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Nel corso della nota discussione su “Apocalisse e Numismatica” (vedasi ad esempio la discussione #41)

 

http://www.lamoneta.it/topic/110495-apocalisse-e-numismatica/page-2?hl=+apocalisse%20+numismatica

 

il forumista King John aveva accennato a sue ricerche sull’uso di lettere greche come annotazioni numeriche, soprattutto per calcolare la tiratura di alcune emissioni.

Ho il piacere di annunciare che queste ricerche sono confluite in un bel volume pubblicato, a cura della Editrice Diana, con moltissime e belle illustrazioni a colori, intitolato:

 

“I numeri svelati Alla scoperta delle notazioni numeriche riportate sulle monete greche”

prezzo €25,-

 

Posso assicurare che il rapporto prezzo/qualità e soprattutto l’interessante argomento rendono molto raccomandabile l’acquisto dell’opera, che si presta anche a interessanti approfondimenti su aspetti finora trascurati da studiosi numismatici.

La Premessa del volume è curata dalla nota prof.ssa Maria Caccamo Caltabiano.

 

 

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@@acraf grazie per la segnalazione! Leggendo questo libro vi divertirete a decifrare i segni riportati sulle monete greche. Ad esempio, su questo didramma di Velia il segno evidenziato corrisponde al numero 10.000.

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Modificato da King John
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Guardate che capolavoro di essenzialilità e funzionalità sono queste cifre riportate su una tetradracma ateniese del 191-190 a.C.!

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Interessante!

Anche perché sono comunque monogrammi difficilmente ascrivibili a nomi di persona (e quante persone responsabili per una emissione !), mentre appare più logica la loro soluzione in numerali, tanto più che il risultato finale resta il medesimo, sia che venga conteggiato in tetradrammi sia in dracme (infatti 1.600.000 : 4 = 400.000 tetradrammi).

Forse è difficile assimilare il concetto che una emissione o una serie di emissioni possa già in periodo greco essere conteggiata in funzione della prevista tiratura. 

Normalmente a una officina monetaria viene assegnato un certo quantitativo in argento tale da pianificare una determinata produzione e può avere un senso che tale quantitativo assegnato venga esplicitato con particolari annotazioni numeriche sulla moneta stessa.

Forse sarebbe opportuno che tu possa spendere alcune parole, a titolo di esempio esaustivo, per una serie dei didrammi di Velia, come ad esempio quella con il leone che attacca un cervo. Ci sono interessanti implicazioni anche sul calcolo del quantitativo di esemplari prodotti da singoli conii, che appare essere abbastanza in linea con le teorie generali (come quella di de Callatay).

 

Ovviamente serve il libro per un discorso più esaustivo.

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Interessante!

Anche perché sono comunque monogrammi difficilmente ascrivibili a nomi di persona (e quante persone responsabili per una emissione !), mentre appare più logica la loro soluzione in numerali, tanto più che il risultato finale resta il medesimo, sia che venga conteggiato in tetradrammi sia in dracme (infatti 1.600.000 : 4 = 400.000 tetradrammi).

Forse è difficile assimilare il concetto che una emissione o una serie di emissioni possa già in periodo greco essere conteggiata in funzione della prevista tiratura. 

Normalmente a una officina monetaria viene assegnato un certo quantitativo in argento tale da pianificare una determinata produzione e può avere un senso che tale quantitativo assegnato venga esplicitato con particolari annotazioni numeriche sulla moneta stessa.

Forse sarebbe opportuno che tu possa spendere alcune parole, a titolo di esempio esaustivo, per una serie dei didrammi di Velia, come ad esempio quella con il leone che attacca un cervo. Ci sono interessanti implicazioni anche sul calcolo del quantitativo di esemplari prodotti da singoli conii, che appare essere abbastanza in linea con le teorie generali (come quella di de Callatay).

 

Ovviamente serve il libro per un discorso più esaustivo.

Osservazioni sacrosante! I Greci erano un popolo estremamente razionale e non lasciavano nulla al caso: figuriamoci se non disciplinavano attentamente la produzione di danaro! Dal mio libro emerge che le emissioni monetali nel mondo greco erano accuratamente programmate; la loro pezzatura veniva puntualmente indicata sulle monete rientranti nelle varie emissioni ed in alcuni casi veniva indicato anche un progressivo di massima che, una volta rovinatosi il conio su cui era inciso, veniva aggiornato sul conio successivo. Avendo dei riferimenti numerici è ora possibile fare tutta una serie di osservazioni come ad esempio la stima della resa dei conii di diritto e di quelli di rovescio. Ad esempio, nel caso della zecca di Velia nel mio libro ricostruisco, in maniera quanto più completa ho potuto, la serie di didrammi "cervo e leone" del 290-275 a.C.. La mia tesi (basata sulle cifre riportate sulle monete stesse)  è che questa emissione, come quasi tutte a Velia, aveva la tiratura di 500.000 pezzi. Dividendo la tiratura di 500.000 pezzi  per il numero dei conii del diritto e di quelli del rovescio individuati otteniamo che, di media, ciascun conio dl diritto ha originato 22.727 monete, mentre ciascun conio di rovescio ha prodotto 13.513 pezzi. A differenze delle stime puramente ipotetiche proposte finora, nel calcolare le rese dei conii di una data emissione possiamo finalmente giovarci di dati certi forniti dalle stesse monete rientranti in quell'emissione!

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Gli studiosi ormai sono concordi a stimare la produzione di monete d'argento greche a valori tra 10.000 e 40.000 monete per conio, anche se non sono scesi nei dettagli della produttività dei conii di diritto (incudine), che è in genere più alta rispetto ai conii di rovescio (martello).

Un dettaglio poi è riportato da de Callatay nel 1995:

 

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un quantitativo che poi non si discosta da quanto calcolato per i didrammi di Velia....


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Gli studiosi ormai sono concordi a stimare la produzione di monete d'argento greche a valori tra 10.000 e 40.000 monete per conio, anche se non sono scesi nei dettagli della produttività dei conii di diritto (incudine), che è in genere più alta rispetto ai conii di rovescio (martello).

Un dettaglio poi è riportato da de Callatay nel 1995:

 

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un quantitativo che poi non si discosta da quanto calcolato per i didrammi di Velia....

Proprio così. Con la novità che stavolta ci sono dei riscontri oggettivi "d'epoca". Va precisato, tuttavia, che nel mio libro viene calcolata la resa dei conii anche delle zecche di Siracusa, Corinto ed Atene (nuovo stile).

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  • 2 settimane dopo...
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Guardate quante informazioni recava questo tetradramma di Mitridate VI (120-63 a.C.): viene riportato non solo mese ed anno di coniazione  ma anche la tiratura espressa in dracme dell'emissione, indicata con ben due diversi ed elaboratissimi intrecci di numeri.

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Modificato da King John
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Domanda da ingenuo:

ma a che pro segnare la tiratura su alcune monete?

Comprensibile la tiratura sulle banconote moderne che ha funzioni specifiche, ma sulle monete?

E poi perche' su alcune si e altre no ?


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Domanda da ingenuo:

ma a che pro segnare la tiratura su alcune monete?

Comprensibile la tiratura sulle banconote moderne che ha funzioni specifiche, ma sulle monete?

E poi perche' su alcune si e altre no ?

Questa domanda me la sono posta a lungo pure io, poi quando ho visto e rivisto, controllato e ricontrollato che si trattava proprio di numeri sono arrivato a questa conclusione. Cominciamo subito col dire che le notazioni numeriche non si riscontrano su alcune monete si ed altre no ma tendezialmente su tutte le emissioni di determinate emissioni. In alcuni casi, come quello di Mitridate, veniva indicato solo il taglio dell'emissione mentre in altri casi veniva indicato non solo il taglio finale dell'emissione ma anche i quantitativi di moneta in corso di coniazione nel momento in cui veniva realizzato il singolo conio. Ciò avveniva al fine di consentire ai magistrati monetali di controllare che l’intero stock di metallo prezioso ricevuto all’inizio della coniazione dell’emissione venisse puntualmente trasformato in moneta, ma anche e soprattutto per agevolare al personale della zecca il conteggio dei pezzi via via coniati. Il procedimento doveva essere questo: le monete, a mano a mano che venivano battute, venivano depositate in appositi recipienti (probabilmente ceste) in piccoli scaglioni di egual numero. In qualsiasi momento si poteva conoscere il numero esatto di monete coniate semplicemente moltiplicando il numero di recipienti già riempiti per l’egual numero di pezzi che ciascuno di loro conteneva; la notazione numerica indicante la tiratura perseguita al momento dalla zecca offriva un elemento di riscontro e di differenziazione dei pezzi coniati, mentre la notazione numerica indicante il taglio finale dell’emissione ricordava costantemente qual era l’obiettivo finale dell’attività dell’officina monetale relativamente a quell’emissione.

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Per testare la fondatezza dell'ipotesi che i monogrammi riportati in alcuni casi sulle monete non siano lettere ma numeri indicanti il taglio dell'emissione, nel testo ho ricostruito varie emissioni: in tutti i casi osservati la tiratura  (vale a dire il numero espresso dal monogramma riportato sulle monete di quell'emissione) è compatibile con il numero di conii del diritto e del rovescio riconducibili a quella data emissione.

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boh per me è un po' fuffa.


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boh per me è un po' fuffa.

Tutte le cose nuove sono un po' difficili da digerire. Ritornando ai tetradrammi di Mitridate VI: marchiarli tutti con delle notazioni numeriche particolari serviva a distinguerli da quelli dell'emissione  precedente e da quelli dell'emissione successiva, altrimenti del tutto indistinguibili. Parliamo di grossi quantitativi di tetradrammi (875.000 nella prima emissione della figura, 1,5 milioni nella seconda): tutte queste monete andavano accuratamente contate e distinte e se erano perfettamente uguali era impossibile farlo. Ecco che le notazioni numeriche fornivano un aiuto per distinguere un determinato gruppo di monete da un altro.

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Modificato da King John
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boh per me è un po' fuffa.

Spiegare i monogrammi come insieme di numeri che servivano a portare il conto delle monete via via coniate nell'ambito di una stessa emissione e a distinguere varie emissioni di monete tutte perfettamente uguali tra loro è sicuramente più plausibile che credere, come si è fatto finora, che i monogrammi rimandino al nome del magistrato monetale: perchè questi monogrammi cambiavano così spesso nell'ambito di una stessa emissione? Se ne contano anche più di venti sulle monete rientranti con certezza in una stessa emissione: un po' strano, no? Quanti magistrati monetali hanno sovrinteso ad una sola emissione?

Nel libro, comunque, proprio per superare queste perplessità parto da esempi inequivocabili, da casi in cui i monogrammi riportati sulla moneta sono CERTAMENTE dei numeri come nel caso delle monete riportate qui in foto.

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Complimenti, davvero un bel lavoro.

Roberto

Grazie mille, Roberto. Sei davvero gentile!

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Anche se non è la monetazione che seguo (non nego che mi piacerebbe) sembra davvero un lavoro particolarmente interessante e ben fondato.

Complimenti vivissimi


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Anche se non è la monetazione che seguo (non nego che mi piacerebbe) sembra davvero un lavoro particolarmente interessante e ben fondato.

Complimenti vivissimi

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Altro esempio di moneta greca che riporta certamente un numero. Si tratta di un dichalkon in bronzo (gr.1,97, diam.mm.14,5) coniato a Heraia (Arcadia) intorno alla metà del III secolo a.C. D.: testa di Atena con elmo corinzio a destra; R.: H (lettera iniziale dell’etnico) e notazione numerica sulla destra.

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Il numero del post precedente è il 900 espresso con la lettera arcaica sampi, presto caduta in disuso e raffigurata in una pluralità di modi.

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Libro ricevuto.

I miei complimenti per il lavoro svolto.

Blaise

Grazie per la fiducia che ti ha indotto a comprare il libro

 e per i complimenti.

Spero che risulti di tuo gradimento. 

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Libro ricevuto.

I miei complimenti per il lavoro svolto.

Blaise

@@blaise

Biagio, grazie anche per la fedeltà:

è il mio secondo libro che leggi!

Sei proprio recidivo!!!!

Modificato da King John
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