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DE GREGE EPICURI.

Parto da un paio di monete, per toccare il tema dei "sesterzi di barra", di cui abbiamo parlato diverse volte, ma forse solo genericamente.

Il primo sesterzio è di Filippo Figlio: pesa 18,4 g., ha dimensioni di 24-27 mm a seconda del lato, essendo un rettangolo un po' arrotondato.  Al D.:M IVL PHILIPPUS CAES,  al rovescio PRINCIPI IUVENT-SC, Filippo in abiti militari, verso sinistra, con globo  scettro. E' il RIC 256a.

 Alle foto del D e del R aggiungo una foto di uno dei lati più lunghi, che non risultano "arrotondati", mentre quelli brevi lo sono.

post-4948-0-78662900-1437849554.jpg

Modificato da gpittini

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Rovescio. Colloco appositamente la moneta in modo che i due "lati lunghi", cioè della barra, siano orizzontali.

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La seconda moneta è un sesterzio di Gallieno, che pesa19,0 g. e misura 22-25 mm. Al diritto,IMP CP LIC GALLIENUS AUG. Al rovescio, VIRTUS AUGG: il Valore con elmo e scettro nella sinistra, in abiti militari; poggia la destra su uno scudo. E' la RIC 248. Anche qui vi mostro due foto del lato lungo (non molto ben riuscite...)

post-4948-0-42043200-1437850165.jpg


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Dunque, dal tempo degli Antonini si comincio' a produrre i tondelli dei sesterzi (ma non sempre!) in questo nuovo modo.  Non più alberi di fusione, o altri metodi basati comunque sulla fusione, bensì produzione di barre di oricalco, di sezione rettangolare, larghe fra 22 e 25 mm. mediamente.  Questa modalità era evidentemente più rapida e meno costosa, e nel 3° secolo si impose definitivamente; nell' ultimo periodo quasi tutti i sesterzi venivano prodotti così.  Si incidevano poi sulla barra dei segmenti verticali, a distanza di circa 25 mm. l'uno dall'altro; probabilmente si approfondivano un po' con la lima,  infine si spezzava la barra con lo scalpello in tanti segmenti, corrispondenti ai tondelli. Questi lati ottenuti a scalpello risultavano un po' più irregolari, e quasi sempre venivano poi arrotondati a colpi di martello. Il tondello veniva poi più o meno riscaldato e coniato.

A. Finetti nel suo noto lavoro " Numismatica e tecnologia" (NIS,1987) fa presente che questo sistema, naturalmente adattato, venne usato per tutto il Medio Evo per la monetazione argentea; ovviamente la lamina d'argento, molto più sottile, veniva spianata martellandola, e poi ritagliata a cesoia.  Non è chiarissimo invece se durante il 3° secolo il sistema "barra" sia stato usato solo per i sesterzi (come sembra) o anche, a volte, per numerari di bronzo più piccoli. Sicuramente, questa modalità è documentata in Gallia per certi radiati imitativi.

Il tema per ora è illustrato genericamente, ci sarebbero molte cose da dire e,credo, varie domande senza risposta...

Spero che abbiate esempi da postare!

Modificato da gpittini
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@@gpittini

Ciao Gianfranco

Ecco un mio sesterzio di barra, chiaramente III° secolo

RIC IV 126a, gr. 23,28 mm 31,60,

Treboniano Gallo, di nascita umbra, se non erro, ultimo imperatore di origine italica.

Patina nera da tenorite.. La tenorite è un minerale tipico delle zone di ossidazione dei depositi di rame, oltre che di zone vulcaniche come il Vesuvio...

Bruttino, ma particolare per le   caratteristiche prima accenate....

Saluti Eliodoro

 

 

 

1640D.jpg1640R.jpg

Modificato da eliodoro

Inviato

Do anche io il mio piccolo contributo con questo mio sesterzio di Faustina. Non ha i "lati" in linea retta quanto i vostri, ma ha una certa regolarità. Scusate la qualità delle foto ma è difficile fotografare questa patina verde.

 

Sesterzio, emissione 141 d.C., D/ DIVA FAUSTINA, Busto laureato rivolto a destra, R/ IVNO, Zecca di Roma, R.I.C. III 1144

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post-260-0-20803900-1437898230_thumb.jpg

post-260-0-94904300-1437898268_thumb.jpg


Inviato

Ciao @@eliodoro , molto bello per conservazione il tuo nero Sesterzio , anche per l' alto peso piuttosto raro per il periodo , la patina nera forse e' una delle piu' belle specialmente se poco opaca , da un senso di antico . Si , Treboniano Gallo forse era umbro , pare nativo di Perugia , i Vibii erano una ricchissima famiglia perugina , tanto che all' epoca si era usi dire "vorrei un decimo della ricchezza dei Vibii" , ma l' Imperatore Treboniano era un Vibio forse per adozione , in quanto la sua famiglia di origine era con molta probabilita' quella dei Trebonii o Trebanii , dei quali si ignora l'origine , forse laziale .


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Davvero interessante. Non sapevo di questa tecnica. Complimenti per la conoscenza.


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Premettendo che la monetazione romana è 800 - 1000 anni lontana dai miei interessi numismatici posso dire che questa discussione da' una risposta a un mio atavico quesito.

Di seguito un esemplare che per me rimane ancora privo di attribuzione ma, a quel che vedo, con buona probabilità "di barra". 

Peso di 11,64 g, diametro (meglio dire lato) 23,56 mm x 22,81 mm, spessore 3,95 mm; il colore reale è verde scurissimo (quasi nero) ma il fondo "mogano" esalta le tinte verdi e rosse (cuprite) a occhio nudo praticamente impercettibili.

A voi l'onere di eventuali commenti...

post-20130-0-01382300-1437902200.jpg post-20130-0-15608400-1437902222.jpg

 

un saluto

Mario

Modificato da mariov60

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Premettendo che la monetazione romana è 800 - 1000 anni lontana dai miei interessi numismatici posso dire che questa discussione da' una risposta a un mio atavico quesito.

Di seguito un esemplare che per me rimane ancora privo di attribuzione ma, a quel che vedo, con buona probabilità "di barra". 

Peso di 11,64 g, diametro (meglio dire lato) 23,56 mm x 22,81 mm, spessore 3,95 mm; il colore reale è verde scurissimo (quasi nero) ma il fondo "mogano" esalta le tinte verdi e rosse (cuprite) a occhio nudo praticamente impercettibili.

A voi l'onere di eventuali commenti...

attachicon.gifbarra dr.JPG attachicon.gifbarra vr.JPG

 

un saluto

Mario

Ciao @@mariov60

 a me sembra Volusiano sesterzio RIC 244, al rovescio Volusiano in toga

Saluti

1387431.m.jpg

P.s: a conferma di quanto detto da Gianfranco... riguardo i denari angioni medievali, Carlo I° D'Angiò stabilì che 1 libbra ( 320,758999 gr) di denari doveva contenere 7 1/2 trappesi ( gr. 6,6824775) d'argento e che, dalla stessa, se ne tagliavano 420 pezzi.. per cui ciascun denaro pesava circa 0.76 g. con un contenuto di fino pari solo a 0.015 g.. a titolo di esempio ne posto uno

post-6393-0-21665400-1437905121.jpg

post-6393-0-84507200-1437905124.jpg

Modificato da eliodoro
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Salve a tutti

 

Vorrei chiedere se i sesterzi  "di barra" valgono meno  (o più) dei sesterzi provenienti dagli alberi di fusione.

 

Grazie a chi mi risponderà.

Modificato da elettro-matic

Inviato

Bellissima discussione,nemmeno io ero a conoscenza di questa tecnica di coniatura con le barre di oricalco,mi piacerebbe approfondire questo argomento


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Salve a tutti

 

Vorrei chiedere se i sesterzi  "di barra" valgono meno  (o più) dei sesterzi provenienti dagli alberi di fusione.

 

Grazie a chi mi risponderà.

Ciao...il fatto di essere di barra o meno non influisce sul valore di mercato. Eccetto per Gallieno..i sesterzi del III° d.c. hanno prezzi molto inferiori a quelli del I e II° sec. d.c.

Saluti

Modificato da eliodoro

Inviato

Ciao,

vi segnalo per integrazione questa discussione sul tema datata 2006

http://www.lamoneta.it/topic/16706-sesterzi-di-barra/

 

Si tratta di una tecnica molto utilizzata dagli Antonini in poi (come detto da Gianfranco), questi tre sesterzi ne sono un risultato (con vari gradi di evidenza).

http://www.lamoneta.it/topic/107781-identificazione-sesterzi-imperiali/

 

Ciao

Illyricum

;)


Inviato

Ciao...il fatto di essere di barra o meno non influisce sul valore di mercato, eccetto per Gallieno..i sesterzi del III° d.c. hanno prezzi molto inferiori a quelli del I e II° sec. d.c.

Saluti

Ciao Eliodoro,

 

scusa l'ignoranza, ma perchè nel caso di Gallieno la differenza produce un valore diverso?


Inviato (modificato)

Ciao Eliodoro,

 

scusa l'ignoranza, ma perchè nel caso di Gallieno la differenza produce un valore diverso?

Non ti so dire...se vedi nelle aste...i sesterzi di Gallieno hanno prezzi più alti di Traiano Decio o Treboniano Gallo, o Volusiano o Valeriano I°...penso che dipenda esclusivamente dalla richiesta dei collezionisti...

Modificato da eliodoro

Inviato

Capisco. Avevo ipotizzato qualche palese differenza nei metodi di produzione, che rendesse più preziosi eventuali esemplari....grazie del chiarimento! :-)


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Ciao,

Non ti so dire...se vedi nelle aste...i sesterzi di Gallieno hanno prezzi più alti di Traiano Decio o Treboniano Gallo, o Volusiano o Valeriano I°...penso che dipenda esclusivamente dalla richiesta dei collezionisti...

Gallieno va arriva anche suoi 3000 €

http://www.coinarchives.com/a/results.php?search=gallienus+sestertius&s=0&results=100

 

Traiano Decio con i suoi "doppi sesterzi" raggiunge comunque questi valori

http://www.coinarchives.com/a/results.php?search=decius+sestertius&s=0&results=100

 

Treboniano invece resta su valori ben più bassi

http://www.coinarchives.com/a/results.php?search=gallus+sestertius&s=0&results=100

 

Forse la considerazione vale comunque per i sesterzi più "comuni". Gallieno è più noto e i suoi sesterzi (tranne il tentativo di Postumo) sono gli ultimi ad essere prodotti. Forse questi due dati alzano la richiesta e quindi un po' la quotazione.

 

Ciao

Illyricum

;)

Modificato da Illyricum65

Inviato

Ciao,

Gallieno va arriva anche suoi 3000 €

http://www.coinarchives.com/a/results.php?search=gallienus+sestertius&s=0&results=100

 

Traiano Decio con i suoi "doppi sesterzi" raggiunge comunque questi valori

http://www.coinarchives.com/a/results.php?search=decius+sestertius&s=0&results=100

 

Treboniano invece resta su valori ben più bassi

http://www.coinarchives.com/a/results.php?search=gallus+sestertius&s=0&results=100

 

Forse la considerazione vale comunque per i sesterzi più "comuni". Gallieno è più noto e i suoi sesterzi (tranne il tentativo di Postumo) sono gli ultimi ad essere prodotti. Forse questi due dati alzano la richiesta e quindi un po' la quotazione.

 

Ciao

Illyricum

;)

Hai ragione per il doppio sesterzio di Traiano Decio, ad averlo :D :D

Diciamo anche che i rovesci dei sesterzi del III° secolo d.c. non raggiungono la bellezza di quelli del I° e II° secolo


Inviato

A quanto pare gli ultimi sesterzi ? o doppi sesterzi ? (mancano le SC) per peso (17,70 grammi) , perché come tipologia sembrano piu' dei grossi Antoniniani , emessi a Roma risalgono ad Aureliano :

Sale: CNG 67, Lot: 1747.
Closing Date: Wednesday, 22 September 2004.
Estimate $750 Sold For $900

AURELIAN, with SEVERINA. 270-275 AD.
Æ Double Sestertius (17.70 gm). Rome mint. Struck 274 AD.

IMP AVRELIANVS AVG, Radiate and cuirassed bust of
Aurelian right
SEVERINA AVG, Diademed and draped bust of Severina
right, set on crescent.
RIC V 1; MIR 47, 143e; Cohen 1. VF,

mottled green and brown patina, minor smoothing on reverse. Rare. ($750)

From the Michael Weller Collection.

With permission of cngcoins.com
July 2009

post-39026-0-63368700-1437921582.jpg


Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Quelli di Aureliano e Severina sono definiti sesterzi, se pesano come i precedenti, o assi (se molto più leggeri),ma non credo esistano "di barra".  Come pure, credo di non aver mai visto (neppure nel libro di Bastien)  dei bronzi "di barra" di Postumo.  I sesterzi di Gallieno invece sono "di barra" al 90 o 95%, ma alcuni a mio avviso non lo sono.

Secondo me, a volte la barra era prodotta con scarsa accuratezza, ad esempio troppo spessa, ben oltre i 3,5 mm, fino a 4-5 mm. o più.  Allora, per non produrre tondelli  (o meglio...quadrelli!) troppo pesanti, il che sarebbe stato anti-economico, si tagliavano dei segmenti particolarmente corti.  Ma così finiva che buona parte delle iscrizioni non entrava nella moneta,come si è visto dagli esemplari che abbiamo postato. Anche per questo i sesterzi di barra sono esteticamente meno gradevoli di quelli circolari.

Modificato da gpittini

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