Vai al contenuto

Risposte migliori

Inviato

E’ online il numero 7 - 2015 del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato:

post-7204-0-98571500-1438814058.png

1895 – 2015. GLI AUREI DEL TESORO DI BOSCOREALE E LE MONETE DALLO SCAVO DI PORTA STABIA (REGIONES VIII.7.1-15 E I.1) A POMPEI:  DUE STORIE DI TUTELA E DI CONOSCENZA A CONFRONTO.

Il volume, disponibile in formato pdf e collegato alla sezione Vetrine Virtuali, può essere consultato, sfogliato online e scaricato gratuitamente!

 

http://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/notiziario/Notiziario_7_2015.pdf

 

SOMMARIO

 

CONTRIBUTI

S. Pennestrì, Itinerari archeologici italiani dallo scavo alla fruizione. La nuova collana audiovisiva della Direzione Generale Archeologia

A. Campana, Gli aurei del tesoro di Boscoreale

G. Pardini, Conoscenza, tutela e divulgazione numismatica a Pompei tra passato e futuro. Il caso del Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia – PARP:PS (VIII.7.1-15)

S.J.R. Ellis, G. Pardini, Pompei. Lo scavo delle Regiones VIII.7.1-15 e I.1

G. Pardini, Catalogo selettivo delle monete recuperate nello scavo del Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia-PARP:PS (Regiones VIII.7.1-15 e I.1)

F. Barello, Un gruppo di monete dalla Dogana di Domodossola

G. Libero Mangieri, Il tesoretto di Avetrana e una lettera di Ciro Drago del 1936: breve storia di una contesa

G. Gargano, Storie parallele: le grandi collezioni di monete nella Calabria del XIX secolo e il ruolo degli ispettori onorari

 

VETRINE E CATALOGHI

Soprintendenza Archeologia del Piemonte, Museo di Antichità di Torino

Sala I. Sequestri

F. Barello, Vetrina 2. Acquisizioni del Museo di Antichità di Torino dalla Dogana di Domodossola

Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia

Sala I. Lo scavo del Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia-PARP:PS (Regiones VIII.7.1-15 e I.1)

G. Pardini, Vetrina 1. Monete greche e puniche

G. Pardini, Vetrina 2. Monete di Ebusus, Massalia e di imitazione

G. Pardini, Vetrina 3. Monete romano repubblicane

G. Pardini, Vetrina 4. Monete imperiali

 

DOSSIER N. 5

Scoperta, dispersione e fortuna del “tesoro” degli aurei di Boscoreale. Documenti scelti

S. Pennestrì, Scoperta, dispersione e fortuna del “tesoro” degli aurei di Boscoreale. Documenti scelti

P.G. Ferri, Il “tesoro di Boscoreale”: un’esperienza da non ripetere. Strumenti normativi contro il saccheggio e per il recupero dei reperti archeologici italiani

 

Si tratta di un volume interessante, in parte dedicato alla storia del famosissimo Tesoro di Boscoreale, che segnò una pagina non molto edificante della tutela del nostro patrimonio archeologico e numismatico.

La polemica che ne seguì contribuì non poco alla stesura della prima organica legge di tutela archeologica, del 1909 (e nel volume viene riportato anche il testo integrale).

Posso solo dire che, per ironia della sorte e vero esempio di opportunismo tutto italico, il proprietario del terreno dove avvenne il grande ritrovamento e che fu artefice della sua clandestina esportazione fino a Parigi, incassando fior di quattrini, l’avv. Vincenzo De Prisco, divenne poi anche deputato del Regno d’Italia per una legislatura…..

e in Italia non è rimasto niente.....

  • Mi piace 2

Inviato

"Si tratta di un volume interessante, in parte dedicato alla storia del famosissimo Tesoro di Boscoreale, che segnò una pagina non molto edificante della tutela del nostro patrimonio archeologico e numismatico.

La polemica che ne seguì contribuì non poco alla stesura della prima organica legge di tutela archeologica, del 1909 (e nel volume viene riportato anche il testo integrale).

Posso solo dire che, per ironia della sorte e vero esempio di opportunismo tutto italico, il proprietario del terreno dove avvenne il grande ritrovamento e che fu artefice della sua clandestina esportazione fino a Parigi, incassando fior di quattrini, l’avv. Vincenzo De Prisco, divenne poi anche deputato del Regno d’Italia per una legislatura…..

e in Italia non è rimasto niente....".


Ciao Alberto.

 

Innanzitutto complimenti per il Tuo contributo nel Notiziario.

 

La vicenda di Boscoreale ha certamente mosso le coscienze verso l'adozione di strumenti normativi di tutela, quali quelli che poi vennero adottati con la Legge del 1909 e con il Regolamento di attuazione del 1913.

 

Tuttavia e almeno per una volta, mi sembra ingeneroso bollare con l'etichetta di "opportunismo tutto italico" una vicenda che se appare indubbiamente abnorme, osservandola con gli occhi di un contemporaneo, se la inquadriamo correttamente nell'epoca in cui si svolse e la circostanziamo sul piano dei fatti, potremo giungere a ben altre conclusioni.

 

In altre parole, usare Boscoreale come "goccia che fa traboccare il vaso", per evidenziare l'esigenza di tutela del nostro Patrimonio alla fine dell'800, è certamente comprensibile, ma trattare Boscoreale come un episodio in cui si violarono le leggi esistenti e il cittadino agì truffaldinamente, mi pare alquanto gratuito e antistorico.

 

I contributi riportati nel Notiziario (non il Tuo, sia chiaro) pur citando il testo del Prof. Carlo Avvisati come fonte, omettono alcuni passaggi o non li mettono nella giusta evidenza, impedendo una oggettiva comprensione della vicenda.

 

Comprendo che Boscoreale sia utilizzato come "casus belli", ma sarebbe magari stato opportuno anche precisare che:

 

1. il rinvenimento dei primi reperti avvenne il 6 aprile 1895 (un sabato). Già il giorno 9 successivo (martedì) nel primo pomeriggio, il Direttore del Museo di Napoli Giulio De Petra inviava al Ministero a Roma un telegramma (la data del 6 aprile riportata a pag. 101 Fig. 2 del Notiziario, a commento del testo del telegramma è sbagliata) con il quale segnalava gli importanti ritrovamenti nella proprietà De Prisco, sottolineando l'opportunità di acquistarli con fondi speciali ministeriali, non avendo il Museo mezzi sufficienti.

 

Ciò dimostra come il De Prisco informò immediatamente il Responsabile del Museo di Napoli del ritrovamento e ciò mi pare in evidente contrasto con asseriti intenti fraudolenti del fortunato ritrovatore, che ben avrebbe potuto celare del tutto la scoperta se fosse stato davvero animato da volontà illecite, o quanto meno farla emergere con il tempo, dopo aver "bonificato" accuratamente il sito da ciò che poteva rivestire maggior valore, per lasciare al De Petra le sole "briciole".

 

Non è nota, invece, la risposta che il Ministero fornì al telegramma del De Petra, ma non ci stupirebbe se essa mancò o se anche ci fu, lasciasse al Funzionario la responsabilità di prendere le decisioni più opportune, ferma restando la non disponibilità di fondi.

 

In altre parole; arrangiati!

 

2. Già il 28 giugno 1895, cioè a meno di 3 mesi dal ritrovamento dei primi reperti, il Direttore del Louvre Villefosse diede pubblicamente notizia "in pompa magna" (cito quanto scrive Avvisati a pag. 33) "che il Tesoro sarebbe entrato a far parte delle Collezioni del Louvre", grazie alla donazione del Barone Rothschild.

 

Dov'erano le Autorità italiane quando venne diffusa questa dichiarazione e perché, se il De Prisco, Canessa & soci avevano commesso atti illeciti, anche con riferimento all'esportazione in Francia dei reperti, gli stessi non vennero denunciati?

 

3. Leggendo il libro di Avvisati (pag. 70 e seguenti), si scopre poi che il De Prisco aveva pure richiesto ed ottenuto una licenza di scavo, che dopo i noti fatti gli venne ritirata dal De Petra.

 

Da ciò ne nacque un contenzioso penale con contrapposte denunce che si concluse con un proscioglimento del De Prisco "per insussistenza del reato".

 

Ma vi è di più.

 

All'esito del procedimento di primo grado, non solo non si valutò opportuno andare in appello contro De Prisco ma si scomodò persino l'allora Ministro Baccelli per proporre al De Prisco una transazione in dodici punti.

 

Vale la pena di riportare cosa scrive Avvisati a pag. 71:

 

"Dodici. i punti considerati e accettati. Tra essi, oltre tutti quelli suggeriti da Vincenzo De Prisco" (alla faccia della transazione....n.d.r.); "'c'erano: la conferma della licenza per il primo scavo archeologico e la promessa di rilasciare permessi per i terreni limitrofi di cui erano proprietari i fratelli; si ribadiva l'impegno a rispettare i decreti ferdinandei": omissis; "ci si impegnava a denunciare tutto quanto recuperato"; omissis; "i reperti sarebbero stati disponibili per studi e foto che la Direzione del Museo avesse ritenuto opportuno fare; lo Stato avrebbe avuto prelazione sugli oggetti recuperati, ovvero poteva acquistarli al prezzo stabilito da tre periti o a quello offerto da privati, ma in questo caso diminuito di un terzo"; omissis; "infine, il De Prisco donava al Museo tutti i reperti recuperati ed inseriti nella [nota]  della Direzione dei musei e scavi di Napoli, datata 5 novembre 1894"; omissis.

 

Come si vede dal tenore della transazione, sottoscritta il  29 aprile 1896, al De Prisco non solo non venne mossa alcuna accusa, ma gli si consentì di proseguire le ricerche con il principale (se non esclusivo) limite del riconoscimento della prelazione statale sui ritrovamenti a condizioni, tuttavia, che potremmo definire "di mercato". 

 

Queste circostanze non sono state riportate nel "Notiziario" e il Lettore potrebbe essere indotto a stigmatizzare la figura del De Prisco, del Canessa & C. non avendo una precisa rappresentazione dei fatti.

 

In conclusione, la storia di Boscoreale mi pare che metta in evidenza non tanto "l'opportunismo italico", quanto piuttosto il lassismo ed il disinteresse dello Stato italiano rispetto alla tutela del nostro Patrimonio archeologico.

 

Almeno per una volta dunque, metterei sul "banco degli imputati" lo Stato e non il cittadino, che peraltro lo stesso Stato non ritenne allora responsabile di alcunché.

 

Saluti. :hi:

Michele

  • Mi piace 2

Inviato

Grazie per la segnalazione


Inviato

caro @@bizerba62,

 

se scrivi per il Notiziario del Portale numismatico dello STATO, è un po' difficile porre sul banco degli imputati lo STATO.

Non credi?


Inviato

Complimentassimo all'amico Alberto per il suo contributo


Inviato

"se scrivi per il Notiziario del Portale numismatico dello STATO, è un po' difficile porre sul banco degli imputati lo STATO. Non credi?"

Se si ricostruisce un fatto storico bisognerebbe riportare tutti gli elementi di valutazione noti, a prescindere da chi opera la ricostruzione.

Altrimenti chi legge è indotto a pensare solo quello che chi scrive vuole che si intenda.

Saluti.

M.

  • Mi piace 2

Inviato

"Si tratta di un volume interessante, in parte dedicato alla storia del famosissimo Tesoro di Boscoreale, che segnò una pagina non molto edificante della tutela del nostro patrimonio archeologico e numismatico.

La polemica che ne seguì contribuì non poco alla stesura della prima organica legge di tutela archeologica, del 1909 (e nel volume viene riportato anche il testo integrale).

Posso solo dire che, per ironia della sorte e vero esempio di opportunismo tutto italico, il proprietario del terreno dove avvenne il grande ritrovamento e che fu artefice della sua clandestina esportazione fino a Parigi, incassando fior di quattrini, l’avv. Vincenzo De Prisco, divenne poi anche deputato del Regno d’Italia per una legislatura…..

e in Italia non è rimasto niente....".

Ciao Alberto.

 

Innanzitutto complimenti per il Tuo contributo nel Notiziario.

 

La vicenda di Boscoreale ha certamente mosso le coscienze verso l'adozione di strumenti normativi di tutela, quali quelli che poi vennero adottati con la Legge del 1909 e con il Regolamento di attuazione del 1913.

 

Tuttavia e almeno per una volta, mi sembra ingeneroso bollare con l'etichetta di "opportunismo tutto italico" una vicenda che se appare indubbiamente abnorme, osservandola con gli occhi di un contemporaneo, se la inquadriamo correttamente nell'epoca in cui si svolse e la circostanziamo sul piano dei fatti, potremo giungere a ben altre conclusioni.

 

In altre parole, usare Boscoreale come "goccia che fa traboccare il vaso", per evidenziare l'esigenza di tutela del nostro Patrimonio alla fine dell'800, è certamente comprensibile, ma trattare Boscoreale come un episodio in cui si violarono le leggi esistenti e il cittadino agì truffaldinamente, mi pare alquanto gratuito e antistorico.

 

I contributi riportati nel Notiziario (non il Tuo, sia chiaro) pur citando il testo del Prof. Carlo Avvisati come fonte, omettono alcuni passaggi o non li mettono nella giusta evidenza, impedendo una oggettiva comprensione della vicenda.

 

Comprendo che Boscoreale sia utilizzato come "casus belli", ma sarebbe magari stato opportuno anche precisare che:

 

1. il rinvenimento dei primi reperti avvenne il 6 aprile 1895 (un sabato). Già il giorno 9 successivo (martedì) nel primo pomeriggio, il Direttore del Museo di Napoli Giulio De Petra inviava al Ministero a Roma un telegramma (la data del 6 aprile riportata a pag. 101 Fig. 2 del Notiziario, a commento del testo del telegramma è sbagliata) con il quale segnalava gli importanti ritrovamenti nella proprietà De Prisco, sottolineando l'opportunità di acquistarli con fondi speciali ministeriali, non avendo il Museo mezzi sufficienti.

 

Ciò dimostra come il De Prisco informò immediatamente il Responsabile del Museo di Napoli del ritrovamento e ciò mi pare in evidente contrasto con asseriti intenti fraudolenti del fortunato ritrovatore, che ben avrebbe potuto celare del tutto la scoperta se fosse stato davvero animato da volontà illecite, o quanto meno farla emergere con il tempo, dopo aver "bonificato" accuratamente il sito da ciò che poteva rivestire maggior valore, per lasciare al De Petra le sole "briciole".

 

Non è nota, invece, la risposta che il Ministero fornì al telegramma del De Petra, ma non ci stupirebbe se essa mancò o se anche ci fu, lasciasse al Funzionario la responsabilità di prendere le decisioni più opportune, ferma restando la non disponibilità di fondi.

 

In altre parole; arrangiati!

 

2. Già il 28 giugno 1895, cioè a meno di 3 mesi dal ritrovamento dei primi reperti, il Direttore del Louvre Villefosse diede pubblicamente notizia "in pompa magna" (cito quanto scrive Avvisati a pag. 33) "che il Tesoro sarebbe entrato a far parte delle Collezioni del Louvre", grazie alla donazione del Barone Rothschild.

 

Dov'erano le Autorità italiane quando venne diffusa questa dichiarazione e perché, se il De Prisco, Canessa & soci avevano commesso atti illeciti, anche con riferimento all'esportazione in Francia dei reperti, gli stessi non vennero denunciati?

 

3. Leggendo il libro di Avvisati (pag. 70 e seguenti), si scopre poi che il De Prisco aveva pure richiesto ed ottenuto una licenza di scavo, che dopo i noti fatti gli venne ritirata dal De Petra.

 

Da ciò ne nacque un contenzioso penale con contrapposte denunce che si concluse con un proscioglimento del De Prisco "per insussistenza del reato".

 

Ma vi è di più.

 

All'esito del procedimento di primo grado, non solo non si valutò opportuno andare in appello contro De Prisco ma si scomodò persino l'allora Ministro Baccelli per proporre al De Prisco una transazione in dodici punti.

 

Vale la pena di riportare cosa scrive Avvisati a pag. 71:

 

"Dodici. i punti considerati e accettati. Tra essi, oltre tutti quelli suggeriti da Vincenzo De Prisco" (alla faccia della transazione....n.d.r.); "'c'erano: la conferma della licenza per il primo scavo archeologico e la promessa di rilasciare permessi per i terreni limitrofi di cui erano proprietari i fratelli; si ribadiva l'impegno a rispettare i decreti ferdinandei": omissis; "ci si impegnava a denunciare tutto quanto recuperato"; omissis; "i reperti sarebbero stati disponibili per studi e foto che la Direzione del Museo avesse ritenuto opportuno fare; lo Stato avrebbe avuto prelazione sugli oggetti recuperati, ovvero poteva acquistarli al prezzo stabilito da tre periti o a quello offerto da privati, ma in questo caso diminuito di un terzo"; omissis; "infine, il De Prisco donava al Museo tutti i reperti recuperati ed inseriti nella [nota]  della Direzione dei musei e scavi di Napoli, datata 5 novembre 1894"; omissis.

 

Come si vede dal tenore della transazione, sottoscritta il  29 aprile 1896, al De Prisco non solo non venne mossa alcuna accusa, ma gli si consentì di proseguire le ricerche con il principale (se non esclusivo) limite del riconoscimento della prelazione statale sui ritrovamenti a condizioni, tuttavia, che potremmo definire "di mercato". 

 

Queste circostanze non sono state riportate nel "Notiziario" e il Lettore potrebbe essere indotto a stigmatizzare la figura del De Prisco, del Canessa & C. non avendo una precisa rappresentazione dei fatti.

 

In conclusione, la storia di Boscoreale mi pare che metta in evidenza non tanto "l'opportunismo italico", quanto piuttosto il lassismo ed il disinteresse dello Stato italiano rispetto alla tutela del nostro Patrimonio archeologico.

 

Almeno per una volta dunque, metterei sul "banco degli imputati" lo Stato e non il cittadino, che peraltro lo stesso Stato non ritenne allora responsabile di alcunché.

 

Saluti. :hi:

Michele

 

Hai perfettamente ragione. La vicenda va inquadrata nel giusto contesto storico e il bel volume di Avvisati ricostruisce abbastanza bene la storia, zoppicando solo in alcuni dettagli numismatici (l'autore non possiede adeguate competenze numismatiche). Peccato che il volume sia praticamente irreperibile, anche nelle biblioteche. Per fortuna ho una copia in pdf, che però non posso divulgare pubblicamente per ovvie ragioni di copyright. Esiste anche un altro volume, facilmente reperibile (anche presso la libreria del Museo Archeologico di Napoli), della Soprintendenza di Pompei, che ricostruisce forse con maggiori dettagli le vicende del tesoro di Boscoreale, anche se concentrate più sulla famosa argenteria, mentre trascura dettagli sugli aurei:

A. Cirillo, A. Casale,

Il Tesoro di Boscoreale e il suo scopritore 

la vera storia ricostruita sui documenti dell’epoca

post-7204-0-33195800-1438901329.jpg

Pompei, Lit. Sicignano, 2004

pp. 200 con illustrazioni

Euro 50,00

 

Se l'avv. Prisco ha agito in qualche modo senza violare troppo apertamente la legge, ma solo assecondando comprensibilmente i suoi personali interessi (e in maniera abile, rivelando di sapersi muovere nei complessi meccanismi legali dell'epoca), la vera grande brutta figura l'ha fatta lo Stato, che non ha saputo muovere bene le sue pedine....

 

Io personalmente avevo avuto l'incarico solo di ricostruire quanto possibile la composizione del tesoro di aurei e non potevo entrare  nei complessi dettagli legali e debbo dire che il volume dei Notiziari non ha riportato in sufficienti dettagli la storia, che da sola merita un intero volume a parte (come quello di Cirillo e Casale, da integrare con quello di Avvisati). Avevo anche suggerito di allegare le foto di alcuni esemplari passati in asta e quasi sicuramente provenienti da Boscoreale. La redazione della rivista non ha ritenuto opportuno illustrare questi aurei in mano privata. E' stata solo una fortuna avere reperito almeno alcuni aurei nel medagliere dell'ANS. La redazione era molto preoccupata della relativa autorizzazione e diritti di riproduzione. Mi è bastato un veloce contatto col responsabile della sezione romana di ANS, che conoscevo, per avere tutte le autorizzazioni e senza oneri...

Questo per rendere l'idea delle difficoltà di pubblicare attraverso i canali ministeriali, che sono molto burocratici....


Inviato

Stessa esperienza per la pubblicazione di foto di altre istituzioni - sempre sul Bollettino. Flessibilità' e disponibilita' da parte di istituzioni e musei esteri. Grandi difficoltà' ( e costi) da noi... Si crescerà un giorno? Mah ..


Inviato (modificato)

ciao,

consiglio a tutti la lettura di questa tesi:

 

http://www.fedoa.unina.it/8597/1/Iasiello_Italo_24.pdf

 

 

Napoli da capitale a periferia: archeologia e mercato antiquario in Campania nella seconda metà dell’Ottocento.

 

Naturalmente si parla anche del tesoro di Boscoreale, l 'importanza di Roma come centro di smistamento, e di tanti antiquari che fecero il bello e cattivo tempo dell'Italia (castellani, sambon, canessa, barone, jandolo, tavazzi, warren, hebilg, ect.....)

 

ciao 

Modificato da snam

Inviato

Mi rendo conto che la mia battuta sulle immagini di aurei a corredo dell'articolo sul tesoro di Boscoreale potrebbe dare adito ad alcuni equivoci, che vorrei sgombrare per evitare fraintendimenti e inutili polemiche.

Tengo a precisare che la serie dei Notiziari sul Portale Numismatico costituisce una importante e innovativa iniziativa, che non so quanto sia realmente compresa e apprezzata, aperta anche ai contributi dei cosiddetti privati che abbiano adeguate competenze.  E non lo dico in quanto sono stato personalmente coinvolto in un contributo, che è stato entusiasticamente accolto e senza restrizioni dalla redazione, che è composta da funzionari statali che lavorano quasi tutti a titolo gratuito.

Per quanto riguarda l'uso delle immagini, si tratta ovviamente di un argomento delicato, essendo anche regolamentato da precise norme (articolo 108 del Codice dei Beni Culturali), anche se dal 2014 (legge Franceschini) è entrata in vigore la liberatizzazione nelle riproduzioni a fini di studio. Il Notiziario quindi gode del gratuito apporto illustrativo da parte delle varie Soprintendenze con l'unica avvertenza di riportare la specifica provenienza. 

Nel caso particolare del Tesoro di Boscoreale, purtroppo non esistono monete provenienti da quel tesoro che siano presenti in medaglieri italiani. Quindi le immagini potevano provenire solo da istituzioni estere e con relativa autorizzazione. Io mi sono occupato per le monete provenienti dall'ANS e trovo del tutto normale che io abbia, a nome del Notiziario, richiesto tale autorizzazione e a titolo gratuito. Non c'era quindi alcun intento polemico da parte mia, ma una semplice constatazione della necessità di rispettare tali norme. Le altre immagini, che riguardavano in particolare l'argenteria rinvenuta nel tesoro, provengono dal museo di Parigi: anche per queste è stato necessario procedere alla richiesta di autorizzazione, da parte della redazione, che ha impiegato circa tre settimane per andare a buon porto. Infine per le foto d'epoca, che sono state tratte dal bel libro di Avvisati, è stata ottenuta l'autorizzazione da parte dell'autore (come è giusto che sia).

Se si legge bene il Notiziario, si vedrà che ha denunciato sia l'impotenza sia l'inefficienza dello Stato di allora, ovviamente nell'ottica di trarre adeguati insegnamenti per il presente e il futuro.

Ovviamente non era nei compiti e obiettivi del Notiziario entrare nei dettagli della complessa vicenda, che sono già stati trattati da altri testi, che sono quelli che avevo citato nei posts precedenti. Non interessavano i gossips, ma i semplici fatti, come ad esempio la possibile ricostruzione  parziale della composizione del tesoro.

Forse non sono stato molto felice in alcune battute, complice anche il grande caldo di Roma, ma continuo a ritenere che il Portale Numismatico dello Stato sia una felice iniziativa portata avanti da un gruppo di attivi funzionari, molto attenti anche ad evitare inutili sprechi, un atteggiamento quest'ultimo che ritengo sia encomiabile, specialmente in questi tempi difficili per l'economia.

Se poi vediamo la presenza di altre serie, come i volumi dei Materiali, con pubblicazione di materiali numismatici presenti nelle collezioni pubbliche, sicuramente dovremo sostenere le iniziative di questo Portale e al limite formulare delle osservazioni o critiche che siano realmente costruttive e non sterili polemiche.


Inviato (modificato)

@@bizerba62

 

Ovviamente sono d'accordo. l'onestà intellettuale è tutto per uno scrittore scientifico. pena la sua decadenza a causa della sua faziosità.

la mia era una domanda retorica. d'altronde se vuoi fare una critica a un politico di sinistra, non lo fai sull'Unità, questo intendevo dire.

 

@numanuma

 

mi piacerebbe vivere nello stesso mondo tuo, caro numa numa. mondo in cui le istituzioni straniere sono prodighe verso gli studiosi.

foto della Bibliotheque Nationale de France costano circa 150 euro l'una. per una moneta 300 euro.

foto per il Museo di Berlino costano 100 euro l'una, scontate se è per un'opera scientifica.

foto del British gratuite se già online, a pagamento 100 sterline l'una se da fare.

foto del Vaticano. non ne parliamo proprio costi spropositati, neanche annunciabili.

quanto alla disponibilità. avete mai chiesto una foto al Museo di Vienna? avete ricevuto risposta?

 

se poi si tratta degli amici degli amici, allora si può ottenere di tutto. d'altronde Acraf scrive: "mi è bastato contattare il curatore...che conoscevo...per avere le foto senza oneri."

 

questo non è il mondo che vorrei. almeno io.

 

 

@@acraf

 

funzionari statali che lavorano a titolo gratuito? cosa? i funzionari statali del Mibac sono fra i più pagati in Italia.

o intendevi per pubblicare sul Notiziario? forse risulterà strano ma i funzionari vengono pagati proprio e principalmente per pubblicare e fare ricerca.

altrimenti sarebbero solo degli occupatori stazionari di sedie.

 

 

Quindi chiunque può chiedere di studiare un tesoretto e poi pubblicarlo sul notiziario? provvederò ad avvisare di questo qualche mio collega archeologo specializzato in numismatica(io non lo sono), poi vi farò sapere la disponibilità verso i "privati".

 

Saluti Maria A.

 

P.S. Non riesco a fare il copia-incolla delle frasi. non riesco a citare i commenti con il tasto rispondi. qualcun altro ha segnalato questo problema?

Modificato da MAP
  • Mi piace 1

Inviato

Non entro nel merito degli stipendi dei funzionari del Mibac, come anche di tante altre istituzioni, che andrebbero al limite approfonditi in altre sedi. Come dappertutto, ci sono funzionari che lavorano seriamente e tanto e altri che quasi occupano solo le poltrone, come anche ci sono funzionari che prendono un lauto stipendio e tanti altri che in relatà hanno un contratto molto precario, ma non è di questo che vorrei parlare.

Per limitarci al Notiziario del Portale, visto che è consultabile gratuitamente e on line (e quindi con costi molto contenuti per lo Stato), è sicuramente auspicabile che abbia una sua risonanza e possa godere di validi contributi di archeologi e numismatici, con il fondamentale scopo di fornire notizie (da cui il nome Notiziario dato alla rivista), anche di monete e di ripostigli monetari. Concordo che un ricercatore fra le varie Soprintendenze dovrebbe pubblicare proprie ricerche per le quali è pagato e non tutti sono realmente "produttivi".

Sicuramente sarebbe bello che il responsabile di un ritrovamento monetario in contesto archeologico possa aderire alla pubblicazione sul Notiziario e non in qualche rivista difficilmente accessibile e magari con bruttissime foto in B/N, praticamente illeggibili (molto spesso per scarsa qualità tipografica).

Il successo di una rivista dipende, in ultima analisi, anche dalla qualità dei contributi e su questo non ci piove....


Inviato

@@acraf

 

ciao!

 

non so se ho acquistato il testo giusto :

 

GLI ORI DI BOSCOREALE. I gioielli e gli aurei del I secolo d.C. trovati da Vincenzo De Prisco nello scavo archeologico della villa detta "la Pisanella”

 

ma quello da me citato è disponibile.......se vi servono info fatemi sapere.

 

Ciao


Inviato

Ciao,

 

il titolo come è formulato mi giunge nuovo. Potresti dirmi anche il nome dell'autore e l'anno della pubblicazione.

Il volume di Carlo Avvistai è intitolato semplicemente:
"Gli ori di Boscoreale"

edito dal Comune di Boscoreale nel 2012:

 

http://www.comune.boscoreale.na.it/pagina2293_gli-ori-di-boscoreale.html

 

Forse ti riferivi a questo...?


Inviato (modificato)

Inviato

Si. Il libro di Carlo Avvisati è quello che hai acquistato.

 

Saluti.

M.


Inviato

@@blaise

 

Purtroppo hai ragione. In questo Paese valgono le conoscenze di cui sopra e non le Conoscenze frutto di studio.


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.