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Inviato (modificato)

Non direi Filippo; qualche asta or sono posi in vendita una coppiola corredata degli originali documenti di "acquisto" della persona che, consegnato il giusto quantitativo di oro e pagate le relative spese, ricevette le due preziose monete.

Non mi risulta fosse un gerarca, un militare o una personalità politica, solo un benestante (sicuramente)

 

Buongiorno sig. Varesi, ricordo le due monete della Sua vendita e la documentazione allegata. Nel corso di questi anni però mi è capitato di sfogliare documentazione di un collezionista (forse più sbrigativo) che nel secondo decennio del secolo scorso acquistò pezzi ben più comuni, come le 100 lire aratrice, direttamente da commercianti (Rodolfo Ratto). Non mi occupo specificamente di monetazione del Regno, ma da quanto ricordavo le emissioni auree dei primi '900 avrebbero dovuto essere liberamente disponibili in Banca d'Italia. Forse il collezionista cui facevo riferimento decise di prendere un 100 lire solo successivamente alla chiusura della distribuzione, benché collezionasse già prima del 1912, o forse preferì acquistarlo da un rivenditore qualche anno dopo (con un minimo sovrapprezzo sull'intrinseco) per difficoltà di reperimento al momento dell'emissione.

Negli anni '30 lo scenario era mutato, con emissioni auree ancor più ridotte, e la documentazione di quella coppiola ne dimostra la complessità della trafila burocratica per l'acquisizione; vedo per questo molto difficile che una ditta di trasporti offrisse ai suoi impiegati vendite a rate dell'intera serie (in cofanetto della regia zecca) del '36.

Modificato da Filippo1948

Inviato

Anche io non ho mai sentito che le ferrovie o altri enti, negli anni dell'impero, incentivassero i propri assunti all'acquisto di tali monete, concedendo delle dilazioni di pagamento (con interessi, suppongo).

Non è comunque impossibile

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Inviato

Ciao.

 

In effetti pare molto strano anche a me che i cofanetti con la serie completa del '36 fossero prenotabili attraverso enti quale quello dei ferro-tranvieri o simili.

 

Da quello che ho sempre saputo, il numero di quei cofanetti confezionati dalla Regia zecca è stato estremamente limitato e la loro distribuzione non poteva seguire, per questo motivo, i normali canali commerciali.

 

Si è sempre parlato del fatto che questi astucci fossero destinati (gratuitamente?) ad autorità di spicco o, al più, che fossero acquistabili dai soliti notabili.

 

In mancanza di ulteriori elementi, sarei quindi anch'io propenso a pensare che possa essersi trattato di un astuccio contenente qualche medaglia celebrativa dell'Impero. 

 

D'altronde, scusate, se il cofanetto del '36 venne distribuito tanto capillarmente da essere acquistabile anche da normali lavoratori di grandi enti, non pensate che ce ne sarebbero oggi sul mercato un numero ben maggiore di quelli (rarissimi) che si reperiscono?  

 

Però con questa riflessione non vorrei "rovinare" la bella storia narrata slapdash84.......  :pardon:

 

Saluti.

Michele


Inviato

Buongiorno a tutti,

e se il cofanetto fosse stato "donato" a qualche personaggio di spicco delle ferrovie poco incline al collezionismo numismatico?

Potrebbe a sua volta aver messo in vendita il lotto di monete a qualche dipendente di fiducia, in questo caso il Nonno.

Non credo che un Nonno si inventi una storia del genere di sana pianta.

Preferisco pensare che il cofanetto sia uscito dal giro dei "privilegiati ", come può succedere con altre monete o con le medaglie d'oro annuali Papali, per esempio..

Saluti

Silver


Inviato

"e se il cofanetto fosse stato "donato" a qualche personaggio di spicco delle ferrovie poco incline al collezionismo numismatico?
Potrebbe a sua volta aver messo in vendita il lotto di monete a qualche dipendente di fiducia, in questo caso il Nonno.
"

Beh, ma se il nonno ha raccontato (vedi il post di apertura) che suo padre acquistò il cofanetto:

"pagandole a piccole rate trattenute dallo stipendio. Si trattava di una iniziativa promossa proprio dalla locale azienda di trasporti udinese, che offriva ai propri dipendenti la possibilità acquistare un pezzo di storia alla portata di tutti.."
 
la versione della storia che proponi Tu sarebbe completamente diversa da quella esposta dal nonno.
 
Piuttosto, il nonno ricorda che:

..."nel 1936 dopo la proclamazione dell'impero comprò una serie di monete in cofanetto (tra cui alcune d'oro, e di questo mio nonno ne è più che certo, ed altre di grande diametro [il 20 lire evidentemente?]) che celebravano tale evento, non destinate alla circolazione e vendute ad un prezzo superiore al facciale"
 

Certamente la coppiola in oro e quasi certamente il 20 Lire del '36, non erano destinate alla circolazione, ma le altre monete della serie andarono regolarmente in circolazione.

 

Chiaramente nessuna persona di buon senso avrebbe mai speso le monete comunemente circolanti contenute nel cofanetto, ma il fatto che il nonno ricordi che le monete del cofanetto non erano destinate alla circolazione mi fa pensare appunto quello che ho scritto sopra e cioè che non si trattasse della serie monetale del 1936 ma di una serie celebrativa di medaglie contenute in un cofanetto.

 

M.


Inviato

I vostri dubbi sono più che legittimi, anche io ovviamente non posso avere la certezza matematica che si trattasse proprio di quel cofanetto. Gli unici elementi certi sono che non si trattava di medaglie bensì di monete (avevano un valore facciale, ed il loro prezzo di acquisto era nettamente superiore rispetto a tale valore), conteneva delle monete in oro e di grande modulo, é stata acquistata nel 1936 in occasione della celebrazione dell'impero. Ho fatto vedere la foto del cofanetto a mio nonno, ma dopo tutti questi anni non se l'é sentita, in maniera molto onesta, di confermarmi o meno se il cofanetto fosse proprio quello. Sul fatto che fosse di colore blu invece non ha avuto dubbi. Mio bisnonno rimase vedovo abbastanza giovane, e in seguito si risposò nuovamente. Quando mio bisnonno morì a mio nonno non fu data la possibilità di controllare gli effetti personali di suo padre, dovette "fidarsi" delle parole della seconda moglie, che affermò che fatta eccezione per poche cose di tutto ciò che ricordava il nonno non c'era più nulla, e nulla in seguito fu poi ritrovato.. fotografie, oggetti (anche di valore) e ricordi sparirono per sempre lasciando l'amaro in bocca alla mia famiglia per molti anni.. purtroppo é andata così è probabilmente la verità non la saprò mai.. qualunque cosa ci fosse stata dentro il cofanetto avrei voluto possederla non tanto per il valore intrinseco, quanto per il valore affettivo che esso avrebbe potuto rappresentare.. per me che amo le monete da quando ero un soldo di cacio non ci poteva essere un dono più grande di una serie di monete (di valore o meno, quello non ha importanza) comprata direttamente da mio bisnonno..

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Inviato

Quando mio bisnonno morì a mio nonno non fu data la possibilità di controllare gli effetti personali di suo padre, dovette "fidarsi" delle parole della seconda moglie, che affermò che fatta eccezione per poche cose di tutto ciò che ricordava il nonno non c'era più nulla, e nulla in seguito fu poi ritrovato.. fotografie, oggetti (anche di valore) e ricordi sparirono per sempre lasciando l'amaro in bocca alla mia famiglia per molti anni.. 

e ci credo...


Inviato (modificato)

-

Modificato da Filippo1948

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