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mercatini


lucarosina

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Buonasera, volevo chiedervi un pò di cose a riguardo ai banchetti nei mercatini a vari livelli; prima di tutto che differenza c'è a livello di tassazione tra chi fa un mercatino ogni tanto (hobbysta?) e chi di professione e i conseguenti adempimenti fiscali? E' necessaria la P. IVA in entrambi i casi o solo per chi lo fa di professione? Se si vendono monete in entrambi i casi bisogna avere qualche attestazione?

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Io ti posso rispondere come frequentatore assiduo, come compratore e curioso, di mercatini senza prendere i conoscere le regole commerciali; in primo luogo quasi nessuno. né professionista né hobbista rilascia regolare fattura anche perché i vigili urbani dei comuni in cui si svolgono gli stessi raramente vanno a disturbare i venditori dato che l'organizzazione dei mercatini è sempre appoggiata dal Comune che ha un rientro indiretto con lo sviluppo del commercio ) bar e ristoranti) ma spesso so occupa dei parcheggi  e del traffico. Credo che l'hobbista non debba emettere fattura né avere P.I. in quanto i teoria dovrebbe accettare anche lo scambio con l'acquirente. Conosco parecchi venditori di monete e ve ne sono sia professionisti sia hobbisti che non possono esibire attestati; molti vendono materiale che gli viene fornito da commercianti numismatici dai quali ricavano una percentuale sul venduto.

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Non serve nulla ne partita iva ne permessi, paghi il banco e vendi la tua merce.

 

Non serve nulla ne partita iva ne permessi, paghi il banco e vendi la tua merce.

BUON GIORNO E BUON FERRAGOSTO A TUTTI.  SIGN. EDOFALL , NON CREDO CHE SIA COSI , METTIAMO IL CASO CHE ALLO STESSO MERCATINO CI SIANO DEI VENDITORI IMPROVVISATI E DEI VENDITORI REGOLARMENTE ISCRITTI E POSSESSORI DI PARTITA IVA CHE RILASCIANO REGOLARE RICEVUTA.  NON CREDE CHE SI CONCORRENZA SLEALE ?  CHI PAGA LE TASSE E CHI VA LISCIO COME L'OLIO. IO SONO UN COLLEZIONISTA E COMPRO ESCLUSIVAMENTE IN ASTE O DA VENDITORI PROFESSIONISTI GENTE CHE PRIMA DI TUTTO MI GARANTISCE LA LECITA PROVENIENZA DEL MATERIALE ACQUISTATO.     CON STIMA   MICHELE 

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Va bene, se qualcuno vende qualche lira della repubblica o qualche euro straniero non verrà mica linciato se non emette regolare fattura (anche se sarebbe più giusto farlo, non per qualche ragione speciale o morale, ma perché se io devo pagare le tasse, inique o non è un altro problema, è giusto che anche tu che vendi le paghi), ma se si commercia del materiale con una certa importanza storica ed economica, la fattura, ricevuta,....non è solo gradita per motivi fiscali, ma soprattutto per motivi probatori.

 

Poi se nella realtà questo non avviene, non significa che questa pratica diventi o possa diventare una consuetudine o un uso giuridico, perché sappiamo tutti benissimo non è un comportamento doveroso ed inoltre è palesemente contra legem.

 

Quindi occhio, se il vigile è ligio può multare anche per una sciocchezza. Meglio essere in regola che poi lamentarsi per sanzioni abbastanza cospicue.

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Un mio amico esercita da anni l'attività di hobbista nei mercatini domenicali, riporto quanto ho saputo da lui, integrato da alcune informazioni trovate nel web.

 

Per prima cosa, si deve richiedere al Comune di residenza (o a quello dove si intende partecipare al primo mercato) un tesserino, che ha validità di un anno (rinnovabile) nel corso del quale si può partecipare a un massimo di 12 mercatini (numero variabile a seconda della Regione, io mi riferisco alle Marche). A ogni mercatino, i vigili, o un incaricato del Comune, vidimerà il tesserino (secondo il mio amico, questo non sempre avviene, quindi, in pratica, i mercatini che si possono fare in un anno potrebbero essere due o tre in più).

Questo tesserino ha un costo, mi sembra sia di 80 euro per la Regione Marche, ma è variabile da regione a regione (in rete ho letto fino a 200 euro), e credo, ma è da verificare, consente di partecipare a mercatini solo nella Regione del Comune che lo ha rilasciato.

 

Nessun obbligo fiscale (e questo vale per tutta Italia), apertura di partita IVA o rilascio di scontrini e ricevute fiscali, è previsto fino a un volume d'affari massimo di 5.000 euro annuali. Oltre questo limite, o si interrompe l'attività per quell'anno e si riprende l'anno dopo, ripartendo da zero, o è consigliabile aprire partita IVA, sottostando poi a tutte le regole del caso. 

 

L'importo massimo di ogni singolo oggetto venduto non dev'essere superiore a 250 euro (questo per le Marche, ma anche qui possono esserci differenze tra regione e regione, per esempio in rete ho trovato che per l'Emilia è di soli 100 euro). Sempre per quanto riguarda le Marche, gli oggetti venduti non debbono avere "valore storico ed artistico" (scordatevi quindi le monete antiche) ma anche qui la normativa potrebbe essere diversa per altre Regioni.

 

In particolare, per quanto riguarda le monete, il mio amico vende da sempre, oltre a molte altre cose, euro, monete di Regno e Repubblica e cartamoneta sia italiana che straniera, senza alcun problema, e senza dover dimostrare a nessuno la loro provenienza, né rilasciare attestati di alcun genere a chi compra. Si tratta ovviamente di materiale comune poiché, come detto, l'importo per singolo oggetto non dev'essere superiore a 250 euro.

 

Comunque, @@lucarosina, credo che se ti rivolgi all'Ufficio Commercio del tuo Comune, potrai avere tutte le informazioni secondo la normativa della tua Regione che, ripeto, potrebbe essere parzialmente diversa da quella della mia.

 

petronius :)

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Io ne ho fatti di mercati anche importanti e non serve ne partita iva ne permessi specifici, poi se pensate che un foglietto di carta possa esser rassicurante ognuno la pensa come vuole ma io non ho mai visto commercianti ambulanti di rigatteria e affini rilasciare fattura o scontrino.Quando pagate il banco una parte va già al comune o cosi dovrebbe essere,qualsiasi mercato del sabato e domenica dell'antiquariato non rilascia nulla , poi se voi andate da persone qualificate con negozi alle spalle è normale che vi fanno uno scontrino fiscale, io come hobbysta ho venduto materiale che superava di prezzo i 300 euro eppure vigili ecc. Non hanno mai fatto problema e mai potranno farlo.

Le tasse le paga chi ha un negozio e fa questo di professione no chi vende 300.400 euro di materiale una tantum, e ve l'ho dico perché vengo da una famiglia dove anche mia madre l'ha fatto per anni vendendo in mercati romani autorizzati, e non trattava merce solo da 100 euro..vendeva pezzi anche oltre i 2000..

È un dato di fatto che chiunque voglia vendere da privato può benissimo informarsi e chiamare li organizzato ri, chiedere se c'è posto disponibile, avvisare e prenotare un posto..Serve solo grande pazienza e soprattutto tanta passione. Nient'altro !!

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Io ne ho fatti di mercati anche importanti e non serve ne partita iva ne permessi specifici, poi se pensate che un foglietto di carta possa esser rassicurante ognuno la pensa come vuole ma io non ho mai visto commercianti ambulanti di rigatteria e affini rilasciare fattura o scontrino.Quando pagate il banco una parte va già al comune o cosi dovrebbe essere,qualsiasi mercato del sabato e domenica dell'antiquariato non rilascia nulla , poi se voi andate da persone qualificate con negozi alle spalle è normale che vi fanno uno scontrino fiscale, io come hobbysta ho venduto materiale che superava di prezzo i 300 euro eppure vigili ecc. Non hanno mai fatto problema e mai potranno farlo.

Le tasse le paga chi ha un negozio e fa questo di professione no chi vende 300.400 euro di materiale una tantum, e ve l'ho dico perché vengo da una famiglia dove anche mia madre l'ha fatto per anni vendendo in mercati romani autorizzati, e non trattava merce solo da 100 euro..vendeva pezzi anche oltre i 2000..

È un dato di fatto che chiunque voglia vendere da privato può benissimo informarsi e chiamare li organizzato ri, chiedere se c'è posto disponibile, avvisare e prenotare un posto..Serve solo grande pazienza e soprattutto tanta passione. Nient'altro !!

Quindi tua madre faceva l'evasore fiscale a tempo pieno...bene, mi fa tanto piacere....
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Io ne ho fatti di mercati anche importanti e non serve ne partita iva ne permessi specifici, poi se pensate che un foglietto di carta possa esser rassicurante ognuno la pensa come vuole ma io non ho mai visto commercianti ambulanti di rigatteria e affini rilasciare fattura o scontrino.Quando pagate il banco una parte va già al comune o cosi dovrebbe essere,qualsiasi mercato del sabato e domenica dell'antiquariato non rilascia nulla , poi se voi andate da persone qualificate con negozi alle spalle è normale che vi fanno uno scontrino fiscale, io come hobbysta ho venduto materiale che superava di prezzo i 300 euro eppure vigili ecc. Non hanno mai fatto problema e mai potranno farlo.

Le tasse le paga chi ha un negozio e fa questo di professione no chi vende 300.400 euro di materiale una tantum, e ve l'ho dico perché vengo da una famiglia dove anche mia madre l'ha fatto per anni vendendo in mercati romani autorizzati, e non trattava merce solo da 100 euro..vendeva pezzi anche oltre i 2000..

È un dato di fatto che chiunque voglia vendere da privato può benissimo informarsi e chiamare li organizzato ri, chiedere se c'è posto disponibile, avvisare e prenotare un posto..Serve solo grande pazienza e soprattutto tanta passione. Nient'altro !!

buongiorno, continuo ad essere perplesso, faccio un esempio banale, mettiamo il caso che io acquisti un oggetto da lei, e mi fermi un finanziere per un controllo   chiedendomi dove ho comprato e quanto ho speso per quell'oggetto, come potrei giustificarmi ?  secondo lei non sarei multato e non ci saranno dei controlli fiscali e bancari al venditore. ma.....  

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buongiorno, continuo ad essere perplesso, faccio un esempio banale, mettiamo il caso che io acquisti un oggetto da lei, e mi fermi un finanziere per un controllo   chiedendomi dove ho comprato e quanto ho speso per quell'oggetto, come potrei giustificarmi ?  secondo lei non sarei multato e non ci saranno dei controlli fiscali e bancari al venditore. ma.....  

 

Chi vende ai mercatini come hobbista deve sottostare a delle regole che sono, grosso modo, quelle da me descritte al post #9. Possono variare in qualche punto da regione a regione, ma la sostanza è sempre la stessa (in particolare la normativa fiscale è, ovviamente, uguale dappertutto).

Chi compra non ha nessun obbligo.

 

Le norme da me citate sono recenti, risalgono ad appena due anni fa, è quindi possibile che in precedenza valesse quanto scritto da @@Edofall, e che partecipare ai mercatini fosse più semplice. Ma dal 2013 non è più così, e questo sicuramente vale anche per la sua Regione (presumo il Lazio).

 

petronius :)

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Poi bisognerebbe anche dire che nei mercatini ci sono anche i professionisti, che sottostanno alle normali regole fiscali....poi se tra loro c'è sempre qualche furbetto che danneggia la categoria, questa è un'altra cosa.....ma mi sembra che una mela marcia c'è sempre in ogni settore......

Quindi si auspica un po' di legalità anche nei mercatini.

 

@@Tinia Numismatica non so come riesci ad avere sempre una risposta a tutto, ma soprattutto in modo molto efficace (e giusto secondo me, ma è solo un parere personale).....

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Un mio amico esercita da anni l'attività di hobbista nei mercatini domenicali, riporto quanto ho saputo da lui, integrato da alcune informazioni trovate nel web.

 

Per prima cosa, si deve richiedere al Comune di residenza (o a quello dove si intende partecipare al primo mercato) un tesserino, che ha validità di un anno (rinnovabile) nel corso del quale si può partecipare a un massimo di 12 mercatini (numero variabile a seconda della Regione, io mi riferisco alle Marche). A ogni mercatino, i vigili, o un incaricato del Comune, vidimerà il tesserino (secondo il mio amico, questo non sempre avviene, quindi, in pratica, i mercatini che si possono fare in un anno potrebbero essere due o tre in più).

Questo tesserino ha un costo, mi sembra sia di 80 euro per la Regione Marche, ma è variabile da regione a regione (in rete ho letto fino a 200 euro), e credo, ma è da verificare, consente di partecipare a mercatini solo nella Regione del Comune che lo ha rilasciato.

 

Nessun obbligo fiscale (e questo vale per tutta Italia), apertura di partita IVA o rilascio di scontrini e ricevute fiscali, è previsto fino a un volume d'affari massimo di 5.000 euro annuali. Oltre questo limite, o si interrompe l'attività per quell'anno e si riprende l'anno dopo, ripartendo da zero, o è consigliabile aprire partita IVA, sottostando poi a tutte le regole del caso. 

 

L'importo massimo di ogni singolo oggetto venduto non dev'essere superiore a 250 euro (questo per le Marche, ma anche qui possono esserci differenze tra regione e regione, per esempio in rete ho trovato che per l'Emilia è di soli 100 euro). Sempre per quanto riguarda le Marche, gli oggetti venduti non debbono avere "valore storico ed artistico" (scordatevi quindi le monete antiche) ma anche qui la normativa potrebbe essere diversa per altre Regioni.

 

In particolare, per quanto riguarda le monete, il mio amico vende da sempre, oltre a molte altre cose, euro, monete di Regno e Repubblica e cartamoneta sia italiana che straniera, senza alcun problema, e senza dover dimostrare a nessuno la loro provenienza, né rilasciare attestati di alcun genere a chi compra. Si tratta ovviamente di materiale comune poiché, come detto, l'importo per singolo oggetto non dev'essere superiore a 250 euro.

 

Comunque, @@lucarosina, credo che se ti rivolgi all'Ufficio Commercio del tuo Comune, potrai avere tutte le informazioni secondo la normativa della tua Regione che, ripeto, potrebbe essere parzialmente diversa da quella della mia.

 

petronius :)

buongiorno, se non vi sono obblighi fiscali per un volume d'affari entro cinquemila euro annui e non c'è possibilità di controllo, credo con un po di malizia che nessuno sospendi l'attività per il superamento del limite consentito. anzi spesso sento dire che con i mercatini ci campano la famiglia, sara vittimismo o effettivamente riescono a sopravvivere con un reddito di 5000,00 euro? e poi loro il materiale lo dovranno pur comprare ,e con quali soldi? ma.....continuo ad essere perplesso

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I mercatini d'antiquariato sono un pò come ebay, sottostanno a norme particolari che pongono limiti di valore della merce venduta, nonchè della tipologia della merce. Quanto citato da petronius è più che corretto, ci sono piccole differenze tra regione e regione, ma generalmente i limiti stabiliti sono quelli. Chiaro che girando i mercatini è evidente che molte persone questi limiti li ignorano bellamente, ma da lì a dire che sia tutto normale e che nessuno prima o poi effettuerà controlli e comminerà multe vuol dire essere leggermente fuori dalla realtà.

Dalla mia esperienza diretta di frequentatore di mercatini, posso dire che in quello di Gonzaga, che frequento assiduamente, più di una volta è passata la finanza comminando multe pesantissime. I vigili possono pure chiudere un occhio (a volte anche due) perchè alla fine il mercatino porta gente e muove l'economia del comune dove si svolge, ma quando cominciano a girare voci di irregolarità si può star sicuri che prima o poi un bel giretto i finanzieri lo fanno, e in quel momento per gli irregolari sono volatili senza zucchero.

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buongiorno, se non vi sono obblighi fiscali per un volume d'affari entro cinquemila euro annui e non c'è possibilità di controllo, credo con un po di malizia che nessuno sospendi l'attività per il superamento del limite consentito.

 

Questo è quanto stabilisce la legge, che poi ci sia qualcuno che provi a fare il furbo lo dò per scontato, ma i controlli ci sono e chi vi incappa ha poi le sue belle gatte da pelare.

 

petronius

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le notizie riportate da petronius sono esatte e cambiano da regione a regione,ma non tutti i comuni hanno aderito a questa cosa,i venditori al mercatino che frequento,in emilia,non hanno il tesserino ma pagano la quota mensile ogni volta che mettono giù il banco...

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le notizie riportate da petronius sono esatte e cambiano da regione a regione,ma non tutti i comuni hanno aderito a questa cosa,i venditori al mercatino che frequento,in emilia,non hanno il tesserino ma pagano la quota mensile ogni volta che mettono giù il banco...

 

Questo può ben essere, e infatti anch'io ho ripetuto più volte che le norme citate sono quelle che riguardano la mia regione, le Marche, ma possono essere diverse altrove.

 

Per evitare possibili equivoci, tengo però a precisare ancora una volta che le differenze non riguardano la normativa fiscale, che discende da una legge dello Stato e non da leggi regionali o regolamenti comunali. 

Il limite di 5.000 euro annui per il volume d'affari e il fatto che gli hobbisti non sono tenuti a rilasciare nessuna documentazione fiscale agli acquirenti (scontrino, fattura, ricevuta fiscale), sono regole valide su tutto il territorio nazionale.

 

petronius :)

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Qui a Roma non serve nulla, paghi il banco e basta evadere le tasse è quando venditori con negozio ecc non rilasciano fatture, non esite a Roma un mercato d'antiquariato che rilasci nulla poi se la merce è rubata e fanno i controlli sono affari del venditore ovvio, ma apparte questo pagando il banco paghi anche il suolo pubblico e tutto il resto..a Roma è cosi e non ho mai avuto problemi anche parlando con i vigili e con commercianti che stanno nel settore da tempo..

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Qui a Roma non serve nulla, paghi il banco e basta evadere le tasse è quando venditori con negozio ecc non rilasciano fatture, non esite a Roma un mercato d'antiquariato che rilasci nulla poi se la merce è rubata e fanno i controlli sono affari del venditore ovvio, ma apparte questo pagando il banco paghi anche il suolo pubblico e tutto il resto..a Roma è cosi e non ho mai avuto problemi anche parlando con i vigili e con commercianti che stanno nel settore da tempo..

E' raro sentire una accozzaglia di castroneria altrettanto concentrate ....ringrazia il cielo per l'italica inerzia istituzionale, dai retta..!

Anche se spero che , vista la fame di soldi del governo, comincino a controllare per bene e a fare qualche megamulta a quelli che ragionano e lavorano come te , anche se " lavorare" è un verbo sbagliato, in questo caso.

Modificato da Tinia Numismatica
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