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Gettone Pralafera Luserna San Giovanni


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Gettone stabilimento Pralafera Luserna San Giovanni Fraz Pralafera

 

L'industria affonda le proprie radici alla fine del XVIII secolo, quando, nel 1793, Giovanni Daniele Peyrot introdusse "dello stame all'uso inglese e successiva formazione di stoffe di lana", impiegando nel primo ventennio dell'ottocento circa cento operai. E' del 1933 l'impianto di filatura del cotone sorto per opera di Giuseppe Malan a Pralafera, entro i confini del comune di Luserna S. Giovanni, e distrutto da un'incendio nel 1852, che gettò sul lastrico 500 operai. Diversi altri furono gli insediamenti industriali in valle legati al tessile. Possiamo indicare la nascita dei principali nuclei produttivi: 1833 venne fondata la Manifattura Mazzonis di Pralafera, 1885 la Manifattura Mazzonis di Torre Pellice, 1892 la Società Fratelli Turati a Luserna S. giovanni, 1901 la ditta Vaciago a Luserna S. Giovanni, 1904 la Crumière di Villar Pellice.

Le industrie della Valle legate alla produzione tessile passarono poi nelle mani del principale gruppo imprenditoriale della valle: i Mazzonis. Impero industriale che si sgretolò progressivamente fino al fallimento, negli anni sessanta di questo secolo, creando una grave; crisi occupazionale per tutta la Valle: è sufficiente dire che nel 1951 2000 dei 3700 operai occupati nella zona erano dipendenti delle loro fabbriche. La sirena delle fabbriche Mazzonis regolava la vita della zona con un'economia che vedeva intrecciato il lavoro dei campi con quello dell'officina. L'importanza dell'industria tessile ci viene confermata dal fatto che nel 1951 quasi il 90% degli addetti era occupato nel tessile, mentre il secondo settore di maggior occupazione dell'industria era quello del legname, mobili ed arredamento con il 3%, seguito dalla produzione meccanica con il 2%.

Dopo la chiusura della Mazzonis, nel 1964, a Luserna una parte della disoccupazione venne assorbita da una serie di medi e piccoli insediamenti: l'Helca, dolciaria, che adottò il prestigioso marchio della Caffarel, presente sul mercato da oltre centocinquant' anni, la Manifattura Giacche, l'Eurografica e così via.

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Cotonificio Widemann, San Germano Chisone (Torino), 1862 - 1978, SIUSA

Nel 1862 il barone di Pralafera Paolo Mazzonis impiantò a S. Germano Chisone un cotonificio all’imbocco del paese. Direttore del cotonificio era Vittorio Widemann, un giovane alsaziano che il signor Mazzonis aveva attinto da una scuola per periti tessili di Kolmar, mentre il direttore tecnico era Enrico Theiler. Gli uffici amministrativi, che avevano sede a Torino, erano invece stati affidati a Camillo Simondetti.
Quando già lo stabilimento era ben avviato e contava 800 addetti, un incendio lo distrusse completamente nel 1892: fu un duro colpo per l’economia del borgo e degli occupati. Lo stabilimento, acquistato dal Widemann e da Simondetti in società, fu riaperto solo due anni più tardi e in poco tempo gli occupati, in prevalenza donne, raggiunsero le 150 unita. Nel 1902 Simondetti ritirò le proprie azioni lasciando come unico proprietario Widemann. Nel 1903 le maestranze erano salite a 300 operai; il lavoro era duro e faticoso, si lavorava anche in tre turni, per 12 ore al giorno e spesso anche nei giorni festivi; la mano d’opera femminile proveniva da fuori e principalmente da Sommariva Bosco, Alba e Canale. Le ragazze, che superavano il centinaio, vivevano in locali attigui alla fabbrica, era infatti stato aperto un apposito convitto, gestito da alcune suore, che rimase fino al 1967. Nel 1905 Widemann fece costruire di fronte allo stabilimento un fabbricato per le famiglie degli operai.

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