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Le antiche Terme romane


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E’ noto che i Romani erano amanti dell’ acqua che trasportavano dalle sorgenti anche da molte decine di chilometri di distanza tramite gli acquedotti che poi endavano ad alimentare terme e fontane , sia per uso personale che per quello pubblico , la dimostrazione pratica e’ che nell’ Urbs erano attive fino alla fine dell’ Impero , con le dovute manutenzione e ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli , ben 11 terme pubbliche tra grandi e piccole , oltre a numerosi piccoli stabilimenti privati , gestiti privatamente come vere e proprie imprese e noti dalle fonti antiche , da iscrizioni e ritrovamenti archeologici , che li citano come balnea seguito dal nome del proprietario .
Le undici Terme pubbliche erano chiamate con il nome del committente imperatore o dell’ alto personaggio ed erano in ordine di tempo della costruzione : di Agrippa , di Nerone , di Tito , di Traiano , di Sura , di Commodo , di Caracalla , di Alessandro Severo (che ristrutturo’ quelle di Nerone in Campo Marzio) , di Decio , di Diocleziano , di Elena , di Costantino .
Da questo elenco si capisce che alcune Terme sono ben note e i cui ruderi attualmente visibili e visitabili , di altre abbiamo solo il ricordo storico o qualche esiguo avanzo archeologico ; tralasciando le poche Terme note vediamo in piu’ puntate cosa e’ rimasto delle altre iniziando in ordine storico dalle Terme di Agrippa .
Le Terme di Agrippa erano il primo complesso termale pubblico di Roma antica , inaugurate nel Campo Marzio nel 12 a.C. ad opera di Marco Vipsanio Agrippa e alimentate dall'Acqua Vergine , era situato subito a nord dell' attuale Largo di Torre Argentina , tra Corso Vittorio Emanuele , Via di Santa Chiara e Via dei Cestari ; le Terme traevano l’ acqua dall’ acquedotto Vergine alcuni avanzi del quale erano arei ; in foto un bel tratto aereo dell’ acquedotto Vergine in Via del Nazareno a Roma , tra Via del Tritone e Piazza San Silvestro .
Furono restaurate dopo l' incendio dell' 80 , che le danneggiò gravemente , vennero successivamente ristrutturate da Tito , da Domiziano e da Adriano . Altri restauri si ebbero sotto Settimio Severo , sotto Massenzio ed infine nel 344-345 , da parte di Costante I e Costanzo II .
Il funzionario imperiale , poeta e Vescovo , Sidonio Apollinare le descrive come ancora attive nel V secolo , poi probabilmente inizio’ lo smantellamento delle strutture che tramite le "calcare" ridussero in calce i preziosi marmi , questa distruzione continuo’ per tutto il Medio Evo e forse oltre , anche a causa del consistente popolamento dell' area del Campo Marzio ; oggi non rimane altro che una grande semivolta di una sala delle Terme che abbraccia due caseggiati .

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Una interpretazione del toponimo "Arco della Ciambella",che ancora denomina una via.Questa passava in mezzo alle Terme di Agrippa,ben conservate fino ai primi del Seicento,come si vede nel bel disegno di Alò Giovannoli.La strada,infatti,attraversava le terme passando sotto archi antichi,poi demoliti.Ebbene,alcune decorazioni marmoree ancora esistenti nel Rinascimento,raffiguravano delle ghirlande di fiori(ciambelle),come riportato dal Lanciani nella Storia degli Scavi di Roma

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E’ noto che i Romani erano amanti dell’ acqua che trasportavano dalle sorgenti anche da molte decine di chilometri di distanza tramite gli acquedotti che poi endavano ad alimentare terme e fontane , sia per uso personale che per quello pubblico , la dimostrazione pratica e’ che nell’ Urbs erano attive fino alla fine dell’ Impero , con le dovute manutenzione e ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli , ben 11 terme pubbliche tra grandi e piccole , oltre a numerosi piccoli stabilimenti privati , gestiti privatamente come vere e proprie imprese e noti dalle fonti antiche , da iscrizioni e ritrovamenti archeologici , che li citano come balnea seguito dal nome del proprietario .

Le undici Terme pubbliche erano chiamate con il nome del committente imperatore o dell’ alto personaggio ed erano in ordine di tempo della costruzione : di Agrippa , di Nerone , di Tito , di Traiano , di Sura , di Commodo , di Caracalla , di Alessandro Severo (che ristrutturo’ quelle di Nerone in Campo Marzio) , di Decio , di Diocleziano , di Elena , di Costantino .

Da questo elenco si capisce che alcune Terme sono ben note e i cui ruderi attualmente visibili e visitabili , di altre abbiamo solo il ricordo storico o qualche esiguo avanzo archeologico ; tralasciando le poche Terme note vediamo in piu’ puntate cosa e’ rimasto delle altre iniziando in ordine storico dalle Terme di Agrippa .

Le Terme di Agrippa erano il primo complesso termale pubblico di Roma antica , inaugurate nel Campo Marzio nel 12 a.C. ad opera di Marco Vipsanio Agrippa e alimentate dall'Acqua Vergine , era situato subito a nord dell' attuale Largo di Torre Argentina , tra Corso Vittorio Emanuele , Via di Santa Chiara e Via dei Cestari ; le Terme traevano l’ acqua dall’ acquedotto Vergine alcuni avanzi del quale erano arei ; in foto un bel tratto aereo dell’ acquedotto Vergine in Via del Nazareno a Roma , tra Via del Tritone e Piazza San Silvestro .

Furono restaurate dopo l' incendio dell' 80 , che le danneggiò gravemente , vennero successivamente ristrutturate da Tito , da Domiziano e da Adriano . Altri restauri si ebbero sotto Settimio Severo , sotto Massenzio ed infine nel 344-345 , da parte di Costante I e Costanzo II .

Il funzionario imperiale , poeta e Vescovo , Sidonio Apollinare le descrive come ancora attive nel V secolo , poi probabilmente inizio’ lo smantellamento delle strutture che tramite le "calcare" ridussero in calce i preziosi marmi , questa distruzione continuo’ per tutto il Medio Evo e forse oltre , anche a causa del consistente popolamento dell' area del Campo Marzio ; oggi non rimane altro che una grande semivolta di una sala delle Terme che abbraccia due caseggiati .

che belli questi scorci di roma,amore vero

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SECONDA PARTE : LE TERME DI NERONE

Le Terme di Nerone erano il secondo complesso termale pubblico costruito a Roma in ordine di tempo dopo quelle di Agrippa , sorgevano anch’ esse in Campo Marzio e furono terminate circa nel 62 , in seguito ristrutturate ed ampliate da Alessandro Severo tra il 227 e il 229. Si trovavano in una vasta area delimitata da Piazza della Rotonda , Via del Pozzo delle Cornacchie e Via della Dogana Vecchia , con una estensione territoriale che copriva circa 190x120 metri , anche se in base ad antichi disegni del Rinascimento sembra avessero una forma quadrata .
Queste Terme di Nerone sono chiamate anche Alessandrine perche’ Alessandro Severo tra il 227 e il 229 restauro’ lo Stadium e l’ Odeum di Domiziano quasi attigui alle Terme , con l’ occasione mise mano ed amplio’ , da qui forse la forma piu’ rettangolare , le antiche Terme di Nerone . Queste occupavano l’ area che ora e’ coperta dai Palazzi rinascimentali : Giustiniani , Patrizi , Madama , dei Francesi , Chiesa di San Luigi e tutte le case che sorgono presso Piazza Rondanini . In superficie non rimane alcuna traccia di ruderi , tranne qualche muro di Palazzo Madama pero’ indistinguibile a causa dei successivi lavori di intonacatura ; comunque queste Terme sono state in passato una vera miniera di marmi antichi e di colonne di granito rosso e capitelli , infatti nel 1666 al tempo di Papa Alessandro VII , furono trovate a Piazza San Luigi dei Francesi le due colonne poi utilizzate per restaurare l’ angolo est del porticato del Pantheon ; altre due colonne furono estratte al tempo di Papa Innocenzo X che giacevano interrate tra i Palazzi di San Luigi e Madama e molte altre furono trovate sotto Palazzo Giustiniani . Ma non finisce qui : un bellissimo frammento sempre in granito rosso si trova ancora nelle cantine di Palazzo Patrizi , non estraibile , ormai fa parte delle fondamenta del palazzo , ha un diametro di un metro e mezzo ; da un frammento di colonna trovato vicino Sant’ Eustachio si ricavarono le gradinate di San Pietro ; anche la colonna che oggi orna Porta Pia proviene da queste rovine e fu trovata nel 1875 nella Salita dei Crescenzi . Due colonne frammentate delle Terme sono state restaurate ed rialzate dove sono state trovate e ornano oggi la Via Piazza di Sant’ Eustachio come si vedono in foto . Ma non furono trovate solo colonne , bensi’ anche bellissime vasche lavorate in un unico blocco in granito ; la prima vasca fu trovata in Piazza Sant’ Eustachio e misurava 6,70 metri di diametro , altre due vasche furono abbandonate perche’ irrimediabilmente fratturate , una quarta vasca fu trovata nel 1706 sotto il Seminario Romano , una quinta vasca trovata nel 1750 in zona di Sant’ Eustachio inizialmente portata a Villa Medici a Roma , si trova oggi a Firenze nel Giardino di Boboli ; infine una sesta vasca fu trovata
recentemente sotto Palazzo Madama durante i lavori di ristrutturazione della centrale termica del Senato , fu scoperta alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso , e’ una grande vasca di granito rosso probabilmente utilizzata per il bagno nel 'calidarium' delle Terme . Restaurata nei suoi tre punti di frattura , fu donata all’ epoca dal presidente del Senato Giovanni Spadolini alla cittadinanza di Roma e collocata su di un piedistallo rinascimentale nello slargo immediatamente esterno all' ingresso fornitori del Senato , ed e’ quella che oggi si ammira meravigliati su un lato esterno di Palazzo Madama come si vede in foto .
Le Terme erano alimentate inizialmente al tempo di Nerone dall' Acquedotto Vergine , che già serviva le vicine Terme di Agrippa , poi in occasione del restauro di Alessandro Severo , dall' Acqua Alessandrina che captava l’ acqua tramite l’ acquedotto da falde acquifere in località “Pantano Borghese”, nei pressi del XIV miglio dell' antica via Prenestina , 3 km a nord dell'abitato di Colonna . La forma delle Terme al tempo di Alessandro Severo era quadrata come risulta da disegni rinascimentali del Palladio e di Antonio da Sangallo il Giovane , forse era la stessa forma del tempo di Nerone .

In foto : un tratto cittadino dell' Acquedotto di Alessandro Severo , la Colonna di Porta Pia , la Vasca in granito del Senato , due Colonne in situ delle Terme alessandrine . 

Arrivederci alla terza parte con le Terme di Tito
 

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Questo file non entrava insieme al Post sulla descrizione delle seconde Terme romane : le Terme di Nerone .

La grande pianta archeologica della zona dove sorgevano le Terme di Nerone e di Alessandro Severo , come si vede erano proprio a ridosso del Circo di Domiziano , Piazza Navona , e del suo Odeon , sulla sinistra delle Terme , mentre piu' in basso sulla destra il Pantheon . In questo luogo dove erano le Terme oggi si trova , tra altri edifici , Palazzo Madama sede del Senato della Repubblica .

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TERZA PARTE : LE TERME DI TITO
Le Terme di Tito erano ubicate sulle pendici dell' Esquilino , l’ attuale Colle Oppio , tra le attuali Via Nicola Salvi , Via delle Terme di Tito e Viale del Monte Oppio .
Furono costruite da Tito nell' 80 , quasi in concomitanza con l' inaugurazione del Colosseo ma terminate forse sotto Domiziano .
Le fonti storiche ne menzionano un restauro nel 238 , ma in base ad alcuni rifacimenti murari , forse anche prima all’ eta’ di Adriano .
I resti visibili sono piuttosto scarsi ,una fronte a semicolonne in laterizio e vari tratti di murature , ma è possibile farsene un'idea precisa anche grazie alla pianta disegnata da Andrea Palladio nel XVI secolo, quando i resti erano ancora notevoli . Da questa mappa pare che l' edificio termale , a pianta quadrangolare , era simile a quella delle terme di Nerone .
Le Terme di Tito non erano molto grandi , infatti si estendevano su un'area di circa 125 x 120 metri , vediamo cosa la storia ci racconta .
Nello stesso luogo , sul Colle Oppio Esquilino , esistevano anche le Terme di Traiano e questa vicinanza di Terme ha reso un po’ complicato nel distinguere i resti archeologici relativi alle due Terme , tanto che fino a cavallo dei secoli XIX e XX si pensava che le due Terme fossero in realta’ una sola , cioe’ che Traiano semplicemente ristrutturo’ ed amplio’ le precedenti Terme di Tito . Gli archeologi dei tempi passati pensavano che le terme fossero due distinte in base a documenti antichi che citavano tra gli edifici della Regione III , le “Thermas Titianas et Traianas” , mentre altri archeologi rifacendosi alle Terme Neroniane Alessandrine in Campo Marzio , ritenevano che le Terme fossero in realta’ una sola . In effetti ad esempio il Lanciani dichiara che nella stesura della sua opera : Forma Urbis , nelle tavole XXIII e XXX , non trovava spazio utile libero da ruderi non pertinenti alle Terme , per inserire due diversi impianti termali , traendo la teoria che le Terme di Traiano si trovassero probabilmente spostate verso la Chiesa di San Martino ai Monti in zona Via di Monte Oppio , zona ricca di grandi strutture romane .
Ai tempi del Palladio , nel XVI secolo , che disegno’ le rovine delle Terme , furono individuati l’ ingresso delle Terme a nord del Colosseo e vari impianti termali situati tra le pendici dell’ Oppio e la strada che costeggiava , come oggi , il Colosseo , dalla quale strada si accedeva alle Terme tramite una grande scala . nel 1590 furono dissotterrati moltissimi preziosi marmi policromi che vennero impiegati per abbellire le cappelle della Chiesa del Gesu’ , altre colonne vennero trovate negli scavi del 1797 . Dopo i tempi del Palladio l’ innalzamento progressivo del terreno causa accumuli , ha fatto sparire le antiche rovine . Ad oggi si puo’ ipotizzare con relativa certezza che le poche rovine che si affacciano sul pendio lungo la strada che costeggia il Colosseo , lato Metro B , appartengano alle Terme di Tito , mentre le rovine sul colle Oppio alle Terme di Traiano .
Da documenti dell’ epoca sappiamo che alla fine del IV secolo la facciata principale delle Terme di Tito era crollata e che sui suoi resti venne edificata la Praefectura Urbis .

In foto gli attuali ruderi visibili delle Terme di Tito , come si presentavano negli scavi in epoca fascista e due planimetrie antiche delle Terme

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QUARTA PARTE : LE TERME DI TRAIANO
Per quanto riguarda queste Terme occorre dire che solo due fonti antiche accennano alla costruzione di Terme da parte di Traiano , Pausania solo le accenna come esistenti mentre Cassio Dione ci racconta solo che furono progettate per Traiano dal suo architetto Apollodoro di Damasco , l’ autore del Foro e dei Mercati ; da fonti letterarie antiche sappiamo che le Terme erano ancora in uso nel V secolo quando esse furono adornate di statue dal Prefectus Urbis , Iulius Campanianus agli inizi del 400 .
Probabilmente si ritiene che il complesso termale abbia perso il suo utilizzo nel VI secolo , dopo il taglio degli acquedotti effettuato nel 537 da Vitige Re dei Goti per costringere Roma alla resa ; tuttavia recenti scavi archeologici sembrano anticipare l' abbandono alla fine del V secolo per il rinvenimento di una necropoli all' interno delle Terme , alcune sepolture ritrovate nei pressi dell' emiciclo sembrano abbandonate intorno al VII secolo .
Nel corso del medioevo il Colle Oppio fu semi abbandonato e occupato solo da vigne e orti ; nel 1871 nell' ambito delle programmazioni urbanistiche rese necessarie dalle nuove esigenze di Roma Capitale l'area venne destinata a giardini pubblici .
Sorgono in massima parte sopra i resti della Domus Aurea di Nerone sepolta dopo l’ incendio del 104 . Tutto il complesso termale fu conosciuto con il nome “Terme di Tito” ininterrottamente fino alla fine del XVI secolo quando Papa Giulio II fece trasportare una grande vasca di granito trovata “in una vigna appresso al Coliseo” al Belvedere Vaticano .
La distruzione , o meglio il saccheggio , di queste Terme sembra fosse avvenuto per mano dei Monaci della Chiesa di San Pietro in Vincoli , infatti quasi tutti i materiali preziosi ancora in loco in particolare tutti i marmi e mattoni , furono venduti ai calcarari ; ad oggi nulla e’ rimasto se non poche strutture murarire , per fortuna sono rimaste le planimetrie delle Terme eseguite nel ‘500 che danno un’ idea dell’ estensione dell’ edificio termale , planimetrie gia' viste nelle Terme di Tito ; i pochi resti presenti nel Parco del Colle Oppio offrono un misero spettacolo dell’ antica magnificenza .
Una seconda vasca ovale di 4,5 metri decorata con anelli e teste di leone fu vista vicino la citata Chiesa ma in seguito se ne persero le tracce ; furono trovate anche bellissime colonne spezzate in marmo Portasanta ed Africano , molte statue , circa 25 , tra cui una di Ercole , oltre ad una lampada in bronzo a forma di testa umana .
In foto alcune immagine dei ruderi delle Terme attualmente visibili in alto sul Colle Oppio e il famoso gruppo scultoreo del Laocoonte trovato il 14 gennaio del 1506 scavando in una vigna sul colle Oppio , forse inizialmente posto nella Domus Aurea di Nerone e in seguito ricollocato nelle Terme di Traiano oppure in quelle di Tito perché una notizia di Plinio ci racconta che vide la statua nella casa di Tito ; oggi si trova ai Musei Vaticani .

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QUINTA PARTE : LE TERME DI LICINIO SURA
Le Terme Surane erano un piccolo complesso termale di Roma antica , forse a carattere privato , piu’ probabilmente riservato agli abitanti dell’ Aventino , costruito sul grande Aventino ad opera di Lucio Licinio Sura , amico personale di Traiano da cui presero il nome , si trovavano non molto distanti dalla sua residenza privata ; Lucio Licinio Sura era un generale romano , forse oriundo spagnolo come Traiano , Governatore della Germania Inferiore , partecipo’ poi ad entrambe le guerre daciche , fu tre volte Console ed amico intimo dell' Imperatore Traiano .
Le Terme sono parzialmente raffigurate nella Forma Urbis marmorea di Settimio Severo , furono restaurate sotto Gordiano III e successivamente nel 414 da Cecina Decio Aginazio Albino , Praefectus Urbi per riparare i danni provocati in seguito al sacco subito da Roma al tempo di Alarico , dopo di che le fonti tacciono per sempre ; esse dovevano servire la clientela raffinata e abbiente dell' Aventino .
La loro localizzazione era nelle immediate vicinanze , sulla sinistra , della vicina Chiesa di Santa Prisca e vicino al famoso tempio di Diana , erano alimentate dall’ acquedotto dell' Acqua Marcia , le cui arcate passano proprio lungo il sito dell' attuale Chiesa ; delle antiche Terme non esistono ruderi sicuramente appartenenti alle stesse .
Le Terme sorgevano sul Clivo Publicio che iniziava dalla Porta Raudusculana delle Mura serviane , l’ attuale Via del Clivo dei Publicii , immediatamente a sinistra della Chiesa di Santa Prisca , sul grande Aventino dove si trova Villa Cavalletti ; una curiosita’ , la casa del Bernini , che era vicino a Sant’ Andrea delle Fratte al centro di Roma , fu costruita con i materiali provenienti dalle Terme di Licinio Sura sull’ Aventino . Le Terme sorgevano vicino ai Templi di Diana e della Luna .
In foto un pannello della Colonna Traiana con Traiano che parla con un commilitone , forse proprio Licinio Sura , la facciata della Chiesa di Santa Prisca , una mappa antica delle Terme , una mappa del grande Colle Aventino con una moneta di Diana , denario della Gens Postumia .

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SESTA PARTE : LE TERME DI CLEANDRO - COMMODO
Di queste Terme si hanno solo scarsissime notizie e nessuna traccia visibile nel terreno . Le Terme Commodiane erano anche note come Thermae Cleandri dal nome del liberto favorito di Commodo che le costrui’ e le dedico’ al suo Imperatore ; furono anch' esse Terme imperiali di Roma ubicate nella Regio I , pur essendo citate dagli autori antichi , di esse non si conserva alcuna traccia .
Le Terme Commodiane furono edificate da Marco Aurelio Cleandro, un liberto favorito dell'imperatore Commodo e furono dedicate nel 183 d.C. , comprendevano anche un ginnasio .
Un passo della Storia Augusta relativo alla Vita di Commodo , Tomo XVII , ci conferma la notizia della costruzione delle Terme ad opera di Marco Aurelio Cleandro e dedicate a Commodo , circa l’ ubicazione si pensa che fossero ubicate poco distante da dove in seguito sorsero le Terme di Caracalla .
 


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Prima di proseguire con le ultime Terme , avviso che tralascio di descrivere quelle di Caracalla e di Diocleziano , le piu' grandi ma anche le piu' note , in quanto richiederebbero uno scritto troppo lungo , forse noioso ed anche troppe foto , quindi proseguo con le Terme di Elena saltando quelle di Caracalla .

SETTIMA PARTE : LE TERME DI ELENA
Le Terme Eleniane erano situate in una zona compresa tra l’ Esquilino e il Celio , zona che in epoca imperiale era chiamata Horti Variani (Giardini di Vario) in quanto appartenuti ad Eliogabalo il cui nome completo era Sesto Vario Avito Bassiano , si trovavano vicino all’ attuale Piazza di Porta Maggiore , nel luogo dove in seguito fu costruita la Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme . Le Terme erano alimentate dall’ acqua proveniente dall' acquedotto Celimontano , captato nel punto in cui esso si stacca dall' acquedotto Claudio , vicino all' Anfiteatro castrense limitrofo alle Terme . Esse devono il proprio nome ad Elena , madre di Costantino I , che le restaurò o forse le ricostrui’ , dopo un incendio scoppiato negli anni del 320 .
Questo complesso termale presenta ancora dei ruderi visibili in superficie , come ad esempio la Cisterna che le riforniva ; questi ruderi si trovano quasi di fronte alla Chiesa , nella ex Vigna Conti ,
esattamente all' incrocio fra le moderne Via Eleniana e Via G. Sommeiller .
Sempre grazie ai disegni del Palladio e di Antonio da Sangallo conosciamo la pianta delle Terme di Elena che le restitui’, come dice una lapide qui trovata ed ora conservata al Vaticano :
“Helena ……..Thermas incendio destructas restituit” ; sempre in questo periodo , secondo il Bartoli in seguito a scavi qui condotti , vennero trovate bellissime pitture in una stanza sotterranea insieme a grandi quantita’ e varieta’ di pregiati marmi antichi ; dopo la caduta dell’ Impero , nel primo Medioevo , alcune sale delle Terme vennero dedicate al culto cristiano , infatti molte figure rappresentano Santi e pare che Elena , traslata dal suo Mausoleo sulla Via Casilina a Torpignettara , venne qui sepolta .
Comunque queste Terme prima dell’ incendio che le distrusse e in base ai bolli laterizi più antichi rinvenuti nell' area dove esse sorgevano , fanno abbassare la data di costruzione originaria di queste Terme all' età di Settimio Severo , data confermata anche da una dedica a Giulia Domna , moglie di Settimio Severo , qui trovata .

In foto la pianta delle Terme del Palladio , la Cisterna , ruderi delle Terme , Anfiteatro castrense inserito nelle Mura Aureliane con sullo sfondo la Basilica di San Giovanni , base di statua di Elena con dedica .

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Inviato

Grazie @@Druso Galerio , dopo le Terme di Elena , sopra descritte , siamo ormai quasi alla fine della descrizione delle Terme , mi fa piacere che il Post ti sia piaciuto .


Inviato

OTTAVA PARTE : LE TERME DI TRAIANO DECIO

Le Terme di Traiano Decio erano un altro complesso termale di Roma antica , costruito sull' Aventino ad opera dell' Imperatore Decio circa nel 249 . Oggi le rovine si trovano sotto la Piazza del Tempio di Diana , alle quali si accede tramite un tombino stradale ma per la visita occorrono permessi speciali molto difficili da ottenere , inoltre queste camere a volta ottimamente affrescate non e’ sicuro se appartengano alle Terme oppure alla Privata Traiani cioe’ all’ abitazione di Traiano il quale aveva sull’ Aventino la sua casa prima che diventasse Imperatore , le rovine delle Terme si estendono anche sotto il Casale Torlonia che ne ingloba alcuni resti . Le Terme dovevano servire la clientela raffinata e abbiente del Colle Aventino , il fatto strano e’ che a poca distanza da queste Terme , circa un centinaio di metri o poco piu’ , vi erano anche quelle di Licinio Sura che gia’ abbiamo descritto , forse una delle due Terme erano solo dei Balnea privati . Le Terme , di cui restano alcune rovine , pero’ non visitabili , sono menzionate in alcune iscrizioni che , oltre a confermare la localizzazione sul Colle , forniscono elementi certi circa la storia del complesso , come il restauro subito sotto Costante I o Costanzo II e un altro del 414 sotto Onorio ad opera del Praefectus Urbi : Cecina Decio Aginazio Albino , in seguito ai danni causati dal sacco di Roma di Alarico che colpi’ in modo particolare l’ Aventino .
La pianta è conosciuta da un disegno cinquecentesco del solito Andrea Palladio , che ha permesso anche di collocare correttamente i resti superstiti all'interno del complesso originario di circa 70 x 35 metri . Tra questi in particolare un' abside che apparteneva ad un’ aula sullo spigolo meridionale .
Gli scavi hanno restituito nel tempo molte opere d'arte , come l' Ercole fanciullo in basalto verde o il rilievo di Endimione dormiente , entrambi ai Musei Capitolini .
Sotto le terme si trovano i resti di edifici più antichi , visibili nei sotterranei del Casale Torlonia e sotto la piazza del Tempio di Diana : si tratta di muri in opera quasi reticolata con tracce di una decorazione a finte incrostazioni marmoree in pittura e stucco testimonianza più antica di questo schema decorativo a Roma , databile all'ultimo quarto del II secolo a. C. , un altro edificio pero’ di epoca traianea è riccamente decorato da mosaici e pitture a riquadro con molteplici soggetti , forse appartenenti all' abitazione privata di Traiano prima che diventasse Imperatore , forse l’ abitazione doveva trovarsi nelle vicinanze e sulla quale Decio fece edificare il complesso termale .

 

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Inviato

Per completare il quadro delle precedenti descritte Terme di Traiano Decio , due foto che illustrano la grandezza e la ricchezza degli affreschi degli ambienti della Privata Traiani confinanti con le Terme o facenti parte delle stesse , che esistono sotto la Piazza del Tempio di Diana sull' Aventino , purtroppo non visitabili .

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Inviato (modificato)

Come gia' spiegati i motivi per non aver postato le Terme di Caracalla  ( risposta n° 10 ) , ugualmente non descrivero' le Terme di Diocleziano ; per quanto riguarda le ultime Terme costruite a Roma , quelle di Costantino , rimando , per chi vorra' leggerle , al post gia' inviato qualche mese fa :

http://www.lamoneta.it/topic/137489-le-terme-di-costantino-a-roma/

Modificato da Legio II Italica

Inviato

Bellissimo post legio stasera che son piu tranquillo me lo leggo tutto per bene?

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