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Volti africani su monete dell'Asia Minore


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Grazie per aver spiegato il contenuto dell'appendice.

 

[...]

 

Qui si apre un altro problema, che ho cercato di richiamare prima, circa il significato e la funzione dei tipi nelle emissioni arcaiche, problema a mio avviso enorme e dal quale non si può prescindere nel momento in cui si tenta di approcciare un'interpretazione di ciò vi é rappresentato.

 

[...]

 

Però ritengo che i due lavori, dalle tesi contrapposte, di Furtwängler e Picard postati sopra siano essenziali: se non comprendiamo qual era la funzione (o meglio le funzioni) dei tipi sulle emissioni arcaiche, tutto il resto rischia di tramutarsi in castelli in aria. 

 

Penso di aver intuito il problema che poni: se a fronte di emissioni quantitativamente contenute (parlo in particolare per l'elettro arcaico) sono noti innumerevoli tipi diversi, bisogna comprendere il perchè di questa varietà di tipi e il loro significato. Mi sembra che Focea presenti questa varietà di tipi sin dalle sue primissime emissioni in elettro: e credo che la presenza di questa varietà di tipi non si possa spiegare "semplicemente" come l'espressione di un'autorità che ne garantisca il valore.

 

Mi accorgo soltanto ora che posso selezionare il testo dei due PDF per tradurli e studiarli con calma.

 

Sono considerazione che sicuramente ti sembreranno "ottuse", ma almeno non parli da solo e magari potranno essere l'occasione anche per qualcun'altro di intervenire per correggermi.

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DE GREGE EPICURI

Ciao @g.aulisio, grazie per i tuoi interventi, mi pare che tu abbia molta più scienza di tutti noi! Ma volevo chiederti: quando parli del problema delle tipologie sulle monete arcaiche, ti riferisci alle tipologie in generale (cioè: che cosa c'è e che cosa non c'è sulle monete arcaiche) oppure alle differenti tipologie in rapporto ai differenti numerali? (nel senso di un rapporto in qualche modo logico fra dimensione della moneta e scelte tipologiche).

Sulle tipologie arcaiche in generale, io ho sempre pensato che fossero pressochè obbligate: o la divinità eponima, o una divinità comunque oggetto di culto in quella città, o un animale sacro alla divinità stessa o collegato storicamente ai miti locali.O eventualmente (ma più raramente) una figura eroica sempre collegabile ai miti locali ed ai miti di fondazione. Ma è proprio così? Queste monete focesi (e anche quelle di Auriol) mi sembrano contenere, comunque, una eccezionale varietà tematica.

PS.Non riesco a stampare le appendici in tedesco che hai allegato, nè a leggerle dal vivo perchè troppo piccole; come si fa?

Modificato da gpittini
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Nell'appendice il Bodenstedt si limita a riassumere le varie teorie espresse dai vari studiosi sul fenomeno in questione e sul significato, se non l'identificazione, del personaggio dai tratti africani rappresentato: Delfo, Memmone, Esopo, gli ausiliari dei persiani sconfitti, gli Etiopi, abitatori dei confini del mondo, puri e pii, premiati da Apollo a cui sono legati (quest'ultima una tesi del Lacroix).

 

Infine lascia il problema aperto, dando credito alla tesi del Lacroix, notando che nelle poleis particolarmente legate ad Apollo (una su tutte Delfi), la "Testa di Etiope" é un tipo raro ma ricorrente, ma che nello stesso tempo in altre situazioni, quali, tra le altre Focea, il tipo appare sporadicamente, nell'ambito di emissioni annuali.

 

Qui si apre un altro problema, che ho cercato di richiamare prima, circa il significato e la funzione dei tipi nelle emissioni arcaiche, problema a mio avviso enorme e dal quale non si può prescindere nel momento in cui si tenta di approcciare un'interpretazione di ciò vi é rappresentato.

 

Cercherò nei prossimi giorni di scansionare il lavoro del Lacroix (che per quanto minato da un background culturale chiaramente, se pur forse inconsapevolmente, razzista offre, una volta fatta la tara, un'eccellente riassunto delle tesi precedenti, buoni spunti di riflessione ed un'ottima bibliografia).

 

Però ritengo che i due lavori, dalle tesi contrapposte, di Furtwängler e Picard postati sopra siano essenziali: se non comprendiamo qual era la funzione (o meglio le funzioni) dei tipi sulle emissioni arcaiche, tutto il resto rischia di tramutarsi in castelli in aria. 

 

 

I tipi sulle emissioni arcaiche sono stati interpretati come "city badge" , il che sembra essere abbastanza plausibile e la grande fortuna che ebbe - da subito - l'invenzione della moneta sul finire del VII secolo (secondo le ultime interpretazioni) aiuterebbe a spiegare la moltitudine dei tipi utilizzati. Ogni città aveva dei tipi propri caratteristici (grifone, leone, foca, cervo, cavallo, civetta, sfinge , gorgone,  etc. etc.) per lo piu' animali - ma non solo - che fungevano da emblema della città/zecca di emissione (si pensi alla foca per  Phocaea ad esempio).

 

Tornando al tipo della testa negroide esiste un'emissione bronzea etrusca , molto suggestiva , che riporta tipi sorprendentemente simili (anche se non correlati) alle emisioni ioniche.

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DE GREGE EPICURI

@@Matteo91,anche a nome di molti altri che non conoscono il francese e il tedesco, mi prega di riassumere i contributi (Furtwängler e Picard) citati da g.aulisio; l'appendice III di Bodenstedt è già stata riassunta dallo stesso g.aulisio,  e comunque la lettura del testo sarà anche per me abbastanza impegnativa. In ogni caso:

A) Riferimenti alle monete di Focea e Mitilene: Bodenstedt ne parla nella sua opera più volte citata. Le monete in elettro (post 15 e soprattutto 16) hanno al rovescio un quadrato incuso, entro al quale compaiono diverse immagini: divine, o di animali (il leone andante a dx nell'ultima) ed anche una maschera negroide (priva del collo: è la n.74, riportata a colori nel post 15). Non mi è chiaro se le monete riportate successivamente da Bodenstedt (Tafel=Tavola 3 e Tafel=Tavola 6) siano in elettro o in argento; ma, da quel che ho letto, il quadrato incuso del rovescio contiene solo il disegno della svastica, e nessuna immagine.

B) Veniamo a Marsiglia. Le monete del cd "Tesoro di Auriol", rinvenute nel 1867, comprendevano circa 36 tipi. La coniazione, risalente al periodo 510-470 a.C., è da attribuire a Marsiglia, colonia focese. Successivamente sono state rinvenute qua e là in Provenza e fin nelle Alpi  più di 30 altre monete di queste tipologie. Sono tutte monete in Ag, di peso fra 0,15 e 1,2 g., e quasi tutte presentano un quadrato incuso al rovescio.  Secondo Furtwängler, che ha pubblicato vari lavori in proposito (es. nel 1978, 1986 e 1999) esse sono suddivisibili in 2 gruppi:

-il 1° riprende direttamente i prototipi di Focea, in quanto gli stessi culti di Focea si erano trasferiti a Massalia;

-il 2° gruppo si inserisce invece in un ambito culturale nuovo e propriamente massaliota.

La grande varietà di tipi del diritto delle monete di Auriol rappresenta, secondo questo A., un "panorama generale"  (un Olimpo, si potrebbe dire) dei culti presenti a Marsiglia in quel periodo, alcuni importati dalla madrepatria, altri  originali e locali. Egli ritiene anche che le varie tipologie siano state tutte coniate in contemporanea, o quasi.

C) Olivier Picard, linkato nello stesso post, riprende in gran parte la classificazione e le considerazioni di Furtwängler, ma dissente su un punto essenziale. A suo parere, è impensabile che tutte queste diverse tipologie siano contemporanee, e che tutte si riferiscano ai culti specifici di Marsiglia. Sottolinea che molti tipi sono "banali", ossia presenti in monetazioni di molte città diverse.  A suo avviso, vi è invece una precisa seriazione cronologica, che ha lo scopo di mettere a punto un "controllo sulle emissioni" (analogamente a quanto era già avvenuto ad Abdera coi diversi tipi di grifone).

D) Concludendo col tema "Testa di Negro" che ha dato il 1° spunto a questa discussione, essa è anche il titolo della Appendice III del Bodenstedt. Egli prima elenca le città e  regioni che emisero questa tipologia (Massalia, Delfi, Atene, Lesbo,Focea, Licia); quindi riassume lo stato delle ricerche, elenca i diversi possibili significati  e conclude con un riassunto. Non vi so dire i dettagli perché ho appena ricevuto il testo da Aulisio e col tedesco...ci metto un po'.

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Grazie @@gpittini per aver riassunto i punti più importanti dei due articoli condivisi da @g.aulisio.

 

Si pero' distinguiamo le emissioni delle coste ioniche che sono di gran lunga anteriori (VII secolo) da quelle massaliote di Auriol un secolo abbondante piu tarde

 

Però c'è da dire che anche a Focea in un arco temporale tra il 625 e il 575 a.C. (penso siano le datazioni proposte dal Bodenstedt) è possibile notare una certa varietà nei tipi (sui medesimi nominali): foca, grifone, capra, toro, ariete...

 

Per fare un esempio: il nominale da 1/24 di statere presenta un grifone (con foca) oppure una testa di foca. Perchè coniare nello stesso periodo (625-575 a.C.) due monete dello stesso valore con tipi diversi?

 

Testa di foca 1/24: http://www.asiaminorcoins.com/gallery/displayimage.php?album=486&pid=10743#top_display_media

Testa di grifone e foca: 1/24: http://www.asiaminorcoins.com/gallery/displayimage.php?album=486&pid=2917#top_display_media

 

Possono esserci della analogie con la monetazione massaliota (più tarda) e compatibili con la tesi di Picard?

Modificato da Matteo91
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 DE GREGE EPICURI

I ringraziamenti sono eccessivi, perchè mi rendo conto di aver fatto non più che un accenno ai due articoli, che sono piuttosto lunghi. Aggiungo solo un paio i argomenti importanti:

-i due autori discutono non poco di questioni metrologiche. Ad es., Furtwängler ritiene che nel tesoro di Auriol alcune monete seguano il piede milesico, altre quello focaico. Picard è invece scettico; ritiene che per monete così piccole esistano ampi margini di imprecisione ponderale anche per l'Ag, e che sia troppo complicato pensare a due "piedi" (o sistemi) usati contemporaneamente, benché ciò sia avvenuto ad es. in Macedonia.

-uno dei due (ma non ricordo che sia) sottolinea che nelle monete più arcaiche raramente compare direttamente la divinità;è molto più frequente che compaia un suo animale sacro, o un animale "di accompagnamento". Solo un po' più avanti, e soprattutto nel periodo classico, la divinità protettrice della città domina stabilmente il diritto della moneta.

-Picard infine cita  (scetticamente) quanto già sostenuto da Bodenstedt: il Negro (o Etiope che sia) potrebbe far parte del corteo (tiaso) di una divinità, in particolare di una Afrodite asiatica. Viene anche ricordato Omero,che parlava degli Etiopi come di un popolo straordinariamente pio.

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  • 2 settimane dopo...

DE GREGE EPICURI

A quelli che hanno seguito questa discussione, segnalo di aver tradotto dal tedesco la Appendice 3 di Bodenstedt (salvo il riassunto finale,che risultava ripetitivo).  Chi desidera il testo può mandarmi un SMS  fornendomi la sua email.

Modificato da gpittini
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@@gpittini

 

Grazie mille per la traduzione :) L'ho letta con grande interesse.

 

Ho trovato il modo per condividere direttamente il tuo documento nella discussione; in questo modo può essere direttamente scaricata da tutti senza dover chiedere a te. Ho però dovuto modificare il tipo di carattere, la spaziatura e l'impaginazione; pertanto eventuali errori sono da attribuire alla conversione del file che ho effettuato e non a Gianfranco.

 

Traduzione Appendice 3 Bodenstedt di Gianfranco Pittini (gpittini).pdf

 

 

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