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I volti dei Romani


Risposte migliori

Inviato

Gaio Anzio Restione (I sec.)

 


Fonte Cataloghi Online

 

Tribuno delle plebe, forse nel 71. Una figura misconosciuta alla storia, sopravvissuta nella memoria grazie al figlio che l’ha effigiato in questa moneta.

 

http://www.treccani.it/enciclopedia/gaio-anzio-restione_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)/


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Gneo Domizio Enobarbo (80-30)

 


Fonte Cataloghi Online

 

Quando Cesare marciò su Roma, fu l'unico ad opporsi. Le sue truppe lo costrinsero ad arrendersi a Cesare, che però lo lasciò libero. Fu ucciso da Marco Antonio mentre fuggiva dopo la battaglia di Farsalo

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Gneo_Domizio_Enobarbo_(console_32_a.C.)


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Fulvia (77-40)

 


Fonte Cataloghi Online

 

Discendente di Tiberio Sempronio Gracco, e sposò Clodio (dal quale ebbe Clodia Pulcra, prima moglie di Ottaviano) e, dopo la sua morte, Gaio Scribonio Curione (morto nel 49 a.C.) e infine Marco Antonio (nel 44)

Fece quanto in suo potere per far assurgere il marito ad un posto di predominio nella Repubblica.

E' rimasta famosa anche per la soddisfazione manifestata per l'uccisione di Cicerone

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Fulvia_(moglie_di_Marco_Antonio)

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Quinto Labieno (?-39)

Fonte Cataloghi Online

Figlio di Tito (che era stato prima uno dei più capaci generali di Cesare, poi l’unico suo legato ribellatosi e schieratosi con Pompeo), dopo le Idi di Marzo si schierò con i cesaricidi e giunse a stringere alleanza con i nemici storici di Roma, i Parti.

https://it.wikipedia.org/wiki/Quinto_Labieno

Modificato da L. Licinio Lucullo

Inviato (modificato)

Peraltro, non mancano sulla monetazione della Repubblica i volti di tre suoi nemici ...

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato (modificato)

Per onestà scientifica, bisogna dire che le attribuzioni di alcuni di questi ritratti non sono pacifiche.

E, ovviamente, i ritratti dei personaggi più antichi sono idealizzati.

Ma tutto questo non toglie, credo, il piacere di "guardare in faccia" alcuni giganti della storia mondiale ...

 

Consentitemi a margine un po' di "gossip out of topic": i canoni della bellezza sono decisamente cambiati ...  

Fulvia fa paura, Cleopatra oggi non riuscirebbe a sedurre neanche il sindaco di un paesino, Ottavia ha la faccia della brava nonnetta.

E mi sembra che valga anche per gli uomini: Scipione (ammesso che sia lui) è effemminato, Pompeo pare un bonaccione, Cesare non ha il volto autorevole che Augusto gli farà attribuire nelle statue, Marco Antonio sembra un villano un po' tardo ...

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato

Ciao @L. Licinio Lucullo , e' parzialmente vero , se dovessimo fare affidamento sui ritratti monetali repubblicani per definire un "grado di bellezza" , faremmo fatica a scegliere il viso piu' bello ; pero' solo alcuni profili sembrano bruttini , inoltre a discolpa degli incisori bisogna anche dire che riprodurre un profilo su metallo forse non era tanto facile , probabilmente l'originale ci perdeva in definizione e bellezza , anche perché non sappiamo come riproducevano i volti sui conii , se a memoria , se da maschere in cera o altro sistema .

Certamente l' unico sistema per avere un' idea della gradevolezza dei volti dei nostri lontani antenati era quello delle maschere in cera che si ponevano sul volto post mortem , monete e statue lasciano molti dubbi .


Inviato

Gaio Giulio Cesare (101-44)

 

Fonte Cataloghi Online

 

Il signorotto nobile e lascivo, rivelatosi abile politico e generale di ferro, che seppe rinsaldare lo Stato romano, preparandolo il regime imperiale, prima che le lotte intestine lo disgregassero.

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Gaio_Giulio_Cesare

generale,dittatore,pontefice massimo,padre della patria e chi piu' ne ha piu' ne metta,il numero uno!

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Inviato (modificato)

Ringrazio Lucullo per questa discussione.

Secondo me, il ritratto repubblicano ha raggiunto un livello di realismo e di stile a molto alto. Riporto due esempi: 

 

PS: scusate non riesco a scrivere, ogni volta che faccio qualche azione il computer (un MAC) mi scarica tutte le foto inserite.

post-7445-0-70173300-1438372987_thumb.jp

Modificato da snam

Inviato

Anche io sono convinto che, malgrado il poco spazio a disposizione, i ritratti fossero molto accurati.

Volti come quelli di Flaminino, Labieno, Pompeo sembrano vere fotografie

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Inviato

E che dire poi dei ritratti del Regillense e del grasso (e ormai ignoto) membro della gens Domitia?


Inviato

Discussione molto interessante. Mi permetto di proporvi quanto da me scritto in proposito per un articoletto di qualche anno fa.

 

 

LA RITRATTISTICA ROMANA IN ETA' REPUBBLICANA

 

La società romana delle origini era cresciuta in un orizzonte culturale rustico, fiera di una tradizione di parsimonia e semplicità. I templi repubblicani erano in legno con decori di terracotta,  la città priva di marmi, il senso del sacro più simile ad una primitiva superstizione che ad una religione propriamente detta. Nessun lusso era permesso ai membri di questa società agro-pastorale. Erano di terracotta il vasellame da tavola, così come le statue delle divinità. Non stupisce pertanto che l’arte romana fin dalle sue origini abbia mantenuto una stretta aderenza alla vita reale, quotidiana, sviluppando un filone di arte definito “arte plebea”, che è il filone vero e autentico dell’arte romana. Un’arte povera, che rammenta gli strumenti di lavoro dei campi, gli animali, le povere vettovaglie della casa, ma anche i volti dei defunti con realismo spontaneo e totalmente inconsapevole dell’estetica classicista del mondo greco. Il ritratto su busto non fu esattamente inventato a Roma, i greci avevano prodotto teste di marmo o busti prima di loro. In Grecia però il ritratto fisionomico non ebbe particolare successo, forse per una resistenza dell’arte greca all’amputazione dell’organicità umana. Le statue greche raffiguravano persone complete, mai solo testa o busto. Il ritratto fisionomico si sviluppo tardi, già nell’ellenismo e si diffuse più che altro nella sfera privata. D’altro canto gli Etruschi, l’altro elemento di influenza artistica che giungeva a Roma, nella ritrattistica producevano in genere tipi umani stereotipati (il giovane, la matrona, l’anziano), non ritratti di persone. Il ritratto a Roma quindi costituisce un contributo fresco ed originale, poco influenzato da condizionamenti esterni. Per comprendere appieno la ritrattistica di età romana, è però necessario fare un ulteriore passo indietro alla Roma delle origini e ai suoi originali riti funebri. A questo scopo giova riportare un famoso passo di Polibio (1.VI, 53  Storie) che descrive, per avervi assistito di persona,  il complesso rituale funerario del patriziato romano.

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