excursus saranno in molti a ringraziarti e ad apprendere notizie nuove, quindi...coraggio!

 

 

 

Una piccola annotazione presuntamente tecnica : credo che tu abbia usato il termine di pressofusione un po' impropriamente per il primo pezzo che hai presentato (Pirro), in quanto credo ( ma se sbaglio correggimi ) sia in realtà un pezzo sostanzialmente coniato alla pressa.

 

A livello di curiosità ti posso dire che la pressofusione era già un metodo industriale nell'ottocento e che comunque consiste essenzialmente in una iniezione a pressione di metallo fuso in uno stampo a conchiglia, eventualmente raffreddato all'interno.

 

La differenza con la fusione semplice è evidente : se ben fatta la pressofusione va a riempire i dettagli anche minuti, permette spessori minimi, diminuisce drasticamente le bollicine e gas vari etc. ... ma non può riprodurre i minimi dettagli ( tra l'altro in sottosquadro ) delle crepature del bordo...inoltre rimarrebbe il problema dei punti di ingresso del metallo fuso, in maniera simile alle tradizionali fusioni.

 

A quanto ne so, le pressofusioni possono avere crepe da ritrazione, ma non possono avere una crepettatura così fine e relativamente regolare, né nell'impronta dello stampo nè per raffreddamento...

 

Mi sembra quindi più facile pensare a una pressa che conia uniformemente ( le crepe credo abbiano a che fare con l'espansione del metallo in zona non contenuta e distante dal centro e non abbastanza calda nel punto ) o, al limite, una successiva pressione con stampo su una base pressofusa, ma credo che l'effetto sia diverso e sia tecnica usata più avanti con l'avvento di resine e materiali vari...

 

Immagino comunque che siano cose che tu già ben conosci... :)

 

Un cordiale saluto,

Enrico 

 

P.S. quanto alla seconda moneta : una splendida presa per le chiappe... già mi immagino il falsario piegato in due dalle risate a pensare ciò che ha detto Owens

 

Hai ragione. Purtroppo mi mancano ancora basi metallurgiche e tecniche e quindi ho utilizzato il termine "pressofusione" in termini inappropriati. Evidentemente è un termine che mi era molto entrato nella mente, dimenticando che in realtà siamo di fronte alla tecnica di coniazione mediante la pressa idraulica, al posto della martellatura.

Quello che ancora mi sfugge è l'impiego del metallo di base. So che talvolta hanno usato tondelli ricavati da antiche monete originali oppure da tondelli o basi ricavati con tecnica pressofusa. Non so quali differenze si possono riscontrare.

Ovviamente sono dettagli di non poco conto e comprendo che sarà molto difficile fare discorsi più generali.

 

Sarebbe comunque molto bello poter visionare bene dal vivo esemplari falsi di buona fattura e conservati negli archivi di seri professionisti (presso Alain Baron di Numismatica Genevensis alcuni sono pure custoditi in un bel mobiletto che fu allestito dalla Bank Leu, ma sarà molto difficile  fotografarli....). Anche qui siamo alle solite e cioè trovare il giusto equilibrio tra il dare informazioni ed evitare di trasmettere troppe informazioni agli attuali falsari.

Quindi sarebbe intanto bello riuscire a rintracciare qualche buon vecchio falso di monete importanti (alcuni sono pure passati in precedenti discussioni).

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Molto spesso, forse troppo spesso, ci ritroviamo a discettare sull'autenticità o meno di una moneta greca.

Nella storia del collezionismo è sempre stata molto attiva l'industria del falso e molti falsi che ricorrono nell'attuale mercato numismatico non sempre sono opera recente. Poi nelle stesse collezioni di musei, italiani e stranieri, sono presenti diversi falsi, alcuni magari non ancora riconosciuti come tali.

La falsificazione delle monete antiche ha le sue origini in tempi lontani, praticamente insieme all'interesse collezionisti verso queste monete. Quindi già nel Rinascimento furono creati falsi sia per riempire i vuoti nelle collezioni sia per frodare lo stesso collezionista.

Il XIX secolo fu molto attivo e accanto a falsi (in genere per fusione) esistono esemplari anche unici che sono oggettivamente molto difficili da valutare, se non ricorrendo a tecniche molto sofisticate.

Una fondamentale innovazione nella tecnica di falsificazione è stata la cosiddetta "pressofusione", che permise di migliorare i difetti riscontrati nei semplici falsi fusi da calco.

E' difficile identificare con precisione quando nacque questa tecnica, ma ritengo sia nata nei primi anni '70, ad opera di alcuni giovani siciliani, che erano riusciti a maneggiare le presse idrauliche utilizzando tondelli.

Uno dei primi esemplari usciti con questa nuova tecnica è un famoso tetradramma di Pirro, che comparve sul catalogo di asta Leu/Munzen und Medaillen, del 18 maggio 1974 (la famosa asta della collezione "Kunstfreundes"), al lotto 239:

 

attachicon.gifPIRRO Kunstfreundes 239 testo.jpg

attachicon.gifPIRRO Kunstfreundes 239 16,76 12 D.jpg

attachicon.gifPIRRO Kunstfreundes 239 16,76 12 R.jpg

 

Esso fu venduto alla bella somma di 25.000 franchi svizzeri.

Eppure era un falso (anche se non strombazzato in giro), come poi riconobbe la compianta Hurter, che credette pure di identificare il giovane autore dell'opera. Il Boehringer invece sosteneva che era piuttosto un falso ottocentesco, ma credo sia nel torto.

 

La moneta risulta essere un prodotto di "pressofusione", uno dei primi a uscire con questa tecnica.

Infatti è possibile riconoscere:

A) una quasi perfetta circolarità del tondello,

B) una sua certa sottigliezza e non certo una globularità, ma sopratutto

C) una miriade di piccole fessurazioni a raggiera lungo i bordi, che sono indici di una temperatura alquanto fredda e di sicuro non corretta del tondello quando veniva sottoposto alla pressa. 

Molto abile il tentativo evitare la comparsa del bordo a puntini, per ridotto tondello, che avrebbe rivelato ancora più facilmente la falsità della moneta.

 

E' difficile dire quale prototipo fu usato per produrre tale copia.

In ogni caso si presenta molto simile all'esemplare De Luynes 1898, ora nel medagliere di Parigi, che proviene dalla stessa coppia di conii. E presente anche su Franke-Hirmer al n. 150:

 

attachicon.gifPIRRO Luynes 1898 16,50.jpg

 

Il problema è che manca un'adeguata informazione sui falsi, per limitarci alle monete importanti, e non viene più stampato nemmeno il Bulletin of Counterfeits. 

Le grandi case di asta hanno spesso un proprio archivio di falsi, che è generalmente molto apprezzato e richiesto. Così quando una importante ditta numismatica cessa la sua attività, capita che il suo archivio di falsi viene trasferito ad altra ditta. Così l'archivio di falsi della Munzen und Medaillen di Basilea è passato a Kuenker, mentre quello, ancora più importante, della Leu/LHS, che fu molto curato dalla Hurter, sembra sia passato alla Numismatica Genevensis, a Ginevra.

Sicuramente è molto importante poter contare su tali archivi, che però sono assai difficili da accedere, anche a studiosi. Al massimo qualche informazione viene scambiata fra numismatici professionisti.

Quindi se si ha qualche informazione sui grandi falsari ottocenteschi, come Cigoi, grazie anche al ricupero di relativi punzoni, resta invece molto difficile ricostruire una storia del falso siceliota nel corso del XX secolo.

Ad esempio tra gli anni '30 e '60 fu attivo un falsario siciliano, di nome Lauricella (non ho il nome di battesimo), che aveva la caratteristica di orientare sempre e precisamente i conii alle ore 12,00. Successivamente comparvero altri falsari come Landolina per l'argento e Prudente per il bronzo, che furono attivi soprattutto negli anni '60 e '70.

Purtroppo non ho esempi nè foto che permettano di assegnare alcune opere a questi falsari del recente passato.

Adesso i falsari sono aumentati di numero e sono sempre più agguerriti, specie sul piano tecnico, anche se non mancano autentiche prese in giro (o, se preferite, per il culo), come questo buffo esemplare della comunissima emilitra di Himera, ora spacciata da Owens come un inedito, con una faccina al posto di un globetto....

 

attachicon.gifHIMERA falso inedito da Owen.jpg

la pressofusione non ha nulla a che vedere con le tecniche realizzative che hai citato.

Se vai su Wikipedia, puoi leggere COSA è la pressofusione e come funziona, con tutte le sue derivate: centrifugazione, sotto vuoto, etc.

Quella di cui parli te è deformazione plastica e sta alla pressofusione come l'olio all'acqua. Quindi direi di riscrivere il tutto usando i giusti termini e concetti, altrimenti si ingenera solo una confusione enorme.

Ciao

Modificato da Tinia Numismatica
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In tema di storia di falsi importanti , potrebbe essere importante avere qualche notizia sull'attuale stato storico del rarissimo statere incuso , ritenuto probabilmente  falso , di PAL-MOL , in dotazione al Museo archeologico nazionale ( inv. 35682 ) di Firenze , già discusso in " i rarissimi stateri incusi di Pal-Mol " del 13/01/2015 .

 

Ad esemplo , nell' SNG da Ariminum a Terina di prossima pubblicazione , sarà e come pubblicato e , comunque , ora , con quali eventuali notazioni , è conservato nel medagliere fiorentino ?

 

Dalla stessa discussione di Gennaio , vale anche ricordare un  secondo  PAL-MOL  anch'esso ritenuto probabilmente  falso , conservato in Museo a Budapest e pubblicato sulla SNG Budapest .

 

unisco nell'ordine , il Firenze ed il Budapest

 

 

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Come sia stato pubblicato il Budapest , lo ignoro , non avendo né sapendo vedere il volume .

 

Come ,  e se ,   sarà pubblicato il Firenze , si potrebbe chiedere agli estensori 

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proprio l'altro ieri ho postato nella discussione SNG, Firenze, ma nessuna risposta ufficiale. essendo passato un po' di tempo sarebbe gradita, perché non credo che la pubblicazione sia imminente come si crede.

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In attesa di notizie sulla più o meno prossima pubblicazione della SNG " fiorentina " , immagino che potrebbe essere di un qualche interesse conoscere quali siano le eventuali considerazioni del Museo archeologico nazionale di Firenze , sul suo discusso esemplare .

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Discussione interessantissima e importantissima quella iniziata da Alberto, ma molto complessa.

Come è stato immediatamente evidenziato vi è notevole confusione non solo sui termini ma soprattutto sulle tecniche. Credo invece che sia opportuna una maggior conoscenza delle stesse, anche se mi sembra non si trovino libri di numismatica su tale argomento, a ponte con la metallurgia. Ad esempio i libri di Prokopov sui falsi bulgari, accennano solo di sfuggita alle tecniche.

Come insegna poi la recente storia del falso decadramma Weiss (Agrigento), alcune monete possono essere riconosciute come non originali solo tramite analisi metallurgiche sofisticate, piuttosto che dalle immagini.

Vi sono tecniche relativamente recenti di falsificazione ancora poco note (es. fusione-pressata [con passaggio di coniazione], elettroerosione, coniazione da conii ottenuti con laser/stampanti 3D, ...) per cui invito (ringraziando) chi ha le necessarie competenze a segnalare testi ed articoli che affrontino queste tematiche, anche se comprendo la "gelosia" di chi già sa.

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Ciao.
 
"Come insegna poi la recente storia del falso decadramma Weiss (Agrigento), alcune monete possono essere riconosciute come non originali solo tramite analisi metallurgiche sofisticate, piuttosto che dalle immagini."

 

Ma si conosce il contenuto della perizia che ha decretato la falsità del deca di Weiss?

 

E il nome del perito?

 

Quelle sono cose interessanti da sapere....non certo i precetti del vademecum sul collezionismo etico, che il giudice gli ha fatto scrivere come parte della condanna e che contiene informazioni abbastanza scontate che chiunque può ben immaginare, anche da autodidatta. 

 

M.

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Discussione interessantissima e importantissima quella iniziata da Alberto, ma molto complessa.

Come è stato immediatamente evidenziato vi è notevole confusione non solo sui termini ma soprattutto sulle tecniche. Credo invece che sia opportuna una maggior conoscenza delle stesse, anche se mi sembra non si trovino libri di numismatica su tale argomento, a ponte con la metallurgia. Ad esempio i libri di Prokopov sui falsi bulgari, accennano solo di sfuggita alle tecniche.

Come insegna poi la recente storia del falso decadramma Weiss (Agrigento), alcune monete possono essere riconosciute come non originali solo tramite analisi metallurgiche sofisticate, piuttosto che dalle immagini.

Vi sono tecniche relativamente recenti di falsificazione ancora poco note (es. fusione-pressata [con passaggio di coniazione], elettroerosione, coniazione da conii ottenuti con laser/stampanti 3D, ...) per cui invito (ringraziando) chi ha le necessarie competenze a segnalare testi ed articoli che affrontino queste tematiche, anche se comprendo la "gelosia" di chi già sa.

Ecco questa è una proposta che mi piace molto.

Perché gli esperti di questo forum non si riuniscono e pubblicano un bel volume, completo, sui falsi? Secondo me avrebbe un'ampia diffusione sia tra collezionisti sia tra studiosi.

Evitando sterili polemiche, possibilmente.

Grazie e saluti.

Maria A.

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Non sottovalutiamo il fatto che certe informazioni, potrebbero anche aiutare chi sta dall altra parte...

L evoluzione delle tecniche ne è anche la testimonianza..

E facile farle, non sempre appunto scoprirle.

Skuby

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Le informazioni sugli errori contenuti nei falsi, non quelle sulle tecniche utilizzate per produrli!

Queste conoscenze potrebbero piuttosto essere destinate ad ampliare la consapevolezza: ma forse meno si sa meglio è ...

Ribadisco una mia proposta fatta in passato, e cioè che potrebbe essere opportuno ritagliare delle aree protette nel forum per poter discorrere anche di argomenti "scabrosi".

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secondo me non è sufficiente trattare i singoli casi nel forum.

sarebbe opportuno una guida generale, con esempi all'interno, che spieghi con dettaglio gli elementi da notare per riconoscere i falsi.

poi se non si vuole fare, è un altro discorso. anche perché credo che nel momento in cui si capisce come riconoscere un falso, i falsari siano già andati ben oltre.

certo capisco che è pure una grossa responsabilità. ma qualcuno competente dovrebbe pur prenderla.

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Ecco questa è una proposta che mi piace molto.

Perché gli esperti di questo forum non si riuniscono e pubblicano un bel volume, completo, sui falsi? Secondo me avrebbe un'ampia diffusione sia tra collezionisti sia tra studiosi.

Evitando sterili polemiche, possibilmente.

Grazie e saluti.

Maria A.

Ecco, manca giusto un bel manuale sul "Cosa non fare" ad uso dei falsari e poi siamo a posto....
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