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La “Deae Segetiae” di Salonina


Legio II Italica

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Non e’ ben noto il motivo per cui Salonina conio’ questa particolare moneta con la legenda del rovescio un po’ “fuori tempo” : Deae Segetiae , un Antoniniano , con l’immagine del Tempio e all’ interno una divinita’ venerata a Segesta ? (dopo vedremo il perche’ del punto interrogativo) , forse Cerere , oppure piu’ probabilmente una divinita’ autoctona portata da Troia . Il Tempio era situato in Sicilia a Segesta , piccola localita’ archeologica ad un paio di chilometri da Calatafimi ; probabilmente l’Antoniniano fu coniato per ricordare le origini Troiane di Segesta e il suo Tempio , famoso nell’ antichita’ forse a causa delle sue dimensioni , una colonna in piu’ sui lati lunghi , dei Templi di Agrigento , alle quali cose forse Salonina era in qualche modo o per qualche motivo legata .
Se non vi annoia , ecco un po’ di Storia di Segesta e del Tempio ; magari se qualcuno del Forum va in vacanza in Sicilia , per motivi archeologici oltre che per il mare , se fa un salto a Segesta potrebbe avere una sufficiente conoscenza dei fatti e del luogo .
Vediamo cosa questa moneta , tramite l’ iconografia , ci puo’ raccontare . Tutte le notizie sono , in parte , prese dai volumi di : Adolf Holm : “Storia della Sicilia nell’ Antichita’” in tre volumi , in particolare per quello che riguarda il Tempio ; questo un brevissimo estratto .
Segesta fu una città fondata dagli Elimi che secondo la leggenda erano un popolo di origine Troiana ; in realtà la leggenda narra che Segesta è stata una delle più famose città degli Elimi situata su una collina isolata che ora si chiama "Barbaro" , bagnata alla base della collina dal fiume di antica etimologia , Crimiso , fiume che un tempo nell' epoca della Magna Grecia siciliana segnava grosso modo il confine tra la Sicilia greca e la Sicilia cartaginese , fino a fine ‘800 si chiamo’ "Fiume freddo" mentre attualmente non e’ stato con certezza individuato , si pensa che possa essere l’attuale fiume San Bartolomeo , oppure il Belice anche se questo risulta troppo lontano da Segesta . Per quanto riguarda il fiume Crimiso , gli Elimi-Troiani fondarono quindi la loro città Segesta sulle rive del fiume ed il suo fondatore fu Egesto che partì da Troia conquistata poco prima di Enea e con il suo consenso .
Egesto fondò la nuova città nella terra dei Sicani e in ricordo della loro origine troiana chiamo’ il secondo ramo del fiume Crimiso con uno dei due nomi dei fiumi di Troia , Scamandro , il ramo del fiume più vicino a Segesta , l’ altro era il Simoenta , questa è la leggenda sulla fondazione di Segesta .
Anche Tucidide scrisse che: "…… dopo la caduta di Troia alcuni troiani arrivati in Sicilia dal mare con le loro navi cominciarono a vivere vicino ai Sicani e furono da questi chiamati “Elimi”' , le loro città erano Segesta ed Erice…. "
La prima guerra punica vide Segesta essere una fedele alleata di Roma in virtu’ delle comuni origini troiane e con il suo vicino porto , attaule Castellammare del Golfo , divenne un importante base strategica per i Romani ; alla fine della prima guerra punica quando Roma acquisi’ la Sicilia come prima Provincia , venne ricompensata con alcuni privilegi fiscali . Le rovine di Segesta si trovano a circa due chilometri da Calatafimi .
Ora la storia del famoso Tempio : sorge sopra una appartata collina appena ad ovest dell’ antica citta’ , vicino l’orlo di un profondo vallone sotto il quale scorre un ruscello ; da Cicerone , quando era questore in Sicilia , sappiamo che era lungo 237 piedi , largo 102 ed alto 35 , in metri circa 71x30x10 , era orientato da est ad ovest , le colonne erano 14 per lato nei due lati lunghi e 6 per lato nei due lati corti . Esiste un mistero su questo Tempio (riprendo qui il precedente punto interrogativo) , in epoca greca non fu mai rifinito ne’ terminato , infatti a parte alcuni particolari delle colonne e di altri particolari di parti della costruzione , e’ mancante della cella e lo spazio interno del Tempio e’ completamente vuoto , questo aggiunge il mistero a quale divinita’ era in origine dedicato non essendo presente la cella atta ad ospitarla ; il Tempio probabilmente non fu ultimato per motivi economici , forse a causa della grande guerra ateniese contro Siracusa , quando Segesta offri’ il suo appoggio economico ad Atene , oppure a causa dell’ invasione dei Cartaginesi nel 409 a.C. , ma la causa maggiore potrebbe essere stata la distruzione di Segesta ad opera di Agatocle Re di Siracusa nel 302 a.C. . Non e’ neanche sicuro a quale divinita’ il Tempio fosse inizialmente dedicato in quanto non essendo stato completamente ultimato e’ attribuzione che rimane difficile decifrare .
Dietro questi fatti torna alla ribalta la moneta emessa da Salonina tra il 242 e il 268 d.C. nel modo che l’ antichissimo Tempio di Segesta probabilmente venne infine terminato , restaurato e dedicato , proprio nel corso degli anni in cui regno’ Salonina insieme al marito Gallieno , con l’ appellativo generico di “Deae Segetiae” non conoscendosi neanche alla sua epoca a quale divinita’ fosse originariamente dedicato ; attualmente lo si crede dedicato a Cerere , dea della Terra e della Fertilita’ , forse per il fatto della famosa fertilita’ della Sicilia nell’ antichita’ , ma questa attribuzione rimane solamente teorica .
Sotto la moneta di Salonina , il Tempio di Segesta , alcuni ruderi della cinta muraria , busto di Salonina , suddivisione territoriale , ma spesso variabile , della Sicilia antica .

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Modificato da Legio II Italica
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Salve , sarebbero gradite vostre interpretazioni della Deae Segestae , cioe' a quale divinita' greca romana , pensiate possa essere collegabile .

Dalle rappresentazione , legenda e figura , della moneta si puo' immaginare essere sicuramente una figura femminile , la posa con entrambe le braccia alzate e' ricollegabile ad alcune rappresentazioni di Cerere , pero' nel caso della moneta non sono visibili le spighe di grano che accompagnano sempre Cerere , anche il vestito e' strano , sembra quasi moderno , inoltre la testa sembra avvolta da una specie di aureola . Complessivamente una figura non ben decifrabile al pari della legenda "Deae Segestae"

Sotto due raffigurazioni classiche di Cerere e un'altra moneta del tipo

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Ciao, forse la risposta a quali altre figure della mitologia classica sia collegabile la Dea Segesta la troviamo nell'edizione on line dell'Enciclopedia Treccani, voce "orante".

 

I primi cristiani, per pregare, assumevano questa stessa posizione.

Che è tornata recentemente in auge: durante le Messe, molti la adottano tuttora.

 

Eccone una raffigurazione coeva alle monete coniate da Salonina (seconda metà del III secolo):

 

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(Roma, catacombe di Priscilla, "cubicolo della Velata"; da: http://www.catacombepriscilla.com/visita_catacomba.html)

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Salve @@Corbiniano , ipotesi suggestiva quella di una rappresentazione cristiana che e' raffigurata nella moneta ; sappiamo infatti che Gallieno , forse anche su pressione di Salonina , fermo' le persecuzioni contro i Cristiani di suo padre Valeriano ed anzi concesse loro privilegi come riporta Eusebio di Cesarea , quando loda Gallieno per i suoi editti di libertà religiosa , inoltre promulgò degli editti in cui concedeva la libertà di culto e restitui' alcune proprietà confiscate in precedenza ai cristiani .

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Ciao, giusto, dici bene.

Non solo.

La ritualità e la gestualità del cristianesimo sono fenomenologie umane.

Che, come tali, non sono nate dal nulla.

Ma sono nate nel solco delle tradizioni tardo-classiche.

E le hanno riprese in gran parte.

Non per altro: si trattava di riti e gesti cui la gente era abituata.

E che magari vennero ripresi in maniera inconscia.

Perchè erano riti e gesti "normali" per le manifestazioni sacrali dell'epoca.

;)

Quindi, la figurina coniata nella moneta era certamente una divinità pagana.

La legenda non lascia dubbi.

Ma la sua posa era verosimilmente già "cristiana".

O, per meglio dire, era già entrata a far parte della gestualità dei cristiani.

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Forse la statua rappresenta Diana.

 

Cicerone riferisce di una statua bronzea della dea conservata in un tempio a Segesta e molto nota e venerata. Finita nel bottino della razzia del famigerato Verre, sarebbe poi stata riportata  nel suo tempio.

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Forse la statua rappresenta Diana.

 

Cicerone riferisce di una statua bronzea della dea conservata in un tempio a Segesta e molto nota e venerata. Finita nel bottino della razzia del famigerato Verre, sarebbe poi stata riportata  nel suo tempio.

 

Ciao @@Druso Galerio , la tua ipotesi pagana e' molto valida , al pari della ipotesi della posa statuaria cristiana di @@Corbiniano , forse un connubio tra paganita' al tramonto e cristianita' nascente .

Ho fatto delle ricerche a proposito della tua ipotesi e sono giunto alla conclusione di condividerla , anche se la rappresentazione statuaria della moneta non corrisponde assolutamente alle classiche rappresentazioni statuarie di Diana  , ma questo puo' essere attribuito ad una superficialita' di esecuzione o di "modernita" dell' incisore del conio della moneta , fede ne fa anche la semplicita' estrema nel riprodurre il Tempio , altrimenti bellissimo e maestoso , d' altronde i tempi di Gallieno e Salonina erano difficili , guerre e secessioni in tutto l' Impero , anche l' arte forse ne risentiva .

Dunque la tradizione propende quasi concorde verso Diana come la titolare del Tempio , in quanto risulta che la statua bronzea fu rapita dai Cartaginesi nel 409 a.C. e da quell' epoca conservata a Cartagine come bottino di guerra , fino alla sua conquista di Cartagine da parte dei Romani che la restituirono a Segesta da parte di Scipione Emiliano , restituzione giustificata per i motivi detti in apertura post .

Infine la Diana di Segesta fu razziata da Caio Verre nel corso della sua Prefettura in Sicilia , come ci narra Cicerone nelle sue Verrine , IV , 72-79 contro Verre .

Grazie ad entrambi per il prezioso contributo .

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Da Cicerone , Verrine , a proposito della statua bronzea di Diana a Segesta : “era circondata da una venerazione tutta particolare che risaliva a tempi molto antichi , per di piu’ magistralmente eseguita in uno stile veramente originale e con straordinaria abilita” , lo stile originale della statua ben si adatta alla rappresentazione sulla moneta e cosi’ continua : “la statua era di notevoli proporzioni e di considerevole altezza , con un lungo manto . E tuttavia pur in quella maestosita’ trasparivano l’ eta’ e il portamento di una vergine . Dalla spalla pendevano le frecce e con la mano sinistra impugnava l’ arco , con la destra teneva protesa una fiaccola accesa” e prosegue : “mentre Diana veniva portata fuori dalla citta’ (da Verre) accorsero tutte le donne di Segesta sia sposate che nubili , la cosparsero di unguenti profumati , la coprirono di corone di fiori , la scortarono fin sui confini del loro territorio bruciando incenso ed essenze odorose” . Nessuno dei cittadini di Segesta oso’ rimuovere e consegnare la statua a Verre , anche se Verre sottomise i cittadini ad angherie di ogni genere per il loro rifiuto , ma nessun cittadino libero o schiavo che fosse oso’ toccare la statua , tanto che alla fine Verre fu costretto per la rimozione della statua a chiamare alcuni operai di Marsala , ma risposero solo quelli di nazionalita’ non greca in quanto nessun altro greco avrebbe acconsentito .
Stranamente per caso , secondo la tradizione , la Madonna , Maria avrebbe vissuto , gli ultimi della sua vita terrena ad Efeso , sede del famoso Tempio di Artemide Diana .

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Ciao @@Druso Galerio , la tua ipotesi pagana e' molto valida , al pari della ipotesi della posa statuaria cristiana di @@Corbiniano , forse un connubio tra paganita' al tramonto e cristianita' nascente .

Non credo che ci sia un qualcosa di relativo ad una possibile fase di transizione tra paganesimo e cristianità: la classica posa da orante in questione era già quella da secoli.

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